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  • g71 22/9 pp. 8-12
  • Il terremoto colpisce Los Angeles

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  • Il terremoto colpisce Los Angeles
  • Svegliatevi! 1971
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  • A che cosa fu paragonabile
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Svegliatevi! 1971
g71 22/9 pp. 8-12

Il terremoto colpisce Los Angeles

IL LETTO sobbalzò in avanti, scuotendoci dal sonno. Il rumore fu simile a quello di migliaia di piccoli martelli che battessero dietro tutte le pareti e la volta. Saltai dal letto e mi diressi verso la stanza dei bambini. Mia moglie disse: “Terremoto!”

I letti si erano spostati dalla parete. Eran cadute alcune cose. Ma non avemmo nessun danno. Altri non l’avevano passata così bene!

Le prime notizie della radio dissero di buon mattino che il danno era minore. I cronisti non sapevano ancora che due ospedali eran crollati, che dozzine di persone erano state uccise e che migliaia di case erano state danneggiate. I telefoni nella zona del disastro non funzionavano più, e non c’era modo di far sapere immediatamente l’accaduto.

Quindi, cominciarono ad arrivare le notizie dalle comunità di Sylmar e San Fernando, nella parte settentrionale della grande città di Los Angeles. Erano terrificanti.

Tre edifici dell’Ospedale dei Veterani di San Fernando (circa quaranta chilometri a nord-ovest di Los Angeles centrale) erano precipitati riducendosi in rovine e avevano causato la morte di quarantasei persone. Un chilometro e mezzo a ovest, il nuovo Ospedale Veduta degli Ulivi si era spaccato sotto la forza di trazione del terremoto. Sorprendentemente, solo tre persone erano morte nel suo crollo.

Più di metà della parete interna fu scossa dalla grande Diga Van Norman, nelle colline pedemontane a nord della densamente popolata valle di San Fernando. Un’altra scossa avrebbe potuto riversare 13.626.000.000 di litri d’acqua sulle case sottostanti. Le auto della polizia con altoparlanti ordinarono di evacuare la zona di tremila ettari, e mille agenti di polizia perlustravano la zona per impedire il saccheggio delle 22.000 case vuote. Ci vollero tre giorni e mezzo per far scendere l’acqua a un livello di sicurezza così che gli 80.000 evacuati potessero tornare.

Per togliere l’acqua, riparare la diga di 335 metri e riempire i laghi ci sarebbero potuti volere tre anni.

Frattanto, nell’Ospedale dei Veterani si combatteva contro la morte. Poiché erano state interrotte le comunicazioni telefoniche, passarono un’ora e venti minuti prima che le autorità si rendessero conto della catastrofe che vi era stata. Il vice capo dei pompieri Kenneth Long sorvolò il luogo in elicottero, vide il danno e i feriti che giacevano su coperte nei dintorni dell’ospedale e chiese per radio le squadre di soccorso.

Usando le mani nude, martelli, torce e gru, le squadre con attenzione tagliarono i rottami in piccoli pezzi e li sollevarono, per trovarvi sotto i superstiti. Al cadere della notte erano state salvate ventisei persone ed erano stati contati sedici morti.

Furono installate lampade ad arco per continuare la ricerca. Il giorno dopo, mercoledì, proseguì il triste compito. Quindi, il giovedì pomeriggio, due giorni e mezzo dopo il terremoto, una mano fece cenno di sotto un mucchio di rottami. Frank Carbonara, sessantottenne, aveva trascorso cinquantotto ore sotto una lastra di cemento armato, ascoltando impotente il lavoro che facevano sopra di lui i soccorritori.

Le sue ferite? Semplicemente una mano rotta!

Proporzioni del danno

La prima scossa di terremoto era avvenuta alle 6 circa, il martedì 9 febbraio. Ne seguì un’altra alle 6,01, quindi da quattro altre a così breve distanza fra loro che la maggioranza delle persone probabilmente pensarono che fosse una scossa tellurica lunga. La serie durò cinque minuti e undici secondi. Nei successivi tredici giorni duecento altre scosse percorsero la zona di Los Angeles. Queste sarebbero potute continuare per mesi.

Il terremoto avvenne nel dedalo di fratture o fenditure del terreno alla base dei monti San Gabriele. I geologi dicono che i monti si elevarono di un metro e venti centimetri e sporsero da novanta centimetri a un metro e venti centimetri sul letto della valle. Vi furono parecchie frane lungo le falde di questi monti, che s’innalzano come una parete dietro la densamente popolata valle di San Fernando.

Giorni dopo il terremoto, molti abitanti della città, abituati ad avere acqua, telefoni, fogne e tubature di gas per riscaldamento e cucina, ebbero poco o niente di queste cose. Essi attesero che nuove tubature di gas fossero collocate e trasportarono l’acqua in bottiglie dagli autocarri che si fermavano in tutta la zona agli incroci delle vie e nei luoghi di mercato. E le persone parlavano agli amici di come sarebbe stato bello farsi invitare a fare una doccia in casa di qualcuno fuori della zona.

Si riferisce che trentacinque scuole subirono “danni maggiori alle strutture” e che parti di undici dovettero essere demolite per “ragioni di sicurezza”.

Le tubature di gas interrotte diedero luogo a centinaia d’incendi. La più vecchia abitazione della città, Avila Adobe, che era sopravvissuta ai terremoti per un secolo e mezzo, fu gravemente danneggiata. Centomila volumi furono buttati giù dagli scaffali della biblioteca centrale.

Dodici ponti crollarono sulle superstrade a molteplici corsie (le famose “freeways” di Los Angeles). Un cavalcavia in cemento armato crollò su un autocarro scoperto, schiacciandone i due occupanti.

Uno degli epicentri del terremoto “supplementare” si crede fosse un chilometro e mezzo sotto la superficie del suolo, sotto gli incroci delle autostrade Golden State e Foothill. Questo distrusse cinque dei dieci ponti degli avvicendamenti e danneggiò gravemente gli altri cinque.

Il terremoto fece a pezzi l’estremità Sylmar dell’“intertie”, la più lunga linea elettrica del mondo a corrente continua. Questa linea porta 800.000 Volt di corrente elettrica per 1.360 chilometri fra la California e l’Oregon, inviando elettricità al settentrione per il riscaldamento invernale e al meridione per l’aria condizionata estiva. I calcoli indicarono che ci sarebbero potuti volere fino a diciotto mesi per ripristinare questo servizio e che la distruzione avrebbe potuto significare “problemi di energia storici a entrambe le estremità dell’intertie”.

Crescenti preoccupazioni

La California meridionale è un’area relativamente nuova. Le persone vi si sono trasferite da ogni parte degli Stati Uniti, lasciando famiglia e amici a “Oriente”, come i Californiani meridionali chiamano le zone da cui sono venuti.

I parenti dell’“Oriente”, e i Californiani che cercavano di mettersi in contatto con loro, si affollarono ai telefoni con un accavallarsi di comunicazioni così enorme che questi servizi furono sovraccarichi per giorni. Il giorno del terremoto più di 5,2 milioni di telefonate interurbane furon fatte solo fuori della zona centrale della città. Innumerevoli altre persone cercarono di telefonare ma non poterono. Per molti residenti, ci vollero due o tre giorni prima che potessero trovare una linea telefonica libera per comunicare alle famiglie che Los Angeles non era stata realmente inghiottita dal mare e che essi stavano bene.

Edifici alti

Solo fino a un decennio fa gli edifici potevano costruirsi sino a un limite di tredici piani in questa zona soggetta ai terremoti. Ora gli edifici alti, sino a quarantatré piani, sorgono in tutta questa estesa città. Questi nuovi edifici alti adibiti ad abitazioni e uffici sopportarono molto bene il terremoto, subendo in genere danni minori. La torre di trentadue piani del Centro Occidentale ebbe solo due finestre rotte, mentre 169 edifici, per lo più di due o tre piani costruiti in mattoni, furono danneggiati dentro o presso il centro cittadino.

Alla diga di Pacoima, a nord di San Fernando, la forza della scossa tellurica registrata fu della gravità del 50 per cento, che si dice sia stata la più forte scossa orizzontale di un terremoto che mai si ricordi in qualsiasi parte del mondo. Questo sarebbe l’equivalente di una spinta di 5.000 tonnellate contro un edificio di 10.000 tonnellate.

Nel nuovo complesso di edifici alti Century City a ovest di Beverly Hills, la forza fu di una gravità del 17 per cento, equivalente a una spinta di 1.700 tonnellate contro un edificio di 10.000 tonnellate. Gli edifici Century City subirono solo lesioni minori dei divisori interni. Il dott. George Housner, capo della ricerca sismica dell’Istituto di Tecnologia della California, disse: “Il lavoro d’ingegneria compiuto per i recenti edifici ha realmente dato il suo compenso”.

A che cosa fu paragonabile

Più duramente colpite furono le comunità di Sylmar e San Fernando, nella parte settentrionale della valle di San Fernando.

“Quanto lontano dicono che foste dal centro del terremoto?” chiesi a Russell Burke, la cui casa in Sylmar sembrava fosse stata rovesciata da una potente mano. “Per ciò che mi riguarda”, disse, “era proprio qui!”

Vedendo le immagini dei danni del terremoto nei giornali, supponete che colpisse una casa o due. Ma siete indotti a riflettere quando guidando l’auto trovate che il pavimento è lesionato, un isolato dopo l’altro, e comprendete che queste furono causate dal sisma. Crollarono tetti. Caddero muri. Camini furono scossi dalle case e gettati giù nei cortili, lasciando dei vuoti dove un tempo erano stati parte della parete.

Le persone le cui case erano state danneggiate pericolosamente trascorsero le notti successive a dormire nei cortili, sotto tende o semplicemente su materassi sotto le stelle. Esse cucinarono su fuochi e stufe da campo.

Il terremoto colpì prima del levar del sole. “Ogni cosa nella casa era giù sul pavimento”, fu un’espressione comune. Le persone uscirono dalle loro case rimaste al buio passando su armadi, scaffali, lampadari e specchi rotti. Grant Sad, in Sylmar, pensò che la sua casa fosse stata colpita da un aereo. Egli disse: “Non ci fu nessun rombo, né fuga, solo una grande esplosione di suono”.

Patricia Helzer disse che il rumore fu così grande che sovrastò il suono di tutto ciò che si ruppe nella casa. “Non sentii rompersi un piatto”, disse, “ma mi rimasero solo due tazze e due scodelle”. Fuori, ella poté vedere che la terra sussultava ancora. Ci sono nel suo prato rialzi alti da quindici a venti centimetri, che prima non c’erano.

Ray Spendley, che abita in uno dei canyon sopra San Fernando, dice che poté vedere ondeggiare i colli. Quando il boato fu cessato, Roy Fizer disse che cominciò a udire esplosioni. “Un uomo gridò che eravamo bombardati”. Ma le esplosioni erano quelle delle condutture del gas che si rompevano. “Davanti alla mia casa c’erano due buche, approssimativamente di tre metri di larghezza”, egli disse. “Vi potevate facilmente gettare dentro un’automobile”.

Frank Nitti disse: “Ci fu una scossa e la nostra proprietà si deformò. Il nostro appezzamento di terreno è più stretto di prima”.

Attenzione personale

I sorveglianti delle congregazioni dei testimoni di Geova fecero controlli di casa in casa di tutte le famiglie dei Testimoni. Ralph Allen controllò perfino tutte le famiglie con le quali i componenti della sua congregazione tenevano studi biblici a domicilio, fatto che sorprese e inorgoglì molti di loro.

Circa metà dei componenti della congregazione di Sepulveda abitavano in una zona che doveva essere evacuata sotto la Diga Van Norman. Per mezzogiorno il suo sorvegliante aveva trovato il 90 per cento della congregazione, tutti quelli che non erano ancora andati in case di parenti. La mattina dopo il terremoto, si radunò un gruppo per la regolare attività d’insegnamento biblico di porta in porta. Questa congregazione di 147 persone ebbe all’Adunanza di Servizio durante la settimana 190 presenti, e la domenica seguente assisterono 241 persone.

“Si può indicare alla gente”, disse un testimone di Geova, “che l’aumento di ‘terremoti in un luogo dopo l’altro’ faceva parte del grande segno che Gesù Cristo diede in Matteo 24 per contrassegnare il rapido appressarsi della fine di questo attuale sistema. Ma i terremoti qui, ora, sembrano una cosa del tutto diversa!”

Come sopravvivere

Il terremoto colpisce all’improvviso. Prima che possiate fuggire, di solito è passato. Non vi spaventate. Tenetevi al largo da qualsiasi cosa che possa cadere. In casa correte sotto un architrave di porta (la costruzione degli stipiti e dell’architrave è molto meno probabile che ceda anziché la volta della stanza), oppure mettetevi sotto un tavolo. Tenetevi lontani dalle finestre e dalle pareti esterne. Se siete all’aperto, allontanatevi dalle finestre, dalle costruzioni in mattoni, dalle pareti o dai camini. Negli edifici alti, mettetevi sotto una scrivania.

Quando il terremoto è cessato, cercate le persone ferite e badate agli incendi. Controllate il gas, e se necessario chiudete le valvole principali. Calzate le scarpe e ricordate che è probabile che vi siano dappertutto vetri rotti.

Questo non fu il “grande” terremoto che gli esperti hanno predetto per la California. Il noto San Andreas Fault, dove per lungo tempo si è verificata una sollecitazione continua, non risentì del tremore di febbraio.

Per ciò che riguarda i terremoti, questo non fu particolarmente grave, semplicemente si verificò in una zona sviluppata. Non fu nulla di simile al terremoto del 1970 che uccise 50.000 persone in Perù, né a quello dell’Iran del 1968 che uccise 11.000 persone. Ma fu grave per quelli che ne furono colpiti, e fu una catastrofe per quelli che vi persero la vita e la casa. — Da un nostro collaboratore.

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