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  • Che cosa accade al cibo?
  • Svegliatevi! 1971
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Svegliatevi! 1971
g71 8/1 pp. 3-5

Che cosa accade al cibo?

QUANTO veleno volete mangiare? Indubbiamente tale suggerimento vi ripugnerà. Probabilmente pensate di non voler affatto mangiare veleno.

Tuttavia, che ve ne rendiate conto o no, gran parte del cibo in molti paesi, specialmente negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali, contiene ora piccole quantità di prodotti chimici che potrebbero uccidervi se ne mangiaste in grandi quantità. L’uso di questi prodotti chimici è aumentato specialmente dalla seconda guerra mondiale.

Potete pensare che, mentre tali prodotti chimici sono aggiunti ai cibi in scatola, almeno quando comprate frutta, ortaggi o carne fresca possiate evitarli. Ma quasi tutti questi prodotti, in un modo o nell’altro, sono stati trattati con prodotti chimici molto tempo prima che li compraste.

I prodotti chimici aggiunti ai cibi sono detti “additivi”. Oggi se ne usano letteralmente centinaia. Molti di questi additivi sono sintetici, sostanze chimiche fabbricate dall’uomo in laboratorio.

Quanto è oggi esteso l’uso di questi additivi? William Longgood, nel suo libro The Poisons in Your Food, commenta: “Praticamente ogni boccone di cibo che mangiate è stato trattato con qualche composto chimico in qualche momento della lavorazione: coloranti, sbiancanti, emulsionanti, antiossidanti, sostanze per conservare, aromi, sostanze per arricchire l’aroma, stabilizzanti, spray tossici, sostanze acidificanti e alcalinizzanti, deodoranti, sostanze umidificanti, agenti essiccanti, gas, opacizzanti, composti ispessitori, disinfettanti, sostanze per sfrondare, fungicidi, composti neutralizzanti, sostanze dolcificanti artificiali, agenti antiagglutinanti e antischiumogeni, disidratanti, composti per la salatura, sostanze idrolizzanti e idrogenanti, composti che fan maturare, sostanze integranti e molte altre”.

Recente pubblicità

Gli additivi sono stati recentemente oggetto di cronaca a causa della pubblicità fatta ai ciclammati. I ciclammati erano tra gli oltre 600 additivi alimentari “Generalmente riconosciuti innocui” (chiamati la lista GRAS) dall’Amministrazione statunitense per gli Alimenti e i Farmaci.

I ciclammati sono dolcificanti chimici prodotti dall’uomo che sostituivano lo zucchero per ragioni dietetiche o sanitarie. Erano usati in bevande analcoliche, gelati, condimenti per insalate, budini, gelatine e marmellate e anche nei sottaceti. Venivano impiegati praticamente in ogni alimento dietetico e anche nelle vitamine aromatizzate per bambini.

Comunque, gli esperimenti mostrarono che i ciclammati potevano causare il cancro nei topi e nei ratti, nonché la nascita di pulcini deformi. Questo era in contrasto con la legge americana secondo cui nessun additivo alimentare “sarà considerato innocuo se si riscontra che provoca il cancro quando sia ingerito da un uomo o da un animale”. — Emendamento Delaney circa la Legge sui Generi Alimentari, Farmaci e Cosmetici del 1958.

Pertanto, le bevande dietetiche contenenti ciclammati furono proibite, benché i cibi dietetici e le medicine che li contengono, se debitamente munite di etichetta, si potessero vendere senza ricetta. Parecchi altri paesi imitarono gli Stati Uniti e proibirono l’uso dei ciclammati.

Due lati

Questa pubblicità fatta ai dolcificanti artificiali spinse molti a mettere in questione l’uso di altri additivi. C’era rischio nell’aggiungere a tanti prodotti alimentari sostanze chimiche fabbricate dall’uomo? Alcuni esperti erano preoccupati per il fatto che troppi additivi non erano stati in realtà sufficientemente sperimentati per determinarne l’innocuità anche se erano già nella lista GRAS.

Alcuni dicono che questi prodotti chimici siano innocui nelle quantità usate, benché ammettano che in dosi assai più grandi possono essere nocivi, perfino uccidere. D’altra parte, alcuni sostengono che se un prodotto chimico è velenoso in grandi quantità, è sempre velenoso in piccole quantità: l’arsenico è arsenico, dicono, indipendentemente da quanto poco ne usiate. Sostengono pure che giacché pochi, se non nessuno, di questi additivi hanno valore nutritivo, perché correre il rischio di usarli?

Perché ci dev’essere dubbio sull’innocuità degli additivi alimentari? Perché mentre alcune di queste sostanze chimiche in grandi quantità hanno prodotto il cancro e altri effetti nocivi in esperimenti su animali come topi e ratti, non è certo che ciò accada negli uomini i quali ne consumano molto meno nell’alimentazione. E questi additivi non sono stati usati in misura così grande abbastanza a lungo per scoprire chi ha ragione.

Perché si usano gli additivi?

Se molti additivi chimici, specialmente quelli prodotti dall’uomo, non hanno valore alimentare, come si ammette, e a lungo andare possono anche essere pericolosi, perché vengono usati? Perché l’uomo ha deliberatamente aggiunto questi prodotti agli alimenti così essenziali per la sua salute?

Col sorgere delle grandi città divenne sempre più necessario non solo spedire i prodotti alimentari a grandi distanze ma conservarli in depositi e sugli scaffali per lunghi periodi di tempo. Si doveva fare qualche cosa per impedire che si deteriorassero. Per cui furono aggiunte sostanze chimiche per fermare lo sviluppo di organismi che normalmente fanno deteriorare il cibo.

Quindi cominciarono a richiedersi alimenti dietetici, specialmente cibi e bevande che non ingrassino. Questo significò, per esempio, che nelle bevande analcoliche lo zucchero non andava bene come dolcificante, perché aggiungeva calorie. Quindi si sostituirono allo zucchero sostanze chimiche dal sapore dolce.

Un’altra ragione dell’impiego degli additivi fu quando divennero comuni i cibi già cucinati, come i “pranzi della TV”. La massaia doveva semplicemente riscaldarli e servirli. Comunque, furono aggiunte sostanze chimiche per preservarli e migliorarne il sapore e l’aspetto fin quando il consumatore li comprava.

Il consumatore non è senza colpa. Troppe persone vogliono cose che siano piacevoli da vedere e da toccare e abbiano un buon sapore indipendentemente dal valore alimentare. Quindi i fabbricanti mettono nei cibi sostanze chimiche che producono questi effetti. Per esempio, un pezzo di pane bianco può avere bell’aspetto, apparire soffice e avere anche un buon sapore. Ma di solito è fatto con farina di grano sbiancata, dalla quale la maggior parte del nutrimento è stato eliminato con la lavorazione. Vi sono aggiunte sostanze chimiche per fargli avere un bell’aspetto, gradevole composizione, buon sapore e per conservarlo. Spesso vi sono aggiunte alcune vitamine sintetiche ed è venduto come pane “integrato”. Il consumatore compra volentieri simile prodotto, invece di rifiutarlo.

In relazione al pane, il sig. Longgood osserva: “La sorte riservata a un innocente chicco di grano si addice più agli annali del delitto che a un trattato sui cibi”. Egli dice: “La comune pagnotta di pane bianco commerciale venduta oggi è primariamente il prodotto dell’abilità chimica, dell’ingegnosa tecnologia meccanica e dell’astuzia pubblicitaria. È sottoposto a un bombardamento di sostanze chimiche, spogliato praticamente di ogni nutrimento, arricchito con alcune vitamine sintetiche, trattato con un emulsionante per mantenerlo soffice e . . . venduto al pubblico credulo come prodotto integrato. Il pane e la maggioranza degli altri articoli commerciali cotti al forno sono più strettamente affini alla provetta che alla natura”.

Se vivete nel mondo occidentale, anche la carne che comprate è stata probabilmente trattata con composti chimici. A molti animali sono somministrati ormoni sessuali da giovani e poi vengono alimentati con ormoni sintetici, antibiotici e altre sostanze chimiche perché raggiungano il massimo peso e per impedire alcune malattie. Inoltre, i loro corpi contengono insetticidi assimilati dal foraggio chimicamente irrorato oltre che chimicamente fertilizzato. Molti prodotti di carne, come la carne insaccata, sono ulteriormente trattati con composti chimici nei processi di salatura, aromatizzazione, colorazione e conservazione.

Di questi prodotti chimici quanti ne mangia la persona media? Si calcola che ne mangi circa 1.350 grammi all’anno. Ma qual è l’effetto di questi additivi chimici?

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