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  • Perché “volano” i Tajin volanti?
  • Svegliatevi! 1976
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Svegliatevi! 1976
g76 8/1 pp. 11-13

Perché “volano” i Tajin volanti?

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nel Messico

FORSE eravate tra le migliaia di persone che alla Fiera Mondiale tenuta a New York nel 1964-1965 videro all’opera questi Tajin volanti. O forse avete visto un loro spettacolo durante un viaggio turistico nella famosa città di villeggiatura di Acapulco, o durante un soggiorno in un elegante albergo di qualche altra città messicana. Oppure, avete visto questo sorprendente e temerario spettacolo dato dai discendenti dei Totonachi nell’ambiente naturale dove ebbe inizio, nei pressi di Papantla, circa trecento chilometri a nord-est di Città del Messico, nello stato di Veracruz?

In tal caso, forse vi chiedete come ebbe inizio questo strano spettacolo e perché si è perpetuato finora. Pare sia una combinazione di acrobazie e riti religiosi.

Molto tempo prima che gli Spagnoli invadessero il Messico, portando con sé la propria religione e cultura europea, fioriva l’impero dei Totonachi, alcuni dicono nientemeno che dal 739 E.V. E, come tanti altri popoli antichi, anch’essi salutavano con una celebrazione l’arrivo dell’equinozio di primavera, corrispondente al 21 marzo. Una speciale caratteristica di questo annuale avvenimento fra i Totonachi era la festa dei Tajin volanti. Si teneva in un tempo in cui il sole era nel punto più vicino alla terra, e così si pensava che questo fatto fosse la causa delle rinnovate energie di uomini, animali e piante. Era il tempo dell’anno in cui avvenivano fra i Totonachi più matrimoni. In effetti, questa celebrazione dei Tajin volanti era una delle principali caratteristiche di una festa della fertilità.

Residuo dell’adorazione del sole e del sesso

La cerimonia cominciava con la ricerca di un albero di legno resistente e molto alto, approssimativamente 35 metri. Trovato l’albero adatto, vi danzavano intorno mentre il capo parlava a Oluhuicalo, il “dio della montagna”, chiedendogli perdono per l’abbattimento dell’albero, essendo le preghiere e le danze accompagnate da musica ritmica suonata col flauto e col tamburo.

Quattro giorni dopo abbattevano l’albero, tagliavano i rami e portavano il palo al luogo della festa, dove lo piantavano in una buca profonda circa due metri. Ma prima di piantarvelo, mettevano nella buca un tacchino (in seguito usarono una gallina nera), quattro uova, qualche bevanda alcolica, fiori e incenso.

Danzando attorno all’albero appena piantato, invocavano speciali favori da Cahuimin, il “dio del vento”. Quindi cinque uomini prescelti si arrampicavano fino alla cima, dopo essere stati precedentemente purificati con riti speciali. Oggi, nel corso di questi preparativi vanno alla chiesa cattolica e fanno la Comunione. Cominciano a salire a mezzogiorno, prima i quattro acrobati, poi il capo, che funge da sacerdote.

Nell’antichità la corda era fatta di malacca detta rabo de coyolite, ma ora si mette attorno all’albero una robusta corda di canapa di Manila, formando una scala che arriva alla cima. Gli studiosi dicono che ha un significato simile alle credenze indù, cioè che la corda girata attorno all’albero rappresenta la successione delle vertebre della spina dorsale attraverso cui l’energia sessuale ascende fino al cranio, in questo caso, fino alla vetta dell’albero dov’è una piattaforma detta manzana, che significa “mela”. Questa piattaforma è fatta in modo tale che ruota in cima all’albero. Ai quattro angoli di questa piattaforma sono fissate quattro corde legate ai quattro acrobati, lanciati nello spazio al momento giusto.

Prima che arrivassero gli Spagnoli gli acrobati si vestivano da uccelli. Oggi il loro costume è stato alquanto modificato, ed è arricchito da ricami e lustrini e grani di vetro. Il copricapo è di una foggia e un colore tali da rappresentare il sole.

Il fatto che sono quattro di numero significa che rappresentano i quattro punti cardinali della bussola e anche i quattro elementi primari — terra, acqua, aria e fuoco — che secondo loro sono le quattro parti fondamentali di tutto.

Il capo, fungendo da sacerdote, sta al centro della piattaforma. È il solista, e, come tale, invoca il sole col flauto e danza per una quindicina di minuti. Quando gli acrobati si lanciano, questo sacerdote, apparentemente noncurante del pericolo, continua a cantare e danzare in cima al palo in una posizione assai precaria a più di trenta metri d’altezza, inchinandosi in tutt’e quattro le direzioni, a cominciare da est, dove nasce il sole. Saluta il sole col viso girato in su, giacché in questo modo si sente più vicino a questa forza superiore che egli deifica, suonando contemporaneamente il flauto e battendo il piccolo tamburo di pelle di daino.

Mentre la piattaforma ruota, i quattro acrobati vengono lanciati nello spazio a testa avanti, cadendo giù verso terra, ma non prima che le lunghe corde che arrivano quasi al suolo siano state sicuramente legate attorno alle loro caviglie. Mentre precipitano giù devono fare tredici giri attorno all’albero. Tredici moltiplicato per quattro fa cinquantadue, la durata del loro tradizionale ciclo di anni, che segna l’inizio del nuovo sole e il riaccendersi del fuoco sacro nel tempio. Nella loro adorazione del sesso, si suppone che ogni cinquantadue anni avvenga una “relazione sessuale” fra il legno maschile e quello femminile, da cui nasce un nuovo fuoco. Tutte queste tradizioni risalgono alle usanze dell’antica Babilonia sulle rive dell’Eufrate, la comune culla di molte forme di religione babilonica che si ritrovano oggi in tante false religioni.

Cambiamenti per stare al passo coi tempi

Attualmente, se si parla di razza, sono pochissimi i Totonachi purosangue ancora viventi, poiché la grande maggioranza si è mischiata ad altre razze. E con questa mescolanza la nuova generazione ha dimenticato molte vecchie tradizioni e ne ha acquisite di nuove, oppure ha mischiato il vecchio con il nuovo.

Le acrobazie, ad esempio, vengono eseguite non solo su alberi abbattuti alti più di trenta metri, ma spesso su pali d’acciaio più bassi. Riflettori coi filtri colorati rendono lo spettacolo più interessante e drammatico. E non eseguono le acrobazie solo una volta all’anno come usavano fare i loro antenati, ma durante l’anno danno spettacolo tutte le volte che sono richiesti. Questo avviene in relazione ad altre danze religiose durante i “riti in onore del sole”, o per rendere più pittoresca qualche altra celebrazione pagana, come la celebrazione cattolica del Corpus Domini tenuta nel mese di maggio. O danno spettacolo solo per divertire, a scopo di lucro.

In breve, le acrobazie dei Tajin volanti non si limitano oggi ai riti della fertilità legati all’adorazione del sole, ma sono eseguite pure per dare risalto ad altre celebrazioni pagane e per un guadagno commerciale.

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