BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g79 8/11 pp. 4-7
  • La Chiesa Cattolica vista dagli italiani

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • La Chiesa Cattolica vista dagli italiani
  • Svegliatevi! 1979
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Sospetti sulla morte di Giovanni Paolo
  • Il rifiuto della tiara era significativo?
  • I problemi della Chiesa
  • Confusione e miscredenza
  • Giovanni Paolo II in azione: Riuscirà a unire la sua chiesa divisa?
    Svegliatevi! 1980
  • La Chiesa farà ciò che il papa ha detto?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1980
  • Il papa: Perché è così popolare?
    Svegliatevi! 1984
  • La controversia del controllo delle nascite divide la Chiesa
    Svegliatevi! 1970
Altro
Svegliatevi! 1979
g79 8/11 pp. 4-7

La Chiesa Cattolica vista dagli italiani

I RECENTI sviluppi in Vaticano hanno messo in agitazione l’intero mondo cattolico. Sacerdoti e altri molto vicini alla gerarchia ecclesiastica sono rimasti molto scossi. Che dire degli italiani?

I cattolici italiani furono addolorati dalla morte di papa Giovanni Paolo I (Luciani). La radio e la televisione diedero eccezionale risalto agli avvenimenti connessi alla sua morte avvenuta il 28 settembre 1978. Tuttavia i commenti sembrano indicare che, in generale, la gente si interessa maggiormente degli aspetti non religiosi degli avvenimenti.

Molti italiani si lamentarono della soppressione di film e di altri programmi preferiti per far posto ai notiziari quasi ininterrotti sul funerale, sul conclave, ecc. Il periodico L’Espresso, nella sua edizione dell’8 ottobre 1978, riferiva le parole del direttore di un programma di una rete radiofonica nazionale, il quale avrebbe detto riguardo alla morte di Giovanni Paolo I: “Non avremmo un gran rispetto per il pubblico se lo bombardassimo quantitativamente e qualitativamente come è avvenuto per la morte di Paolo VI”.

C’era anche la sensazione che i requisiti politici esercitassero maggior peso nelle elezioni del papa che quelli religiosi. La stampa ha dato ampio risalto al “gioco politico” che c’è stato dietro l’elezione del successore di Giovanni Paolo I. Il Messaggero, nell’edizione del 3 ottobre 1978, poneva col titolo in prima pagina la domanda: “Un pastore d’anime come Luciani o un papa ‘politico’?” E nell’edizione del 7 ottobre un articolo sul “gioco di Benelli” considerava le manovre di quell’influente cardinale per l’elezione del successore del papa. Anche prima dell’elezione di Luciani, il giornale La Nazione, nel numero del 27 agosto, aveva dichiarato: “Nei giorni scorsi si è corso troppo dietro alle etichettature dei cardinali, alle classificazioni politiche, alle suddivisioni secondo l’area geografica di nascita, dimenticando la crisi in cui versa la Chiesa”.

Sospetti sulla morte di Giovanni Paolo

I sospetti dell’intrigo politico furono alimentati dalla morte improvvisa di Giovanni Paolo I. “L’hanno ammazzato” e “L’hanno ucciso per questioni politiche” sono stati commenti uditi di frequente. Ecco le parole di un sociologo citato dal Corriere della Sera, in data 2 ottobre 1978: “È strano come si sia diffusa la voce di un avvelenamento del Papa”. La rivista Panorama del 10 ottobre 1978 (in un breve articolo intitolato “Perché dicono: l’hanno ucciso”) affermava: “A Roma, il dubbio è serpeggiato immediato e insinuante, come se il tempo fosse tornato indietro di 500 anni, all’epoca degli intrighi dei Borgia, da papa Alessandro VI ai suoi figli Cesare e Lucrezia. Tassisti e negozianti hanno in questi giorni un solo tema di conversazione: dietro la morte del papa c’è sicuramente la mano di un complotto”.

Ma il pubblico non era il solo ad avere dei sospetti. I titoli di parecchi giornali definivano la morte del papa un mistero e suggerivano un’inchiesta. Il segretario generale di “Civiltà Cristiana”, un movimento di cattolici tradizionalisti, affermò: “Le voci, le perplessità, i dubbi sulle circostanze e le cause della morte del Papa sono innumerevoli. Per questo, noi riteniamo che debba essere l’autorità giudiziaria a darci una risposta precisa ed inequivocabile”. Il Corriere della Sera, che riportava i commenti del segretario, disse pure che “Civiltà Cristiana” aveva presentato una richiesta scritta agli organi competenti del Vaticano perché si facesse un’inchiesta.

Una ragione dell’interesse del pubblico è che papa Giovanni Paolo I si era conquistato le simpatie delle masse per il suo parlare semplice, come hanno detto alcuni, ‘da parroco di campagna’. Molti si compiacquero della sua decisione di abolire il triregno nella cerimonia dell’incoronazione che segna l’inizio del pontificato di un nuovo papa, e perché dapprima voleva eliminare l’uso della “sedia gestatoria” su cui viene trasportato per farsi vedere dalla folla, sebbene poi ci abbia ripensato e l’abbia accettata nella cerimonia dell’incoronazione.

Il rifiuto della tiara era significativo?

F. Margiotta Broglio, scrivendo su La Nazione (3 sett. 1978), indicò che al rifiuto della tiara da parte di Luciani era stato attribuito un significato maggiore di quanto non fosse giustificato. Broglio disse: “Non si vuole, ovviamente, giudicare questa prima decisione del capo della cattolicità: si vuole solo mettere in rilievo che una volta presa la decisione di rinunciare ai ‘simboli della sovranità’, si doveva portarla fino in fondo, rinunciando anche alle presenze degli ex-colleghi nella sovranità, alle sciabole e ai Toson d’Oro di borbonica memoria, agli orpelli ‘secolari’ del pontificato . . . solo una coraggiosa svolta verso le realtà spirituali riuscirà a fugare le ombre del neotemporalismo di Papa Montini”, cioè Paolo VI.

Lo scrittore di una lettera inviata al quotidiano La Repubblica (24 settembre 1978) si esprimeva in termini più vivaci. Deplorando la pompa, la cerimonia e le ricchezze di cui è attorniato il papa, concludeva: “Non sono un adoratore del papa dai mille gioielli, né del Vaticano da mille e una notte. Gli auguri che mi ero proposto di rivolgere a Giovanni Paolo sono contenuti nel Vangelo. Aprilo e leggilo bene, caro papa. Poi mettilo in pratica con coerenza, spogliati di tutto per darlo agli altri, vivi una vita basata sull’essenzialità, scendi dal podio e discuti con tutti”.

In quanto al nuovo papa, Giovanni Paolo II (Wojtyla), resta da vedere se porterà cambiamenti significativi nella dottrina o nella struttura della Chiesa. Prima di diventare papa, si è dichiarato pienamente d’accordo con il contenuto dell’enciclica di Paolo VI Humanae Vitae, che vietava l’uso dei contraccettivi e il controllo delle nascite. Il Corriere della Sera del 18 ottobre 1978 parla della venerazione del papa per la “Madonna”, la cui iniziale “M” è inclusa nello stemma papale da lui adottato. Questi due fatti sono presi come un’indicazione che eventuali innovazioni future avranno un carattere superficiale e non recheranno alcun sostanziale mutamento nella Chiesa.

I problemi della Chiesa

Il barometro dei sentimenti degli italiani nei confronti della Chiesa è dato dalla condizione delle parrocchie. Il Messaggero del 29 settembre 1978 citava le dichiarazioni fatte dal cardinale Poletti di Roma all’assemblea del clero diocesano che puntualizzavano la situazione critica in cui versa la stessa diocesi di Roma. Egli ha detto:

“Abbiamo in Roma 68 parrocchie senza chiesa parrocchiale, senza strutture, ridotte a vivere in locali provvisori o di fortuna, in condizioni spiritualmente stressanti per la popolazione e per i sacerdoti”.

Poletti ha spiegato che vi sono numerose parrocchie di “dimensioni mostruose”, che vanno da 30.000 a 80.000 abitanti, nelle quali è un’impresa solo amministrare i sacramenti a scapito di una “autentica evangelizzazione”. Ci sono poi nuovi complessi residenziali, ha detto, che quando entreranno in funzione ospiteranno oltre 150.000 persone, ma dove “non è assolutamente possibile prevedere anche un solo luogo provvisorio di culto”, e che questi quartieri “saranno abbandonati a se stessi sulla china del paganesimo pratico: altro che evangelizzazione!”

Altre zone sono similmente colpite. Ad esempio, Palermo necessiterebbe di almeno 20 nuove parrocchie. “Ma mancano i sacerdoti ed i mezzi per realizzarle”, diceva il Giornale di Sicilia del 28 dicembre 1977 riferendo le parole di un portavoce. “Le parrocchie?” chiedeva questo giornale. “Sono diventate delle ‘stazioni di servizio’ dove si va soltanto, come dal benzinaio, in caso di bisogno. Tutte le strutture ecclesiali funzionano male o non funzionano affatto. I preti pregano sempre meno . . . I giovani sacerdoti hanno talvolta idee sbagliate su ciò che si deve intendere per rinnovamento; i vecchi sacerdoti restano arroccati su posizioni troppo superate; tra gli uni e gli altri, pertanto, esplodono sovente contrasti che finiscono con il paralizzare certe attività della Chiesa”.

Confusione e miscredenza

Tutte queste cose hanno avuto un effetto deteriorante sul sacerdozio, e il popolo comune ne è stato naturalmente contagiato; come risultato esso mostra scetticismo, indifferenza e mancanza di fiducia nella Chiesa. Già nel 1976, un sacerdote scrisse al periodico religioso Seminari deplorando il fatto che “alcuni giovani sacerdoti parlano della Chiesa, del Papa e dei Vescovi peggio dei più accaniti nemici della Chiesa stessa e sono sacerdoti!”

Tra i cattolici laici in Italia regna dunque la confusione. Certi cambiamenti, come l’abolizione del latino durante la messa e l’abolizione del divieto di mangiar carne il venerdì, hanno turbato alcuni, mentre altri considerano i cambiamenti di trascurabile importanza. Questi ultimi desiderano vedere cambiamenti più radicali, cambiamenti che riguardino la vita quotidiana.

La stima che il popolo ha dei preti diminuisce, come rivela un sondaggio pubblicato nel libro intitolato “Indagine sulle vocazioni sacerdotali” (Libreria Editrice Rogate, Roma) di Giuseppe Bove, che analizza le critiche sentite più spesso riguardo ai sacerdoti. Degli intervistati, il 69 per cento ha detto che i sacerdoti non sono coerenti; che sono attaccati al denaro (52 per cento); distanti dal popolo (33 per cento); non capiscono il mondo moderno (30 per cento); non sono fedeli al celibato (25 per cento); sono legati alla politica (23 per cento); sono inutili (21 per cento); non sono aggiornati (15 per cento degli intervistati).

Cosa riserva dunque il futuro alla Chiesa Cattolica in Italia? Solo il tempo lo dirà. Ma è certo che il Giudice Cristo porterà in giudizio tutte le istituzioni, nonché tutte le persone che affermano di esercitare fede in lui e di seguirlo come Re e Sommo Sacerdote costituito da Dio. Se le loro dottrine e la struttura della loro Chiesa non soddisferanno le esigenze del cristianesimo esposte nella Parola di Dio, non potranno ottenere alcuna benedizione da lui. Tali istituzioni o persone, quindi, non potranno sussistere. — 1 Piet. 4:17, 18; Ebr. 4:12; confronta Naum 1:6.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi