“La bella lavanderina che lava i fazzoletti...”
CONOSCETE queste parole? Fanno parte di una famosa filastrocca che ha accompagnato nei loro giochi generazioni di bambini. Ma se l’idea di fare il bucato non vi fa saltare dalla gioia, pensate: dopo la doccia o il bagno non è piacevole asciugarsi con un asciugamano morbido che profuma di pulito? Chi non si sente più a suo agio quando indossa abiti puliti? Sembra che persino ai bambini piaccia indossare abiti puliti e profumati, anche se quello è un piacere che dura ben poco!
Lavare gli indumenti, perciò, è molto più importante per la nostra vita e il nostro benessere di quanto spesso ci rendiamo conto. Tuttavia, il modo in cui facciamo il bucato può dipendere da dove viviamo.
Quando non ci sono lavatrici
In molti paesi ricchi non esiste praticamente famiglia che non abbia una lavatrice. Ma in quelli più poveri spesso si lava ancora a mano, con risultati sorprendentemente buoni! Prendete ad esempio i panni bianchi, sempre difficili da lavare. Nei paesi in cui il clima è caldo e secco, le donne sfruttano il sole.
Il procedimento è semplice. Si riempie una tinozza d’acqua e vi si aggiunge abbondante sapone o detersivo. Vi si immergono i panni e si agita con vigore l’acqua, strizzando più volte i capi in modo da permettere all’acqua saponata di penetrare nei tessuti. Dove non sono disponibili candeggianti commerciali, c’è chi usa sbiancanti tradizionali, come l’aceto di noce di cocco. Poi, dopo un rapido risciacquo, i panni bagnati vengono stesi su cespugli o staccionate e il sole fa la sua parte per portarli a un candore impeccabile. Dopo ciò, i panni vengono nuovamente risciacquati molte volte nella tinozza e poi stesi ad asciugare una seconda volta sotto il caldo sole tropicale. Il risultato? Un bel bianco splendente!
La massaia che vive vicino a un fiume o a un corso d’acqua può sperimentare un metodo leggermente diverso. Per prima cosa si sceglie un posto adatto sulla sponda; se il fiume è impetuoso, probabilmente la scelta ricadrà su un’insenatura tranquilla, dove non c’è rischio che i panni vengano portati via dalla corrente. C’è nelle vicinanze un bel masso di roccia? Bene. Valendosi di una paletta di legno, la massaia batte i panni bagnati sulla roccia. In questo modo lo sporco viene fatto letteralmente uscire dal tessuto.
Lavatrici, ieri e oggi
Nei paesi ricchi l’uso della lavatrice, o lavabiancheria, ha quasi soppiantato il bucato a mano. Ma le macchine per lavare sono più antiche di quanto potreste pensare. In Europa, durante il Medioevo, il bucato si faceva nella tinozza fino a quando, un po’ alla volta, essa fu sostituita dalla caldaia a vapore. In seguito, nel XIX secolo, fece la sua comparsa una macchina per lavare che assomigliava alle lavatrici moderne. Nel 1830 una lavanderia inglese usava un cilindro rotante che agitava i panni in acqua calda saponata. Questa tecnica fondamentale è rimasta invariata fino ad oggi.
Ciò nonostante, ci volle del tempo perché questa innovazione prendesse piede. La gente riscontrava che il sistema a manovella era poco delicato sia per i panni che per chi doveva girare la manovella. Così verso la fine del XIX secolo, l’asse da lavare, la tinozza e lo strizzatoio manuale erano l’attrezzatura preferita da molte massaie.
La lavatrice automatica, tuttavia, tornò in auge nel 1910 con la comparsa del primo modello dotato di motore elettrico. Dodici anni dopo comparve sulla scena la prima lavabiancheria con agitatore. Da allora le lavatrici hanno subìto innumerevoli migliorie e modifiche. Alcune ditte hanno persino cominciato a produrre macchine computerizzate che, schiacciando un bottone, “determinano quanto sono sporchi i panni e quindi scelgono il detersivo e il tipo di lavaggio ottimali”. — Popular Science, luglio 1990.
Suggerimenti per chi usa la lavatrice
In molte case occidentali la lavatrice automatica è comune. Il fatto che sia “automatica”, comunque, non significa che non bisogna fare attenzione nell’usarla. Ad esempio, nelle lavatrici che si caricano dall’alto, se la biancheria non viene messa in maniera bilanciata la lavatrice può spostarsi nella stanza durante il lavaggio, con conseguenze disastrose. Se mescolate candeggianti a base di cloro con ammoniaca si possono formare fumi tossici. Quindi seguite le elementari norme di sicurezza. Non mettete le mani nella macchina fino a che tutte le parti in moto non si sono fermate. Prima di tentare di ripararla, staccate la spina della corrente. E non permettete ai bambini di usare la lavatrice o giocare con essa.
Ma come potete essere soddisfatte del vostro bucato? Ecco alcuni suggerimenti:
◻ Vuotate tutte le tasche e giratele al contrario.
◻ Svolgete i risvolti dei pantaloni e spazzolate dove c’è bisogno.
◻ Annodate legacci e nastri per evitare che si aggroviglino.
◻ Chiudete tutte le lampo, le fibbie e i ganci per evitare che si impiglino in altri indumenti.
◻ Trattate le macchie prima di mettere i capi a lavare.
◻ Non sovraccaricate la lavatrice. Rischiereste di lavare male gli indumenti, stropicciandoli di più, consumandoli e sfilacciando i tessuti.
È vero che molti devono fare il bucato alla vecchia maniera, a mano. Ma che la vostra lavatrice consista in una tinozza di metallo, in un ruscello o in un gioiello tecnologico computerizzato, i risultati possono premiare i vostri sforzi: abiti puliti e splendenti per voi e per la vostra famiglia, nonché la soddisfazione di un lavoro fatto bene!
[Immagini a pagina 26]
Bucato al fiume
Il sole: una “candeggina” naturale