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  • Che cosa si nasconde dietro i problemi del dollaro?

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  • Che cosa si nasconde dietro i problemi del dollaro?
  • Svegliatevi! 1972
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  • Lo squilibrio porta alla crisi
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Svegliatevi! 1972
g72 8/2 pp. 6-8

Che cosa si nasconde dietro i problemi del dollaro?

PERCHÉ è accaduto tutto questo alla bilancia dei pagamenti d’America? Perché si è accumulato in vent’anni tale grande deficit?

Come è stato notato in precedenza, la semplice risposta è che gli Stati Uniti hanno abitualmente speso oltremare più di quanto hanno guadagnato.

Ma significa questo che in passato abbiano venduto all’estero meno prodotti di quanti ne abbiano acquistati? No, fino a molto recentemente gli Stati Uniti avevano avuto di continuo un disavanzo nel loro scambio di merci con altri paesi.

Perché hanno dunque tale grande deficit? Perché gli Stati Uniti spendono, o danno, i loro dollari per altre cose non comprese nella compravendita di beni nel commercio mondiale.

A questo riguardo, una voce molto significativa è quella degli aiuti economici ai paesi esteri. Migliaia di milioni di dollari sono stati dati ad altri paesi dalla seconda guerra mondiale. E poi, quando gli Americani vanno oltremare per le vacanze, spendono dollari in altri paesi. Essi spendono assai di più di quanto spendono quelli che dall’estero vanno negli Stati Uniti per le loro vacanze, lasciando questo conto in deficit.

Ci sono altre cose che contribuiscono alla fuga dei dollari. Molti Americani pensionati vivono in altri paesi. Essi ricevono la pensione e ne spendono il denaro nel paese dove vivono. Inoltre, imprese americane spendono denaro per stabilimenti e attrezzature che occorrono loro per operare in altri paesi. Per giunta, gli Americani acquistano titoli esteri come investimenti.

Il massimo colpevole

Comunque, la massima voce singola a cui attribuire la fuga dei dollari d’America non è nessuna di queste cose. Che cos’è allora? L’Industry Week del 3 maggio 1971 disse: “La massima causa del deficit commerciale . . . sono le spese militari oltremare”.

Le spese militari comprendono il denaro per acquistare equipaggiamento militare in altri paesi e i salari per il personale militare che spende dollari oltremare. Significa anche pagare per le provviste e il mantenimento di forze militari estere alleate degli Stati Uniti.

Riguardo a tali spese militari, il Times di New York commentò: “Durante il decennio degli anni sessanta, il netto della bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti ammontò a un deficit per spese militari di $32 miliardi. Come ha messo in risalto l’ex segretario del tesoro Henry H. Fowler, tale fuga non potrà essere tollerata nel prossimo decennio”.

Un altro aspetto di tali spese militari è che non producono niente di vero valore. Le guerre e i preparativi bellici sono distruttivi per la ricchezza (dei contribuenti) di una nazione. Quando due paesi opposti costruiscono aerei e carri armati per la guerra, non si produce nulla per contribuire ad alcun durevole beneficio economico. Quando quelle armi sono usate per distruggere edifici, fabbriche, città e paesi, quanta ricchezza si produce? La spesa e l’impiego di tutto ciò rendono le nazioni più ricche o più povere? Voi conoscete la risposta.

È vero che fare la guerra significa produrre macchine belliche. Questo crea lavoro. Ma tale lavoro non produce ricchezza economica, nulla di vero valore per il genere umano. Si migliorano terreni, case, alberi, giardini, scuole o ospedali? Se il denaro usato nella produzione bellica fosse usato per queste cose, allora ci sarebbero veri e durevoli benefici economici.

Da un punto di vista lungimirante, le spese belliche di tutte le nazioni non ne aumentano perciò la ricchezza, ma la riducono. E nel caso degli Stati Uniti, le grandi spese militari oltremare sono la prima ragione per cui sono in fallimento nei loro conti internazionali.

Sinistri sviluppi

Ultimamente dal punto di vista dell’America ci sono stati altri sinistri sviluppi. Il grande disavanzo che essa una volta aveva negli scambi commerciali con altre nazioni va scomparendo.

In tempi recenti le importazioni sono aumentate a un ritmo più affrettato che non le esportazioni. Altri paesi sono ora in grado di produrre molti beni che alcuni decenni fa eran prodotti con efficacia solo dagli Stati Uniti. E molti di questi altri paesi li producono a un costo molto inferiore.

A causa dell’inflazione, i prezzi dei prodotti americani sono aumentati rapidamente. Questo li rende più costosi negli scambi mondiali. All’estero acquisterebbero più volentieri da altre nazioni che producono merce di uguale qualità, ma a prezzo inferiore.

I consumatori americani pure accrescono il problema. A causa dei beni prodotti in America ad alto prezzo, essi acquistano sempre più prodotti fatti all’estero. Lo scorso anno due scarpe su cinque vendute negli Stati Uniti erano state importate. Sei televisori su dieci sono ora importati, come lo sono nove radio su dieci. Le automobili fabbricate all’estero, come le Volkswagen della Germania e le Toyota e le Datsun del Giappone, si riversano nel paese, riducendo la produzione locale.

I beni prodotti dunque all’estero fanno rigurgitare dappertutto i mercati. Essi danneggiano le vendite degli Stati Uniti ad altri paesi come anche le loro vendite all’interno. Se la tendenza continua, l’America avrà presto un deficit anche eliminando tutte le spese militari oltremare.

Lo squilibrio porta alla crisi

I deficit nella bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti aumentavano col passar degli anni. Comunque, con la pressione politica o altrimenti, i funzionari americani poterono indurre le altre nazioni a non convertire i loro dollari in oro. Essi ammonirono che qualsiasi corsa al loro oro avrebbe prodotto una crisi per tutte le nazioni del Fondo, giacché sono strettamente legate fra loro.

Tuttavia, viene il tempo che anche il banchiere più benevolo ha poca o nessuna scelta. Deve dire a chi chiede prestito: ‘Non più!’ Questo accadde nella primavera del 1971. Questa drastica azione fu causata da una situazione sorta durante il 1970 e all’inizio del 1971.

Nel 1970 gli Stati Uniti subirono una recessione. Fra le altre cose fatte per cercar di uscire da questa recessione fu la diminuzione del tasso d’interesse. Questo di solito stimola gli affari, poiché rende meno costoso prendere a prestito il denaro. Quelli che vogliono acquistare automobili, costruire case o espandere le aziende sono più inclini a prendere prestiti e a usare il denaro quando il tasso d’interesse è più basso.

Comunque, con un più basso tasso d’interesse, quelli che hanno denaro da investire ottengono in cambio un profitto più basso. Quindi, molti portarono il loro denaro fuori degli investimenti americani e lo misero in investimenti europei dove il tasso d’interesse era più alto.

Nella primavera del 1971, i dollari affluirono in Europa. Non solo gli investitori cercavano un tasso d’interesse più alto, ma a causa della debolezza del dollaro, gli speculatori volevano disfarsi dei dollari e acquistare la più forte valuta europea, specialmente il marco tedesco. Ritenevano che queste monete più forti sarebbero aumentate di valore ed essi avrebbero fatto profitto.

Comunque, quando tale denaro affluisce in un paese, quella nazione ha maggiormente da spendere e da prestare, il che porta all’inflazione. Mentre i deficit americani nel corso degli anni erano dunque abbastanza dannosi, questa affluenza di dollari in Europa, in particolar modo in Germania, fu l’ultima goccia che fece traboccare la misura. Le banche centrali di vari paesi europei all’improvviso dissero: ‘Non più!’ Esse si rifiutarono temporaneamente di accettare altri dollari. Quindi lasciarono ‘fluttuare’ in eccesso la loro moneta nei mercati finanziari.

Questo significò che non si attenevano all’accordo del Fondo Monetario di lasciar fluttuare le loro monete solo dell’1 per cento. Lasciavano che il loro denaro cercasse il proprio livello secondo la domanda e l’offerta. Siccome la domanda di dollari era debole e la domanda di valuta europea era forte, il valore di queste monete salì di parecchi punti percentuali.

Per ogni scopo pratico questa fu una svalutazione del dollaro. Poiché l’America non svalutava essa stessa, le altre nazioni svalutarono per lei rivalutando il proprio denaro in eccesso. Il risultato fu lo stesso. Ora costa più dollari se si fa l’acquisto degli stessi prodotti e servizi esteri.

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