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  • g75 8/1 pp. 20-23
  • Come sopravvivono all’inverno

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  • Come sopravvivono all’inverno
  • Svegliatevi! 1975
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  • Sonno invernale
  • I pisolini dell’orso
  • Viaggi a sud
  • Altri modi di passare l’inverno
  • Il lungo sonnellino di mamma orso
    Svegliatevi! 2002
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    Svegliatevi! 1972
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    Svegliatevi! 2008
  • Perché la Bibbia è specialmente pratica per i nostri giorni
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1951
Altro
Svegliatevi! 1975
g75 8/1 pp. 20-23

Come sopravvivono all’inverno

NEI climi settentrionali l’inverno costituisce un problema per innumerevoli creature selvatiche della terra. Esse risolvono il problema in molti svariati modi. Per esempio, la neve è evidentemente più amica che nemica per molte di queste creature selvatiche, poiché è un eccellente materiale isolante. ‘Ben venga la neve’, è il loro ritornello.

E così quando sopraggiunge la tormenta, la volpe artica non fa altro che seppellirsi in un cumulo di neve ammucchiata dal vento. Raggomitolata e coprendosi il muso con la coda a pennacchio, la volpe artica si addormenta e aspetta così che passi la bufera. Quando soffiano venti furiosi, il silvilago floridano si scaverà una buca nella neve, lasciando che il vento l’accumuli tutta intorno a lui. Il calore del corpo del silvilago riscalda la buca, e la neve lo protegge dal vento.

Un ambiente riparato e caldo, ecco cosa trova un gran numero di piccoli roditori sotto la neve. Le temperature invernali al livello del suolo scendono di rado al di sotto dei 6° C. sotto zero, anche in Alasca o in Siberia dove la temperatura dell’aria può scendere a 45° C. sotto zero. Scavando nidi e gallerie sotto la neve, svolgono gaiamente la loro attività, riscontrando che la neve li protegge non solo dalle fredde temperature sovrastanti ma anche da molti loro comuni predatori.

Pure alcuni uccelli traggono profitto dalla neve. La pernice bianca, un uccello artico, spesso si tuffa in un mucchio di neve per passarvi la notte.

Sonno invernale

Per molte creature, il modo migliore per far fronte all’inverno è quello di dormire per tutta la sua durata o per almeno buona parte d’esso. Quando arriva dunque l’inverno e gli uomini sono forse occupati a pattinare su un laghetto ghiacciato, non vedono rane in giro. Questo perché le rane, come alcune altre creature a sangue freddo, si sono addormentate in attesa che passi l’inverno. Le rane si trovano un bel letto di fango non ghiacciato in fondo al loro laghetto preferito. Ma prima di far questo, mangiano in abbondanza, così che una volta addormentate non avranno bisogno di preoccuparsi del mangiare.

Nei climi settentrionali anche i serpenti si trovano un buon posto dove sonnecchiare quando arriva l’inverno. Cercano tronchi cavi o un letto sotto un ceppo. Una grotta o un anfratto nella roccia è un buon posto per dormire. Certe grotte si trasformano quasi in albergo per i serpenti. Sui monti della Pennsylvania, fu trovata una tana dov’erano quasi 200 serpenti a sonagli e trigonocefali addormentati.

Nutrendosi bene prima che arrivi l’inverno, durante il sonno invernale i serpenti vivono del loro grasso. Naturalmente, col passar dell’inverno, essi consumano il grasso. Pertanto, un naturalista vide una volta un taglialegna svegliare a inverno inoltrato un grosso serpente a sonagli dal suo sonno sotto un grosso tronco. Durante il sonno, il serpente aveva usato tanto del suo grasso che, come disse il naturalista, la pelle del serpente “gli pendeva di dosso quasi come la pelle sui fianchi di un elefante”.

Vi sono anche alcune creature a sangue caldo che passano l’inverno dormendo. Prendete, ad esempio, la marmotta americana. La sig.ra Marmotta si scava una tana e protegge la propria intimità chiudendo la sua camera da letto con la terra raschiata via dall’estremità della tana. Poi si arrotola formando una palla e cade in letargo, dormendo a volte per sei mesi! I naturalisti hanno portato in superficie decine di marmotte americane e scoperto che questi ibernanti respirano solo una dozzina di volte all’ora. La pulsazione può scendere da ottanta o novanta normali battiti al minuto a cinque o meno. E la temperatura dell’animale può scendere a circa 4° C. Una volta addormentata, la sig.ra Marmotta è insensibile al rumore o al tatto. Potete rotolarla per terra, ad esempio, senza svegliarla. Le marmotte non hanno il problema dell’insonnia!

Tale profondo sonno sembra rendere gli animali ibernanti immuni da molti pericoli. Per esempio, un riccio in letargo fu messo sott’acqua più di venti volte senza che annegasse. E gli scienziati misero una marmotta addormentata in un recipiente a tenuta d’aria pieno di anidride carbonica. In modo sorprendente, scoprirono che dopo quattro ore questo ibernante non aveva riportato nessun danno. Il letargo di tali creature è così profondo che il risveglio avviene lentamente e richiede una prolungata esposizione al calore. Forse il più lungo periodo di letargo fu osservato in una giovane femmina del citello, che in un anno dormì trentatré settimane! Dopo solo diciannove settimane di attività, ricadde in letargo!

I pisolini dell’orso

In paragone con le marmotte, gli scoiattoli, i serpenti, le rane, eccetera, il letargo di molti orsi consiste solo di una serie di pisolini. Questo perché d’inverno il sonno degli orsi può essere disturbato, giacché il loro corpo conserva una temperatura alta e la respirazione continua al ritmo normale. Non considerati veri ibernanti, gli orsi si possono facilmente destare dal pisolino. Alcuni si svegliano anche spontaneamente durante l’inverno e gironzolano qua e là per ore o giorni in cerca di preda.

Naturalmente, gli orsi addormentati preferiscono non essere disturbati da nessuno, neppure da periodi di caldo fuori stagione. Gli scienziati che condussero studi sui grizzly nel Parco Nazionale Yellowstone scoprirono che sceglievano tane dove probabilmente non sarebbero stati disturbati; alcune tane erano sulle pareti dei canyon. Tutte le tane erano su pendici rivolte a nord, così che i brevi periodi di caldo non avrebbero riscaldato la tana e svegliato l’occupante. Le tane erano confortevolmente rivestite di rami di pino e d’abete che costituiscono un ottimo materiale isolante. Ma quando entravano i grizzly nelle tane per il sonno invernale?

Nel corso di alcuni anni gli scienziati scoprirono che i grizzly entravano nelle tane preparate per dormirvi solo agli inizi di una tormenta, che coprisse rapidamente le loro tracce allorché entravano nelle tane. In poche ore, la neve soffiata dal vento copriva le loro orme, e chi avrebbe quindi saputo che un orso bruno stava dormendo?

Viaggi a sud

Come alcuni uomini all’approssimarsi dell’inverno vanno in cerca di climi meridionali, così fanno molte creature selvatiche, specialmente gli uccelli. Infatti, circa due terzi di tutte le specie di uccelli degli Stati Uniti settentrionali e del Canada (da dodici a quindici miliardi di uccelli) volano a sud, negli stati meridionali e nel Messico o nell’America centrale e meridionale, per svernare. Naturalmente, gli uccelli volano verso sud non solo per sottrarsi al freddo; devono andare a cercare un clima più caldo per fare pasti decenti. Durante l’estate nel nord vivono di semi, bacche e insetti. D’inverno, però, non solo questi gustosi bocconcini scarseggiano, ma diminuiscono anche le ore di luce diurna in cui cercare da mangiare.

Il viaggio verso sud è lungo per molti uccelli. Ad esempio, con l’approssimarsi dell’inverno, le cicogne bianche intraprendono il lungo viaggio dall’Europa all’Africa meridionale. E, benché sembri piuttosto strano, le cicogne giovani che non si sono mai allontanate da casa son le prime a partire, senza che un uccello più vecchio mostri loro la strada. Il viaggio annuo di andata e ritorno del sig. e della sig.ra Cicogna Bianca e famiglia può coprire una distanza di 22.500 chilometri! È veramente come dice la Sacra Bibbia dell’istinto dato da Dio alla cicogna: “Anche la cicogna nell’aria conosce le sue stagioni”. (Ger. 8:7, versione di F. Nardoni) I modi meravigliosi in cui gli animali selvatici sopravvivono all’inverno sono davvero un credito per il Creatore di tutte queste creature.

Considerate anche questo fatto: Molti dei viaggiatori pennuti diretti a sud volano quasi interamente sopra l’acqua, facendo lunghi viaggi senza fermate. Una sottospecie del piviere del Pacifico passa l’estate nella tundra dell’Alasca. In autunno questo uccello percorre quasi 5.000 chilometri sopra l’Oceano Pacifico per arrivare nelle Hawaii! Come se il viaggio fino alle Hawaii non bastasse, questo uccello continuerà il volo diretto a sud percorrendo altri 4.000 chilometri fino alle isole Marchesi. Non di rado volerà per altri 800 chilometri fino alle piccole isole dell’arcipelago di Tuamotu nel Pacifico meridionale.

Altri modi di passare l’inverno

Quello di andare a sud può essere il modo ideale per combattere il freddo, se potete farlo, ma per le creature che non sanno volare è essenzialmente da escludere. Un modo comune di far fronte ai problemi invernali è dunque quello di accumulare provviste di cibo. Lo scoiattolo rosso è ghiotto di funghi e così d’estate ne accumula in gran quantità. Prima, però, mette a seccare i funghi sui rami più alti degli alberi. Quindi li conserva in luogo asciutto, pronti per essere usati d’inverno.

Un modo comune in cui molte creature sopravvivono al freddo è quello di coprirsi di uno speciale manto invernale. Si rivestono di un pesante mantello specialmente dotato di uno strato di pelo soffice e fine a contatto con la pelle.

Molto tempo prima che l’uomo cominciasse a fabbricare giubbe con cuscinetti d’aria, il cervo si valeva del principio secondo cui nell’aria ferma il calore si disperde molto lentamente. Con l’approssimarsi dell’autunno, dunque, il cervo perde il fresco mantello estivo e si riveste del mantello invernale, che ha i peli cavi. Coperto di questo mantello isolante, il cervo non ha bisogno di altro, persino nei giorni più freddi, che di trovare riparo nei folti boschi di pini e di abeti rossi.

Ma mentre il cervo può affondare nella neve alta, la lepre variabile non si preoccupa se si formano alti mucchi di neve. Perché? Ebbene, con l’approssimarsi dell’inverno, sulle zampe della lepre crescono folti ciuffi di peli bianchi. Al tempo in cui il suolo è coperto di neve, le zampe della lepre si sono trasformate in larghi, soffici, leggeri cuscinetti che le permettono di muoversi sui più alti mucchi di neve senza sprofondare.

Proprio ora nell’emisfero settentrionale innumerevoli specie di animali affrontano il freddo e i venti invernali. Forse dormono in una tana o sotto la neve o saltellano per la campagna. Davvero sorprendenti sono i modi in cui gli animali selvatici sopravvivono all’inverno!

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