BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g75 8/1 pp. 8-12
  • Quando un indù diventa cristiano

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Quando un indù diventa cristiano
  • Svegliatevi! 1975
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Somiglianze nell’adorazione
  • La verità della Bibbia fa cambiare il modo di vivere
  • Risolti i problemi familiari
  • È difficile cambiare religione
  • Abbandonate le usanze religiose
  • Osservanza delle usanze locali
  • Un nuovo modo di vivere
  • Cosa direte a chi è indù?
    Il ministero del Regno 1999
  • Crebbi come indù
    Svegliatevi! 1973
  • La Chiesa Cattolica in India: Dove sta andando?
    Svegliatevi! 1987
  • Induismo: Ricerca di liberazione
    L’uomo alla ricerca di Dio
Altro
Svegliatevi! 1975
g75 8/1 pp. 8-12

Quando un indù diventa cristiano

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in India

LUNGO la strada si vedono file di pietosi mendicanti. È uno spettacolo che Purshotham Patel non può fare a meno di mettere in contrasto con la magnificenza dell’edificio in cui sta per entrare. Immerge un dito nella conca presso la porta e si tocca la fronte. All’interno la grave oscurità è rotta dalle luci tremolanti che rischiarano le nicchie con le immagini dei santi da adorare. L’aria è impregnata di odore di incenso. In sordina si ode la musica sacra.

Patel si avvicina alle immagini dinanzi alle quali desidera adorare. Alcune immagini hanno la forma di donne, altre di uomini. Ivi si prostra accanto ad altri adoratori. Patel chiede ansiosamente le cose che ha in mente, che, come di solito, riguardano problemi personali. Tocca un’immagine tre volte, portandosi poi la mano alla fronte e al petto. La sua fede e la sua devozione sono senz’altro innegabili.

Vi chiedete qual è la fede religiosa di Patel? Forse dite che è ovviamente cattolico. Ma se siete indù potreste dire che è ovviamente indù. Vi sorprendereste udendo che la suddetta descrizione si addice a entrambi i luoghi di adorazione?

L’adorazione praticata dai cattolici e dagli indù in India è così simile che gli indù dicono comunemente che sono identiche, solo che gli dèi hanno nomi diversi. Infatti, Patel adorava comunemente sia nel tempio indù che nella chiesa cattolica, come usano fare molti indù.

Somiglianze nell’adorazione

La religione indù dell’India, con i suoi 400 milioni di seguaci e più, ha esercitato forte influenza sui 10 milioni di cristiani professanti che abitano nel paese. Le chiese asseriscono di avere “indianizzato” le loro funzioni, eppure i seguaci della chiesa dicono spesso che le funzioni sono state “induizzate”.

Commentando l’introduzione di riti indù nella chiesa cattolica, il giornale Malayala Manorama dell’India meridionale disse: “Si teneva la messa secondo l’autentico modello del pooja (adorazione) indù. Inni e canti erano simili nelle parole e nel motivo a quelli dell’incantesimo degli indù. I simboli usati erano identici a quelli usati nei templi indù”. Similmente, il quotidiano ufficiale della chiesa cattolica di Kerala, Deepika, attribuì a un noto sacerdote queste parole: “Seguiamo ancora le usanze dei bramini con opportuni cambiamenti”.

Qui gli indù portano il loro dio per le strade in processione con l’accompagnamento di musica rumorosa ed energici balli, così come i cattolici portano in processione le immagini dei loro santi. In alcune chiese i sacerdoti indossano tuniche color zafferano e portano i capelli lunghi. Alla principale festa degli indù, chiamata Diwali, si fa largo uso di lanterne e “stelle”. Poi, poco dopo, al tempo di Natale, queste stesse luci decorative sono usate dai professanti cristiani nella loro celebrazione.

Le donne “cristiane” si dipingono sulla fronte un puntino con polvere rossa, “Kum Kum”, che è una identificazione indù di casta. Al santuario di Nostra Signora di Vailankanni nell’India meridionale, i cattolici che hanno fatto voti si tosano i capelli e si radono la barba, proprio come gli indù che fanno i voti nel loro tempio. Qui si fanno anche cerimonie per la foratura degli orecchi e si tengono riti speciali quando le ragazze diventano maggiorenni. Per il matrimonio e altri importanti avvenimenti, si segue l’usanza indù di consultare l’oroscopo per determinare il tempo propizio all’avvenimento.

Queste e molte altre somiglianze che si riscontrano nell’adorazione inducono gli indù a dire ai testimoni di Geova quando li visitano nella loro opera di predicazione: “Le nostre religioni sono le stesse. Voi cristiani chiamate il vostro dio Gesù e noi chiamiamo lo stesso dio con altri nomi”.

Così si sentì Purshotham Patel. Benché fosse nato indù, spiegò perché era diventato cattolico: “Il mio desiderio era di andare in cielo. Nel credo indù capivo che questo avrebbe richiesto un periodo di tempo sconosciuto, ma nella fede cattolica il sacerdote mi disse che questo poteva accadere al tempo della mia morte. Quindi diventando cattolico presi solo una scorciatoia per raggiungere il mio obiettivo di andare in cielo”. Tuttavia al cambiamento di religione non corrispose nessun cambiamento nel suo modo di vivere. Infatti, disse: “Da cattolico mi sentivo più libero di condurre una vita mondana”.

La verità della Bibbia fa cambiare il modo di vivere

È diverso, comunque, quando si diventa veri cristiani. Avvengono allora nella propria vita effettivi cambiamenti. Questo è illustrato da Latha, una devota trentenne indù abitante presso Ernakulam, Kerala.

La sua devozione alla dea Kali era così profonda che a volte essa era completamente posseduta. Era informata nove giorni in anticipo quando la dea si sarebbe impossessata di lei. Nel frattempo ella mangiava solo frutta. Verso la fine di questo periodo mangiava un po’ di noce di betel, dopo di che Kali si impossessava immediatamente di lei.

Poiché Kali era una dea sanguinaria, le sorelle di Latha le praticavano tagli nelle gambe finché ne usciva sangue a fiotti. Il periodo del possesso era di un’ora, e in questo tempo le portavano i malati perché li sanasse, inclusi i malati di mente. Ella dava anche corrette informazioni sugli oggetti rubati. Per diciotto anni le sue facoltà sovrumane furono il principale mezzo di sostentamento per lei e la sua famiglia, benché fosse anche una famosa insegnante di ballo.

Comunque, fu allora iniziato dai testimoni di Geova uno studio biblico con una sorella di Latha. A suo tempo Latha partecipò allo studio e fece buon progresso acquistando conoscenza della Bibbia. Comprese che non era un dio di argilla a possederla, ma che erano in realtà invisibili forze spirituali malvage. — Efes. 6:11, 12.

Gettò via le pietre che erano intorno all’albero di margosa nel suo giardino, usate in relazione all’adorazione di Kali. Immediatamente l’albero di margosa si seccò, e i vicini seppero che Kali l’aveva lasciata. Un oppressivo peso fu tolto all’intera famiglia.

Latha smise di dare lezioni di ballo per dedicare più tempo a conoscere la promessa biblica dell’imminente nuovo ordine di giustizia di Dio. (2 Piet. 3:13) Ora si guadagna da vivere fabbricando mestoli e cucchiai di noce di cocco. È grata di aver trovato il vero Dio e della felicità che questo le ha recato.

Risolti i problemi familiari

Fra quelli che hanno risolto un’infelice situazione familiare vi sono V. T. Devasia dell’India meridionale, e la sua compagna indù Savitri. Dopo aver studiato per un certo periodo la Bibbia, arrivarono al punto di voler dedicare la loro vita a Geova Dio. Comunque, Devasia era stato precedentemente sposato a una cattolica, Maria. Aveva avuto da lei due figli prima di abbandonarla per andare a vivere con Savitri, dalla quale aveva pure avuto due figli.

Quando gli anziani della locale congregazione dei testimoni di Geova spiegarono il principio biblico che un marito può avere giustamente solo una moglie, Devasia decise di tornare da sua moglie Maria. Questo significò che avrebbe dovuto lasciare Savitri, anche se ora ella aveva fatto progresso con lui acquistando intendimento della verità della Parola di Dio. Sia Devasia che Savitri pregarono Geova fervidamente di guidarli.

Nel frattempo gli anziani visitarono Maria per spiegarle la situazione. La sua gioia non conobbe limiti quando seppe che il suo diletto marito sarebbe tornato da lei. Questa era una cosa che non si era mai sognata giacché né il sacerdote cattolico né la polizia erano stati di alcun aiuto quando il marito l’aveva abbandonata.

Quando Devasia e Savitri presero la decisione di separarsi, Savitri scrisse a Maria. Ella spiegò che, volendo essere una testimone di Geova, era pronta a separarsi volontariamente da Devasia e desiderava che egli ritornasse insieme alla moglie legale. Giunse il tempo della separazione. Fu un’occasione molto commovente quando Maria e Savitri si abbracciarono con tenero affetto.

Si dispose di tenere uno studio biblico con Maria, che frequenta le adunanze con i testimoni di Geova insieme a suo marito e ai bambini. Si possono ben immaginare i sentimenti di Savitri quando vede l’uomo che era considerato suo marito sedere nella stessa sala accanto alla moglie legale. La verità biblica può certamente edificare nobili personalità e riunire con il vincolo dell’amore famiglie divise.

È difficile cambiare religione

L’opposizione familiare rende spesso difficile a un indù cambiare religione. Questo fu il caso di Y. N. Bushan di Bangalore. Come indù comprendeva che chi era considerato malvagio sarebbe andato in un “inferno” dove sarebbe stato tormentato. Alcuni di questi tormenti erano quello d’esser costretti a camminare sul fuoco, d’esser messi in un recipiente d’acqua bollente, e di vedersi tagliare in due parti il corpo dalla testa ai piedi. Ma Bushan non riusciva a capire come si potevano soffrire tali tormenti fisici quando il corpo era stato cremato ed era tornato alla polvere.

Tali confusi insegnamenti indù spinsero Bushan a cercare la verità mediante lo studio della Bibbia. Le semplici, chiare dichiarazioni della Bibbia gli apparvero logiche, per cui cambiò la sua forma di adorazione, anche se per questo perse il favore dei parenti. — Eccl. 9:5, 10; Giov. 5:28, 29.

Questa difficoltà di staccarsi dalle tradizioni religiose della famiglia si presentò anche a Veeramani Iyer. Egli veniva da una famiglia di bramini (sacerdoti) e il padre di sua moglie era un bramino. Egli disse che i suoi genitori furono addolorati perché cambiò accettando il vero cristianesimo. “Ma”, disse, “amavo i princìpi biblici anche più di quanto non volessi accontentare i miei parenti”.

Abbandonate le usanze religiose

Spesso è molto difficile abbandonare popolari usanze religiose. Per esempio, le donne sposate indù portano al collo una collana detta “thali”. Essa ha un notevole significato.

Siccome la parola “thali” significa “legare”, questa collana, donata al tempo del matrimonio, è un segno visibile che la donna che la porta è sposata. Togliendosela la donna potrebbe far pensare che è una persona poco raccomandabile, o che il matrimonio si è infranto. Comunque, il thali porta incisi anche dei segni per indicare quale dio la donna adora. Pertanto togliendosi il thali la donna mostra di avere gettato via il suo dio. Questo thali è portato anche da alcuni seguaci della chiesa, ma, invece del simbolo di un dio indù, porta incisa la croce.

A motivo del suo significato religioso, la donna che diventa cristiana deve decidere se continuare a portare il thali. Questa è una ragione per cui i testimoni di Geova si sforzano di far partecipare il marito quando si conduce uno studio biblico in una casa indù. Di conseguenza, egli capirà che sua moglie non ha nessuna intenzione di infrangere il matrimonio se si toglierà il thali quando ne conoscerà il significato religioso. Togliendosi il thali ella indica solo che ora adora Geova e non approva l’adorazione degli idoli.

Un’altra usanza religiosa che qui le donne cristiane smettono di seguire è quella di dipingersi sulla fronte un puntino con polvere colorata, di solito rossa, detto “Kum Kum”. In origine serviva a distinguere la casta, ma oggi molte donne indiane moderne lo portano per scopi decorativi. Comunque, essendo messo in relazione con la religione indù, le donne cristiane preferiscono non farselo.

Osservanza delle usanze locali

Nello stesso tempo, chi diventa testimone di Geova non deve abbandonare le usanze del paese che non sono in conflitto con la Sacra Bibbia. La maggioranza delle donne cristiane in India, in armonia con l’usanza locale, non prende i pasti con il marito. La moglie mangerà solo dopo che ha mangiato il marito. E quando gli uomini vengono alla presenza delle donne, le donne si coprono la testa con il sari.

Vi sono molte altre usanze locali spesso osservate nelle case cristiane. Per esempio, entrando in casa il padrone e i visitatori si toglieranno di solito le scarpe e le lasceranno all’ingresso. I componenti della famiglia prendono di solito i pasti seduti per terra, servendosi delle dita per mangiare, ma solo di quelle della mano destra. In alcune parti dell’India, come in Tamil Nadu, non si mangia affatto volentieri il manzo. Quando alcuni di questa zona diventano cristiani, si nota che in genere continuano a non mangiare volentieri il manzo. Il tipico saluto indiano “Namastay”, che si fa tenendo le mani giunte, è pure comunemente usato. Pertanto, quando si tratta di queste e di molte altre usanze locali, il cristiano mantiene la sua identità di Indiano.

Un nuovo modo di vivere

Mentre, dall’aspetto generale, si può non notare se uno è indù o se è un vero cristiano, lo si noterà dal modo in cui vive. Questo fu riscontrato da Purshotham Patel quando cominciò a studiare regolarmente la Bibbia con un amico.

Patel apprese subito che le sue abitudini mondane di giocare d’azzardo e ubriacarsi, che non gli avevano impedito d’essere indù o cattolico, non si addicevano affatto all’adorazione di Geova Dio. Questo richiese da lui un nuovo modo di vivere, nuovi amici, ma significò anche progredire verso una buona relazione con il vero Dio, Geova. Ora egli non spera in un Nirvana di inesistenza, ma di vivere per sempre su questa terra quando tornerà ad essere in condizioni paradisiache in armonia con gli amorevoli propositi di Geova Dio. — Sal. 37:29; Riv. 21:3, 4.

Gli indù sono suscettibili alle “conversioni”. Sanno che in passato le chiese si servirono della forza per convertire gli indù alla loro fede. In tempi recenti sono stati spesso impiegati regali consistenti di cibi, come formaggio, latte in polvere e simili prodotti, per influenzare i poveri e gli affamati a unirsi alle chiese, ed è comprensibile che gli indù vi siano contrari. Comunque, chi diventa testimone di Geova lo diventa perché desidera adorare il vero Dio e non perché vi è costretto o per ragioni egoistiche.

Oggi, in molte parti dell’India e in altre parti del mondo, ci sono indù che diventano testimoni cristiani del vero Dio, Geova. Spesso non è facile, a motivo dell’opposizione familiare e della comunità, ma la gioia di conoscere e servire il Grande Creatore, che promette ai suoi adoratori la vita eterna, è il motivo che li sprona. — Giov. 17:3.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi