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  • Ci sono davvero buone prospettive?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
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Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
w91 1/9 pp. 3-4

Ci sono davvero buone prospettive?

“Il muro [di Berlino] potrà divenire più poroso man mano che si moltiplicheranno i legami fra Est e Ovest. Ma ci vorranno anni, persino generazioni, prima che cada. Le due Germanie non torneranno mai ad essere unite”. Così scriveva un’importante rivista americana nel marzo del 1989.

Dopo neanche 250 giorni (dunque prima che passasse un solo anno, per non parlare di generazioni), il muro cominciò a crollare. Nel giro di poche settimane migliaia di suoi frammenti, ridotti a souvenir, decoravano le scrivanie di tutto il mondo.

LA CORTINA di ferro, ormai completamente arrugginita, alla fine era crollata, suscitando la speranza che la pace e la sicurezza mondiali fossero finalmente vicine. Nemmeno la Guerra del Golfo, nel Medio Oriente, ha fatto affievolire la speranza che l’antica rivalità tra Est e Ovest sia finita, e che un nuovo ordine mondiale sia vicino.

Una nuova dimensione

Sin dalla seconda guerra mondiale è stata evidente la volontà di unificare l’Europa. Nel 1951, alcune nazioni dell’Europa occidentale fondarono la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. Ad essa fece seguito nel 1957 il Mercato Comune Europeo. Nel 1987 i dodici paesi membri di questa comunità internazionale, che ora unisce 342 milioni di persone, stabilirono l’obiettivo di raggiungere la completa unità economica entro il 1992. Adesso persino la completa unità politica appare come una possibilità concreta. Che piacevole cambiamento rispetto alla sanguinosa storia dell’Europa del passato!

Ora, dopo i recenti sconvolgimenti politici, il 1992 sta assumendo un significato ancora più grande. È stata ventilata l’ipotesi che i paesi ex comunisti dell’Europa orientale possano anch’essi un giorno entrare a far parte dell’Europa unita.

C’è il sostegno divino?

Alcuni gruppi religiosi, contravvenendo al principio della neutralità cristiana, hanno reagito ai decenni in cui nell’Europa orientale la religione è stata soppressa impegnandosi attivamente nella politica. A questo proposito, il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung osserva che “il contributo dei cristiani nel determinare i cambiamenti nell’Est è innegabile”, e aggiunge che “la parte che hanno avuto non va certo sottovalutata”. Spiega inoltre: “In Polonia, ad esempio, la religione si alleò con la nazione, e la Chiesa divenne un’ostinata antagonista del partito al potere; nella RDT [l’ex Germania Orientale] la chiesa diede ampio spazio ai dissidenti e permise loro di usare le chiese per i loro fini organizzativi; in Cecoslovacchia, cristiani e democratici si incontrarono in prigione, cominciarono ad apprezzarsi a vicenda, e alla fine unirono le loro forze”. Persino in Romania, dove “le chiese si dimostrarono fedeli vassalli del regime di Ceauşescu”, fu il minacciato arresto dell’ecclesiastico Laszlo Tökes a far esplodere la rivoluzione.

Anche il Vaticano ebbe la sua parte. La rivista Time commentava nel dicembre del 1989: “Se la causa prossima della reazione di liberazione a catena che negli ultimi mesi ha investito l’Europa orientale va ricercata nella politica di non intervento di Gorbaciov, gran parte del merito a lungo termine va a Giovanni Paolo. . . . Durante tutti gli anni ’80 i suoi discorsi hanno continuato a ribadire il concetto di un’Europa unificata dall’Atlantico agli Urali e ispirata dalla fede cristiana”. Così, ad esempio, mentre era in visita in Cecoslovacchia nell’aprile del 1990, il papa espresse la speranza che la sua visita aprisse nuove porte tra Est e Ovest. Egli annunciò il progetto di un sinodo dei vescovi europei per disegnare una strategia che servisse a dar corpo alla sua visione di “un’Europa unita sulla base delle sue radici cristiane”.

Una Germania unita nel contesto di un’Europa unita non potrebbe forse essere un primo passo verso un’Europa completamente unita, e magari addirittura verso un mondo unito? Il fatto che le religioni vi siano coinvolte non indica forse che questo è ciò che la Bibbia promette? Ora che sia nell’Est che nell’Ovest ci sono ecclesiastici che operano all’interno delle strutture politiche per garantire pace e sicurezza, non possiamo forse aspettarci che queste divengano presto realtà? Vediamo.

[Cartina/Immagine a pagina 4]

La chiesa Nikolai [protestante] a Lipsia, un simbolo del cambiamento politico in Germania

Paesi membri del Mercato Comune Europeo

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