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  • g74 8/5 pp. 21-23
  • Viaggi su veicoli a cuscino d’aria

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  • Viaggi su veicoli a cuscino d’aria
  • Svegliatevi! 1974
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  • Esperimento con i barattoli di caffè
  • Costruzione
  • Altri impieghi
  • Benvenuti a bordo
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Altro
Svegliatevi! 1974
g74 8/5 pp. 21-23

Viaggi su veicoli a cuscino d’aria

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nelle Isole Britanniche

IL 30 aprile 1966, due piccoli hovercraft, o veicoli a cuscino d’aria, capaci ciascuno di trasportare trentotto persone, stabilirono un nuovo collegamento tra l’Inghilterra e il continente europeo. I veicoli non navigarono attraverso lo Stretto di Dover (parte della Manica) come imbarcazioni né sorvolarono l’acqua come aerei. Invece, ciascuno di essi percorse i quarantacinque chilometri su un cuscino d’aria.

Oggi, durante i numerosi viaggi di andata e ritorno fatti ogni giorno durante l’alta stagione, il più moderno hovercraft trasporta duecentottantadue passeggeri e trentotto auto sullo stesso percorso a una velocità di crociera di 100 chilometri orari.

Esperimento con i barattoli di caffè

Una ventina d’anni fa un ingegnere elettronico fece un rudimentale modello sperimentale con l’aiuto di due barattoli vuoti di caffè, uno leggermente più piccolo dell’altro, e un piccolo soffiatore industriale piuttosto simile a un asciugacapelli. L’ingegnere, Christopher Cockrell, prese il barattolo più grande e praticò nella base un foro abbastanza grande da farvi penetrare il becco del soffietto industriale. Quindi sistemò il barattolo più piccolo dentro quello grande così che rimanesse un vuoto tra le due pareti. Ora, con le basi dei barattoli una sopra l’altra, l’aria soffiata attraverso il beccuccio doveva disperdersi nel vuoto tra le pareti dei barattoli per emergere come una cortina d’aria a forma di anello, dello spessore di solo una frazione di centimetro.

Il bizzarro congegno fu fissato a un supporto così che la cortina d’aria pressurizzata fosse diretta sul piatto di una bilancia da cucina. Ora Cockrell aveva un metodo rudimentale per misurare la pressione dell’aria che usciva dai barattoli. Come aveva previsto, la pressione dell’aria uscita dal becco del soffietto industriale si era più che triplicata passando attraverso il vuoto. Da ciò, Cockrell dedusse che una cortina d’aria così prodotta, se diretta su una base solida, avrebbe non solo sostenuto il peso dell’apparecchio che la produceva ma trasportato anche un ulteriore carico. Inoltre, se si poteva usare qualche metodo di propulsione, il dispositivo, oltre al carico, si sarebbe senza pericolo spostato su un cuscino d’aria controllato in qualsiasi direzione. Ciò segnò la nascita del veicolo a cuscino d’aria (ACV), da cui ebbero origine l’hovercraft e molti altri apparecchi.

Costruzione

Nel 1959 la Società Nazionale per le Ricerche e le Invenzioni (NRDC), un organo costituito dal governo inglese per portare qualsiasi promettente invenzione allo stadio di fabbricazione, mostrò d’interessarsi al principio dell’ACV. Ben presto l’NRDC costituì una società per controllare il progetto e fu aggiudicato un contratto di fabbricazione, che ebbe come risultato la costruzione del primo hovercraft del mondo. Questo veicolo fu varato a East Cowes sull’isola di Wight. Pesava tre tonnellate e mezzo e aveva un motore da 435 cavalli vapore, che forniva non solo il cuscino d’aria ma anche i mezzi di propulsione mediante getti ausiliari situati lungo i lati del veicolo.

L’hovercraft fu inizialmente sperimentato su terra, ma nel giro d’un mese si fecero anche esperimenti per mare e un giorno i passeggeri del traghetto Solent che faceva servizio fra Southampton e l’isola di Wight rimasero sbalorditi vedendosi sorpassare da uno strano veicolo alla sorprendente velocità di 40 chilometri orari.

Si dovettero apportare delle modifiche, poiché il veicolo originale era instabile passando sopra ostacoli (onde e irregolarità del suolo) alti più di quarantasei centimetri. Infine, una falda segmentata flessibile fu disposta tutt’intorno alla parte inferiore del veicolo per ritardare la fuga d’aria dal getto. Questo non solo accrebbe l’efficienza del cuscino d’aria ma fornì la spinta extra necessaria per superare gli ostacoli maggiori. Infatti, questa falda divenne uno dei fattori più importanti nella costruzione di hovercraft, trasformandolo da poco più di un complicato giocattolo in un utile veicolo capace di trasportare grandi pesi.

Altri impieghi

Dalla sua scoperta il principio del veicolo a cuscino d’aria è stato utilizzato in molti campi. Per esempio, seguendo questo principio è stato possibile caricare grandi pesi su una piattaforma a cuscino d’aria, attaccarla a un convenzionale veicolo rimorchiatore e trasferire il carico in un altro luogo. Nel luglio del 1967 due giganteschi serbatoi in un deposito vicino a Manchester, in Inghilterra, ciascuno del peso di settanta tonnellate e del diametro di quindici metri, furono spostati con questo metodo in un altro luogo a quasi duecento metri di distanza. L’aria, pompata in uno di questi veicoli a cuscino d’aria finché raggiunse una pressione di 290 chilogrammi per metro quadrato, sollevò ciascun serbatoio a diciotto centimetri dal suolo. Lo spostamento fu fatto senza difficoltà nonostante si dovesse fare un percorso a zig zag.

Oggi, trasformatori del peso di duecento tonnellate sono spostati con lo stesso metodo su strade pubbliche senza che i ponti sui quali passano debbano essere rinforzati. In proporzioni minori, piattaforme portatili a cuscino d’aria sono regolarmente impiegate per spostare pesanti carichi in fabbriche e magazzini.

I medici hanno fatto un impiego specializzato del principio dell’ACV. Nel giugno del 1967 un articolo del periodico medico inglese The Lancet narrò che due pazienti gravemente ustionati erano stati curati con successo su un letto a cuscino d’aria, meglio descritto come un hovercraft capovolto.

Il letto a cuscino d’aria ha un telaio rigido con un sacco rivestito di nailon sospeso all’interno. La cima del sacco ha due file di tasche simili a dita somiglianti alla falda segmentata dell’hovercraft. L’aria calda sterile, pompata nel sacco alla pressione di diciassette-ventitré grammi per centimetro quadrato, gonfia le “dita”, che formano un sigillo incontrandosi al centro della cima del sacco.

Quando il paziente è steso sul letto il suo corpo passa attraverso le estremità delle dita gonfiate. Egli è quindi sostenuto esclusivamente sul sottostante cuscino d’aria, e le dita formano un sigillo seguendo automaticamente i contorni del suo corpo.

Uno dei due pazienti aveva riportato gravi ustioni su un terzo del corpo, e l’altro solo nella parte destra. Quando fu messo sul letto a cuscino d’aria il primo vi fu tenuto quindici ore, e il secondo sei ore. Ciascuno aveva estese aree in essudazione nel suo corpo, ma in entrambi i casi le ustioni si asciugarono rapidamente. Il letto a cuscino d’aria ha alleviato notevole sofferenza dalla sua prima comparsa.

Benvenuti a bordo

Molti si sono valsi del servizio passeggeri dell’hovercraft. Che dire di voi? Perché non venite a fare un viaggio con noi? A bordo c’è una gentile hostess che ci presta attenzione personale, guidandoci al nostro posto, spiegando il funzionamento della cintura salvagente e mostrandoci come e dove sistemare il bagaglio a mano. È ora arrivato il tempo dell’effettivo volo.

La prima indicazione di movimento si ha subito dopo che i motori si sono riscaldati. Avvertiamo una spinta quasi impercettibile mentre il veicolo si solleva sul cuscino d’aria. L’hovercraft non è più a contatto della superficie e rimarrà sospeso finché giungeremo a destinazione. Ora il veicolo si muove così uniformemente che solo un’agitata scia di spruzzi che si sollevano dai lati indica il passaggio dalla terra al mare.

Poiché oggi il mare è calmo, l’hovercraft farà la rotta diretta dalla baia di Pegwell a Calais, in Francia. Questo significa attraversare la secca di Goodwin Sands, situata approssimativamente da nord a sud lungo lo stretto di Dover. Benché infida per i convenzionali veicoli di superficie, specialmente quando sono sommersi appena nell’acqua, non presentano nessun problema a un anfibio ACV. Col cattivo tempo l’hovercraft cambia leggermente di rotta bordeggiando le più tranquille acque costiere finché è possibile e quindi attraversando in linea retta il mare nel punto in cui la distanza fra le due coste è più breve.

Nei quaranta minuti che si impiegano per traversare lo stretto di Dover c’è il tempo di pensare. Che accadrà se il motore si guasta? L’hovercraft affonderà? Si scontrerà ad alta velocità con altri natanti in queste che sono le rotte marine più frequentate del mondo? Si è rassicurati dando uno sguardo all’opuscolo che descrive il viaggio. Nel caso improbabile che tutti i motori si guastino simultaneamente il veicolo galleggerà sul suo serbatoio di galleggiamento. Anche con un solo motore funzionante può raggiungere la terra a velocità ridotta. Ma che dire di tutte le altre navi che viaggiano attraverso la rotta dell’hovercraft? Il capitano riceve informazioni continue sulla posizione dei veicoli mentre il comandante in seconda manovra due radar marittimi, che rivelano la posizione di tutti gli altri natanti nelle vicinanze, anche con la nebbia fitta.

Arrivato a Calais, sulla costa francese, l’hovercraft lascia l’acqua e slitta su una piattaforma di atterraggio. Non ci sono sobbalzi, né stridere di freni, solo un sospiro di soddisfazione, come quando ci si siede in una comoda poltrona, allorché il cuscino d’aria si disperde.

Il viaggio sul più nuovo mezzo di trasporto del mondo è terminato. Il mare e la terra sono stati attraversati slittando su un cuscino d’aria.

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