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  • g83 8/11 pp. 24-25
  • Gettate un ponte con la conversazione

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  • Gettate un ponte con la conversazione
  • Svegliatevi! 1983
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • “Ho l’accento straniero”
  • È difficile ascoltare?
  • Perché parla in modo così buffo?
    Svegliatevi! 1986
  • Conversare è un’arte
    Svegliatevi! 1995
  • L’arte della conversazione
    Svegliatevi! 1975
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    Manuale per la Scuola di Ministero Teocratico
Altro
Svegliatevi! 1983
g83 8/11 pp. 24-25

Gettate un ponte con la conversazione

TUTTI parlano, quindi è facile conversare, vero? Invece è falso! Il solo pensiero di conversare, specie con uno sconosciuto, è spesso causa di imbarazzo. Domande ansiose si affollano alla mente: “Come faccio a rompere il ghiaccio? Di cosa dobbiamo parlare? E che dire del mio accento?” Questi e molti altri dubbi assalgono il timido. Che fare?

Supponete d’essere alla fermata dell’autobus. È sera e il sole al tramonto dipinge coi suoi delicati colori la città. Uno sconosciuto, a pochi passi da voi, sembra immerso nei suoi pensieri. Siete voi due soli. Lascerete che sussista una barriera o getterete un ponte? Rimarrete in silenzio o intavolerete una conversazione?

“Alcuni dicono che la città è grande e fredda, ma il tramonto che si vede qui è bello come nella piccola città dove sono cresciuto”.

Avete gettato la prima arcata del ponte per raggiungere lo sconosciuto. Nella maggioranza dei casi risponderà, e il vuoto sarà stato colmato. Non tutti naturalmente vogliono parlare. Ma voi ne avete almeno dato l’opportunità usando un semplice luogo comune: la bellezza di un tramonto, davanti alla quale nessuno resta indifferente.

Ma nella conversazione c’è qualcosa a cui dovete dare poca importanza: VOI. Dato che il soggetto deve interessare l’ascoltatore, di rado il tema potrete essere VOI. Per illustrare citiamo un episodio riguardante un presuntuoso divo del cinema che annoiò il suo ospite per un’ora raccontandogli tutte le cose insignificanti che gli erano capitate dall’ultima volta che si erano incontrati e poi concluse dicendo: “Be’, non parliamo più di me. Dimmi, hai visto il mio ultimo film?” Evitate l’egocentrismo.

Il soggetto quindi non sarete voi, e forse neanche quello che avete fatto, ma quello che è accaduto, quello che accadrà, le notizie, il tempo, gli avvenimenti del mondo e come influiscono su di voi e sul vostro interlocutore.

Naturalmente avere un soggetto che interessi a entrambi è una cosa, ma presentarlo in modo attraente è una cosa completamente diversa. Dovete aiutare l’interlocutore a vedere le cose nella stessa viva luce in cui le vedete voi. Come potete riuscire in questo? Parlando con entusiasmo di qualcosa che vi piace. Se siete convinti di avere “trovato l’oro” e il vostro compagno condivide il vostro entusiasmo, fategli domande. Inducetelo a esprimersi. Lo scambio di idee sarà utile per entrambi.

“Ho l’accento straniero”

Alcuni pensano di non poter mai diventare bravi nella conversazione perché non si esprimono secondo accettate norme grammaticali o di pronuncia. Chi è nato all’estero a volte si sente così e dice: “Sai che ho l’accento straniero e forse la gente non riesce a capirmi molto bene”. In effetti a molti piace sentire un accento diverso. Per esempio, un inglese vissuto molti anni in Spagna e Portogallo ha commentato: “Anche se mi rendevo conto di parlare spagnolo o portoghese con l’accento straniero, in effetti questo, in molte occasioni, contribuiva a tener vivo l’interesse. A volte c’era chi impiegava qualche istante a capirmi, ma poi era molto contento che avessi imparato la sua lingua”.

In molti paesi l’accento straniero è una cosa comune. Nessuno ci fa caso. Non lasciate dunque che il vostro eventuale accento straniero vi intralci. Il fatto che venite da un altro paese può anzi darvi la possibilità di parlare di tanti svariati soggetti ed esperienze.

Nella maggioranza dei paesi dialetti e accenti dialettali esistono comunque. Sono tutte cose che fanno parte dell’affascinante varietà che c’è nella famiglia umana. A volte a chi viene dalla “grande città” piace ascoltare il curioso modo di parlare della gente di campagna, e non si rende conto che la gente di campagna è nello stesso tempo affascinata dallo “strano” modo di parlare dei cittadini! La cosa veramente importante è che parlano.

È difficile ascoltare?

Ascoltare è l’altro aspetto della buona conversazione, ed è importante quanto parlare. Il problema è che alcuni non ascoltano veramente. Pensano solo a quello che diranno poi e attendono il momento buono per intervenire, spesso su un argomento differente o con un tono diverso. In questo modo la conversazione si trasforma in due monologhi indipendenti. Com’è dunque appropriato il consiglio: “Sia ognuno pronto ad ascoltare, lento a parlare”. — Giacomo 1:19, CEI.

Sapendo ascoltare si dà prova di educazione. Il buon ascoltatore considera con mente aperta i punti di vista presentati e riflette su come potrebbero influire sulle sue opinioni. Allora si vede chi è veramente sincero. L’ascoltatore cerca di sostenere ad ogni costo un punto di vista? O riconosce quando viene presentato un argomento valido? Sì, sincerità e flessibilità favoriscono la buona conversazione.

In nessun campo il sincero ascolto è più importante che nel matrimonio. Vi è mai capitato di parlare a vostro marito o a vostra moglie solo per ricevere una risposta non impegnativa, segno che non aveva recepito nemmeno una parola? Può essere esasperante. Ma perché un matrimonio abbia successo è essenziale comunicare. Deve esistere un vincolo di confidenza e fiducia, basato sull’utile scambio di pensieri e intimità.

Purtroppo alcuni fanno di rado, se mai lo fanno, questo tipo di conversazione intima. Hanno la lingua pungente e mascherano gli insulti con l’“arguzia”. Ci si sente a disagio con loro perché non si sa mai quando la loro lingua pungente ferirà. Il proverbio biblico dice: “C’è chi parlando trafigge come una spada”. È molto meglio dunque seguire il consiglio: “La vostra espressione sia sempre con grazia, condita con sale, in modo da sapere come dare risposta a ciascuno”. La buona conversazione non ferirà mai inutilmente i sentimenti di un altro né inferirà un colpo alla sua dignità. — Proverbi 12:18, Garofalo; Colossesi 4:6.

Imparate dunque a conversare. Non abbiate timore di abbattere barriere o gettare ponti. Ricordate che la conversazione è stata definita “la più soave festa per il pensiero”, “il diletto della mente e l’espandersi dell’anima”. Lasciate dunque ‘espandere la vostra anima’ facendo conoscenza con altri e facendovi conoscere. Un ultimo punto: non sommergete il vostro interlocutore, sappiate quando fermarvi!

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