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  • Cos’è la morte?

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  • Cos’è la morte?
  • Svegliatevi! 1980
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  • Cos’è l’anima
  • Siamo stati creati per uno scopo diverso
  • Perché l’uomo muore
  • Come l’uomo muore
  • Manifestazioni di spiriti
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Altro
Svegliatevi! 1980
g80 8/8 pp. 8-10

Cos’è la morte?

“C’è un’eventualità circa i figli del genere umano e un’eventualità circa le bestie, e hanno la stessa eventualità. Come muore l’uno, così muore l’altro”. — Eccl. 3:19.

È più facile accettare la natura definitiva della morte nel caso degli animali che nel caso dell’uomo. Pertanto molti credono che l’uomo possieda un’anima immortale e che per questa ragione sia superiore agli animali.

Cos’è l’anima

La Bibbia tuttavia non fa differenza fra uomini e animali in quanto a essere “anime”. Sia per l’uomo che per l’animale sono usate le stesse parole ebraica e greca tradotte “anima” in molte Bibbie, o “persona” o “essere” in altre. Leggete personalmente ciò che dice Numeri 31:28, Genesi 1:20-24 e Rivelazione 16:3, dove si trovano questi vocaboli tradotti dalle lingue originali.

Pertanto l’“anima”, lungi dall’essere uno spirito entro il corpo delle creature, umane o animali, è l’intera creatura. Include il corpo e lo spirito della vita. — Eccl. 3:21; 12:7.

Questo fatto è indicato nella descrizione che la Bibbia fa della creazione dell’uomo: “Geova Dio formava l’uomo dalla polvere della terra e gli soffiava nelle narici l’alito della vita, e l’uomo divenne un’anima vivente”. (Gen. 2:7; “persona”, versione annotata da G. Ricciotti; “essere”, La Bibbia di Gerusalemme) L’“anima” quindi non fu aggiunta al corpo dell’uomo. L’“anima” è ciò che l’uomo divenne quando il suo corpo fu attivato dall’alito della vita. No, l’uomo non ha un’anima. È un’anima. Anche gli animali sono anime.

Come il corpo animale, così quello umano è formato di miliardi di cellule viventi, tutte animate dallo “spirito della vita”. È in riferimento a questo “spirito” o “forza vitale” che la Bibbia dice che uomini e animali “hanno un solo spirito”. (Eccl. 3:19-21) Questo spirito della vita è mantenuto nel corpo dalla respirazione, e la respirazione attiva l’intero organismo.

Se la respirazione cessa, o se le cellule del corpo non ricevono più le sostanze per rinnovarsi e sostenersi, queste cellule muoiono. Questo fatto si nota se la coda di una lucertola o la mano di un uomo sono staccate dal corpo.

In realtà le anime umane e le anime animali ricevono la stessa forza vitale da Dio. Ma questa forza vitale non ha personalità né sopravvive alla morte.

Siamo stati creati per uno scopo diverso

Vuol dire questo che non c’è differenza fra lo scopo per cui Dio creò l’uomo e quello per cui creò la bestia? Niente affatto, poiché ci sono varie differenze sostanziali.

Anzitutto, l’uomo ha un cervello con processi mentali di gran lunga superiori a quelli degli animali, per cui ha la facoltà di ragionare, una memoria superiore e il concetto del tempo. L’uomo non è guidato essenzialmente dall’istinto come lo sono gli animali, ma è libero di scegliere e di decidere. Inoltre, l’uomo fu fatto a immagine di Dio, per cui ha in un certo grado qualità divine come sapienza, giustizia, amore e potenza di cui gli animali sono privi.

C’è un’altra enorme differenza: L’uomo non è stato creato per morire! Al contrario, Dio creò l’uomo con la possibilità di vivere per sempre! Il racconto dei primi due capitoli di Genesi fa vedere che Dio creò l’uomo e la donna perfetti. Dovevano anche avere figli perfetti. Quindi dovevano estendere il loro paradiso edenico sino alle estremità della terra, e viverci per sempre. — Gen. 2:8-25.

Gli animali, invece, non furono creati con la prospettiva di vivere per sempre. Vivevano e morivano prima che fosse creato l’uomo; e continuano così. Prima del diluvio noetico, venivano uccisi per i sacrifici, nonché per ricavarne abiti per le creature umane. (Gen. 3:21; 4:4) Dopo il Diluvio, Dio concesse all’uomo la facoltà di ucciderli anche per nutrirsene. (Gen. 9:3) Pertanto la durata della loro vita è sempre stata limitata, e la loro morte è stata la loro fine ultima e inevitabile. — II Piet. 2:12.

Dio creò gli uomini dalla polvere della terra come fece con gli animali. Ma stabilì che le creature umane durassero a tempo indefinito — per sempre — nelle condizioni giuste.

Perché l’uomo muore

Se è così, perché l’uomo muore? Perché la vita eterna dipende dall’ubbidienza alle leggi del Creatore. L’ubbidienza a quelle leggi da parte dei nostri primogenitori, Adamo ed Eva, avrebbe significato continuare a vivere. La disubbidienza significava morte: “Positivamente morrai”, furono le parole di Dio. (Gen. 2:17) La disubbidienza interruppe le comunicazioni con Dio, che è “la fonte della vita”. (Sal. 36:9) Se Adamo ed Eva non avessero disubbidito a Dio, non sarebbero morti.

Purtroppo i nostri primogenitori abusarono del libero arbitrio e decisero di vivere una vita indipendente da Dio. In tal modo la mente e la vita umana si instradarono su una via contraria alla volontà di Dio. L’uomo non era più perfetto, poiché la ribellione gli aveva fatto mancare il bersaglio della perfezione. Esaurita l’enorme vitalità che Dio gli aveva data, invecchiò e infine morì, ‘tornando alla polvere della terra’. (Gen. 3:1, 19) Essendo ora un ‘modello’ difettoso, trasmise a tutta la sua progenie un’eredità di imperfezione e di morte. — Rom. 5:12.

Come l’uomo muore

Nella morte ha luogo il contrario di quello che avvenne alla creazione dell’uomo. La respirazione cessa. Lo spirito o forza vitale presente in tutte le cellule si estingue. Il cervello smette di funzionare e i pensieri periscono. “Il suo spirito se ne esce, egli torna alla sua terra; in quel giorno periscono in effetti i suoi pensieri”. — Sal. 146:4; Ezec. 18:4.

Questo concorda con quanto è scientificamente noto sul processo della morte. Quando il cuore smette di battere, il sangue non manda più il nutrimento e l’ossigeno (derivante dalla respirazione) alle cellule del corpo. Tuttavia le cellule non muoiono immediatamente. Per questo motivo è possibile riportare in vita qualcuno in cui respirazione e battito cardiaco si sono arrestati. La morte assoluta sopravviene con la scomparsa della forza vitale o spirito della vita dalle cellule dell’organismo. — Sal. 104:29.

La morte corrisponde a uno stato di totale inattività. I morti “non sono consci di nulla, . . . poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol [la tomba]”. Pertanto i morti non possono essere aiutati né con riti religiosi né con pratiche spiritiche né con mezzi scientifici umani. — Eccl. 9:5, 6, 10.

Manifestazioni di spiriti

Che dire allora di quelle manifestazioni di spiriti che hanno luogo in relazione con i morti? La Bibbia spiega che prima che venisse creato l’universo materiale erano state fatte creature spirituali. Alcuni di questi angeli, incluso Satana, si ribellarono a Dio. Sono loro che impersonano i morti, questo per confermare la prima menzogna di Satana, che l’uomo ‘positivamente non sarebbe morto’ se si fosse ribellato a Dio. — Gen. 3:4; Giov. 8:44; Giuda 6.

Pertanto, il consultare i morti, i riti funebri celebrati per placarli o rendere loro omaggio, le preghiere per loro e tutte le pratiche spiritiche si basano su un inganno, una menzogna. Non si ottiene il favore di Dio spendendo denaro in simili funzioni né si influisce in alcun modo sui morti. Invece si fa il gioco dei demoni. Per tale ragione Dio vieta di partecipare a tali pratiche. — Deut. 18:10-12; Isa. 8:19.

Chi capisce la verità riguardo alla morte e agisce secondo tale verità è reso libero dal timore e da pratiche inutili. È anche in grado di comprendere il proposito del Creatore di ottenere la vittoria sulla morte, e di trarne beneficio.

[Immagine a pagina 9]

L’uomo stesso è un’anima

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