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  • g92 22/10 pp. 22-24
  • Un giorno alla più grande fiera asiatica del bestiame

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  • Un giorno alla più grande fiera asiatica del bestiame
  • Svegliatevi! 1992
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  • Un avvenimento affascinante
  • Alcune grandi attrazioni
  • Una fiera con una lunga tradizione
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Svegliatevi! 1992
g92 22/10 pp. 22-24

Un giorno alla più grande fiera asiatica del bestiame

Dal corrispondente di Svegliatevi! in India

MARAGIÀ in groppa a elefanti bardati in modo pittoresco, un umile contadino che conduce una coppia di buoi dalle corna enormi: sono soggetti spesso fotografati qui in India. Ma dove si comprano questi animali così grandi e costosi?

Per scoprirlo venite con noi a Sonepur, nello stato di Bihar, nell’India nordorientale. Qui possiamo visitare una fiera di cui probabilmente non avete mai visto l’uguale. Si dice che sia la più grande fiera del bestiame dell’Asia, e forse del mondo intero. Si tiene per un paio di settimane tra ottobre e novembre.

Un avvenimento affascinante

Quanta gente c’è! Le donne indossano sari dai colori vivaci e sono tutte ingioiellate. Si notano soprattutto le donne sposate, che si sono strofinate della polvere rossa sulla riga che segna la spartizione dei capelli. Quasi tutte hanno in braccio un bambino, e uno o due altri marmocchi si aggrappano al loro sari mentre esse affrettano il passo per seguire il marito.

Fra queste folle immense, viene spontaneo chiedersi come fanno i bambini a non perdersi. Il fatto è che molti si perdono. Abbiamo saputo che in una sola settimana si sono smarriti 50 bambini, dei quali solo 17 sono stati ritrovati. Rabbrividiamo all’idea di cosa sarà successo agli altri, perché abbiamo udito che spesso finiscono preda di gente senza scrupoli che li costringe a chiedere l’elemosina e a dedicarsi a pratiche immorali.

Le bancarelle ai margini della strada contribuiscono all’affollamento ma sono interessanti da osservare. A una di queste, se si paga una monetina, un uccellino esce dalla gabbia ed estrae una carta in base alla quale l’uomo della bancarella predice il futuro. Avete bisogno di una rasatura veloce? Basta che vi accovacciate davanti al barbiere e il suo lungo rasoio affilato scivola sulla vostra pelle insaponata. In soli tre minuti venite sbarbati forse meglio di come potreste esserlo con qualsiasi attrezzatura moderna.

Le bancarelle offrono un vasto assortimento di braccialetti, che le donne indiane amano portare su entrambe le braccia abbinandone i colori al sari. L’esperto mercante continua a infilare e sfilare braccialetti finché non trova quello della giusta misura e della giusta foggia. Normalmente una donna indiana porta su ciascun braccio una decina di braccialetti di vetro, di metallo o di plastica.

Le bancarelle vendono anche addobbi per animali. In fondo, questa è una fiera del bestiame. Qui gli affari si fanno in fretta, perché agli abitanti dei villaggi piace agghindare i propri animali. Tra questi ornamenti ci sono collane nonché campanelli multicolori di varie dimensioni.

Chi è che grida laggiù? Un mendicante! Avvizzito e impolverato, si trascina carponi per la strada spingendo avanti la sua ciotola. Con tutta questa gente, c’è da chiedersi come faccia a non essere calpestato! Durante la fiera la gente è generosa con i mendicanti, perciò la ciotola di quest’uomo è già mezza piena di monete. Vicino al tempio ci sono centinaia di mendicanti che chiedono l’elemosina: zoppi, ciechi, lebbrosi. Alcuni maledicono la loro sorte, altri invocano nomi di dèi, altri ancora colmano di benedizioni chi fa loro la carità.

Alla fiera ci vanno anche animali di molti tipi. Gli elefanti sono dipinti e agghindati in modo vivace. Ciascuno ha in groppa un uomo che gli comanda in tono secco di avanzare o di rallentare, dandogli di tanto in tanto un colpetto con una bacchetta dietro gli orecchi. I bufali indiani incedono a testa alta con una lentezza esasperante, senza preoccuparsi minimamente dell’ingorgo che si crea dietro di loro.

Per strada vediamo anche molte mucche e qualche cammello. Le scimmie abbondano, soprattutto gli entelli, riconoscibili per le folte sopracciglia e la barbetta. Non mancano neanche gli uccelli, dai vistosi pavoni e pappagalli ai parrocchetti e ai piccioni, venuti alla fiera da ogni dove.

Alcune grandi attrazioni

Una delle grandi attrazioni sono le eccezionali vacche del Punjab, alcune delle quali producono circa 25 litri di latte due volte al giorno. Si tratta davvero di animali splendidi! Molti vengono a vederle solo per curiosità, mentre altri sono seriamente intenzionati a comprarle. Ogni volta che si conclude un affare il proprietario grida: “Bolo Hariharnath Ki”, invocando così una divinità locale, e la folla approva rispondendo: “Jai”. In India una mucca costa in media dalle 3.000 alle 5.000 rupie, ma le mucche di questa pregiata razza straniera si vendono per 20.000-40.000 rupie.a

Quest’anno ci sono in vendita solo 15 cammelli. Queste “navi del deserto” costano 5.000 rupie ciascuno. Sono strenui lavoratori capaci di sopportare bene caldo, freddo, fame e sete. I cammelli si possono usare per tirare carri e aratri e per far girare ruote idrauliche, lavori in genere svolti dai buoi.

Gli animali più diffusi sono i buoi. È quasi impossibile girare per le strade dell’India senza vedere contadini che vanno in città portando i loro prodotti e la famiglia sul loro inseparabile carro trainato da buoi. Un venditore intraprendente ha piantato un cartello con la scritta “Buoi superstar”. E i suoi buoi hanno davvero l’aspetto di campioni! Per scoraggiare chi pensasse di imbrogliarlo o di derubarlo, quest’uomo ha sotto mano due fucili intarsiati. Uno dei suoi “superstar” costa 35.000 rupie.

La nostra attenzione si sposta poi sui cavalli che nitriscono più in là: che begli animali! Alcuni sono esemplari da sella per la polizia o per l’esercito, altri invece sono da corsa. Ci sono anche pony da sella e da tiro. Da una parte c’è un cavallo ammaestrato che dà spettacolo danzando a tempo con la musica di una banda di ottoni.

Proseguiamo e ci dirigiamo nella zona da cui provengono alti barriti. Lì, in mezzo a un boschetto di manghi, ci sono gli elefanti: ben 250 esemplari. Che creature maestose! Vengono da ogni parte dell’India e del Nepal. Tuttavia sembrano agitati, forse a motivo della folla e della presenza di tanti loro simili.

Qui incontriamo Harihar Prasad, un elefante maschio di 25 anni che barrisce a tutto spiano. Il suo proprietario, Gangabux Singh, l’ha appena venduto per 70.000 rupie. È un prezzo molto basso, visto che attualmente il prezzo di mercato di un buon elefante è di 130.000 rupie, ma Harihar ha un carattere un po’ difficile.

Harihar ha camminato 22 giorni per arrivare alla fiera, e ora il suo proprietario è triste all’idea di separarsi da lui. Ma gli affari sono affari, e non c’è posto per i sentimenti. Ci siamo chiesti se anche a Harihar dispiace lasciare il suo vecchio mahout (addestratore). Quando il nuovo mahout ha provato a dirigerlo, Harihar ha spezzato le funi che lo legavano, ragion per cui ora è in catene.

Per rabbonirlo e per far sì che il cambiamento di proprietario avvenga senza difficoltà, il suo mahout precedente lo accompagnerà alla nuova dimora. Lì entrambi gli addestratori collaboreranno finché quello nuovo non si abituerà a Harihar e al suo carattere. Sentiamo dire che il nuovo proprietario di Harihar non intende tenerlo a lungo, per cui può darsi che il prossimo anno lo riporti a Sonepur per rivenderlo.

Chissà, forse Harihar verrà acquistato da qualche abitante del Rajasthan che lo userà in un tempio in qualche luogo remoto. In tal caso verrà bardato di tutto punto e usato per trainare il carro di un tempio. O forse finirà a trasportare tronchi nelle remote giungle delle isole Andamane e Nicobare, al largo nel Golfo del Bengala.

Una fiera con una lunga tradizione

Anche se sembra che nessuno sappia con certezza quando o come ebbe inizio la fiera del bestiame a Sonepur, pare che essa abbia assunto importanza durante il regno di ‘Ālamgīr, imperatore della dinastia Moghūl (1658-1707). Rajeshwar Prasad Singh, un proprietario terriero locale, dice che la sua famiglia affitta il terreno su cui si svolge il mercato dei cavalli sin dal 1887. Nel XIX secolo, all’epoca del dominio britannico in India, i coltivatori di indigofera cominciarono a radunarsi qui in occasione della fiera per giocare a polo, disputare corse di cavalli e darsi alle danze.

Un tempo, i maragià che venivano alla fiera con grandi entourage e alloggiavano in tende speciali davano ulteriore lustro alla manifestazione. Ad ogni modo, finché ci sarà richiesta di animali, la fiera di Sonepur si continuerà a tenere. Siamo contenti di aver dedicato un po’ di tempo a visitare questa fiera così inconsueta, dove animali di ogni specie costituiscono l’attrazione principale.

[Nota in calce]

a Una rupia equivale a poco più di 60 lire italiane.

[Immagine a pagina 23]

Un cavallo adornato viene esibito al pubblico

[Immagine a pagina 24]

Harihar Prasad dopo essere stato venduto

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