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  • g71 22/6 pp. 24-26
  • Il rispetto di una madre per la vita

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  • Il rispetto di una madre per la vita
  • Svegliatevi! 1971
  • Sottotitoli
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  • Raccomandato l’aborto
  • Altra raccomandazione di aborto
  • Un’altra diagnosi
  • Segni di vita
  • Un maschio
  • Calpestata la libertà in Portorico
    Svegliatevi! 1977
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Altro
Svegliatevi! 1971
g71 22/6 pp. 24-26

Il rispetto di una madre per la vita

ALL’INIZIO del 1970, la sig.ra B— di New York cominciò a soffrire di emorragia interna. Poiché perdurava, decise di consultare un medico.

Il 29 gennaio fu visitata da un medico di rispettabile fama nel Bronx. Egli disse che la sig.ra B— era incinta, benché ella fosse stata attenta a prendere pillole antifecondative. Comunque, egli disse che non c’era nessun segno di vita, e dubitava che il feto fosse vivo. Si pensava che l’emorragia vaginale avesse origine da escrescenze nella zona dei reni e del seno.

Lo stesso giorno fu mandata a una clinica di Manhattan per fare delle analisi. Il successivo giovedì, il 5 febbraio, vennero resi noti i risultati di queste analisi. Esse indicavano che la sig.ra B— era incinta. Comunque, il medico era sempre del parere che il feto non sarebbe vissuto.

Raccomandato l’aborto

Non vedendo nessuna speranza di una normale nascita, il medico raccomandò l’aborto. Egli suggerì l’aborto mediante dilatazione e raschiamento. In questo modo, l’embrione o feto viene staccato dalla parete del seno. Il medico spiegò che se non si faceva questo l’infezione causata dal bambino morto le avrebbe infine messo in pericolo la vita.

La sig.ra B— dichiarò che finché c’era una possibilità che nel suo seno ci fosse la vita, ella non avrebbe acconsentito all’aborto, giacché esso sarebbe stato contro la legge di Dio. Come testimone di Geova sapeva che l’aborto procurato è assassinio agli occhi di Dio. (Eso. 21:22, 23; 1 Giov. 3:15; Riv. 22:15) Il suo rispetto per la veduta di Dio sulla vita veniva prima.

Sentendo ciò il medico chiamò la madre di lei, che aspettava fuori, e ripeté la sua raccomandazione. Comunque, la sig.ra B— rifiutò di nuovo, e il medico declinò ogni responsabilità per ciò che poteva accadere.

Dopo altre due visite in febbraio, egli era ancora dello stesso parere, benché le analisi continuassero a essere positive, indicando che la gravidanza continuava.

Altra raccomandazione di aborto

In marzo, la sig.ra B— fu mandata da un altro medico di New York. Dopo il suo primo esame, egli disse che pareva che il bambino non fosse vivo. Anch’egli raccomandò l’aborto, ma disse che ora era troppo tardi per praticarlo mediante dilatazione e raschiamento, giacché questo si pratica di solito al principio della gravidanza.

A questo punto della gravidanza l’aborto si procura in modo diverso. Un tipo di aborto somiglia al taglio cesareo, in cui mediante intervento chirurgico si penetra nel seno per togliere il feto. Oppure si può eseguire iniettando una soluzione salina attraverso l’addome, uccidendo il feto e provocando le doglie.

Questo secondo medico disse che era solo questione di tempo prima che abortisse lo stesso spontaneamente. Prima o poi, egli pensava, il corpo avrebbe espulso il feto, giacché credeva che non fosse vivo.

Un’altra diagnosi

Pure interessante è un episodio che si verificò in questo tempo. Un giorno, a causa dell’emorragia e dello stato di debolezza, la sig.ra B— ebbe uno svenimento. Cadde priva di sensi.

La sorella la fece trasportare d’urgenza a un ospedale di Long Island. Lì le furono fatti i raggi X, e fu annunciato che non aveva nessun bambino in seno.

Comunque, la sorella della sig.ra B—, infermiera diplomata, chiese di vedere i raggi X. Domandò che cos’era la grande macchia scura che si vedeva nel punto del seno. Le fu detto che erano solo le “feci”, risultato della stitichezza.

Ma quando la sorella chiese perché la sig.ra B— avesse l’addome sporgente se non era in stato di gravidanza, le fu detto che aveva solo la “pancia piena di birra”. Tuttavia, durante la gravidanza la sig.ra B— non aveva bevuto né birra né bevande alcoliche di alcun genere.

Come indicarono i successivi avvenimenti, la diagnosi non avrebbe potuto essere più sbagliata.

Segni di vita

In maggio, il secondo medico cominciò ad ammettere che c’erano possibili segni di vita. Disse che la sig.ra B— aveva portato il feto così avanti che ora c’era la possibilità che nascesse. Ma giacché egli non assisteva più le partorienti, l’affidò a un altro medico del Bronx.

Questo medico esaminò la sig.ra B— e le diede la prima positiva assicurazione che in realtà il bambino era vivo. Cominciò a fare i preparativi perché lo desse alla luce nel Jewish Memorial Hospital di Manhattan.

Durante una breve degenza in questo ospedale per false doglie il 4 settembre, furono fatti i raggi X. Fu detto alla sig.ra B— che secondo alcune indicazioni il bambino sarebbe stato troppo piccolo. E si parlava anche della possibilità che il bambino fosse deforme o anormale. Questo era stato anche menzionato in precedenza da altri medici.

Le false doglie non furono forzate per cercar di provocare la nascita, giacché si pensava che si doveva dare al bambino il tempo di svilupparsi naturalmente. Ma il medico disse effettivamente che se alla fine di settembre ella non avesse partorito, avrebbero disposto di farle il taglio cesareo. A quell’epoca il bambino sarebbe stato in ritardo di alcune settimane.

Un maschio

Il 19 settembre 1970, la sig.ra B— andò di nuovo all’ospedale. Questa volta avrebbe dato normalmente alla luce un vivace maschietto di tre chili e cento grammi, normale sotto ogni aspetto! Il taglio cesareo non fu necessario. Ora il sig. e la sig.ra B— hanno un maschio nella loro famiglia di tre femmine.

Dopo la nascita del bambino, la sig.ra B— acconsentì a restare e sottoporsi a un altro intervento per la rimozione delle escrescenze. Comunque, le infermiere insistettero per farle una trasfusione di sangue. Pensavano che ‘rischiasse la vita’ se rifiutava. Quando ella rifiutò effettivamente perché era contro la legge di Dio, dissero che la sua azione era “terribile”. Eppure alcune di queste stesse infermiere assistevano altre donne ad abortire. La sig.ra B— rammentò loro che erano incoerenti insistendo con lei per ‘salvare la vita’ ma poi aiutando a uccidere altre vite. — Atti 15:20, 29.

La sig.ra B— pensò che fosse meglio tornare a casa e, con le cure del suo medico, prendersi il tempo di fortificare se stessa e il proprio sangue. In tal modo sarebbe stata in una condizione migliore per sottoporsi in seguito all’operazione.

Tutta questa esperienza mostra che è saggio ubbidire alle leggi di Dio e non farsi indurre ad azioni premature. I primi due medici le diedero senza dubbio suggerimenti sinceri, ma le loro raccomandazioni sarebbero costate una vita. Mettendo prima le leggi di Dio, la vita fu salvata, avendo ‘ubbidito a Dio come governante anziché all’uomo’. — Atti 5:29.

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