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  • g76 8/3 p. 29
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  • La differenza si nota
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Svegliatevi! 1976
g76 8/3 p. 29

La differenza si nota

IN OGNI parte della terra le persone in generale si interessano sempre più delle “nazioni nascenti” dell’Africa. Non sorprende, dunque, che chiedano fino a che punto questo progresso sia da attribuire ai missionari delle chiese che in passato volevano trasformare i nativi dell’Africa in “cristiani”. Un sociologo, Stanislav Andreski, scrive in The African Predicament:

“Milioni di devoti cristiani trovano profondamente inquietante la tiepidezza religiosa dei residenti europei e sono scossi alla vista degli Europei che bevono e oziano sommariamente vestiti attorno alle piscine quando dovrebbero andare in chiesa. Ciò nondimeno, non si può dire che la fede cristiana abbia prodotto un forte impatto sul tenore delle relazioni umane in Africa. Come in altre parti del mondo, per la grande maggioranza la religione è un fatto di riti e di pochi tabù, essenzialmente senza alcun significato etico. I missionari sono riusciti a indurre la gente a vergognarsi della nudità (ciò che, tra parentesi, era una delle ragioni per cui nei primi tempi ricevevano aiuti finanziari dai cotonieri) ma non della poligamia. E in quanto a onestà e veracità verso quelli che non sono i propri parenti o in quanto alla dedizione al lavoro, i missionari potevano non esserci stati per niente”. — Pag. 83.

Questo, però, non vuol dire che il vero cristianesimo non si veda, quel tipo di cristianesimo che nel primo secolo aiutò a cambiare le abitudini morali, la veduta della vita e il modo di considerare il lavoro. Questo stesso vero cristianesimo basato sulla Parola di Dio produce ancora tali buoni frutti e la differenza si nota molto.

Nel suo libro Social Change and the Individual (1968) il dott. Norman Long considera ciò che ha osservato in un attento studio della situazione sociale e religiosa di una comunità rurale africana, comunità dove ci sono molti testimoni di Geova che praticano il cristianesimo. Notate la differenza riguardo all’onestà e alla fiducia. La Prefazione del libro osserva: “In parole povere, mentre quelli che non sono Testimoni possono fidarsi solo dei propri parenti (e non sempre), i Testimoni possono fidarsi sia dei parenti che di altri Testimoni”. Che dire dei matrimoni poligami? Il dott. Long scrive: “Qui non posso considerare particolareggiatamente il contenuto dell’etica sociale predicata dai Testimoni di Geova . . . Ma l’etica dà molta enfasi al nucleo familiare come raggruppamento cristiano, . . . e proibisce il matrimonio poliginico”. — Pag. 78.

Si nota la differenza anche in altri aspetti della vita, come la buona volontà di lavorare? Il dott. Long spiega: “Pare che i Testimoni di Geova raccomandino un certo modo di vivere. Il Testimone dev’essere ben vestito (da cui consegue che gli uomini devono portare giacca e cravatta, specie quando vanno a predicare o assistono alle adunanze) e dev’essere di abitudini pure. Deve badare ai bisogni della sua famiglia, sia spirituali che materiali. . . . I Testimoni di Geova non fanno distinzione tra la vita secolare e la vita religiosa. La prima è piuttosto un altro modo di praticare la religione: far parte della Società del Nuovo Mondo vuol dire progresso spirituale e la promessa di una nuova vita, ma questo comporta anche un certo orientamento pratico verso la vita in questo mondo. . . . Tempo e denaro sono preziosi e non si devono sprecare; si devono impiegare per migliorare se stessi sul piano spirituale, sociale ed economico. In ogni campo si dà enfasi all’individualità e all’industriosità e all’organizzazione della chiesa e alla disciplina nel lavoro per sostenere i valori del gruppo”. — Pagg. 215, 216.

Che dire di applicarsi al compito di imparare a leggere e scrivere? L’autore osserva: “Ogni membro dev’essere versato nella Bibbia e acquistare la capacità di ammaestrare altri, e per far questo dev’essere in grado di leggere le scritture. Pertanto tutte le congregazioni tengono corsi per insegnare a leggere e scrivere e speciali lezioni di studio biblico”. Con quale risultato? “Se paragoniamo i Testimoni ai non Testimoni della parrocchia in termini di alfabetismo e livello d’istruzione, riscontriamo che fra i Testimoni l’87,2 per cento degli uomini e il 31,9 per cento delle donne sanno leggere e scrivere in paragone con il 51 per cento degli uomini e l’11,7 per cento delle donne fra quelli che non sono Testimoni”. — Pagg. 157, 216.

Quindi più si presta simile attenzione all’Africa, più è evidente l’enorme differenza derivante dalla presenza del vero cristianesimo!

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