Uno sguardo al mondo
Vittime delle calamità
● “Il totale dei morti causati nel mondo dalle calamità naturali — inondazioni, siccità, terremoti, uragani ed eruzioni vulcaniche — è in aumento”, scrive il New York Times. Uno studio finanziato dalla Croce Rossa Svedese rivela che negli anni ’70 le calamità naturali aumentarono del 50 per cento rispetto al decennio precedente, mentre il numero stimato dei morti causati dalle calamità si quintuplicò, per un totale di 114.000 all’anno. Si afferma che le cause furono lo sconsiderato uso della terra che riduce “le capacità di ricupero del suolo di fronte a estremi climatici” e la povertà, che costringe “sempre più persone a vivere in zone soggette a calamità”. Entrambi questi fattori sono aggravati dal rapido aumento della popolazione.
“Durante un anno medio del decennio 1970-1980”, dice il Times, “le calamità causarono danni economici e angosce a circa 44 milioni di persone”. Gli esperti dicono che le conseguenze delle calamità potrebbero essere ridotte se si prendessero provvedimenti preventivi, ma che non viene data loro la debita precedenza. Inondazioni e siccità fecero del 1983 “un anno eccezionale per quanto riguarda le calamità”, secondo un funzionario.
Residui micidiali
● “Come media, circa il 10 per cento di tutte le munizioni usate in una data guerra rimangono inesplose”, scrive Arthur Westing dell’Istituto Internazionale di Stoccolma di Ricerche per la Pace nel periodico svedese Ambio. “Questi ‘residuati bellici’ costituiscono una minaccia per la vita e per gli arti molto tempo dopo la fine di un conflitto”. Sono citate come esempi le circa 13.000 munizioni inesplose della seconda guerra mondiale ricuperate nel 1978 da reparti francesi per la rimozione delle bombe, e i circa 23 milioni di granate e 2 milioni di bombe lasciate dagli americani in Indocina. Fra le perdite subite nel dopoguerra sono da includere navi che trasportavano civili e bambini che giocavano nei campi. Westing invita i progettisti di armi “a mettere a punto detonatori più sicuri e l’equivalente di bombe biodegradabili, bombe che col tempo divengano innocue da sole”, dice Science News.
Un appello per la Grande Muraglia
● La Grande Muraglia, da molto tempo considerata un simbolo della nazione cinese e un retaggio nazionale, è in cattivo stato. Un rilevamento aereo della Grande Muraglia a nord di Pechino ha permesso di appurare che solo un sesto d’essa è intatto, mentre due terzi sono praticamente in rovina. Si stanno facendo sforzi per restaurarla. “I contadini abitanti nei dintorni di Pechino sono invitati a restituire i pezzi della Grande Muraglia che hanno preso per costruire case e porcili”, scrive il New York Times. Come incoraggiamento, le autorità si sono offerte di procurare ai contadini altro materiale da costruzione. I primi lavori per restaurare la muraglia vengono concentrati su Badaling, un tratto che si trova un’ottantina di chilometri a nord di Pechino. Si spera che verranno raccolti sufficienti fondi per restaurare altre parti di questo monumento lungo oltre 2.400 chilometri. Fonti attendibili indicano che la Grande Muraglia, visitata oggi dai turisti, fu costruita dalla dinastia Ming nel XVI secolo.
Traffico di sangue
● Il sangue è una “materia prima dell’industria” come il carbone, i minerali o il petrolio, dice il periodico scientifico tedesco Bild der Wissenschaft. Chi è il più grande compratore di plasma sanguigno del mondo? La Repubblica Federale di Germania, che secondo la rivista ha il più elevato consumo pro capite di prodotti medici ricavati dal sangue. Ma il commercio internazionale di plasma ha i suoi pericoli. Il plasma proveniente da fonti commerciali è spesso portatore di germi, specie del virus dell’epatite A. Viene pure espressa preoccupazione circa “l’ambiente sociale dei donatori americani”.
Si danno la zappa sui piedi
● Per decenni i turisti hanno ammirato i dipinti dai vivaci colori sulle pareti delle immense tombe sotterranee dei faraoni scavate nella roccia a Luxor, in Egitto. “Gli affreschi di queste tombe”, dice un articolo del Frankfurter Allgemeine, “sono rimasti in condizioni sorprendentemente buone per oltre trenta secoli. Ma potrebbero sparire entro pochi anni: gli esperti danno loro da dieci a trent’anni”. Perché? Perché le tombe, preservate grazie al clima asciutto del deserto egiziano, sono minacciate dall’accresciuta umidità dovuta al respiro e alla traspirazione delle migliaia di turisti, e i pesanti autobus turistici hanno prodotto crepe nei muri. Citando il giornale, il World Press Review scrive: “Luxor non ha industrie; quasi tutti i suoi 120.000 abitanti vivono di turismo. Il loro numero supera di gran lunga quello di coloro che tentano di salvare le tombe. Ma chi verrà fra vent’anni se gli affreschi saranno spariti?”
“Prigionieri delle armi nucleari”
● “Siamo già prigionieri delle armi nucleari. Sono loro le padrone del mondo. Se anche lo volesse, l’umanità non potrebbe più liberarsene”. È questa la “constatazione terribilmente angosciosa ma realistica” fatta da scienziati americani e russi riunitisi a Roma lo scorso mese di ottobre per il convegno “Terra e spazio: una via per la pace”. Dai loro rapporti emerge che il problema della sopravvivenza non può essere risolto neppure con la distruzione degli arsenali nucleari, riferisce Il Giorno del 13 ottobre 1984. Se infatti le superpotenze decidessero di annientarli anche “nel modo più ‘morbido’, cioè con la massima cautela possibile, l’equilibrio ambientale della Terra sarebbe “spaventosamente sconvolto”.
Gli impieghi della placenta
● “La placenta umana è ora impiegata come ingrediente in creme per il viso, lozioni per il corpo e shampoo ‘ricchi di proteine’”, afferma Parade Magazine. “Viene usata per curare l’artrite reumatoide, le irritazioni cutanee e anche disturbi ginecologici e degli occhi”, oltre a essere utilizzata in alcuni medicinali, unguenti e vaccini. In passato la placenta, un organo che pesa meno di mezzo chilo, era automaticamente gettata via dagli ospedali. Ora viene spesso venduta, a un prezzo variabile dalle 1.000 alle 1.500 lire per organo, a laboratori che la lavorano per estrarne gli enzimi (proteine) o gli ormoni. “La scienza medica utilizza ora la placenta in circa 135 modi”, dice la succitata rivista.
Terapia iperbarica sostituisce l’emotrasfusione
● Un testimone di Geova di Ravenna, colpito da un’improvvisa emorragia interna, è stato curato con una tecnica d’avanguardia. Avendo rifiutato la trasfusione di sangue, il paziente è stato trasportato al Centro Iperbarico di Teramo dove per due giorni e una notte è stato sottoposto a “cicli continui di ossigeno-terapia iperbarica con tecnica di saturazione”. Dopo aver superato la crisi il paziente è stato trasferito a un altro centro per ricevere cure appropriate.
Il dott. Rocco Salini, ideatore e realizzatore di questo Centro Iperbarico, ha dichiarato: “Tutte le volte in cui l’organismo, per causa traumatica acuta o per malattia cronica si trova in debito di ossigeno e quindi in danno acuto o cronico ad una parte dell’organismo, la terapia iperbarica supplisce a questo inconveniente, perché senza l’ausilio dei canali arteriosi riesce ad apportare quella quantità di ossigeno necessaria per la sopravvivenza delle cellule, in attesa che poi venga restituito, se possibile, il transito normale della circolazione del sangue”. L’applicazione è stata definita di notevole interesse scientifico e costituisce una nuova e valida terapia alternativa alla trasfusione sanguigna. — Il Messaggero, 30 dicembre 1984.
Suicidi in Italia
● Uno studio compiuto in Italia sul fenomeno dei suicidi rivela che essi si verificano in ragione di 3.422 in media all’anno, e sono in aumento. Contrariamente a quanto avveniva fino a poco tempo fa, commenta La Stampa del 18 ottobre 1984, ci sono più suicidi in campagna che in città, con prevalenza nel Nord. Nel 70 per cento dei casi si tratta di persone che hanno più di 45 anni, per la maggior parte uomini.
Inquinamento da pile
● I fabbricanti giapponesi hanno “prodotto 2,85 miliardi di pile nel 1983”, scrive il New York Times, e sebbene dal 30 al 40 per cento di esse vengano esportate, “ciascun giapponese usa circa 15 pile all’anno”. Un grosso problema che si presenta al Giappone è che fare di tutte le pile gettate via. “Il mercurio, un metallo tossico usato nella maggioranza delle pile, comincia a infiltrarsi nel terreno intorno agli scarichi di immondizie”, dice il Times, alimentando il timore che “il Giappone venga lentamente contaminato dalle pile a secco che forniscono energia a calcolatori, macchine fotografiche, stereo portatili e orologi”. Nel tentativo di ovviare al problema, in molte città le pile consumate vengono messe da parte e raccolte separatamente dagli altri rifiuti. Ma i comuni si chiedono ora cosa fare delle tonnellate di pile già raccolte e messe in bidoni, e hanno invitato il governo nazionale a trovare una soluzione. Le autorità stanno esortando le industrie produttrici di pile a fabbricare pile non contenenti mercurio.
Costumi britannici in campo sessuale
● “Un’indagine condotta fra adolescenti che frequentano la chiesa ha rivelato che solo il 28 per cento dei giovani anglicani considerava errati i rapporti preconiugali”, afferma il Liverpool Daily Post. “I ragazzi cattolici sono quasi altrettanto liberali, essendo il 32 per cento contrario ai rapporti sessuali fuori del matrimonio”. Un’altra inchiesta, condotta fra 6.000 ragazze nubili inglesi dai 15 anni in su, indica che il 20 per cento di esse avevano meno di 16 anni quando hanno perso la verginità. Quasi tutte pensavano che non ci fosse nulla di male ad avere relazioni con un ragazzo prima del matrimonio, e il 60 per cento aveva rapporti sessuali almeno due volte la settimana. E una terza inchiesta, condotta fra ragazze al di sopra dei 18 anni, ha rivelato che solo il 28 per cento pensava che le ragazze debbano essere vergini al momento delle nozze, e che la maggioranza riteneva fosse meglio avere esperienza in campo sessuale.
Australia invasa dai topi
● I buoni raccolti, seguiti alla fine di una siccità durata cinque anni, hanno causato un aumento esplosivo della popolazione dei topi in Australia. “I topi stanno invadendo le zone coltivate del Nuovo Galles del Sud, dell’Australia Meridionale e del Victoria, e minacciano di infestare anche il Queensland a nord”, riferisce l’Auckland Star della Nuova Zelanda. “Nella maggioranza degli stati gli agricoltori hanno rinunciato a cercar di tenere i topi lontani dai pascoli e dalle zone coltivate recintate . . . e stanno invece impegnando le loro energie per tentar di tenerli fuori di casa, dei capannoni, dei veicoli e dei macchinari”. Si dice che anche cani e gatti vi abbiano rinunciato.
I giovani di Roma e la Chiesa Cattolica
● Secondo un’indagine svolta dal Censis (Fondazione Centro Studi Investimenti Sociali), i giovani di Roma si allontanano sempre più dalla Chiesa Cattolica. Su un campione di 1.706 giovani dai 10 ai 18 anni e più, è risultato che solo il 39,7 per cento degli intervistati frequentano regolarmente la messa, saltuariamente il 41,4 per cento e mai il 18,8 per cento. La maggioranza dei giovani che non assistono mai è costituita da quelli più grandi. — Periodico cattolico ADISTA del 15-16-17 novembre 1984.