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  • g76 22/10 pp. 9-13
  • L’oceano, gigante indomito ma benefico

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  • L’oceano, gigante indomito ma benefico
  • Svegliatevi! 1976
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  • Un solo oceano, ma vario come la terraferma
  • Essenziale per la vita sulla terra
  • Dove il “gigante” mostra i muscoli
  • Servirà per l’eterno beneficio del genere umano
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Svegliatevi! 1976
g76 22/10 pp. 9-13

L’oceano, gigante indomito ma benefico

TI SEI mai fermato sulla spiaggia dell’oceano per assaporare gli spruzzi salmastri, guardare le onde che si frangevano contro le rocce o che risalendo la spiaggia sabbiosa si fermavano per poi ritirarsi? Ti sei meravigliato della vastità dell’oceano, della sua possanza e del suo mistero?

Sono pochi quelli che non provano piacere trascorrendo alcune ore in riva all’oceano. Il mare ha un suo fascino, e il suo incessante mormorio non è mai irritante, ma piuttosto induce a un pacifico sonno.

È impossibile comprendere l’immensa possanza dell’oceano. La maggioranza dei suoi segreti non sono stati ancora svelati. Gli uomini hanno fatto poco per imbrigliarne l’energia, e quando si scatena l’uomo non può fare nulla per fermarne la furia.

Un solo oceano, ma vario come la terraferma

Gli oceani coprono circa il 71 per cento della superficie della terra. Diciamo “oceani”, ma in realtà c’è un solo oceano mondiale. Di solito i geografi lo dividono in tre: oceano Pacifico, oceano Atlantico e oceano Indiano. Comunque sono tutti uniti, in particolar modo nell’Antartico. Ma zone diverse dell’oceano hanno i propri tratti distintivi, come varie parti di terreno. Infatti alcune terre sono quello che sono a causa delle caratteristiche della parte dell’oceano che ne bagna il litorale.

Per esempio, parti dell’oceano hanno certe specie di correnti di superficie, calde o fredde, che influiscono sul clima delle zone interessate. Ci sono anche enormi “fiumi” che attraversano l’oceano in determinati canali a varie profondità, fiumi che farebbero apparire il Mississippi o il Congo come semplici ruscelli. Vi esistono anche inimmaginabili varietà di forme di vita vegetale e animale. Alcune parti dell’oceano sono più salate di altre; in alcuni luoghi l’acqua è più pesante a causa del sale o della temperatura. Ma tutta l’acqua circola.

L’oceano contiene 329 milioni di miglia cubiche d’acqua. Per avere un’idea del volume dell’oceano, consideratene il contenuto salino (per lo più sale comune), equivalente a solo il 3,5 per cento del suo peso. Ma, se tutto questo sale fosse separato ed estratto coprirebbe i continenti di uno strato spesso oltre 150 metri! Se tutti i letti oceanici potessero vuotarsi, e tutta la terra asciutta al di sopra del livello del mare si potesse “trasportare” in tale spazio, rimarrebbe ancora posto per contenere dieci volte più terra. E la più alta montagna della terra, se fosse posta sul più profondo letto oceanico, si troverebbe un paio di chilometri sotto la superficie delle acque.

La pressione nell’oceano aumenta di circa un chilogrammo per centimetro quadrato ogni dieci metri di profondità. Se ci si potesse tuffare nel punto più profondo dell’oceano, nella Fossa delle Marianne nel Pacifico, a sud-ovest di Guam, a quella profondità (11.000 metri) la pressione sarebbe di circa 1.200 chilogrammi per centimetro quadrato del corpo. L’uomo, abituato alla pressione di un chilogrammo per centimetro quadrato nella nostra atmosfera, sarebbe schiacciato molto prima di raggiungere il fondo dell’oceano. Ciò nondimeno certi pesci e altre forme di vita marina sono stati creati per vivere comodamente in tale ambiente. È evidente che sopravvivono perché la costituzione del loro corpo equilibra la pressione interna ed esterna.

Essenziale per la vita sulla terra

Sì, quando guardiamo l’oceano ci stupiamo della sua profondità ed estensione. Vi si può navigare per giorni, anche per settimane, senza vedere terra. Eppure il volume di tutta l’acqua sulla terra è solo poco più di un decimo dell’uno per cento del volume totale del pianeta. Da questo punto di vista gli oceani diventano semplici bacini d’acqua bassa. (Isa. 40:12) Comunque è bene per noi che questa quantità d’acqua comparativamente piccola sia sulla superficie della terra, poiché se non ci fosse, non potremmo vivere. Meditando su ciò saremo aiutati a capire l’energia dinamica del Creatore, e la sua sapienza e previdenza nel porre gli oceani dove sono. Considerate:

Sia la temperatura che le piogge sono regolate dall’oceano. Esso influisce grandemente sulla temperatura della terra a causa della proprietà dell’acqua di trattenere il calore e di rilasciarlo molto più lentamente di quanto non faccia la superficie terrestre. Inoltre le correnti dell’oceano distribuiscono caldo e freddo. Mentre le acque si riscaldano sotto il sole tropicale tendono ad allontanarsi. Acque più fresche subentrano per sostituirle. In aggiunta a questo ordinato movimento dei mari ci sono le maree. È anche importante “l’effetto di Coriolis”. Questa è la tendenza, causata dalla rotazione della terra, secondo cui tutto ciò che è in moto tende ad andare verso destra e in senso orario nell’emisfero settentrionale, verso sinistra e in senso antiorario nell’emisfero meridionale. Perciò le correnti dell’Atlantico settentrionale, come la calda corrente del Golfo, risalgono la costa dell’America settentrionale e si volgono verso le spiagge europee. Anche i venti fanno la loro parte producendo movimenti oceanici. Per esempio i venti alisei che soffiano da est verso ovest, creano le correnti equatoriali settentrionale e meridionale. Parte di quest’acqua torna nella controcorrente equatoriale, che scorre da ovest verso est attraverso la fascia delle calme equatoriali. Le acque delle profondità marine risentono di altri fattori e non seguono lo stesso modello delle acque più prossime alla superficie.

Quindi, lungi dall’essere un bacino d’acqua statico, l’oceano è una parte mobile e funzionale di questo pianeta, specificamente progettato dal Creatore per la preservazione di ogni forma di vita sulla terra. E benché a volte sembri agitato, in realtà è assai ordinato e stabile. Oltre a mantenere la vita, ha anche avuto molta parte nella formazione delle coste, delle spiagge e perfino di superfici terrestri come le isole vulcaniche e le isole coralline.

Il costante movimento dell’oceano rende possibile una provvista alimentare “autorigenerante”. La materia organica morta che si deposita sul fondo è divorata da varie forme di vita marina. Ciò che questi pesci che si nutrono di rifiuti non assimilano viene decomposto da batteri e ridotto allo stato minerale nelle profondità sottomarine. Ci sono poi i movimenti verso l’alto che dal fondo oceanico portano queste sostanze nutrienti alla superficie come cibo per il fitoplancton, minuta vita vegetale che forma i “pascoli” dell’oceano. Questo fitoplancton è il nutrimento di piccole creature marine che a loro volta sono divorate da altre più grandi. Così, come sulla terra, la vita vegetale è il punto di partenza del ciclo alimentare.

Inoltre l’oceano è un’enorme riserva di anidride carbonica: 130.000 miliardi di tonnellate. Le grandi quantità di questa sostanza chimica consentono ai mari di mantenere l’equilibrio atmosferico sia per la vita vegetale che per quella animale sulla terra. Si è calcolato che l’oceano ceda all’atmosfera 100 miliardi di tonnellate di anidride carbonica l’anno e ne riceva, in un ciclo, la stessa quantità. C’è poi uno scambio quasi esatto in quantità minori sulla terra (60 miliardi di tonnellate) tra la fotosintesi della vegetazione terrestre (che consuma anidride carbonica) e la respirazione degli uomini e degli animali terrestri (che produce anidride carbonica). Si mantiene così un perfetto equilibrio, e la vita, sia terrestre che marina, continua. Solo l’uomo turba questo equilibrio, specialmente con la combustione di combustibili fossili. In ogni modo, provvidenzialmente, l’oceano può accumulare anidride carbonica o liberarla, secondo le condizioni di equilibrio. Questo ottimo provvedimento del Creatore ha molto a che fare con la nostra salute e con le condizioni climatiche.

Dove il “gigante” mostra i muscoli

È nelle irrequiete onde dell’oceano che ne vediamo la potenza. Il moto delle onde che può sembrare intricato e confuso in una zona tempestosa, è in realtà governato da leggi definite e immutabili. Nell’onda la forza avanza ma l’acqua no. Questo si può illustrare ponendo sull’onda un pezzo di sughero. Esso semplicemente va avanti e indietro, su e giù. Una particella d’acqua alla superficie di un’onda in mare aperto descrive un cerchio avente il diametro uguale all’altezza dell’onda.

Quando le onde si avvicinano alla spiaggia e la profondità comincia a diminuire, le onde infine si frangono (e qui l’acqua e il vostro sughero effettivamente avanzano). Un fatto interessante è che le onde tendono a convergere intorno a un punto di terra, esercitando pertanto su di esso grande energia. Lungo una spiaggia diritta l’energia si distribuisce e l’acqua è più calma. Ci sono tuttavia eccezioni perché il fondo oceanico della zona influisce grandemente sulle caratteristiche del frangente. Studiando una serie di fotografie aeree del frangente, scattate a orari prestabiliti, gli oceanografi sono in grado di determinare la profondità e il contorno del fondo oceanico lungo una linea costiera. Questo metodo fu seguito durante la seconda guerra mondiale per preparare gli sbarchi di truppe anfibie sulle spiagge nemiche.

Le onde tempestose sono causate dal vento, e la forza e la durata del vento determinano la grandezza delle onde, alcune delle quali giungono all’altezza di trenta metri. La potenza esercitata dalle onde tempestose è quasi incredibile. È noto che hanno lanciato rocce di peso superiore a 3.000 chili oltre uno sbarramento alto più di sei metri! Al faro di Tillamook Rock al largo della costa dell’Oregon, la luce del faro è 42 metri al di sopra dell’acqua, ma dovette essere protetta con una spessa rete d’acciaio perché le rocce la infrangevano di continuo.

A Wick, in Scozia, le onde tempestose spostarono un frangiflutti con una copertura del peso di 2.600 tonnellate, sollevandolo tutto insieme e gettandolo in acqua.

Ma le onde più distruttive di tutte, in genere note come “onde di marea”, sono più correttamente chiamate tsunami (giapponese, che significa “onde potenti”). L’espressione “onde di marea” è impropria, perché tali onde non sono causate dalle maree. Per capirne l’origine dobbiamo prima sapere qualche cosa intorno al fondo oceanico.

Sul letto oceanico sono centinaia di monti marini di origine vulcanica. Alcuni si innalzano al di sopra dell’acqua per formare isole, come le isole hawaiiane. Vi sono anche enormi lastre rocciose che giacciono accanto a “faglie” sul fondo oceanico. Sotto pressione si schiantano e si sgretolano, provocando terremoti sottomarini. Tali terremoti, insieme a uragani o tifoni e all’occasionale eruzione di un vulcano, sono le cause degli tsunami. Uno dei più grandi tsunami causati da attività vulcanica risultò dalla esplosione avvenuta nel 1883 di un vulcano sull’isola Krakatoa nell’oceano Indiano. Lo scoppio distrusse oltre venti chilometri quadrati dell’isola. Dall’esplosione o dai circa 4 chilometri cubici di roccia e terra che ricaddero in acqua, fu formato uno tsunami che uccise 36.000 persone sulle spiagge di Giava e Sumatra. Uno tsunami precedente, nel 1876, spazzò la spiaggia della baia del Bengala, facendo 200.000 vittime. Nel 1970 uno tsunami colpì il Pakistan orientale e pure fece perire circa 200.000 persone.

Lo tsunami viaggia alla velocità di ben 450 miglia all’ora. In mare aperto si nota appena, ma quando giunge alle acque basse della costa crea onde che recano devastazione. Il capitano di una nave al largo delle coste di Hilo, nelle Hawaii, si guardò attorno e vide un’onda distruggere il porto e metà della città. Eppure non aveva nemmeno notato l’onda quando era passata sotto la sua nave.

Servirà per l’eterno beneficio del genere umano

Volumi sono stati scritti sull’oceano, e il suo fascino è stato così grande che molti uomini vi hanno trascorso la vita, provando gioia e meraviglia per i suoi molti misteri. Alcuni si sono avventurati molto al di sotto della superficie; altri hanno trascorso periodi di tempo vivendo in profondità entro laboratori costruiti in modo speciale. Tuttavia, sotto molti aspetti è meno compreso dello spazio extraterrestre. E i suoi mutevoli umori sono lungi dall’essere controllati dall’uomo.

In ogni modo, il suo Creatore, Geova Dio, comprende pienamente e controllerà la potenza dell’oceano così che nel suo prossimo nuovo ordine l’oceano non recherà più danno a quelli che amano Dio. Essendo egli il Fattore della terra, il suo racconto della creazione scritto migliaia d’anni fa anticipa ciò che i moderni geologi hanno scoperto con le loro ricerche. Descrivendo gli avvenimenti del terzo “giorno” creativo (della durata di migliaia d’anni), il racconto dice: “E Dio proseguì, dicendo: ‘Le acque sotto i cieli si raccolgano in un sol luogo [in realtà vi è un solo oceano] e appaia l’asciutto’. E così si fece. E Dio chiamava l’asciutto Terra, ma la riunione delle acque Mari”. — Gen. 1:9, 10.

Inoltre, il salmista sotto ispirazione scrisse poeticamente:

“Egli ha fondato la terra sui suoi luoghi stabiliti;

Non si farà vacillare a tempo indefinito, o per sempre.

La copristi con acque dell’abisso proprio come di una veste.

Le acque stavano sopra i medesimi monti.

Al tuo rimprovero fuggivano;

Al suono del tuo tuono correvano con panico —

I monti ascendevano

Le pianure delle valli scendevano —

Al luogo che hai fondato per loro.

Ponesti una linea di confine, al di là della quale non sarebbero dovute passare,

Affinché non coprissero di nuovo la terra”.

— Sal. 104:5-9; si paragoni Salmo 107:23-30.

Quando Gesù Cristo fu sulla terra ebbe potere sul mare e sui venti. (Matt. 8:23-27; Giov. 6:16-21) Come Re celeste durante il suo regno di mille anni sopra la terra, eserciterà pieno controllo sulla potenza e sulle risorse dell’oceano così che serva beneficamente il genere umano per sempre.

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