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  • Fumare è proprio sbagliato?

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  • Fumare è proprio sbagliato?
  • Svegliatevi! 1986
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  • Il danno spirituale della dipendenza
  • Il lato oscuro del termine “farmacia”
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Svegliatevi! 1986
g86 8/1 pp. 20-21

Il punto di vista biblico

Fumare è proprio sbagliato?

“PERCHÉ non dovrei fumare se mi piace? Se metto a repentaglio la mia salute, è una cosa che riguarda solo me”. Ai milioni di persone a cui piace fumare questa “logica” pare convincente.

Ma nel 1985 alcune notizie hanno fatto risalire al fumo 100.000 decessi all’anno in Gran Bretagna, 350.000 negli Stati Uniti e un terzo di tutti i decessi in Grecia. Il buon senso suggerisce che la società non dovrebbe ignorare le conseguenze morali di queste cifre. Eppure le ignora. Perché?

Una ragione è che i capi religiosi si rifiutano di premere sui componenti del loro gregge perché smettano di fumare. Il loro punto di vista viene espresso dall’autore di un libro intitolato “La visione morale cristiana” (The Christian Moral Vision). Egli non ritiene esistano “giustificazioni per esercitare pressioni morali” su chi, “dopo aver soppesato i rischi . . . [continua] a fumare per il piacere che dà”. Ma è questo il punto di vista biblico? Il “piacere” giustifica rischi inutili?

No. Non sarebbe forse più sensato cercare di essere sempre nelle condizioni migliori sia in senso fisico che mentale? Per il nostro bene e per rispetto verso i nostri cari e il nostro Creatore, la Bibbia richiede che ‘ci purifichiamo da ogni contaminazione [inquinamento] di carne e di spirito’. (II Corinti 7:1; Kingdom Interlinear) Il fumo danneggia soltanto il corpo?

Come influisce sulla vostra vita

Il vizio del fumo può dominarvi non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello mentale. Oltre a inquinare il corpo, il tabacco permea tutto lo “spirito” dei tabagisti: il loro modo di pensare, di agire e di divertirsi, persino il loro stato d’animo verso le cose di ogni giorno. Scrivendo sul Reader’s Digest un giornalista ha ammesso: “Senza la mia razione quotidiana di sigarette non riuscivo a scrivere, a mangiare, a dormire, a fare l’amore o anche solo a divertirmi con i miei figli”.

Per quale motivo il tabacco diventa così importante nella vita della gente da portarla addirittura a chiudere gli occhi davanti al più grande dei mali, la morte? Parlando della Gran Bretagna la psichiatra Judy Greenwood ha scritto sul Glasgow Herald del 3 gennaio 1985: “La morte di 100.000 persone per una qualsiasi altra causa prevenibile . . . avrebbe provocato un’ondata di sdegno in tutta la nazione. . . . Ma col fumo è diverso. . . . Questa particolare dipendenza sociale è così radicata nella nostra cultura e nel nostro commercio . . . che a quanto pare abbiamo creato un punto cieco nel nostro buon senso nazionale”.

Il danno spirituale della dipendenza

Certo, è la dipendenza, e non semplicemente il piacere, all’origine di questa incongruenza morale nello “spirito” della gente di oggi. E il dott. Richard Pollin, direttore dell’Istituto Nazionale americano per l’Abuso di Droga, sostiene che quello del fumo è il vizio più grave e diffuso del mondo, peggiore addirittura dell’uso di eroina.

Nel punto di vista biblico non ci sono incongruenze per quel che riguarda le sostanze che generano dipendenza, e ci rendono schiavi sia del vizio che di coloro che ci speculano sopra: “Foste comprati a prezzo; smettete di divenir schiavi degli uomini”, dice I Corinti 7:23.

Nei tempi biblici si conoscevano sostanze ed erbe che generano dipendenza? Sì, dice il libro Tobacco and Kentucky, parlando delle “prove dell’esistenza di pipe preistoriche rinvenute presso . . . il Mar Mediterraneo e nell’entroterra dell’Asia Minore [usate per fumare] . . . canapa indiana (marijuana) e altre erbe”. Infatti, aggiunge il libro, “la fumigazione o l’inalazione del fumo di varie sostanze sono state pratiche sacre, curative o piacevoli . . . da tempo immemorabile. . . . Tanto con l’uso di canapa indiana e oppio quanto con l’uso di tabacco”.

Secondo la Cyclopedia di McClintock e Strong, il termine “farmacia” veniva usato “nella Chiesa cristiana dei primi secoli” in riferimento all’“arte di inventare e preparare medicamenti allo scopo di fare del male”. Qual era il punto di vista biblico su queste sostanze e su coloro che ci speculavano sopra?

Il lato oscuro del termine “farmacia”

La Bibbia condanna l’abuso di droga, e non il corretto impiego di sostanze usate per curare; e, se è vero che nel senso moderno il termine “farmacia” ha a che vedere col corretto impiego di sostanze medicinali, nell’antichità si riferiva all’abuso di droga, per fare cioè del male e non per curare. Nella Bibbia questo genere di “farmacia” è posto in pessima compagnia, tra “le opere della carne”; coloro che le praticano “non erediteranno il regno di Dio”. (Galati 5:19-21) La International Standard Bible Encyclopædia dice: “In Gal. 5 20 Paolo elenca con l’impurità, l’idolatria, ecc., quella che definisce pharmakèia . . . le droghe usate nel praticare le arti magiche”. Pensate allora al grande danno spirituale provocato dall’uso voluttuario di sostanze che generano dipendenza: Chi ne fa uso perde l’approvazione di Dio e la compagnia dei suoi servitori.

Poiché nei tempi biblici le droghe erano impiegate nella magia, Galati 5:20, 21 rende pharmakìa con “pratica di spiritismo”. La Kingdom Interlinear Translation, però, indica che letteralmente significa “uso di droghe” e la traduzione di Ferrar Fenton usa il termine “avvelenamento”. L’erudito biblico Adam Clarke precisò che “droghe” e “fumigazioni” erano usate “per produrre effetti soprannaturali”.

Sottolineando questo aspetto negativo di “farmacia”, Word Pictures in the New Testament dice: “Se uno rimane perplesso di fronte alla stretta relazione esistente tra medicina e magia . . . da questa parola (la nostra farmacia), non deve far altro che ricordare i moderni ciarlatani in campo medico, . . . i maghi, i guaritori e gli stregoni dell’Africa”. Sì, e potremmo anche rammentare “il cardine stesso della religione amerindia”: lo sciamano, o sacerdote, che fuma tabacco con il “calumet della pace”.

Non stupisce quindi che Rivelazione 22:15 dica che “quelli che fanno uso di droghe [pharmakòi] e i fornicatori e gli assassini” restano “fuori” dal paradisiaco Regno di Dio. — Kingdom Interlinear.

In effetti, l’odierno uso voluttuario di tabacco affonda le sue radici in antiche superstizioni che disonorano Dio. E proprio come predisse Gesù parlando dei frutti della religione falsa, il frutto prodotto dal tabacco — sia in senso fisico che spirituale — è veramente marcio. — Matteo 7:15-20.

[Testo in evidenza a pagina 20]

‘La morte di 100.000 cittadini britannici per una qualsiasi altra causa prevenibile avrebbe provocato un’ondata di sdegno in tutta la nazione’

[Testo in evidenza a pagina 21]

Nella Bibbia l’uso voluttuario di sostanze che generano dipendenza è posto in pessima compagnia, tra “le opere della carne”

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