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  • Il sentiero dei giusti risplende sempre più

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  • Il sentiero dei giusti risplende sempre più
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
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  • Il riscatto e il nome di Geova
  • Condotta e predicazione
  • Sottomissione alle “autorità superiori”
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
w82 1/6 pp. 26-31

Il sentiero dei giusti risplende sempre più

“Quando chi governa il genere umano è giusto, . . . allora è come la luce del mattino, quando rifulge il sole” — II Samuele 23:3, 4.

1. Cosa ci si aspetta in base a II Samuele 23:3, 4, e si è questo realizzato?

LA LUCE sul sentiero dei servitori di Geova ha continuato ad aumentare dai primi tempi sino ad ora. È stato così in particolare dal notevole anno 1914, allorché, come mostrarono gli sviluppi qui sulla terra, ‘il regno del mondo divenne il regno del nostro Signore Geova e del suo Cristo’. (Rivelazione 11:15) La luce della Parola di Dio ha rifulso come la luce del sole in un “mattino senza nubi” per illuminare ancor più chiaramente il sentiero dei servitori di Geova. — II Samuele 23:3, 4.

2. Come possiamo considerare il fatto che di tanto in tanto certi punti di vista sono soggetti ad aggiustamenti?

2 A qualcuno, però, potrebbe sembrare che quel sentiero non abbia sempre seguito un percorso rettilineo. A volte spiegazioni date dalla visibile organizzazione di Geova hanno rivelato aggiustamenti, con un apparente ritorno a precedenti punti di vista. Ma in effetti non è stato così. Si potrebbe fare un paragone con una tecnica che in gergo nautico è chiamata “bordeggio”. Manovrando le vele, i marinai possono mandare la barca da destra a sinistra, avanti e indietro, ma sempre procedendo verso la meta nonostante i venti contrari. La meta verso cui si dirigono i servitori di Geova sono i “nuovi cieli e nuova terra” promessi da Dio. — II Pietro 3:13.

3. Che prova abbiamo che Geova continua a benedire i suoi testimoni?

3 Non c’è dubbio che Geova Dio continui a benedire l’attività mondiale dei suoi testimoni, diretta dallo “schiavo fedele e discreto”. Lo si vede dai frutti. Come ricorderete, Gesù disse: “Ogni albero buono produce frutti eccellenti”. E questi giusti frutti si vedono oggi a livello internazionale soltanto in un popolo: l’unita società mondiale dei testimoni di Geova. — Matteo 7:17.

4, 5. Oltre alla sua ispirata Parola, quale altro strumento ha usato Geova Dio per guidare il suo popolo?

4 Indipendentemente dal luogo in cui viviamo, la Parola di Dio continua a essere una luce sul nostro sentiero e una lampada al nostro cammino per quanto riguarda la nostra condotta e le nostre credenze. (Salmo 119:105) Ma Geova Dio ha anche provveduto la sua organizzazione visibile, il suo “schiavo fedele e discreto”, formato da persone unte con lo spirito, per aiutare i cristiani in tutte le nazioni a capire e ad applicare nel giusto modo la Bibbia nella loro vita. A meno che non si sia in contatto con questo canale di comunicazione che Dio usa, non si farà progresso nella via della vita, non importa quanto si legga la Bibbia. — Confronta Atti 8:30-40.

5 Riguardo al canale di comunicazione che Dio usa, Gesù disse che lo “schiavo fedele e discreto” avrebbe provveduto nutrimento spirituale a tempo debito a tutti i suoi seguaci, e che egli avrebbe posto questo “schiavo” su tutti i suoi averi. (Matteo 24:45-47) È anche degno di nota che l’apostolo Paolo, in Efesini 4:11-16, indicò che la congregazione cristiana non aveva bisogno solo di strumenti ispirati come gli apostoli e i profeti, ma anche di evangelizzatori, pastori e maestri, per aiutare i cristiani a pervenire all’unità della fede e all’accurata conoscenza del Figlio di Dio, e per raggiungere la piena maturità spirituale. — Vedi anche I Corinti 1:10; Filippesi 1:9-11.

6. Quali fattori hanno a volte reso necessario riconsiderare certi punti di vista?

6 Questo “schiavo fedele e discreto”, che è da mettersi in relazione con i testimoni di Geova, è stato veramente usato da Geova Dio per guidare, rafforzare e dirigere il suo popolo. È vero che, a motivo del fatto che la luce risplende in modo progressivo e a causa di errori dovuti all’imperfezione e alle debolezze umane, questi cristiani hanno dovuto a volte riconsiderare punti di vista e insegnamenti. Ma il risultato non è stato forse un benefico raffinamento? Consideriamo alcuni esempi.

Il riscatto e il nome di Geova

7. Perché e in base a che cosa gli Studenti Biblici diedero tanto risalto alla dottrina del riscatto?

7 Nel 1878 Charles Taze Russell, che in seguito divenne il primo presidente della Watch Tower Society, troncò i suoi rapporti con N. H. Barbour, coeditore dell’Araldo del Mattino, per una divergenza sulla questione del riscatto. Barbour aveva rinnegato la sua fede nel potere del sacrificio di Gesù di togliere i peccati. In seguito, per anni, gli Studenti Biblici, come allora si chiamavano i testimoni di Geova, considerarono il riscatto come il principale insegnamento della Bibbia. E non c’è dubbio che la Parola di Dio dia risalto alla salvezza mediante la fede nel riscatto di Cristo. (Giovanni 3:16; Atti 4:12; Ebrei 5:9; Rivelazione 7:10) Il sacrificio di riscatto di Gesù era stato profeticamente prefigurato dall’offerta di Isacco da parte di Abraamo e dai sacrifici compiuti sotto la legge mosaica. Era stato anche predetto dai profeti. Perciò gli Studenti Biblici davano grande risalto a ciò che Gesù Cristo aveva fatto per l’umanità. — Luca 24:25-27, 44.

8. (a) Quale cosa ancora più importante fu quindi compresa? (b) A cosa portò questo, ma quale aggiustamento è stato successivamente fatto?

8 Tuttavia la Bibbia mostra che c’è qualcosa di molto più importante della nostra salvezza personale. È la grande contesa relativa alla sovranità universale di Geova, che fu sfidata da Satana al tempo della ribellione in Eden. (Genesi 3:15; I Corinti 15:24, 25; Rivelazione 11:15; 12:10) Essa esige la rivendicazione del nome di Geova. In effetti il tema dell’intera Bibbia, da Genesi a Rivelazione, è il regno messianico, mediante il quale quel Nome glorioso sarà rivendicato ed esaltato per sempre! Nella Bibbia ricorre circa 75 volte la dichiarazione di Dio stesso: “Dovranno conoscere che io sono Geova”.a I suoi testimoni col tempo capirono che le creature potevano supplicare Geova Dio in base al fatto che vi era implicato il suo nome e che “chiunque invoca il nome di Geova sarà salvato”. (Romani 10:13; Gioele 2:32; Sofonia 3:9) Quindi per alcuni anni il nome di Geova e la sua rivendicazione furono resi così preminenti che i critici dei Testimoni li accusarono di non credere in Gesù Cristo. Ma, al massimo, si trattava solo di un eccesso di enfasi. Come ben sanno quelli che negli ultimi decenni hanno letto regolarmente La Torre di Guardia, i cristiani testimoni di Geova danno senz’altro il giusto merito al ruolo di Gesù nell’adempimento dei propositi di Dio. La profetica Parola di Geova addita Gesù quale ‘principale Agente di salvezza’ provveduto da Dio. — Ebrei 2:10; 12:2; Rivelazione 19:10.

9. Quale principio relativo al progresso scientifico sembra potersi applicare in questi casi?

9 Si potrebbe dire che questi aggiustamenti seguano un principio che spesso è risultato valido nel progresso della verità scientifica. In breve funzionerebbe così: dapprima viene presentato un argomento che è sottoposto a discussione. Sembra avere grandi possibilità di chiarire molte cose o nel campo delle applicazioni pratiche. Ma poi col tempo si nota che ha certi difetti o lacune. Allora si tende ad adottare un argomento diametralmente opposto. In seguito si riscontra che nemmeno quella posizione rappresenta l’intera verità, e allora si giunge a una combinazione dei punti validi di entrambe le posizioni. Questo principio si è più volte applicato in relazione all’adempimento di Proverbi 4:18.b

Condotta e predicazione

10, 11. In tempi diversi, a quali due posizioni fu dato risalto, ma quale fu il risultato finale?

10 Consideriamo un altro esempio di intendimento progressivo. Per una quarantina d’anni gli Studenti Biblici diedero molto risalto all’importanza di coltivare un’eccellente personalità cristiana, cosa che chiamavano “sviluppo del carattere”. Il motivo per cui vi si dava così tanto risalto era che nella cristianità ciò era stato trascurato. È vero che i cristiani dovevano anche dare testimonianza parlando ad altri dei propositi di Dio, ma questo occupava un posto più o meno secondario. In seguito, quando il popolo di Dio si rese conto dell’importanza del nome di Geova e del fatto che dovevano essere testimoni del suo nome e del suo regno, si diede risalto a questo, col risultato che si prestò meno attenzione allo sviluppo di una personalità cristiana. Si sosteneva che Gesù era venuto soprattutto per dare testimonianza, e che ciò che veramente contava era la predicazione. Si rese necessario trovare un equilibrio fra le due posizioni. — Romani 10:10; Galati 5:22, 23.

11 A suo tempo si trovò il giusto equilibrio: i cristiani devono sia coltivare i frutti dello spirito di Dio, sia dare intrepidamente e fedelmente testimonianza riguardo a Geova. Entrambe queste esigenze sono importanti. Non possiamo trascurarne una con la scusa che facciamo l’altra. L’apostolo Paolo disse: “Guai a me se non dichiarassi la buona notizia!” Ma disse anche: “Tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. — I Corinti 9:16, 27.

Sottomissione alle “autorità superiori”

12, 13. (a) All’inizio chi si comprendeva che fossero le “autorità superiori” di Romani 13:1? (b) A quale estremo opposto si giunse, ma con quale evidente beneficio?

12 Un altro esempio di “navigazione” verso il corretto punto di vista è quello che ha portato a un giusto intendimento di Romani 13:1-7. I primi Studenti Biblici comprendevano correttamente che le “autorità superiori” erano i governanti di questo mondo. Secondo quell’intendimento pensavano che se un cristiano veniva richiamato in tempo di guerra poteva servire nell’esercito, indossare la divisa e andare in battaglia. Ma si diceva che, qualora si fosse trovato a dover effettivamente uccidere un altro uomo, avrebbe dovuto sparare in aria.

13 Era comunque abbastanza chiaro che l’apostolo Paolo non poteva aver raccomandato un simile modo d’agire. Ci si chiese allora se le “autorità superiori” non potessero riferirsi a Geova Dio e a Gesù Cristo. Per un certo tempo i servitori di Dio seguirono questo punto di vista. E durante i turbolenti anni della seconda guerra mondiale questo come minimo li rafforzò affinché ‘ubbidissero a Dio quale governante anziché agli uomini’, ed essi diedero in tutta la terra una meravigliosa testimonianza di intrepida neutralità cristiana. (Atti 5:28, 29) Non è mai stato minimamente messo in dubbio che i cristiani devono essere innanzi tutto leali al Sovrano Signore Geova e al suo re messianico Gesù Cristo. Ma significa questo che essi siano le “autorità superiori” a cui si devono rendere ‘la tassa, il tributo e l’onore’? — Romani 13:7.

14. Come fu infine vista nella giusta luce la questione della sottomissione alle autorità governative del mondo?

14 Felicemente, nel 1962 Geova aiutò il suo popolo a capire il principio della sottomissione relativa. Si comprese che i dedicati cristiani devono ubbidire ai governanti di questo mondo quali “autorità superiori”, riconoscendo lietamente che essi fungono da ‘ministri [o servitori] di Dio’ per il loro bene. (Romani 13:4) Ma cosa si deve fare nel caso queste “autorità” chiedano loro di violare le leggi di Dio? Fino a quel punto i cristiani hanno ubbidito al comando di Romani 13:1, che dice: “Ogni anima sia sottoposta alle autorità superiori”. Ma che ci sia un limite è indicato dalle parole di Gesù riportate in Matteo 22:21: “Rendete dunque a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio”. Perciò ogni volta che “Cesare” chiede ai cristiani di fare qualcosa che contrasta con la volontà di Dio, essi devono mettere la legge di Geova al di sopra di quella di “Cesare”. Questo è il contrario di quanto avviene generalmente nella cristianità. Molti cosiddetti cristiani si fanno pochi scrupoli di violare la legge di Dio quando lo comanda “Cesare”. Un patriota addirittura disse: “Paese nostro! . . . possa esso essere sempre nel giusto; ma [è] il nostro paese, nella ragione o nel torto”. Ma i cristiani testimoni di Geova non la pensano così. Quando viene comandato loro di andare contro la volontà di Dio, fanno eco alle parole degli apostoli di Gesù, dicendo: “Dobbiamo ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”. — Atti 5:29.

Chi è ministro?

15, 16. (a) Quale fu per molto tempo l’intendimento circa l’identità dei ministri di Dio? (b) Quale aggiustamento fu fatto, e perché? (c) Quali lacune presentava però questo aggiustamento?

15 Per citare ancora un altro esempio di intendimento progressivo, c’è la questione se tutti i cristiani sinceramente dedicati, a prescindere da età o sesso, siano ministri. Per molti anni i testimoni di Geova sostennero che tutti quelli che si pentivano, si convertivano, esercitavano fede in Dio e in Cristo, si dedicavano a Geova per fare la sua volontà rivelata da Cristo e si battezzavano erano effettivamente ministri. Ma poi alcuni sollevarono delle obiezioni. Spesso le autorità governative non comprendevano questa posizione. Si disse anche che in molte lingue non esisteva un termine equivalente a “ministro”, e che quindi, in quelle lingue in cui il termine esisteva, non si doveva usarlo in senso religioso. Si sostenne anche che difficilmente il battesimo poteva sembrare un’idonea cerimonia di ordinazione. Ma queste ragioni erano sufficientemente valide per restringere l’applicazione del termine “ministro” solo a quelli nominati in qualche incarico nella congregazione, come anziani e “diaconi” o servitori di ministero?

16 Di solito la legge del paese riconosce a ciascuna organizzazione religiosa il diritto di determinare chi accettare come proprio ministro. Se altri non comprendono la loro posizione o non la condividono, questo non ha alcuna importanza. Né importa che in molte lingue non esista un termine equivalente a “ministro”. Questo non dovrebbe impedire a coloro nella cui lingua questo termine esiste — italiano, inglese, spagnolo e altre — di usarlo se serve a uno scopo valido.

17, 18. In realtà, chi può chiamarsi “ministro”, e come dovrebbe considerare il proprio “ministero”?

17 Il termine “ministro” è utile perché si riferisce a un particolare tipo di “servitore”, uno che ha un nobile e speciale incarico di servizio. Chiunque, indipendentemente da età o sesso, sia in grado di dimostrare che ha un chiaro intendimento della volontà e dei propositi di Dio per il genere umano, che ha messo la propria vita in armonia con i princìpi biblici e che ha anche fatto una dedicazione e si è battezzato in osservanza del comando di Gesù riportato in Matteo 28:19, 20, è un vero ministro di Dio. Anzi, si può dire che tale persona è più qualificata come portavoce di Dio di quelli che hanno frequentato i seminari teologici, ma che non comprendono i propositi di Dio e che forse non hanno conformato la loro vita alle giuste esigenze di Dio. Coloro che servono veramente Dio possono dire come l’apostolo Paolo: “Io glorifico il mio ministero”. — Romani 11:13.

18 Va precisato che il termine “ministro” non è un titolo ma una descrizione. (Confronta Matteo 20:28). Non basta fare i passi che rendono idonei per essere battezzati come servitori di Geova Dio. Bisogna fare del proprio ministero, del proprio “sacro servizio” a Geova Dio, lo scopo principale della propria vita. Altrimenti, non importa quanto tempo uno possa dedicare al ministero a causa di circostanze indipendenti dalla sua volontà, egli non potrebbe giustamente definirsi ministro di Dio o essere considerato tale dagli altri. — Romani 12:1; II Timoteo 4:5.

19. (a) Che cosa hanno rappresentato questi sviluppi nell’intendimento, ma come sono stati benedetti i leali? (b) Qual è la disposizione di Geova per dispensare il cibo spirituale, e perché dovremmo sempre riconoscerla?

19 Certo, questi sviluppi dell’intendimento, paragonabili in un certo senso alla tecnica nautica del “bordeggio”, hanno spesso messo alla prova la lealtà di quelli associati allo “schiavo fedele e discreto”. Tuttavia si continua sempre a fare progresso verso una migliore comprensione della “buona notizia” e di tutto ciò che comporta. Quelli che sono rimasti vicini all’organizzazione di Dio hanno riscontrato che domande e punti difficili a capirsi si sono sempre chiariti col passar del tempo. E mentre la luce risplende sempre più chiaramente, com’è incoraggiante e soddisfacente percorrere questo cammino! Quando alcuni discepoli inciamparono per un certo insegnamento di Gesù, Pietro disse: “Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna”. (Giovanni 6:68) Il Signore Gesù Cristo ha ancora queste “parole”, e le dispensa tramite l’unica organizzazione che egli usa oggi sulla terra, lo “schiavo fedele e discreto”. Questa è come l’“albero buono” riguardo al quale Gesù disse che avrebbe portato “frutti eccellenti”. All’infuori di essa, l’unica alternativa è quella di unirsi alla politica “bestia selvaggia” di Satana e a “Babilonia la Grande”, l’impero mondiale della falsa religione. (Rivelazione 13:1; 17:5) Nessun cristiano dedicato vorrebbe ritornarci! — II Pietro 2:22; Giovanni 14:6.

20. (a) Perché ora possiamo avere più fiducia che mai per quanto riguarda ‘la luce che risplende’? (b) Quale felice futuro attende tutti quelli che scelgono il sentiero della crescente luce?

20 Veramente “la luce stessa ha brillato per il giusto”. (Salmo 97:11) Proverbi 4:18 si sta adempiendo, perché “il sentiero dei giusti è come la fulgida luce che risplende sempre più”. Se a volte ci sono certi aggiustamenti, ne deriva invariabilmente un miglioramento. Il raffinamento non è stato vano. Con Cristo che ora regna, l’intendimento di cui gode il popolo di Geova “è come la luce del mattino, quando rifulge il sole”. (II Samuele 23:3, 4; Matteo 25:31) Che privilegio servire lealmente insieme all’organizzazione dello “schiavo fedele e discreto”, il visibile strumento di comunicazione di Geova! Quelli che fanno questa scelta sono saggi, perché il loro sentiero conduce alla preziosa meta della vita eterna nel nuovo ordine di Geova. — Isaia 65:17, 18; 66:22.

[Note in calce]

a Circa 60 volte nel solo libro di Ezechiele; anche in Esodo 6:7; Deuteronomio 29:6; Isaia 49:23; Gioele 3:17, e altri.

b Il suddetto principio è stato così definito: tesi (proposizione), antìtesi (proposizione opposta) e sintesi (una conciliazione o combinazione delle due).

[Riquadro a pagina 31]

Tramite lo studio e l’esperienza, ora i servitori di Geova comprendono nel giusto equilibrio che:

La rivendicazione del nome di Geova è più importante della salvezza delle creature.

Mostrare zelo nell’opera di testimonianza e coltivare i frutti dello spirito sono due cose ugualmente importanti.

La sottomissione del cristiano alle autorità di questo mondo è relativa.

Essi hanno un onorevole incarico in qualità di ministri, veri rappresentanti di Geova, indipendentemente dal modo in cui li considerano gli altri.

[Diagramma/Immagine a pagina 27]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

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