Seminati a scuola i semi della verità

INVITATO COME ORATORE

● Un giovane testimone di Geova della California narrò recentemente un’esperienza avuta a scuola. Un giorno incontrò il suo ex insegnante di Problemi Americani. “Poiché parte del corso era dedicata alla considerazione delle varie religioni della comunità, egli mi chiese se avessi voluto parlare come oratore dei testimoni di Geova nelle sue classi. Avrei avuto a disposizione un’ora di tempo, che avrei impiegato parlando per trenta minuti dell’opera dei testimoni di Geova, dopo di che vi sarebbero state domande e risposte. Dopo il discorso, l’insegnante mi disse che un altro insegnante desiderava ch’io parlassi anche alla sua classe. Poiché non venne a dirmi nulla, io andai da lui e mi presentai quale oratore dei testimoni di Geova. Fu molto entusiasta della mia offerta e prendemmo appuntamento. In ogni classe fu la stessa cosa, un discorso di trenta minuti e un animato periodo di domande”.

IL CANCELLO CHIUSO

● Una testimone di Geova del Texas scrive questa esperienza ch’ella ebbe quando era una ragazzina che frequentava le scuole: “Abitavamo in una fattoria in mezzo ai boschi, e siccome mio padre non voleva che nessuno venisse a casa nostra, teneva il cancello chiuso a chiave. Ma quel cancello chiuso non tenne fuori la verità! Alle scuole elementari v’erano diversi fanciulli Testimoni che nei giorni della guerra presero un’ammirevole determinazione riguardo alla vera adorazione; erano sempre tanto gentili. La loro condotta si differenziava da quella di tutti gli altri. E ancora oggi ringrazio Geova perché diedero testimonianza ai loro compagni.

“Un giorno una bambina di dieci anni mi parlò della speranza di vivere per sempre sulla terra; le sue parole avevano il suono della verità. Tutto ciò mi fece impressione, e quando infine ebbi quindici anni e mia sorella tredici, decidemmo entrambe nel medesimo tempo che doveva trattarsi della verità e dicemmo: ‘Diventiamo testimoni di Geova’. Così cominciammo a studiare, ma papà era furioso!

“Poiché non ci mandò alle scuole superiori, non potemmo vedere quei fanciulli Testimoni, e non ci permise di andare a casa loro; ma essi ci scrissero molte lettere, aiutandoci. Facemmo l’abbonamento a La Torre di Guardia e a Svegliatevi! e ordinammo molti libri della Società. Poiché papà ci proibì di andare alle adunanze e in servizio, tenemmo regolarmente le adunanze a casa, tra noi due soltanto, accumulando così una basilare conoscenza. E davamo testimonianza occasionalmente, in principal modo per posta.

“Papà intendeva mandarci entrambe a una scuola commerciale, quando avessi compiuto i diciotto anni; quindi, con la speranza di andarcene infine da casa e frequentare le adunanze, ci rassegnammo ad aspettare per tre anni che venisse la buona occasione. Papà impiegò molte ore, molti giorni, nel tentativo di convincerci ad abbandonare la condotta che avevamo scelta, ma tutto inutile. Quando partimmo da casa per andare alla scuola commerciale, trovammo una Sala del Regno, cominciammo a frequentare le adunanze e ad andare in servizio. Presto fummo battezzate. Ad ogni passo avanti che facevamo, papà faceva un tentativo più energico per fermarci. L’ultima volta circa che tentò di convincerci a cedere fu quando lasciai un impiego rimunerativo, trovai un’occupazione saltuaria e cominciai a fare la pioniera. Ora, dopo 18 anni, siamo grate che quei fanciulli ci dessero testimonianza a scuola, e che la verità ci pervenisse al di là di quel cancello chiuso!”