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Alimentiamoci regolarmente con le verità bibliche!La Torre di Guardia 1982 | 15 marzo
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Alimentiamoci regolarmente con le verità bibliche!
IL PIÙ grande Insegnante che sia mai vissuto disse una volta che l’uomo non vive di solo pane, ma che ha anche bisogno di cibo spirituale, cioè della Parola di Dio. Da questo non è ragionevole concludere che i cristiani debbano alimentarsi regolarmente col cibo spirituale come fanno col pane letterale? Certamente. (Matt. 4:4) Il cibo spirituale non include solo la Bibbia, ma anche le pubblicazioni che ci aiutano a capirla. Per questo la Watch Tower Society, l’ente editoriale e amministrativo dei testimoni di Geova, non si accontenta di stampare Bibbie. Stampa regolarmente anche pubblicazioni che aiutano i lettori a capire meglio la Bibbia.
Qualcuno ha sollevato la questione dell’utilità di leggere regolarmente queste pubblicazioni, poiché a volte vi si considerano argomenti già trattati in precedenza. Ma non mangiamo regolarmente pane, pasta o riso? Inoltre l’apostolo Pietro scrisse: “Per questa ragione sarò sempre disposto a rammentarvi queste cose, benché le conosciate e siate fermamente stabiliti nella verità che è presente in voi”. (II Piet. 1:12) Si noti anche che quando un argomento viene trattato più di una volta, spesso lo si fa da una diversa angolazione, con nuovi punti di vista, ulteriore intendimento, argomentazioni diverse e più efficaci. Come afferma Proverbi 4:18, “il sentiero dei giusti è come la fulgida luce che risplende sempre più finché il giorno è fermamente stabilito”.
MIGLIORE COMPRENSIONE DEL RUOLO DELLA COSCIENZA
Come esempio specifico, prendiamo l’argomento della coscienza. Nel marzo del 1973 La Torre di Guardia pubblicò alcuni articoli sulla coscienza umana, definendola “ciò che rende testimonianza dentro di noi”. Vi si mostrava che la coscienza è un testimone innato, a favore o contro di noi, e che essa operava anche prima che Geova Dio desse all’uomo leggi o codici scritti. Questi articoli mettevano anche in risalto il bisogno di rispettare la coscienza altrui e il ruolo della coscienza nel campo del lavoro. Tali questioni non erano mai state spiegate così chiaramente prima.
Poi, nel settembre del 1975, furono pubblicati altri due articoli sulla coscienza. Fra i vari punti spiegati in quegli articoli c’era quello riguardante le due funzioni basilari svolte dalla coscienza. Una si potrebbe definire una funzione giudiziaria. È quella che la coscienza svolge davanti al “fatto compiuto”, quando ci giudica colpevoli perché abbiamo commesso qualche trasgressione. (II Sam. 24:10) Ma per i cristiani la coscienza dovrebbe svolgere più spesso una funzione che potremmo definire legislativa. Questo ovviamente non significa che la coscienza del cristiano stabilisca in effetti nuove leggi. Ma, basandosi sulle leggi e i princìpi della Bibbia, la coscienza forte del cristiano potrà servirgli di guida. È come se essa decretasse in anticipo che una certa condotta è sbagliata. Un ben noto esempio scritturale di ciò è quello di Giuseppe, figlio di Giacobbe, che non cedette alle insistenze della moglie di Potifar. — Gen. 39:9.
Successivamente, nel febbraio del 1977, La Torre di Guardia pubblicò un altro articolo sulla coscienza, intitolato “Educhiamo la nostra coscienza perché sia una guida migliore”. In genere quando si considerano le questioni di coscienza si cerca di capire se una cosa è buona o cattiva, giusta o sbagliata. Ma in quell’articolo si metteva in risalto che la Bibbia associa una buona coscienza con la fede e l’amore. (I Tim. 1:5) Sì, la nostra coscienza non solo dovrebbe trattenerci dal trasgredire le leggi di Geova Dio, ma dovrebbe anche sensibilizzarci in quanto a cogliere le opportunità di compiere azioni altruistiche, nobili, benigne e amorevoli. — Confronta Luca 10:29-37.
Perciò non prendete mai per scontato che un articolo della Torre di Guardia, solo perché parla di un soggetto già trattato in precedenza, sia una semplice ripetizione. È vero che a volte i perfezionamenti non sono grandi, ma in qualche modo contribuiscono a rendere la verità biblica più bella, più significativa, sì, più utile per noi.
Questo fa venire in mente un aneddoto sul conto di Michelangelo. Un amico aveva ammirato una bellissima statua scolpita da Michelangelo. Tornando qualche tempo dopo, l’amico rimase sorpreso vedendo che l’artista stava ancora lavorando alla stessa statua. Michelangelo gli mostrò tutte le migliorie apportate nel frattempo, al che l’amico replicò: ‘Ma queste sono semplici inezie!’ In risposta Michelangelo gli disse: ‘Sì, è vero, ma le inezie fanno la perfezione, e la perfezione non è un’inezia!’ Perciò anche se molte volte può sembrare che i perfezionamenti nell’intendimento non siano di grande importanza, ci aiutano in effetti ad approfondire o a perfezionare il nostro intendimento di un soggetto.
MANTENIAMOCI IN FORMA PER COMBATTERE
E questo non è tutto. La Bibbia e le pubblicazioni che ci aiutano a capirla meglio non mirano solo a una conoscenza di tipo intellettuale. La Parola di Dio è ‘una lampada al nostro piede e una luce al nostro cammino’. (Sal. 119:105) Ci viene anche detto che la Parola di Dio è “utile per insegnare, per rimproverare, per correggere, per disciplinare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia pienamente competente, del tutto preparato per ogni opera buona”. (II Tim. 3:16, 17) Ma serve a questi scopi solo nella misura in cui l’applichiamo alla nostra vita. E come possiamo applicarla se ci dimentichiamo ciò che abbiamo letto?
È di vitale importanza che ci vengano rammentati i consigli contenuti nella Parola di Dio, e questo in vista dei tre nemici contro cui dobbiamo lottare. C’è il mondo; l’amicizia con esso significa inimicizia con Geova Dio. (Giac. 4:4) Riguardo al nostro conflitto col mondo, l’apostolo Giovanni scrisse: “Questa è la vittoria che ha vinto il mondo, la nostra fede”. (I Giov. 5:4) La fede dipende dalla conoscenza, conoscenza che sia viva nella memoria, non informazioni dimenticate da un bel pezzo. Dato che il mondo esercita su di noi una terribile pressione giorno dopo giorno, abbiamo bisogno che ci sia continuamente ricordato di non amare il mondo né le cose del mondo; perché il mondo e tutto ciò che è in esso passeranno, ma chi fa la volontà di Dio rimarrà per sempre. — I Giov. 2:15-17.
Nostri nemici sono anche il Diavolo e i suoi demòni. “Il vostro avversario, il Diavolo, va in giro come un leone ruggente, cercando di divorare qualcuno”. (I Piet. 5:8) Egli e i suoi demoni combattono contro di noi, per cui dobbiamo indossare l’intera armatura di Dio descritta dall’apostolo Paolo in Efesini 6:11-17. Anche per indossare questa armatura e saperla usare abbiamo bisogno di alimentarci di continuo con la Parola di Dio. Per poter maneggiare con efficacia la ‘spada dello spirito, la Parola di Dio’, dobbiamo senz’altro avere viva nella mente e nel cuore tale parola.
Il terzo nemico sono le nostre stesse innate, ereditate, inclinazioni peccaminose, contro cui dobbiamo lottare energicamente e di continuo. Essendo stati ‘concepiti nel peccato e dati alla luce nell’errore’, fin dalla giovinezza la nostra inclinazione è cattiva. (Gen. 8:21; Sal. 51:5) A causa di ciò, purtroppo, possiamo tutti dire quello che disse l’apostolo Paolo: “Il bene che desidero non lo faccio, ma il male che non desidero è ciò che pratico”. (Rom. 7:19) A causa di questa eredità, riscontriamo che il cuore umano è traviato, ingannevole, subdolo. Ma con l’aiuto della Parola di Dio e di pubblicazioni bibliche che ci aiutano a capire come applicare i princìpi biblici, possiamo tenere a bada questo nemico interiore. Come disse l’apostolo Paolo, però, dobbiamo trattare con durezza il nostro corpo e condurlo come uno schiavo. — Prov. 3:32; Ger. 17:9; I Cor. 9:27.
IL FATTORE TEMPO
Il cristiano ha una vita piena. C’è da leggere la Bibbia, insieme a una nuova rivista ogni settimana, da prepararsi per le adunanze e assistervi, e da partecipare alla grande opera di fare discepoli di coloro che ascoltano lietamente. Ogni giorno poi ci sono impegni secolari a cui badare, di natura personale o familiare. Ciascuno farebbe bene a chiedersi: Quanto tempo dedico alla lettura di riviste, giornali e periodici mondani? Quanto tempo trascorro davanti al televisore o ascoltando musica? È vero che queste sono forme di svago e ricreazione, mentre per molti la preparazione per le adunanze e la lettura di pubblicazioni cristiane potrebbe rappresentare ‘una fatica’. Ma è il caso di considerare così tale preparazione e tale lettura? Il salmista disse: “Io esulto sul tuo detto proprio come uno esulta quando trova molte spoglie”. (Sal. 119:162) Dobbiamo quindi esaminare attentamente se il nostro modo di vivere ci identifica realmente come persone spirituali o come persone fisiche. — I Cor. 2:14-16.
Tutto questo fa venire in mente le parole di Gesù circa la felicità di quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale. (Matt. 5:3) Le creature terrestri inferiori — uccelli, insetti, mammiferi, pesci, ecc. — non hanno bisogni spirituali. Ma l’uomo sì. L’averli trascurati ha contribuito alle disastrose condizioni del mondo odierno. Filosofie e ideologie materialistiche allontanano sempre più gli uomini da Dio. I loro bisogni fisici — cibo, vestiario e alloggio — e sessuali, come pure i piaceri o la sete di potere, occupano il primo posto nella loro vita. Ma se ci rendiamo veramente conto dei nostri bisogni spirituali ci alimenteremo regolarmente con le verità bibliche, trovando il tempo per farlo, e le apprezzeremo pienamente. Con quale ricompensa? Saremo aiutati a perseguire la santa devozione, che “è utile per ogni cosa, giacché ha la promessa della vita d’ora e di quella avvenire.” — I Tim. 4:8.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1982 | 15 marzo
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Domande dai lettori
● Dovendo affrontare prove o intraprendere compiti difficili, è appropriato chiedere “una doppia porzione” dello spirito di Dio, come fece Eliseo?
Anziché pensare di dover chiedere a Dio in determinate occasioni “una doppia porzione” del suo spirito, è meglio chiedere che Dio ci dia spirito santo in proporzione ai nostri bisogni.
Dopo che il profeta Elia ebbe attraversato il Giordano e subito prima che fosse preso e portato in direzione del cielo su un carro di fuoco, il suo compagno e successore, il profeta Eliseo, fece una particolare richiesta. Secondo la Bibbia del re Giacomo (una versione inglese) Eliseo disse a Elia, in procinto di andarsene: “Ti prego, sia su di me una doppia porzione del tuo spirito”. (II Re 2:9) Alcuni cristiani, traendo spunto da questa espressione, pensano di aver bisogno di “una doppia porzione” di spirito e rivolgono a Dio un’effettiva richiesta in tal senso.
La Traduzione del Nuovo Mondo ci aiuta però a capire la richiesta di Eliseo, dicendo: “Ti
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