Berlino, dieci anni dopo
Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Germania
MENTRE l’aviogetto si inclinava per farci avere una veduta panoramica di una coreografia di luci, Karin appoggiò il viso contro il finestrino ed esclamò: “Eccola; ecco Berlino!”
Cominciammo a scendere, e Karin concentrò la sua attenzione su una singola fila di luminosi riflettori, che attraversavano serpeggiando la metropoli. “Quello dev’essere il muro!” Non faceva nessuno sforzo per nascondere la sua emozione.
L’aereo stava per atterrare all’Aeroporto Centrale Tempelhof, il solo aeroporto europeo situato al centro di una città. Ero eccitato anch’io. Questa era la mia prima visita a questa città divisa, città che compare nei titoli dei giornali da oltre venticinque anni. E Karin non vedeva l’ora di paragonare la Berlino d’oggi con quella che aveva conosciuto dieci anni fa.
Quattro settori, quattro aeroporti
“Non è affatto cambiata molto”, spiegò Karin, mentre giungevamo all’aeroporto, “e guarda! Lì è dove aspettammo che chiamassero i nostri nomi”. Dieci anni fa, Karin fu una del milione e mezzo di profughi che dalla Germania Orientale fuggirono a Berlino Ovest. La maggioranza di essi furono successivamente mandati nella Germania Occidentale man mano che si rendevano disponibili dei posti.
Il Tempelhof, l’aeroporto col maggior traffico di Berlino, consente il servizio di spola attraverso i tre corridoi aerei di trentadue chilometri: a nord-ovest per Amburgo, a ovest per Hannover e a sudovest per Francoforte.
L’Aeroporto Tegel, situato nel settore francese nella parte settentrionale della città, fu costruito in novantadue giorni durante il blocco di Berlino. È situato in un luogo usato in origine da Wernher von Braun per i primi esperimenti coi razzi. Attualmente in via di ingrandimento, il Tegel consente i collegamenti per i viaggi internazionali, nonché molti voli turistici, tutto compreso, che spediscono i Berlinesi nel sole del sud.
L’Aeroporto Gatow nel settore Inglese è usato esclusivamente per scopi militari. Nel settore russo, lo Schönefeld offre voli nell’Europa orientale e nei centri asiatici, in genere a prezzi inferiori a quelli delle aviolinee occidentali.
“Andiamo fuori a vedere il Monumento al Ponte Aereo”, suggerì Karin. È un enorme monumento in pietra davanti all’aeroporto. Fu eretto il 12 maggio 1959, in memoria delle settantotto persone che persero la vita durante il blocco di Berlino dal 24 giugno 1948 al 12 maggio 1949. In quegli undici mesi più di 200.000 voli permisero di consegnare oltre due milioni di tonnellate di prodotti alimentari, carbone e altre cose necessarie agli abitanti di Berlino Ovest. Il 300º giorno del blocco, ci furono non meno di 927 decolli e atterraggi.
Karin, che proveniva da una cittadina appena fuori di Berlino, rammentò: “A quel tempo non c’era molto da mangiare in nessun luogo, né dentro Berlino né fuori”. Che contrasto notammo ora sedendo al tavolino di un caffè sul marciapiede per fare uno spuntino serale, mentre progettavamo la visita alla città il giorno dopo!
Passato politico incomparabile
Il caldo sole del mattino ci diede il benvenuto sul famoso viale, Strasse des 17. Juni (Strada del 17 giugno). “Ricordo il 17 giugno 1953 come se fosse ieri”, ricordò Karin. “Eravamo andati con la scuola a fare una merenda quando nella Germania Orientale fu dichiarata la legge marziale in seguito alle rivolte in molte città, e specialmente proprio qui dove siamo fermi”. La strada ricevette un nuovo nome per commemorare quella dimostrazione dell’insoddisfazione del popolo.
In questa area detta Tiergarten (Parco degli animali), che somiglia a un parco, ci sono alcune attrazioni turistiche che descrivono i vari costumi politici indossati a Berlino nello scorso secolo. Pare siano cambiati così spesso come la moda stessa.
La Colonna della Dea della Vittoria alta 67 metri, in mezzo al viale, rammenta la vittoria sui Francesi del 1871 e l’èra dei kaiser.
Vicino vi è il ricostruito Reichstag, l’edificio che serviva da sede del parlamento non solo durante la monarchia, ma anche durante la Repubblica di Weimar. Nel 1933 i nazisti incendiarono questo edificio, accusando i comunisti di avergli dato fuoco. Come risultato, Hitler poté far emanare una legge che annullava i diritti individuali.
Il monumento russo, in cui si dà risalto a massicci carri armati e all’enorme statua di un soldato, ancora guardato da sentinelle sovietiche, mette in risalto quale esercito prese effettivamente Berlino nel 1945.
In quanto al simbolo internazionale di Berlino, la Porta di Brandeburgo, essa è tagliata fuori dall’attuale realtà politica. È appena dentro Berlino Est. Prima che i comunisti costruissero il muro, la Porta di Brandeburgo era il principale punto d’incrocio per il traffico fra est e ovest.
Tutte queste diverse forme di governo, dalla monarchia dei kaiser, la Repubblica di Weimar e il Terzo Reich di Hitler, alla presente situazione di una città divisa in un paese diviso in un mondo diviso hanno messo in evidenza un comune denominatore: tutte si sono dimostrate insoddisfacenti.
“Quando eravamo qui”, rammentò Karin, “la città era divisa in quattro settori, ma non c’era nessuna difficoltà per andare dall’uno all’altro, spesso non erano neppure controllati i documenti di identità. Anche la metropolitana e la ferrovia soprelevata facevano servizio tra i settori. Così fuggivano le persone dal regime comunista: venivano semplicemente dalla Germania Orientale nel settore di Berlino Est, raggiungevano a piedi o con un mezzo di trasporto uno dei settori degli Alleati e quindi si registravano presso il Campo di Profughi Marienfelde. Poi venivano assegnati a un altro campo o scuola e infine mandati via in aereo”.
La domenica mattina del 13 agosto 1961, la polizia della Germania Orientale eresse un reticolato di filo spinato per arginare la sempre crescente marea di profughi. Continuarono a esserci fughe che furono gradualmente bloccate da un muro di cemento alto da tre metri a tre metri e mezzo, oltre a un sistema di sentinelle, torri, cani da guardia e mine. Circa 60.000 persone di Berlino Est e della Germania Orientale furono tagliate fuori dai loro luoghi di lavoro nei tre settori occidentali.
Oggi il muro di Berlino si stende a zigzag attraverso la città per circa cinquanta chilometri ed è supplementato da circa 116 chilometri di reticolato e muro lungo la frontiera della Germania Orientale. Ci sono sette punti d’incrocio per entrare a Berlino Est, il più famoso dei quali è il Checkpoint Charlie, per gli stranieri. Altri due punti d’incrocio sono provveduti per i Tedeschi della Germania Occidentale, e ce ne sono quattro per gli abitanti di Berlino Ovest muniti di permessi speciali. Lungo il confine ci sono tre punti d’incrocio che conducono a tre autostrade le quali seguono approssimativamente i corridoi aerei che collegano alla Repubblica Federale, a centosettanta chilometri da Berlino.
Dalle rovine e dai profughi all’attuale prosperità
“Andiamo al campo profughi dove fummo alloggiati”, fu la successiva idea di Karin. “Dev’essere in qualche punto lungo il muro; ricordo che mia madre era tanto preoccupata che i miei fratelli andassero a finire per sbaglio nel settore orientale”.
Karin riconobbe immediatamente l’enorme edificio dello stabilimento in Flotten Street ma fu sorpresa quando seppe chi ci abita al presente. Questo edificio viene usato ora per ospitare gli stranieri che vengono a Berlino a cercare lavoro. La presenza di tanti Turchi, Greci, Iugoslavi e Italiani mette in risalto l’attuale economia di Berlino e della Germania, che nell’ultimo decennio ha fatto rapido progresso. Karin commentò: “E pensare che la Germania dovrebbe aver perso la guerra”.
Non trovammo molto degli “ottanta milioni di metri cubi di macerie” cui si riferiscono gli storici tedeschi descrivendo la Berlino postbellica. Infatti, le più famose rovine sono nella strada principale di Berlino. La Chiesa Commemorativa del Kaiser Guglielmo presenta moderni edifici di vetro azzurro che fiancheggiano le rovine bombardate della vecchia torre, preservate come triste ricordo di guerra.
Di fronte alla chiesa c’è il famoso Centro Europa, una città vera e propria, che offre più di un chilometro e mezzo di vetrine e in cui si trova tutto dal pub inglese a una pista per pattinaggio all’aperto che si può frequentare tutto l’anno. Da questo centro parte la più famosa strada di Berlino Ovest, la Kurfürstendamm, su cui si aprono vari caffè coi tavolini all’aperto sui marciapiedi riscaldati, con vetrine fra gli uni e gli altri in cui sono esposti oggetti di lusso di ogni specie. I molti locali notturni, bar e luoghi di interesse turistico attestano l’attuale prosperità del popolo, mentre rivelano il loro amore per i piaceri.
“Ma non ti lasciare ingannare da questa apparenza”, avvertì Karin. “Vediamo se hanno fatto qualche cosa per migliorare gli alloggi dietro questi negozi”. Questa era una parte di Berlino che non era cambiata negli ultimi dieci anni.
Alloggi per la popolazione
Durante questa visita a Berlino, Karin mi raccontò un po’ di storia della città. Il 22 aprile 1930, fu deciso di unire sette città, cinquantanove comuni rurali e ventisette proprietà fondiarie per formare un “nuovo comune di Berlino”. Questo produsse naturalmente molta varietà. Prima della guerra, la popolazione di Berlino era salita a quattro milioni e mezzo di persone. Occupavano una superficie di 880 chilometri quadrati, che includerebbe facilmente Monaco, Stoccarda e Francoforte tutte insieme.
Oggi, Berlino Ovest ha una popolazione di due milioni e duecentocinquantamila persone in poco più di metà della superficie originaria, per cui oltre 4.500 persone circa sono ammucchiate su ogni chilometro quadrato, in paragone con oltre 200 per chilometro quadrato nella Germania Occidentale.
A Berlino gli alloggi sono vari. Nei rioni vecchi, come quello di Wedding, ci sono fino a cinque palazzi d’abitazioni ammucchiati l’uno dietro l’altro ai lati della strada, solo con un piccolo cortile fra loro. Le grandi ville di Zehlendorf, sparse nei boschi lungo il fiume Havel, offrono un piacevole contrasto. Seguendo il fiume verso nord, queste dimore cedono il posto a piccoli villini, come quelli di Heiligensee, situati fra il lago Tegel e l’Havel.
Giacché la sola direzione in cui Berlino Ovest può espandersi è verso il cielo, sono sorti enormi complessi edilizi. Il più famoso è il Märkisches Viertel, che infine dovrà alloggiare più di 50.000 persone. Il disegno di questo progetto fu affidato a una ventina di architetti di diversi paesi. Il risultato: oltre trenta chilometri di nuove strade fiancheggiano gli edifici con appartamenti dai colori molto insoliti, ma vivaci, che vanno dai tre ai diciotto piani ciascuno, insieme a un centro di negozi, scuole e luoghi di ricreazione.
Ma Berlino Ovest non è tutta case e negozi. Quasi il 17 per cento della superficie è coperto di boschi, il 7 per cento di parchi, e, per quanto sembri strano, un altro 17 per cento è utilizzato per varie forme di agricoltura. Karin e io facemmo anche una passeggiata a cavallo e vedemmo dove i Berlinesi vanno a sciare d’inverno.
Cambiamento nei mezzi di trasporto
“Che ne diresti di una gita in barca?” suggerì Karin. “Prendevamo spesso il traghetto per venire a Berlino”.
I quattro laghi di Berlino Ovest insieme ai fiumi Havel e Spree e ad alcuni canali offrono alle imbarcazioni non meno di 114 chilometri di vie navigabili. A Berlino è divenuto così comune avere la barca privata che alcuni hanno asserito che si possa attraversare il fiume Havel passando da una barca all’altra.
Berlino ha un’ottima rete di trasporti pubblici, fra cui metropolitana, ferrovia soprelevata a trazione elettrica e autobus. I tram sono scomparsi dalle strade di Berlino Ovest, benché abbiano ancora un posto importante nella parte orientale della città. I cento chilometri di linee della metropolitana attualmente in uso nei settori occidentali trasportano in media ogni giorno più di 600.000 persone nella città per un biglietto da quaranta pfennigs (circa sessanta lire). Due di queste linee attraversano il settore orientale, ma tutte le stazioni orientali lungo il percorso sono chiuse eccetto una, che è controllata dai Sovietici e serve da accesso al loro settore. La ferrovia soprelevata, ancora gestita dai Sovietici anche nei settori occidentali, integra le linee della metropolitana nei più lontani angoli della città.
Andammo anche a vedere alcuni musei e vecchi castelli di Berlino. E i 13.500 animali del più grande giardino zoologico d’Europa ci diedero un caloroso benvenuto, mentre i taciturni abitanti del più grande acquario del continente parvero non prestare nessuna attenzione a noi. Una veduta panoramica della città dalla torre della radio alta più di 150 metri concluse la nostra visita. Mentre Karin guardava la torre della TV nel settore orientale, si chiese chi stesse a sua volta guardando lei.
La Germania Occidentale versa denaro in gran quantità nei settori alleati di Berlino per sottolineare la sua asserzione che Berlino Ovest è l’undicesimo stato della Repubblica Federale. Nel frattempo, i comunisti asseriscono che Berlino Ovest è un’indipendente entità politica, mentre Berlino Est è la capitale della Repubblica Democratica Tedesca. I convegni delle quattro potenze sembrano continuare all’infinito, e ogni volta che in Europa si considera qualche importante soggetto, è di solito inclusa la “Questione di Berlino”. È una questione su cui le nazioni non hanno trovato nessuna soluzione reciprocamente accettevole.
Ben presto eravamo sull’aereo che si allontanava di nuovo da Berlino. Ma avevamo visto molte cose di cui parlare. Agli occhi di Karin dieci anni avevano davvero recato parecchi cambiamenti, e per me fu interessante ascoltare i suoi paragoni fra il presente e il passato.