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  • Che dire dei calcoli biliari?

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  • Che dire dei calcoli biliari?
  • Svegliatevi! 1971
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  • Che cosa causa i calcoli?
  • Operare o non operare?
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Svegliatevi! 1971
g71 8/11 pp. 24-26

Che dire dei calcoli biliari?

FRA le più comuni operazioni chirurgiche eseguite negli Stati Uniti vi sono quelle in cui è tolta la cistifellea a causa dei calcoli. Infatti, negli Stati Uniti i calcoli biliari sono al quinto posto fra le ragioni per cui persone si fanno ricoverare in ospedale. I calcoli biliari sono molto comuni anche in certi paesi dell’Europa Occidentale. Comunque, sono praticamente sconosciuti in alcuni altri paesi, come l’Indonesia.

La cistifellea, in cui si formano i calcoli, è una tasca a forma di pera situata sotto il fegato. Quando è moderatamente distesa nel maschio adulto, è lunga circa dodici centimetri e larga circa sette centimetri. Dal fegato partono alcuni piccoli dotti per formare il “coledoco”, che entra nella parte superiore dell’intestino tenue chiamato duodeno. Dal coledoco si diparte il dotto cistico, collegato alla cistifellea. Per mezzo di questi dotti la bile prodotta dal fegato arriva nell’intestino tenue, dove aiuta a digerire i grassi. Giacché il fegato produce bile in continuazione, mentre essa è necessaria solo quando si digerisce il cibo, la cistifellea serve da recipiente in cui è conservata la bile fra un pasto e l’altro; in media ne può contenere circa mezzo litro. Quando il cibo arriva nell’intestino tenue, si apre nel dotto cistico una valvola, permettendo alla bile di entrare nell’intestino tenue.

Il cattivo funzionamento della cistifellea causa spesso la formazione di calcoli. Si trovano nella cistifellea stessa o in uno qualsiasi dei canali collegati ad essa. Possono essere piccoli come granelli di sabbia e ce ne possono essere centinaia, oppure essere così grandi che un solo calcolo riempia tutta la cistifellea. L’analisi chimica dei calcoli biliari indica che essi contengono primariamente colesterolo, pigmento biliare e sali di calcio. Una delle principali complicazioni che richiedono urgente attenzione è quella causata dall’ostruzione mediante calcoli della rete dei dotti biliari.

Come si può stabilire se avete i calcoli biliari? Un modo sicuro per saperlo è quello di farsi fare una radiografia. Spesso i chirurghi li scoprono operando qualche altro organo nell’addome del paziente. Di solito, comunque, i calcoli biliari si fanno sentire con un acuto dolore nella parte superiore destra dell’addome. È più probabile che un attacco si verifichi dopo un pasto pesante e può essere accompagnato da gonfiore, rutti e altri disagi. Ci può essere nausea, vomito e perfino itterizia. Ma spesso i calcoli biliari sono “silenziosi”, essendo presenti senza farsi sentire.

Che cosa causa i calcoli?

Che cosa causi esattamente i calcoli biliari è una cosa piuttosto controversa, benché la moderna ricerca abbia fatto un po’ di luce sul soggetto. Si è riscontrato che mangiando molta carne si contribuisce alla formazione di calcoli. Gli Europei che mangiavano carne solo una o due volte la settimana avevano di rado i calcoli biliari; ma quando emigrarono in Australia e lì mangiavano carne una o due volte al giorno ebbero presto i calcoli biliari così spesso come gli Australiani nativi che mangiavano carne altrettanto di frequente.

Gli esperimenti con i criceti (specie di roditori) hanno pure mostrato che l’alimentazione ricca di saccarosio, un tipo di zucchero, favorisce la formazione di calcoli biliari. C’è pure l’evidenza che mangiando troppi grassi animali accade la stessa cosa, poiché un attacco dovuto a calcoli biliari avviene spesso dopo aver mangiato molti cibi grassi. Non è perciò sorprendente notare che quando gli Indonesiani, tra cui i calcoli biliari sono praticamente sconosciuti, si trasferirono nei paesi occidentali e adottarono le abitudini alimentari dell’Occidente, i calcoli biliari fecero la loro comparsa fra loro così spesso come fra i nativi dei paesi occidentali.

Ma ci sono anche altri fattori. Fino alla mezza età è un male che colpisce primariamente il “gentil sesso”, essendo almeno due volte più comune fra le donne che non fra gli uomini. In realtà, nei tempi passati i medici dicevano scherzando che la tipica persona sofferente per calcoli biliari era “grassa, quarantenne, affetta da flatulenza e feconda”. È vero che al di sotto dei cinquant’anni, le donne operate per calcoli biliari pesavano in media undici chili di più di quelle che non avevano subìto tali operazioni. È pure vero che le donne in età d’avere figli sono più soggette ad avere i calcoli biliari che non quelle che non hanno ancora raggiunto o che hanno superato quell’età, e che quelle che effettivamente hanno figli sono ancora più soggette ad avere i calcoli biliari. E un sintomo dei calcoli biliari è davvero quello di gonfiarsi o la flatulenza. Ma con l’età avanzata gli uomini tendono ad avere i calcoli biliari così spesso come le donne.

Un altro fattore che secondo le statistiche influisce sui calcoli biliari è l’attività fisica o l’esercizio. Le persone che svolgono un’attività sedentaria, come impiegati, professori, insegnanti e avvocati sono molto più soggette ad avere i calcoli biliari che non quelle che svolgono un lavoro fisico, come contadini, muratori e falegnami.

E un’altra condizione ancora che com’è stato riscontrato influisce direttamente sulla formazione di calcoli biliari si chiama stasi. Con ciò si intende la mancanza da parte della cistifellea di versare il suo contenuto nell’intestino tenue. La bile ha tutte le sostanze necessarie per formare i calcoli biliari e così quando resta per lunghi periodi di tempo nella cistifellea, si possono formare i calcoli.

Operare o non operare?

Il fatto che si possano fare certe cose per ridurre la probabilità che si formino calcoli biliari suggerisce che non è sempre necessario operare per asportare la cistifellea non appena si scopre che ci sono calcoli. Comunque, se una persona ha superato i sessantacinque anni e ha bisogno d’essere urgentemente operata per i calcoli, può darsi che abbia aspettato troppo a lungo, poiché secondo le statistiche ci sono da dieci a venti volte più probabilità di decesso in seguito a tali operazioni che non per quelle eseguite in più giovane età.

In passato alcuni eminenti chirurghi raccomandavano di togliere solo i calcoli in certi casi piuttosto che togliere la cistifellea. Comunque, spesso era necessaria una seconda operazione, per cui oggi i chirurghi in genere tolgono la cistifellea quando i calcoli danno fastidio, per evitare successive complicazioni, inclusa la perforazione dovuta a calcoli.

Ovviamente, è meglio prevenire che operare. In considerazione di ciò che si sa sui calcoli biliari, parrebbe che si potesse ridurre la probabilità che si formino badando alla propria alimentazione. Si dovrebbe stare attenti a non mangiare molti cibi ricchi, specialmente dolci, carni e grassi animali. Si raccomanda di consumare vitamina A e vegetali freschi in abbondanza. C’è anche l’evidenza che la lecitina ostacola la formazione dei calcoli biliari. Fra i cibi ricchi di lecitina vi sono i tuorli d’uovo (anche se hanno un alto contenuto di colesterolo), soia, oli vegetali e d’oliva, interiora di manzo (fegato, cuore, rognoni), germe di grano e di altri cereali e noci. E chi ha un’occupazione sedentaria fa bene a fare regolarmente un po’ di esercizio.

Prestando ora un po’ di attenzione a tali fattori, potreste risparmiarvi in seguito gravi difficoltà.

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