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  • g74 8/12 pp. 6-9
  • Il mondo cerca di far fronte alla sua popolazione

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  • Il mondo cerca di far fronte alla sua popolazione
  • Svegliatevi! 1974
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  • Cibo gratis
  • Autosufficienza agricola
  • Sviluppo economico
  • Controllo delle nascite
  • Azione “unita”?
  • La popolazione mondiale è un problema?
    Svegliatevi! 1980
  • Esplosione demografica: Quanto è grave la minaccia?
    Svegliatevi! 1984
  • C’è realmente la crisi demografica?
    Svegliatevi! 1974
  • Incremento demografico mondiale: Un problema di importanza vitale
    Svegliatevi! 1991
Altro
Svegliatevi! 1974
g74 8/12 pp. 6-9

Il mondo cerca di far fronte alla sua popolazione

UOMINI e organizzazioni bene intenzionati sono da molto tempo impegnati in programmi per alleggerire i problemi attribuiti alla crescita della popolazione. Sono state provate molte “soluzioni”, alcune agricole, alcune economiche e alcune politiche.

Comunque, come avviene con la maggioranza dei “rimedi” che curano i sintomi anziché la causa di una malattia, i risultati sono stati deludenti. La maggioranza dei programmi ha avuto poco successo, o è stata un completo fallimento, o ha ulteriormente aggravato la situazione. Uno sguardo ad alcune di queste “soluzioni” ne mostra il perché.

Cibo gratis

Una popolazione in aumento può sopravvivere senza molte cose, ma non senza cibo. Per anni i produttivi Great Plains dell’America del Nord sono stati per le nazioni affamate il “granaio cui ricorrere come ultima risorsa”. Quando popolazioni con appena il necessario per vivere avevano localmente raccolti sfavorevoli, potevano sempre contare che i paesi ricchi di cereali spedissero loro milioni di tonnellate delle loro eccedenze per aiutarli a superare il momento critico.

Ora le eccedenze sono quasi finite. Si afferma che le scorte alimentari del mondo sono al livello più basso in molti anni. “Il mondo dipende pericolosamente dalla produzione attuale e quindi dalle condizioni del tempo”, dice A. H. Boerma, direttore generale dell’Organizzazione delle N.U. per l’Alimentazione e l’Agricoltura.

Qualora il tempo sia cattivo, pensate realmente che la gente attingerà alle proprie ridotte scorte alimentari per aiutare i popoli affamati? O, dato che la moderna produzione alimentare dipende dall’energia, sacrificheranno il loro approvvigionamento di energia per aiutare questi popoli? Come disse recentemente il Times di New York in un articolo di fondo: “I ricchi Americani potrebbero presto dover scegliere fra consumare energia sulle autostrade e nelle stanze provviste di aria condizionata, o permettere la produzione di generi alimentari per sfamare intere popolazioni dell’Africa e dell’Asia”. — 25 marzo 1974.

Autosufficienza agricola

È stata fatta molta pubblicità ai programmi indetti per aiutare le nazioni povere ad alimentarsi da sole. Quando nel 1970 fu assegnato al dott. Norman Borlaug il premio Nobel per la pace gli fu attribuita nella menzione una “conquista tecnologica” che renderà possibile nel corso di alcuni anni l’abolizione della fame nei paesi in fase di sviluppo”. Nonostante ciò, il dott. Borlaug disse che la sua rivoluzione verde ‘non era la soluzione’. Poteva solo ritardare la crisi alimentare mentre le nazioni continuano a sforzarsi di porre un freno alla popolazione. “Se la popolazione mondiale continuerà ad aumentare allo stesso ritmo, distruggeremo la specie”, disse.

Ora cominciano a vedersi i risultati. Fra l’altro, questa tecnologia richiede grandi quantità di energia, fertilizzanti e insetticidi sempre più costosi. Di conseguenza, gli agricoltori ricchi ne traggono molto più profitto di quelli poveri, che spesso non possono permettersi affatto di usarli. Le famiglie ricche comprano allora le terre degli agricoltori poveri, non facendo altro che aggravare così i problemi della disoccupazione.

Per queste stesse ragioni, un servizio scritto in merito agli intensi sforzi di una nazione di valersi della tecnologia della rivoluzione verde dice: “Sono vani. I loro ottimistici progetti e programmi hanno solo accresciuto la sofferenza umana e ne causeranno ancora”. — Natural History, gennaio 1974.

Sviluppo economico

Altri sforzi mirano a rallentare il tasso d’incremento della popolazione, anziché cercare di sfamare quelli che nascono. Le ricche nazioni industriali hanno in genere tassi d’incremento bassi, mentre alcune si avvicinano alla tanto acclamata meta di “incremento demografico zero”. Le loro popolazioni sembrano naturalmente spinte ad avere meno figli meglio curati. D’altra parte, nei paesi meno progrediti con popolazioni soprattutto rurali, i figli stessi sono considerati una forma di ricchezza. I genitori li vogliono per farsi aiutare nei lavori agricoli e come una forma di “previdenza sociale” onde avere qualcuno che si curi di loro nella vecchiaia.

Di conseguenza, in questi paesi ci sono in media nelle famiglie quasi il doppio dei figli che in quelle dei paesi industriali. Inoltre, “hanno sei figli o più perché sanno che due o tre moriranno”, dice un funzionario del Bangla Desh. E gli studi mostrano che le famiglie che perdono alcuni bambini compensano la perdita con un numero superiore di bambini, per cui avranno più figli vivi di quelle i cui figli sopravvivono tutti.

Pertanto molti pensano che il problema della sovrappopolazione si possa risolvere mediante lo sviluppo economico e l’industrializzazione, insieme ad adeguate misure per tenere i figli in vita così che i genitori non compensino la perdita con un numero superiore di bambini. Comunque, dice The Encyclopædia Britannica, “il troppo rapido aumento della popolazione si porta dietro un eccessivo bisogno di investimenti [economici] . . . solo per procedere di pari passo con il numero extra di bocche da sfamare e di corpi da vestire e tenere al coperto”. Pertanto, resta poco o nulla con cui migliorare il tenore di vita. — Vol. 14, pag. 823.

Riconoscendo questo fatto, la maggioranza degli esperti conviene ora che non ci sono proprio abbastanza tempo, energia e altre risorse per portare lo sviluppo delle nazioni povere al punto in cui la natalità cominci a calare naturalmente. Anche se si potesse attuare il loro sviluppo, passerebbe almeno una generazione prima di cominciare a vedere i risultati. Gli esperti dicono dunque che si deve prima ridurre l’incremento demografico, quindi lo sviluppo economico potrà avere successo. Questo ci porta al

Controllo delle nascite

Molti credono che un riuscito programma demografico debba includere qualche forma di controllo delle nascite. Perciò, alcune nazioni impiegano molti fondi in programmi di pianificazione della famiglia, riducendo i mezzi da utilizzare in altri campi. Quale prospettiva offre questa “soluzione”? Una prospettiva deludente.

Misure “radicali” per il controllo delle nascite come aborto e sterilizzazione hanno sul piano morale effetti collaterali deleteri. Il Giappone legalizzò l’aborto nel 1948. Il prof. T. S. Ueno dell’Università Nihon di Tokyo dice: “Ora possiamo dire che è una legge cattiva”. Fra i problemi morali da lui citati vi erano le libere relazioni sessuali e la mancanza di rispetto per la vita del nascituro. “L’aborto è diventato un sostituto dei contraccettivi”, come indicava il milione e mezzo di aborti praticati nel 1972. Egli crede che dove si ha così poco riguardo per la vita, il passo successivo potrebbe essere l’eutanasia, il mettere a morte quelli che hanno superato una certa età!

L’India, che ha forse il programma di pianificazione familiare più antico del mondo, ha recentemente mosso forti critiche al suo obiettivo di ridurre del 40 per cento la natalità entro il 1980! Molti fra la popolazione e perfino i capi si oppongono ai programmi governativi e internazionali.

Interessi egoistici impediscono a molti di cooperare per la pianificazione della famiglia. Forse vogliono che la loro razza, la loro religione o il loro gruppo linguistico sia numericamente superiore per ottenere o mantenere il potere politico, pur essendo lieti di vedere ridotte le popolazioni degli altri. Una delle maggiori nazioni latino-americane ha recentemente limitato il controllo delle nascite nel paese, nella speranza di raddoppiare entro il secolo la sua popolazione. Fra le ragioni citate vi era il desiderio di accrescere il potere nazionale e il timore di paesi vicini sovrappopolati.

La Chiesa Cattolica si è per molto tempo servita del dogma religioso per ostacolare qualsiasi forma di controllo “artificiale” delle nascite, facendo così moltiplicare le sue masse impoverite. The Encyclopædia Britannica riassume il quadro generale:

“Sarebbe inutile negare che il controllo artificiale della popolazione è impedito da forti limitazioni e tabù morali. . . . anche il più ottimistico programma di controllo demografico può solo sperare di conseguire una lieve riduzione nel tasso d’aumento per la fine del XX secolo”. — Vol. 18, pag. 54.

Una “lieve riduzione” in venticinque anni vi sembra una “soluzione”?

Azione “unita”?

L’insuccesso di tutte le precedenti “soluzioni” fa capire ai capi del mondo che l’aumento della popolazione è un problema mondiale. La civiltà è divenuta strettamente interdipendente, e le nazioni non possono più agire senza tenere conto delle ripercussioni internazionali. Un crescente numero di capi esorta alla cooperazione mondiale per risolvere i problemi demografici. Perciò, le Nazioni Unite hanno dichiarato il 1974 “Anno demografico del mondo” ed era indetta per agosto una conferenza mondiale sul controllo demografico.

Da questo convegno si attende che prenda forma un “piano d’azione per la popolazione mondiale”. Sarà vincolante? Un osservatore nota che il piano “potrebbe più appropriatamente chiamarsi un suggerimento”, per tracciare le misure che i paesi “potrebbero voler” prendere nelle loro proprie circostanze. “Tutto questo sembra una medicina piuttosto blanda”, osserva questo scrittore, in vista della situazione che si aggrava rapidamente. — Science, 1º marzo 1974, pag. 833.

L’alternativa all’energica azione mondiale è considerata da molti una serie di sconvolgenti difficoltà che possono preparare il terreno al controllo dittatoriale della popolazione e delle risorse, nonché alla perdita delle libertà umane. Prevedono l’aborto e la sterilizzazione forzati e perfino cose come manipolazione genetica ed eliminazione dei deboli. Vorreste che vi fosse imposta una tale “soluzione”? Ce n’è una migliore?

[Immagine a pagina 8]

Gli sforzi per risolvere i problemi demografici del mondo non hanno successo quando i “rimedi” curano i sintomi anziché la causa

AZIONE “UNITA”

CONTROLLO DELLE NASCITE

RIVOLUZIONE VERDE

SVILUPPO ECONOMICO

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