I giovani chiedono...
Sono figlio unico: posso essere felice?
“NON mi piace, non mi piace”, gridò la sedicenne Anna. Alessandro invece, di due anni più giovane, disse: “Sono contento d’essere figlio unico”.
Naturalmente avevano entrambi le loro ragioni. Ma è possibile che Anna stesse esagerando i lati negativi e Alessandro vedesse soprattutto quelli positivi? Come vedi la cosa tu, specie se sei figlio unico? La pensi come Anna o come Alessandro? O forse un po’ come entrambi?
Cerca di capire perché
Avere un figlio solo non è certo la norma nel mondo. Ma in alcuni paesi, particolarmente nell’America del Nord e in Europa, il tasso di natalità è sceso a tal punto che la sorte di milioni di bambini che nascono ora sarà proprio quella d’essere figli unici. E in Cina, dove dal 1979 si sta attuando un drastico programma di controllo delle nascite, si calcola ci siano 35 milioni di famiglie con un figlio solo. Sebbene per alcuni figli sia difficile accettare questa situazione, Elke, figlia unica e ormai donna, dice che sapere il perché le è stato d’aiuto. “Capivo le ragioni dei miei genitori”, spiega, “e penso che questo sia importante se si vuole che il figlio unico sia felice”.
Ci possono essere ragioni di carattere sociale, di salute o altre ancora, sempre di natura personale. O può essere solo per motivi economici. Sapevi, ad esempio, che in Gran Bretagna e negli Stati Uniti possono volerci ben più di 130 milioni di lire per tirare su un figlio? Moltiplica questa cifra per due, tre o quattro, e capirai perché alcuni genitori dicono che ‘ne basta uno’.
Qualunque sia la ragione, chi è figlio unico non deve necessariamente preoccuparsi troppo per il suo futuro. Uno studio pubblicato nel 1954 da due educatori, Cutts e Moseley, rivelò che i figli unici non sembrano crescere troppo diversi dagli altri. E più recentemente la dottoressa Alice Loomer, scrivendo su Parents’ Magazine, ha detto che sebbene l’essere figlio unico abbia il suo peso, “più che il semplice fatto d’essere figlio unico, quello che conta per un ragazzo è il modo in cui tutto l’ambiente in cui cresce contribuisce a renderlo quella persona unica che è”.
Ovviamente non puoi cambiare la tua situazione, quindi il segreto per essere felice sta nel godere i vantaggi derivanti dall’essere figlio unico, minimizzando gli svantaggi. Meglio ancora, cerca di volgere a tuo vantaggio quegli aspetti negativi. Come?
Trasforma gli aspetti negativi in aspetti positivi
MANCANZA DI COMPAGNIA: Stando insieme a fratelli e sorelle scopri che ogni individuo è diverso e che si deve imparare a rispettare il modo di pensare degli altri. Può anche tornarti utile a scuola, facilitandoti i rapporti con gli altri. Ma se ti manca la compagnia in casa, sii disposto a cercarla altrove. Altrimenti ti sentirai solo. Potresti avere la tendenza a chiuderti in te stesso e finire per diventare un tipo solitario. Questa è una cosa da evitare; infatti un saggio re dell’antichità avvertì: “Chi si isola cercherà la sua propria brama egoistica; irromperà contro ogni saggezza”. — Proverbi 18:1.
Quindi, in effetti, puoi sceglierti i “fratelli” e le “sorelle”, con l’approvazione dei tuoi genitori, naturalmente. Per Alessandro questo è un vero e proprio vantaggio, poiché dice: “Osservo tutti i miei amici che hanno fratelli e sorelle dispettosi che si detestano a vicenda e litigano in continuazione. Uffa!” È ovvio che non in tutte le famiglie esiste questa situazione, ma probabilmente è abbastanza frequente da avvalorare quanto sopra.
Avendo meno compagnia in famiglia, avrai più tempo per studiare, meditare o coltivare qualche talento. Parecchi figli unici hanno vinto la solitudine o la mancanza di compagnia diventando avidi lettori. Perciò, non è forse senza buona ragione che il figlio unico è spesso considerato un bambino precoce, quello che più probabilmente avrà un vocabolario più ricco, quello che emergerà a scuola.
TROPPE ATTENZIONI: “Essendo figlio unico, i miei genitori riversavano su di me tutte le loro attenzioni”, dice Thomas, ed egli lo considera un vantaggio. Naturalmente, quando le attenzioni dei genitori sono eccessive possono diventare un handicap, e il bambino può diventare viziato ed egocentrico, oppure può sentirsi soffocato. Ma guardando la cosa dal lato positivo, se ritieni che i tuoi genitori non abbiano abbastanza tempo per te — ed è quello che pensano molti figli — immagina come sarebbero le cose se tu dovessi dividerli con altri fratelli e sorelle. Anzi, se i tuoi genitori dedicano a te tutte le loro attenzioni, puoi essere aiutato a maturare più in fretta, a sentirti a tuo agio con gli adulti e a saper conversare con i grandi.
CONOSCENZE: Una ragione per cui Anna si lamenta d’essere figlia unica è questa: “Quando uno è solo, non ha conoscenze. . . . È difficile che qualcuno ti inviti a uscire con lui. Devi uscire con il migliore amico del ragazzo della tua migliore amica, o chissà con chi. . . . Vorrei avere dei fratelli, dei fratelli più grandi”. Ma prima di uscire coi ragazzi o con le ragazze fai bene ad aspettare d’essere abbastanza grande da poterti sposare. E se quello che desideri è l’amicizia, ricorda che si possono fare conoscenze anche tramite gli amici. D’altro canto, il non frequentare persone dell’altro sesso nel periodo dell’adolescenza, quando si è così influenzabili, non è necessariamente un fatto negativo. Oggi, in un mondo pazzo per i piaceri e tutto accentrato sul sesso, può anche essere una protezione.
Pensa agli altri
Se sei figlio unico può darsi tu sia d’accordo con Gianni, che ha detto: “È bello perché non devo condividere i vestiti, la macchina né alcun’altra cosa”. Può essere bello, ma a lungo andare sarai più felice se imparerai a condividere, anche quando non sei obbligato a farlo. Non avrai fratelli e sorelle con cui condividere, ma avrai probabilmente dei cugini o altri parenti. Hai senz’altro degli amici. E perché non condividere con i tuoi genitori?
Peter apprezza tutto il tempo che i suoi genitori hanno dedicato per insegnargli a fare un lavoro manuale: “Ho fatto loro molti regali, regali di ogni tipo, qualsiasi cosa riuscissi a pensare”, dice, “e questo mi ha insegnato che si possono rendere felici gli altri e in questo modo diventare noi stessi le persone più felici”. Sì, l’assioma secondo cui “c’è più felicità nel dare che nel ricevere” non è stato ancora smentito. — Atti 20:35.
Impara a capire quando un altro ha bisogno. Puoi dire una parola di incoraggiamento a qualcuno? Puoi aiutare qualcuno che si trova materialmente nel bisogno? Puoi fare commissioni per qualche persona malata o anziana? Se sei un testimone di Geova, puoi fare conoscere ad altri la verità della Bibbia o aiutare qualche altro cristiano ad assistere alle adunanze o a impegnarsi nell’opera cristiana di predicazione?
Segui i buoni esempi
La Bibbia parla di una ragazza che “era assolutamente l’unica figlia”. Sai chi era? Apri la Bibbia in Giudici capitolo 11, versetti da 29 a 40, e leggi il racconto della figlia di Iefte.
Evidentemente la figlia di Iefte non era un tipo solitario, visto che la Bibbia dice che aveva delle “compagne”. Ed è ovvio che non era una figlia viziata o egocentrica. Quando dovette conformarsi a ciò che richiedeva il voto fatto da suo padre, fu disposta a mettere gli interessi di Dio prima del desiderio naturale di sposarsi e avere figli. Oggi molti giovani seguono il suo esempio.
Prendi Thorsten, ad esempio, che ora presta servizio come ministro a tempo pieno in una filiale europea della Watch Tower Society. Egli dice: “Se avessi avuto fratelli e sorelle, probabilmente non avrei incontrato certi problemi. D’altro canto, forse non avrei mai trascorso tutte le ore felici che ho trascorso con i miei libri, e forse non avrei sviluppato il profondo apprezzamento che ho ora per la verità, per la fratellanza e per il ministero. Ci sono ancora delle volte in cui mi piace stare da solo. Ma non mi sento solo, perché ho imparato a tenermi occupato. Non sono più un figlio unico, non del tutto per lo meno”.
Anche tu, come la figlia di Iefte e come Thorsten, puoi essere felice anche se sei figlio unico.
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Sento spesso la mancanza di una sorella, eppure ho certi vantaggi