Le chiese britanniche sono in crisi
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nelle Isole Britanniche
È REALMENTE corretto parlare di crisi delle chiese britanniche? Esteriormente si può pensare di no, poiché la tradizionale rispettabilità delle chiese nella vita inglese pare sia cambiata poco; e alcune chiese hanno un buon numero di frequentatori.
Tuttavia, gli odierni capi delle chiese britanniche parlano continuamente di “crisi”. Per esempio, dopo un raduno di cinquecento capi religiosi tenuto nel 1972 a Birmingham, David L. Edwards disse: “La conferenza è stata senza precedenti, poiché la crisi che le si presentava non ha precedenti. Le recenti statistiche sulla diminuzione dei frequentatori di chiese, degli aderenti e dei mezzi finanziari sono allarmanti per chiunque ha in qualsiasi modo a che fare con l’organizzazione della religione cristiana in Inghilterra e in Irlanda, ma la maggioranza degli attenti osservatori si attende in futuro statistiche peggiori”.
E da allora le cose sono peggiorate. Qual è la vera condizione delle chiese britanniche?
Diminuito il numero dei sostenitori
I risultati di un sondaggio furono interessanti. Esso rivelò che la Chiesa d’Inghilterra vantava circa 28 milioni di aderenti battezzati. Comunque, solo un terzo circa di questo numero, 9.514.000, erano cresimati, e meno ancora assistevano ai servizi ecclesiastici, mentre solo un totale di 1.814.000 aveva fatto la comunione nell’importante periodo pasquale. Le cosiddette Chiese Libere (come metodisti, battisti, congregazionalisti e presbiteriani) sono in simili difficoltà.
Lo scarso numero di frequentatori delle chiese ha fatto sorgere un altro problema, quello degli edifici ecclesiastici non utilizzati. Molti di quelli costruiti nella seconda metà del diciannovesimo secolo sono in stato di decadenza. Il costo delle riparazioni è così elevato che, una volta approvate tutte le decisioni, alcuni di questi edifici non si potranno più riparare. Nicholas Adam, scrivendo nell’Illustrated London News del dicembre 1973, rivelò quanto è accaduto ad alcune importanti chiese londinesi. Nell’articolo intitolato “Chiese che scompaiono”, egli riferì che una è ora impiegata da due orchestre londinesi come sala di prove, un’altra come teatro elisabettiano e altre come magazzini. Molte sono sparite del tutto e al loro posto sono sorti complessi residenziali e strade più larghe.
Un resoconto pubblicato nel 1973 dal Consiglio Inglese delle Chiese deplorò che questi edifici ecclesiastici sembravano “in molti casi più un peso che un patrimonio”. Venivano trascurate questioni veramente importanti poiché il 90 per cento dei mezzi disponibili veniva utilizzato per edifici che per il 90 per cento del tempo erano vuoti.
Un esempio di una decadente costruzione religiosa è la Cappella di Wesley, il più importante luogo di adorazione per trenta milioni di metodisti del mondo. Il portico sta crollando; tarli e carie del legno minacciano l’edificio. Un giorno cadde un pesante cornicione, mancando appena un gruppo di visitatori. Perciò, ora un cartello dice: “Non avvicinarsi”.
“Unità a tutti i costi”
Un altro aspetto della crisi che affligge le chiese britanniche riguarda l’unità. Dopo molti anni di discussioni e di dialogo, il 3 maggio 1972 il Sinodo Generale della Chiesa d’Inghilterra ha respinto l’unione auspicata fra anglicani e metodisti. Tuttavia pare che il desiderio di unità sia così forte per alcuni che per conseguirla sono disposti a fare notevoli compromessi. In Church Times del 23 novembre 1973, il dott. Cuthbert Keet osservò:
“Per un fuorviato desiderio di unità, fondamentali articoli della Fede cattolica sono minati da quelli delle alte sfere. Dogmi fondamentali sono scartati con leggerezza nella pazza ricerca di unità a tutti i costi”.
Perché questa disperata ricerca di unità? Forse è perché l’esistenza stessa di alcuni corpi è minacciata se non si uniscono a un altro gruppo o denominazione. C’è qualche ragione per pensare che le chiese britanniche conseguiranno mai l’unità? Riguardo alla Chiesa d’Inghilterra, un famoso ecclesiastico, il dott. Leslie Paul, disse in un articolo intitolato “La Chiesa: d’aiuto o d’ostacolo?”
“È sopraggiunto su di essa il periodo delle tenebre e da un decennio o due in Inghilterra i movimenti di riunione d’importanza nazionale sono cessati, poiché la Chiesa d’Inghilterra non osa più proporli, e nessun’altra denominazione si sentirebbe abbastanza sicura per darvi inizio. . . . può darsi benissimo che la Chiesa d’Inghilterra preferisca morire piuttosto che cambiare. Essa si abbandona a un’angosciosa nostalgia quando serie proposte di riforma la turbano. . . . Il suo declino è statisticamente prevedibile . . . se avviene potrebbe non notarsi mai”.
Un’altra crisi, il declino morale
Un importante fattore che contribuisce al declino delle chiese inglesi è il loro atteggiamento verso la morale. Nell’articolo intitolato “La crisi morale”, Crockford’s Clerical Directory ebbe a dire quanto segue: “Non si può trascurare che la crisi morale è all’interno della Chiesa stessa oltre che nella nazione in generale. Norme di comportamento sessuale che sono state una parte accettata dell’insegnamento cristiano dai tempi del Nuovo Testamento sono ora apertamente messe in dubbio da alcuni del clero, non solo nei libri . . . ma alla radio e alla televisione, dove milioni di spettatori e di ascoltatori ricevono l’impressione che ora la Chiesa abbia abbandonato le sue norme morali”.
È risaputo che la condotta di molti aderenti delle chiese ha generato disprezzo per qualsiasi cosa chiamata “cristiana”. Anche il soggetto del fumo ha contribuito a questa mancanza di rispetto. Scrivendo nel Norwich Churchman, il prof. C. M. Fletcher invitò a non fumare almeno in pubblico. “Se effettivamente fumano in pubblico”, osservò, “allora pare che la loro religione sia separata dai bisogni dei loro simili o troppo debole da permetter loro di liberarsi dalla schiavitù a tale vizio”.
Il problema dei vescovi nominati dallo Stato
La Chiesa d’Inghilterra è ancora ‘stabilita per legge’, volendo dire che la sua amministrazione, il suo patrimonio e la sua dottrina sono sotto il controllo delle pubbliche leggi del paese. Lo Stato nomina i vescovi, e anche minimi cambiamenti nell’adorazione devono essere approvati dal Parlamento.
L’attuale disposizione è che l’arcivescovo sottopone al Primo Ministro il nome di due o tre ecclesiastici raccomandati come vescovi. Nel ventesimo secolo cinque commissioni hanno presentato un resoconto su questo problema. Il resoconto più recente deplora questo sistema, definendolo “ovviamente inadeguato, perché i vescovi . . . sono i capi rappresentativi di una società religiosa, mentre lo Stato è secolare e il Primo Ministro può non essere membro della Chiesa in cui devono servire i vescovi”.
Sebbene avvengano alcune consultazioni con il Comitato Permanente del Sinodo Generale della Chiesa d’Inghilterra, un ecclesiastico dell’Essex biasimò questo fatto dicendo che aveva solo lo scopo di gettare fumo negli occhi di una “chiesa stupida e compiacente”.
Ulteriori proteste si ebbero in seguito alla decisione di un’importante impresa di gioco d’azzardo di dare inizio a un ‘elenco religioso’ per scommettere chi sarebbe stato il prossimo arcivescovo. È interessante che quando i rappresentanti di questa impresa consultarono in proposito certi dignitari della chiesa, incontrarono pochissime obiezioni.
“Segno e presagio di morte”
Questi sono soltanto alcuni dei sintomi di crisi che preoccupano oggi i capi delle chiese inglesi. Non c’è da meravigliarsi che una recente conferenza di direttori di college raccomandasse di ridurre a dieci il numero dei college di teologia che al presente sono diciassette.
Molti sono convinti che sia troppo tardi per fare qualcosa al fine di assicurare un salutare futuro alle chiese della cristianità in Inghilterra. Uno che la pensa così, il ministro presbiteriano Ernest Marvin, scrive:
“È inutile pensare che possiamo riparare la struttura della chiesa come si è sviluppata, o non si è sviluppata, nel corso dei secoli. Sta morendo. È un peccato che prima del suo ultimo spasmo si spenderanno altro inutile tempo, talento e denaro per cercare di tenerla in vita. . . . Lungi dall’essere segno e presagio del regno, la chiesa somiglia di più a un segno e presagio di morte, da cui non c’è risurrezione”.
Il cristianesimo è vivissimo in Inghilterra
La situazione disperata delle chiese britanniche non vuol dire che gli Inglesi si disinteressino di Dio. Queste stesse crisi delle chiese hanno reso decine di migliaia di Inglesi assetati di conoscenza della Parola di Dio. Quando i testimoni di Geova fanno visite alle loro case offrendosi di studiare gratis con loro la Bibbia, accettano volentieri. Ciò ha causato un problema di natura diversa: un’esplosione di presenti nelle Sale del Regno dei testimoni di Geova.
Dal 1967 il numero dei Testimoni battezzati in Inghilterra è aumentato circa del 50 per cento, da 50.000 a oltre 75.000. Nei sedici mesi terminati verso la fine del 1974 formarono sessantacinque nuove congregazioni, in media circa una la settimana. Non c’è crisi nemmeno nel numero dei presenti, poiché nelle loro 1.000 congregazioni il numero dei presenti alle adunanze supera regolarmente del 30-40 per cento il numero dei Testimoni battezzati.
Invece di chiudere gli edifici per l’adorazione religiosa, i testimoni di Geova hanno ritenuto necessario aprire almeno 150 nuove Sale del Regno negli scorsi cinque anni. In alcuni casi vecchi edifici sono stati rimessi a nuovo, incluse alcune precedenti chiese. Spesso, però, è stato necessario costruire edifici completamente nuovi.
Commentando il lavoro di una congregazione che ha costruito una nuova Sala del Regno, un cronista del Newmarket Journal scrisse: “Gran parte del lavoro nel nuovo luogo di adorazione è stato svolto dai componenti della congregazione nel loro tempo libero nei fine-settimana . . . Né fanno silenziose campagne o feste per raccogliere denaro; tutti i fondi provengono da offerte volontarie”.
Pertanto, mentre le chiese britanniche sono in uno stato di grave crisi, molti colgono l’occasione per acquistare accurata conoscenza della Bibbia. Vi piacerebbe acquistare tale conoscenza? Ovunque abitiate, i testimoni di Geova saranno lieti di condurre con voi a casa vostra uno studio biblico gratuito. Sentitevi liberi di mettervi in contatto con loro.