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  • Vera felicità: Qual è il segreto?

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  • Vera felicità: Qual è il segreto?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
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  • La spiritualità porta alla felicità
  • Possiamo scegliere
  • Il segreto: santa sapienza e ubbidienza
  • La tua felicità dipende da te
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
  • La via della vera felicità
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1956
  • La ricerca della felicità
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2010
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
w97 15/10 pp. 5-7

Vera felicità: Qual è il segreto?

GLI esseri umani sono stati fatti per essere felici. Perché possiamo esserne così sicuri? Ebbene, considerate ciò che avvenne agli albori della storia umana.

Geova Dio creò la prima coppia umana con la capacità di essere felice. Adamo ed Eva furono posti in un paradiso, un giardino di delizie chiamato Eden. Il Creatore provvide loro tutto il necessario per la vita fisica. Nel giardino c’era “ogni albero desiderabile alla vista e buono come cibo”. (Genesi 2:9) Adamo ed Eva erano sani, forti e belli: erano perfetti e veramente felici.

Ma qual era il segreto della loro felicità? Era forse la loro dimora paradisiaca o la loro perfezione fisica? Quei doni di Dio contribuivano certo ad accrescere la loro gioia di vivere. Ma la loro felicità non dipendeva da quelle cose tangibili. Il giardino di Eden non era solo un bel parco. Era un santuario, un luogo in cui adorare Dio. Il segreto della felicità eterna stava nella capacità di stringere e mantenere una relazione amorevole con il Creatore. Per essere felici, avevano innanzi tutto bisogno di spiritualità. — Confronta Matteo 5:3.

La spiritualità porta alla felicità

Inizialmente Adamo aveva una relazione spirituale con Dio. Era una relazione amorevole e affettuosa come quella di un figlio col padre. (Luca 3:38) Nel giardino di Eden, Adamo ed Eva erano in un ambiente ideale per soddisfare il loro desiderio di adorare. Mediante la loro amorevole e spontanea ubbidienza a Geova Dio, gli avrebbero recato onore e gloria in misura assai maggiore di quanto potesse fare la creazione animale. Come creature intelligenti potevano lodare Geova Dio per le sue meravigliose qualità e sostenere la sua sovranità. Potevano anche continuare a beneficiare della sua amorevole e tenera cura.

Per i nostri primogenitori questa comunione col Creatore e l’ubbidienza alle sue leggi erano fonte di autentica felicità. (Luca 11:28) Adamo ed Eva non furono costretti a fare esperimenti per molti anni prima di scoprire il segreto della felicità. Furono felici dal momento stesso in cui vennero creati. Essere in pace con Dio e sottomessi alla sua autorità li rendeva felici.

Quella felicità però ebbe fine quando disubbidirono a Dio. Ribellandosi, Adamo ed Eva recisero il vincolo spirituale che li legava a Geova. Smisero di essere amici di Dio. (Genesi 3:17-19) Sembra che da quando furono espulsi dal giardino, Geova abbia smesso del tutto di comunicare con loro. Persero la perfezione, la prospettiva di vivere per sempre e la loro dimora paradisiaca. (Genesi 3:23) Cosa più importante, troncando la loro relazione con Dio persero la chiave della felicità.

Possiamo scegliere

Prima di morire, Adamo ed Eva trasmisero alla loro progenie le loro caratteristiche umane, la loro coscienza innata e le loro facoltà spirituali. La famiglia umana non fu degradata al livello delle bestie. Possiamo essere riconciliati con il Creatore. (2 Corinti 5:18) Come creature intelligenti, gli esseri umani hanno ancora la facoltà di scegliere se ubbidire a Dio o no. Questo fu illustrato molti secoli dopo quando Geova pose di fronte alla neonata nazione di Israele la scelta fra la vita e la morte. Tramite il suo portavoce Mosè, Dio disse: “Pongo davanti a te la vita e il bene, e la morte e il male”. — Deuteronomio 30:15-18.

Ancora oggi, migliaia di anni dopo aver perso il Paradiso originale, noi esseri umani siamo in grado di fare la scelta giusta. Abbiamo una coscienza che funziona e la capacità di ubbidire alle leggi di Dio. La Bibbia parla dell’“uomo che siamo di dentro”, dell’‘uomo interiore’. (2 Corinti 4:16; Romani 7:22) Queste espressioni si riferiscono al potenziale innato, che tutti abbiamo, di rispecchiare la personalità di Dio, di pensare come lui, di essere persone spirituali.

Riguardo alla nostra coscienza e natura morale, l’apostolo Paolo scrisse: “Tutte le volte che quelli delle nazioni che non hanno legge fanno per natura le cose della legge, questi, benché non abbiano legge, sono legge a se stessi. Essi sono i medesimi che dimostrano come la sostanza della legge sia scritta nei loro cuori, mentre la loro coscienza rende testimonianza con loro e, nei loro propri pensieri, sono accusati oppure scusati”. — Romani 2:14, 15.

Il segreto: santa sapienza e ubbidienza

Si potrebbe però chiedere: ‘Se tutti abbiamo l’inclinazione naturale ad adorare Dio e, di conseguenza, a essere felici, perché c’è tanta infelicità?’ Perché per essere felici tutti noi dobbiamo coltivare la spiritualità. Sebbene creato in origine a immagine di Dio, l’uomo si è estraniato dal Creatore. (Efesini 4:17, 18) Ognuno di noi deve quindi compiere determinati passi per stringere e mantenere una relazione spirituale con Dio. Tale relazione non nasce automaticamente.

Gesù indicò due princìpi importanti per sviluppare la spiritualità. Uno è quello di acquistare accurata conoscenza di Dio e l’altro è quello di sottomettersi ubbidientemente alla sua volontà. (Giovanni 17:3) Citando la Parola di Dio, Gesù disse: “È scritto: ‘L’uomo non deve vivere di solo pane, ma di ogni espressione che esce dalla bocca di Geova’”. (Matteo 4:4) In un’altra occasione Gesù dichiarò: “Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e finire la sua opera”. (Giovanni 4:34) Non dobbiamo impiegare decenni a cercare la felicità procedendo per tentativi. L’esperienza non è il segreto della felicità. Solo la santa sapienza e l’ubbidienza al Creatore possono dare vera gioia nella vita. — Salmo 19:7, 8; Ecclesiaste 12:13.

È chiaro che la felicità derivante dalla santa sapienza e da una buona relazione con Dio non è oltre la nostra portata. (Atti 17:26, 27) La conoscenza di Geova e del suo proposito è disponibile a tutti. La Bibbia, stampata in miliardi di copie in molte lingue, continua ad essere il libro più diffuso del mondo. Essa può aiutarvi a divenire amici di Dio e a provare vera felicità, perché le Scritture dicono: “Felice è il popolo il cui Dio è Geova!” — Salmo 144:15.

[Riquadro a pagina 6]

Passi che conducono alla felicità

1. Apprezzare e coltivare la spiritualità. Gesù disse: “Felici quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!” — Luca 11:28.

2. Riconoscere che l’approvazione di Dio è più importante della ricchezza o del lusso. Paolo scrisse: “Davvero, è un mezzo di grande guadagno, questa santa devozione con autosufficienza. . . . Avendo nutrimento e di che coprirci, di queste cose saremo contenti”. — 1 Timoteo 6:6-8.

3. Sforzarsi di coltivare una coscienza addestrata secondo la Bibbia e ascoltarla. — Romani 2:14, 15.

4. Essere decisi a ubbidire a Geova Dio, divenendo così idonei come suoi servitori. Nell’antichità Davide scrisse: “Felice il popolo il cui Dio è Geova!” — Salmo 144:15.

[Immagine a pagina 7]

“Felici quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale”. — Matteo 5:3

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