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  • g94 22/12 pp. 18-20
  • La Chiesa Cattolica in Africa

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  • La Chiesa Cattolica in Africa
  • Svegliatevi! 1994
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  • I conflitti tribali
  • La posta in gioco è la sopravvivenza
  • La Chiesa e l’“inculturazione”
  • Cosa dovreste fare?
  • Perché i vescovi cattolici si sono dovuti riunire?
    Svegliatevi! 1986
  • La Chiesa farà ciò che il papa ha detto?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1980
  • Il Sinodo dei vescovi — Quali sono stati i suoi risultati?
    Svegliatevi! 1972
  • Esiste una sola Chiesa Cattolica?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
Altro
Svegliatevi! 1994
g94 22/12 pp. 18-20

La Chiesa Cattolica in Africa

DAL CORRISPONDENTE DI SVEGLIATEVI! IN ITALIA

LA CHIESA CATTOLICA ha in Africa decine di milioni di fedeli, e non pochi problemi. Più di 300 prelati si sono riuniti quest’anno in Vaticano per discutere alcuni di questi problemi nel corso di un sinodo speciale durato un mese.

All’apertura del sinodo, secondo quanto riferisce L’Osservatore Romano, il papa ha detto: “Oggi per la prima volta si svolge un Sinodo della Chiesa africana che interessa l’intero continente . . . Tutta l’Africa è presente oggi nella Basilica di San Pietro. Con un profondo fremito del cuore il Vescovo di Roma saluta l’Africa”.

I conflitti tribali

Come molti sanno, i problemi della Chiesa Cattolica sono particolarmente gravi nei paesi africani del Burundi e del Ruanda, prevalentemente cattolici. I conflitti tribali che esistono in questi paesi hanno fatto notizia in tutto il mondo questa primavera, quando centinaia di migliaia di persone sono state massacrate dai propri vicini. Un testimone oculare ha riferito: “Abbiamo visto gente ammazzata da donne che portavano bambini piccoli sulla schiena. Abbiamo visto bambini ammazzare altri bambini”.

Il National Catholic Reporter ha parlato dell’angustia che questo crea alla gerarchia cattolica. Ha detto che il papa “ha provato ‘immenso dolore’ per le recenti notizie di guerra nella piccola nazione africana [del Burundi], la cui popolazione è prevalentemente cattolica”.

I massacri in Ruanda hanno danneggiato la leadership cattolica ancora di più. “Il papa condanna il genocidio in una nazione per il 70 per cento cattolica”, titolava lo stesso quotidiano. L’articolo spiegava: “I combattimenti nel paese africano rappresentano ‘un vero e proprio genocidio, di cui purtroppo sono responsabili anche dei cattolici’, ha detto il papa”.

Visto che le atrocità in Ruanda sono proseguite mentre a Roma era in corso lo storico sinodo cattolico, l’attenzione dei vescovi era ovviamente puntata sulla situazione in Ruanda. Il National Catholic Reporter osservava: “Il conflitto in Ruanda rivela una realtà allarmante: la fede cristiana in Africa non ha messo radici abbastanza profonde da vincere il tribalismo”.

Notando la preoccupazione dei vescovi al sinodo, il National Catholic Reporter aggiungeva: “Questo tema [il tribalismo] è stato affrontato da Albert Kanene Obiefuna, vescovo di Awka (Nigeria), nel suo intervento al sinodo”. Nel suo discorso Obiefuna ha spiegato: “L’africano medio vive la sua vita di famiglia e anche la sua vita cristiana nel contesto della sua vita tribale”.

Quindi, senza dubbio pensando al Ruanda, Obiefuna ha aggiunto: “Una simile mentalità è talmente diffusa che un proverbio recita che al dunque, ciò che conta non è il concetto cristiano della Chiesa come famiglia, bensì il vecchio detto ‘Il sangue è più spesso dell’acqua’. E per acqua presumiamo si possa intendere anche quella del battesimo che ci fa nascere nella famiglia della Chiesa. Una relazione di sangue è quella che conta di più persino per l’africano divenuto cristiano”.

Perciò il vescovo ha ammesso che in Africa la fede cattolica non è riuscita a creare una fratellanza cristiana in cui i fedeli si amino davvero l’un l’altro come insegnò Gesù Cristo. (Giovanni 13:35) Piuttosto, per i cattolici africani “una relazione di sangue è quella che conta di più”. Questo li ha spinti a mettere gli odi tribali al di sopra di ogni altra considerazione. Come ha ammesso il papa, i cattolici in Africa devono rispondere di alcune delle peggiori atrocità commesse negli ultimi tempi.

La posta in gioco è la sopravvivenza

I vescovi africani radunati nel sinodo hanno espresso timori per la sopravvivenza del cattolicesimo in Africa. “Se vogliamo che la Chiesa continui ad esistere nel mio Paese”, ha detto Bonifatius Haushiku, un vescovo namibiano, “dovremo considerare molto seriamente la questione dell’inculturazione”.

Sullo stesso tono, l’agenzia di stampa cattolica Adista ha detto: “Parlare di ‘inculturazione’ del Vangelo in Africa vuol dire parlare del destino stesso della Chiesa cattolica nel continente, della sua possibilità o meno di esistere”. — 30 aprile 1994.

Cosa intendono i vescovi col termine “inculturazione”?

La Chiesa e l’“inculturazione”

“Il termine che da tempo si usa per descrivere la stessa realtà”, dice John Mary Waliggo, “è adattamento”. Più semplicemente, con “inculturazione” si intende l’assimilazione di tradizioni e concetti delle religioni tribali nelle cerimonie e nel culto cattolico, dando un nuovo nome e un nuovo significato a riti, oggetti, gesti e luoghi antichissimi.

L’inculturazione permette agli africani di essere considerati buoni cattolici pur conservando pratiche, cerimonie e credenze delle loro religioni tribali. Cosa c’è di male in questo? Il quotidiano La Repubblica (7 maggio 1994), ad esempio, chiedeva: “Forse che in Europa il Natale non è stato ancorato alla festa del Sole invitto, che cadeva il 25 dicembre?”

In effetti, come ha osservato il cardinale Josef Tomko, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, “la Chiesa missionaria ha praticato . . . l’opera dell’inculturazione molto prima che il termine entrasse in uso”. La festa del Natale ne è un valido esempio, come ha osservato La Repubblica. In origine era una festa pagana. “La data del 25 dicembre non corrisponde alla nascita di Cristo”, riconosce la New Catholic Encyclopedia, “ma alla festa del Natalis solis invicti, la festa romana del sole al solstizio”.

Il Natale è solo una delle tante usanze della Chiesa ancorate al paganesimo. Lo stesso si può dire di dottrine come la Trinità, l’immortalità dell’anima e il tormento eterno delle anime umane dopo la morte. Nel secolo scorso il cardinale John Henry Newman scrisse che “i capi della Chiesa fin dagli inizi si mostrarono disposti, qualora se ne offrisse l’occasione, ad adottare o ad imitare o a sanzionare . . . riti e pratiche vigenti presso il volgo”. Dopo aver menzionato molte pratiche e feste religiose, disse che erano “tutte derivazioni da usi pagani, santificati perché vennero adottati nella vita della Chiesa”.a

Quando i cattolici entrano in zone non cristiane, come in alcune regioni dell’Africa, spesso trovano che la gente ha già usanze e credenze religiose simili a quelle della Chiesa. Questo perché nei secoli passati la Chiesa ha adottato usanze e credenze di popoli pagani introducendole nel cattolicesimo. Secondo il cardinale Newman, tali usanze e credenze furono ‘santificate perché vennero adottate nella vita della Chiesa’.

Per questo motivo papa Giovanni Paolo II, quando l’anno scorso visitò alcune popolazioni non cristiane in Africa, secondo L’Osservatore Romano disse: “Ho assistito a Cotonou [nella nazione africana del Benin] a questo incontro con gli animisti e si vedeva come sono indirizzati, già hanno in qualche modo iscritta nella loro mentalità, nei loro riti, nei loro simboli, la disposizione a ricevere quello che la Chiesa vuole portare. Aspettano solamente il momento in cui viene uno e dà loro la mano per passare la soglia e vivere dopo il Battesimo quello che in qualche senso intenzionalmente già sono aperti a vivere prima del Battesimo”. — 10 febbraio 1993.

Cosa dovreste fare?

Il fatto che la Chiesa non abbia saputo insegnare il vero e genuino cristianesimo ai popoli africani ha avuto conseguenze disastrose. Il tribalismo è sopravvissuto, come altrove è sopravvissuto il nazionalismo, con il risultato che i cattolici si sono massacrati tra di loro. Che disonore per Cristo! La Bibbia dice che questo illegale uccidersi a vicenda è ciò che contraddistingue i “figli del Diavolo”, e di costoro Gesù dice: “Andatevene via da me, operatori d’illegalità”. — 1 Giovanni 3:10-12; Matteo 7:23.

Cosa devono dunque fare i cattolici sinceri? La Bibbia esorta i cristiani a stare attenti a non scendere a compromessi con nessuna usanza o credenza che renderebbe la loro adorazione impura agli occhi di Dio. “Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli”, dice la Bibbia. Per avere il favore di Dio dovete ‘separarvi e cessare di toccare qualsiasi cosa Dio consideri impura’. — 2 Corinti 6:14-17.

[Nota in calce]

a Lo sviluppo della dottrina cristiana, trad. di A. Prandi, Il Mulino, Bologna, 1967, pagine 392, 394.

[Testo in evidenza a pagina 20]

‘La guerra in Ruanda è un vero e proprio genocidio, di cui sono responsabili anche dei cattolici’, ha detto il papa

[Fonte dell’immagine a pagina 18]

Foto: Jerden Bouman/Sipa Press

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