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  • Domande dai lettori
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
w97 1/4 pp. 27-29

Domande dai lettori

Cosa dovrebbe fare un cristiano qualora fosse chiamato a far parte di una giuria?

In alcuni paesi il sistema giudiziario si avvale di giurie composte da cittadini.a Laddove esiste questo istituto, il cristiano deve decidere cosa fare se viene convocato per far parte di una giuria. Molti cristiani hanno ritenuto in buona coscienza che i princìpi biblici non impediscano loro di presentarsi, così come Sadrac, Mesac e Abednego ubbidirono all’ordine del governo babilonese di presentarsi nella pianura di Dura e come Giuseppe e Maria andarono a Betleem in ottemperanza a un decreto delle autorità romane. (Daniele 3:1-12; Luca 2:1-4) Ci sono comunque dei fattori che i cristiani sinceri possono considerare.

L’impiego delle giurie non è universale. In certi paesi le cause civili e penali vengono trattate da uno o più giudici togati. Altrove vige la cosiddetta common law (o “diritto consuetudinario”), che prevede l’uso di giurie nel sistema giudiziario. Comunque, la maggioranza delle persone ha solo un’idea vaga di come vengano scelte le giurie in questi paesi e di come operino. Pertanto sapere qualcosa di più vi sarà utile sia che siate convocati come giurati o no.

I servitori di Geova Dio riconoscono in lui il Giudice supremo. (Isaia 33:22) Nell’antico Israele uomini esperti, retti e imparziali servivano da giudici per risolvere dispute e decidere questioni legali. (Esodo 18:13-22; Levitico 19:15; Deuteronomio 21:18-21) All’epoca in cui Gesù venne sulla terra, le funzioni giudiziarie erano svolte dal Sinedrio, l’alta corte ebraica. (Marco 15:1; Atti 5:27-34) Non erano previste giurie civili formate da semplici ebrei.

In altri paesi esistevano giurie formate da cittadini. Socrate fu processato da 501 giurati. Il processo davanti a una giuria era previsto anche nella Roma repubblicana, ma fu abolito sotto gli imperatori. In seguito Enrico III re d’Inghilterra stabilì che l’accusato venisse giudicato dagli abitanti del posto. Si pensava che, conoscendo l’imputato, il loro giudizio sarebbe stato più equo rispetto a procedure in cui l’accusato doveva dimostrare la sua innocenza vincendo un duello o sopravvivendo a un’ordalia. Col passar del tempo la giuria divenne un istituto in cui un gruppo di cittadini doveva seguire il dibattimento ed emettere un verdetto sulla base dei fatti. Un giudice togato li guidava nella valutazione degli elementi di prova.

Esiste un’ampia varietà per quanto riguarda i tipi di giuria, il numero dei giurati e il modo in cui si raggiunge il verdetto. Negli Stati Uniti, ad esempio, un “gran giurì” (grand jury), i cui membri possono essere da 12 a 23, decide se ci sono elementi sufficienti per incriminare la persona accusata di un reato penale; non decide se è colpevole o innocente. Similmente la giuria che collabora all’inchiesta di un coroner (pubblico ufficiale che indaga sulle morti sospette) esamina le prove per decidere se è stato commesso un delitto.

In certi paesi, quando si parla di giuria, la maggioranza delle persone pensa a un gruppo di 12 cittadini che seguono una causa civile o penale per ascoltare le testimonianze e decidere se l’imputato è colpevole o innocente. Questa è quella che in alcuni paesi viene definita “piccola giuria” (petit jury), o giuria ordinaria, per distinguerla dal “gran giurì”. In certi luoghi la corte convoca i giurati scegliendoli da liste di votanti, titolari di patenti di guida, o simili. Alcuni sono esclusi automaticamente, ad esempio individui condannati per reati gravi o mentalmente incapaci. A seconda delle leggi locali, altri — come medici, ecclesiastici, avvocati o titolari di piccole imprese — possono chiedere di essere dispensati. (Alcuni possono essere dispensati in quanto, per profondi e imprescindibili motivi di coscienza, si dichiarano contrari a prestare servizio come giurati). Tuttavia in molti luoghi le autorità tendono a ridurre le esenzioni, così che tutti sono obbligati a presentarsi per prestare servizio come giurati, forse più volte nel corso degli anni.

Non tutti quelli che si presentano partecipano necessariamente al processo in qualità di giurati. In certi paesi, dal gruppo di coloro che sono stati chiamati a far parte di una giuria, ne vengono estratti a sorte alcuni come potenziali giurati per una specifica causa. Quindi il giudice identifica le parti e i rispettivi avvocati e descrive la natura della causa. Il giudice e gli avvocati esaminano i potenziali giurati uno per uno. Se per motivi di coscienza non si è disposti a servire come giurati in quel tipo di causa, questo è il momento di parlare.

Il gruppo dev’essere ridotto al numero che seguirà effettivamente l’intero dibattimento. Il giudice escluderà tutti quelli la cui imparzialità potrebbe essere messa in dubbio a motivo di possibili interessi nel caso. Inoltre gli avvocati di ciascuna parte hanno la facoltà di ricusare un certo numero di giurati. Tutti quelli esonerati dal prestare servizio in quella particolare giuria tornano nel gruppo di giurati in attesa di essere estratti a sorte per altri processi. In una situazione del genere, alcuni cristiani hanno sfruttato il tempo dando testimonianza informale. Dopo alcuni giorni l’obbligo di prestare servizio come giurato cessa, sia che uno abbia effettivamente svolto tale compito o no.

I cristiani cercano di ‘pensare ai fatti propri’, non intromettendosi “nelle cose altrui”. (1 Tessalonicesi 4:11; 1 Pietro 4:15) Quando un ebreo chiese a Gesù di fare da giudice in una questione di eredità, Gesù rispose: “Uomo, chi mi ha costituito giudice o ripartitore su di voi?” (Luca 12:13, 14) Gesù era venuto per dichiarare la buona notizia del Regno, non per fare da arbitro in questioni legali. (Luca 4:18, 43) La risposta di Gesù può aver spinto l’uomo a seguire la procedura stabilita dalla Legge di Dio per appianare le dispute. (Deuteronomio 1:16, 17) Per quanto questi ragionamenti possano essere validi, ubbidire a una legge che fa obbligo di presentarsi per prestare servizio come giurati è cosa diversa dall’impicciarsi dei fatti altrui. È più simile alla situazione dei tre compagni di Daniele. Il governo babilonese ordinò loro di presentarsi nella pianura di Dura, cosa che di per sé non violava la Legge di Dio. Ciò che fecero in seguito fu un’altra questione, come mostra la Bibbia. — Daniele 3:16-18.

Quando i servitori di Dio non furono più sotto la Legge mosaica, vennero in contatto con tribunali di vari paesi. L’apostolo Paolo esortò i “santi” di Corinto a risolvere i contrasti nell’ambito della congregazione. Pur definendo i giudici delle corti secolari “uomini ingiusti”, Paolo non negò che avessero il diritto di trattare le questioni secolari. (1 Corinti 6:1) Egli si difese davanti a magistrati romani e si appellò addirittura a Cesare. Non si può dire che le corti secolari siano qualcosa di fondamentalmente sbagliato. — Atti 24:10; 25:10, 11.

Le corti secolari sono una delle funzioni delle “autorità superiori”. Esse “sono poste nelle loro rispettive posizioni da Dio”, stabiliscono le leggi e le fanno rispettare. Paolo scrisse: “Essa è ministro di Dio per te per il bene. Ma se fai il male, abbi timore: poiché non senza scopo essa porta la spada; poiché è ministro di Dio, vendicatrice per esprimere ira su chi pratica il male”. I cristiani non si ‘oppongono all’autorità’ mentre svolge tali funzioni giudiziarie, perché non vogliono ‘mettersi contro di essa’ e ricevere un giudizio. — Romani 13:1-4; Tito 3:1.

Soppesando i vari fattori, i cristiani dovrebbero considerare se possono acconsentire a certe richieste di Cesare. Paolo consigliò: “Rendete a tutti [alle autorità superiori] ciò che è dovuto, a chi chiede la tassa, la tassa; a chi chiede il tributo, il tributo; a chi chiede timore, tale timore”. (Romani 13:7) Questo si riferiva specificamente al pagare una tassa in denaro. (Matteo 22:17-21) Se Cesare dice che i cittadini devono impiegare parte del loro tempo e delle loro energie per pulire le strade o compiere qualche altro lavoro di competenza di Cesare, il cristiano deve decidere personalmente se acconsentire o no. — Matteo 5:41.

Alcuni cristiani hanno considerato il prestare servizio come giurati un modo per rendere a Cesare quel che è di Cesare. (Luca 20:25) Il compito di una giuria è di ascoltare le testimonianze ed esprimere onestamente la propria opinione su questioni di fatto o di diritto. Per esempio, in un “gran giurì” i giurati decidono se ci sono elementi sufficienti perché una persona venga processata; non decidono se è colpevole o meno. Che dire dei processi con partecipazione della giuria? In una causa civile, la giuria può accordare un risarcimento danni. In una causa penale, deve determinare se le testimonianze giustificano un verdetto di colpevolezza o no. A volte la giuria può raccomandare quale fra le pene previste dalla legge dovrebbe essere applicata. Dopo di che lo Stato usa la propria autorità “per esprimere ira su chi pratica il male”, o “per infliggere la punizione ai malfattori”. — 1 Pietro 2:14.

Che dire se in coscienza un cristiano non si sente di far parte di una particolare giuria? La Bibbia non menziona l’obbligo di prestare servizio come giurati, per cui il cristiano non può dire: ‘È contro la mia religione prestare servizio in una giuria’. A seconda del tipo di causa, potrebbe dichiarare che prestare servizio come giurato in quel particolare caso va contro la sua coscienza. Potrebbe essere così se la causa vertesse su un caso di immoralità sessuale, aborto, omicidio colposo o qualche altra questione su cui il suo convincimento dipende dalla conoscenza biblica, non semplicemente dalla legge secolare. In realtà, però, è possibile che il processo per il quale è stato scelto non riguardi questioni del genere.

Il cristiano maturo si chiederà anche se è disposto a condividere la responsabilità della sentenza emessa dai giudici. (Confronta Genesi 39:17-20; 1 Timoteo 5:22). Se venisse emesso erroneamente un verdetto di colpevolezza e venisse comminata la pena di morte, il cristiano che fa parte della giuria condividerebbe la colpa di sangue? (Esodo 22:2; Deuteronomio 21:8; 22:8; Geremia 2:34; Matteo 23:35; Atti 18:6) Al processo di Gesù, Pilato voleva essere ‘innocente del sangue di quell’uomo’. I giudei dissero subito: “Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”. — Matteo 27:24, 25.

Se un cristiano convocato come giurato si presentasse, come impone lo Stato, ma per motivi di coscienza rifiutasse di prestare servizio in una determinata causa nonostante le insistenze del giudice, dovrebbe essere disposto ad affrontare le conseguenze, sia che si tratti di un’ammenda o di una pena detentiva. — 1 Pietro 2:19.

In ultima analisi, il cristiano chiamato a prestare servizio come giurato deve decidere personalmente cosa fare, in base a ciò che comprende dalla Bibbia e alla propria coscienza. Alcuni cristiani convocati come giurati hanno prestato servizio in certe giurie. Altri si sono sentiti in dovere di rifiutarsi anche se ciò comportava una pena. Ciascun cristiano deciderà personalmente cosa fare, e gli altri non dovrebbero criticare la sua decisione. — Galati 6:5.

[Nota in calce]

a In Italia esiste l’ufficio di giudice popolare.

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