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  • g77 22/6 pp. 13-16
  • Quando il terremoto è seguito dal maremoto

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  • Quando il terremoto è seguito dal maremoto
  • Svegliatevi! 1977
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  • Le vittime del maremoto
  • Le conseguenze
  • Attività dei Testimoni di Geova dopo il disastro
  • “Terremoti in un luogo dopo l’altro”
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    Svegliatevi! 1974
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
Altro
Svegliatevi! 1977
g77 22/6 pp. 13-16

Quando il terremoto è seguìto dal maremoto

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nelle Filippine

“ALL’IMPROVVISO avvertimmo una scossa e la stanza ondeggiò leggermente; quindi col passar dei secondi il movimento ondulatorio crebbe d’intensità fino a divenire quasi violento.

“Eravamo ammutoliti mentre la stanza girava davanti ai nostri occhi terrorizzati. Tutto a un tratto andò via la luce, e sentimmo il rumore di pareti che scricchiolavano e di vetri in frantumi che piovevano su tutto l’edificio. . . . Nell’oscurità si udivano grida d’angoscia”.

Questo è il racconto di un superstite del terremoto durato due minuti che alle 0,13 di martedì 17 agosto 1976 sconvolse l’isola di Mindanao, nelle Filippine meridionali.

Valutato al grado 7,8 della scala Richter, fu il terremoto più forte, più distruttivo e più spaventoso che fosse registrato nella storia delle Filippine. Fu di origine tettonica, vale a dire causato dal movimento o dalla deformazione della crosta terrestre. Le stazioni sismologiche americane individuarono l’epicentro nel golfo di Moro, un braccio del mar di Celebes, circa 1.050 chilometri a sud-sud-est di Manila.

Le città più duramente colpite furono Cotabato (con 80.000 abitanti) e le città costiere di Zamboanga. Una grande percentuale di edifici commerciali di Cotabato crollarono, del tutto o in parte. Intere famiglie furono seppellite sotto il crollo degli edifici. Le fattorie furono sommerse dall’acqua del mare. I pescatori persero i mezzi di sussistenza, le barche da pesca, spazzate via dall’impeto delle onde.

Secondo un giornale intitolato “Bulletin Today”, il terremoto e le successive onde di maremoto fecero 3.373 morti, 9.149 feriti, 2.938 dispersi e più di 119.000 senza tetto. Secondo le stime i danni iniziali si aggiravano sui 100-135 milioni di dollari.

Le vittime del maremoto

Il terremoto fu seguito da onde di maremoto. Alcune di esse raggiunsero l’altezza di nove metri, viaggiando alla velocità di ben 719 chilometri orari. Il bilancio dei danni fu davvero pesante. Un pescatore superstite narra:

“La mia casa era presso il mare. Di solito vado a pesca la sera. Era passata la mezzanotte del 16 agosto, e stavo riparando la rete quando la casa cominciò a tremare e a scricchiolare con forza. Poi la scossa sismica cessò momentaneamente.

“All’improvviso udii un altro rumore, come un tuono, che veniva verso di noi. La nostra famiglia, che si era svegliata, si mise a correre freneticamente per raggiungere un vicino colle. Fummo raggiunti dalle acque schiumeggianti. Nuotammo come non mai. Benché bevessimo una gran quantità di acqua salata, riuscimmo a metterci in salvo”.

Dalla collina dove si era rifugiata, questa famiglia vide la sua casa trascinata in mare come una scatola galleggiante di fiammiferi. Non tutti furono così fortunati. Attoniti davanti all’avanzante muro d’acqua, molti furono spazzati via.

Vicino all’isola di Sacol, nei pressi della città di Zamboanga, un pescatore che si trovava in una barca a un centinaio di metri da terra vide crollare una cinquantina di case sommerse da ondate gigantesche. Quando le acque si ritirarono, si trovò in cima a un albero del cocco. In un’altra zona una donna narrò di aver visto il padre scagliato in mare, quindi riportato sulla terraferma dall’ondata successiva, ancora vivo. Un’altra persona narrò che il bambino del vicino era stato trascinato in mare, aggrappato a una trave di legno. Anche il bambino fu riportato a riva dalle onde, ancora vivo.

In certi casi, alcuni persero la vita per salvare beni materiali. Un uomo affidò un bambino alle cure di una domestica mentre rientrava in casa a prendere una valigia. Il bambino morì. Un altro uomo perse la vita quando tornò indietro a sprangare le porte, prevedendo che sarebbero venuti gli sciacalli, che non vennero mai.

Un superstite dell’isola di Olutanga nel golfo di Moro rammenta: “Quando il terremoto cessò, andai sul molo e vidi che quattro case erano crollate. Poi notai qualcuno che faceva segni verso il mare e gridava: ‘Maremoto!’ Corsi più forte che potei verso un colle. Le case che il terremoto aveva lasciate in piedi furono fatte a pezzi dalle onde colossali. Mentre i cavalloni si abbattevano sulla riva, le galline volavano per aria, i cani ululavano, i maiali strillavano, la gente urlava. Si udivano invocazioni frenetiche a molti dèi. Era uno spettacolo orrendo, straziante”.

Le conseguenze

“Quando le prime luci dell’alba fecero lentamente capolino dal cielo grigio”, rammentò un superstite, la costa “era un campo di case rase al suolo, di bambini in lagrime. Tutt’intorno c’erano morti. I superstiti non potevano credere a quello che vedevano e a quello che avevano passato. Il silenzio che seguì era rotto dal pianto di coloro che avevano perso i propri cari. Lentamente si alzarono e, storditi, si misero a camminare in giro in cerca di niente e di tutto”.

Subito dopo il disastro, le organizzazioni civili e militari intrapresero vaste operazioni di salvataggio, soccorso e ricostruzione. Cominciarono ad affluire gli aiuti, tecnici e materiali. Un giornalista osservò che, nelle zone colpite, coloro che ne erano in grado “lavoravano a fianco a fianco per tirar fuori dalle macerie i vivi e i morti”.

Attività dei Testimoni di Geova dopo il disastro

Nelle Filippine vi sono più di 76.000 Testimoni di Geova. Naturalmente tutti desideravano sapere come stavano i loro conservi cristiani. Non appena fu possibile, dopo il terremoto e il maremoto, gli anziani delle congregazioni in tutta la zona colpita si accinsero alla ricerca degli altri Testimoni. Un rappresentante speciale della Watch Tower Society scrive:

“Avevamo in mente parecchie famiglie di Testimoni di Geova abitanti in case su palafitte presso il mare. Non aspettammo che facesse giorno, ma appena possibile ci avviammo verso la zona. Al nostro arrivo ci strofinammo gli occhi increduli. La comunità un tempo densamente popolata e brulicante di vita non c’era più!” Felicemente, però, nessun Testimone di Geova della zona era morto o aveva riportato gravi ferite, benché tutti avessero perso la casa e le suppellettili.

A Malangas, macerie d’ogni sorta erano sparse tutto intorno. Alcune case erano ancora intatte, ma la maggior parte d’esse erano state rase al suolo. Alcuni erano indaffarati con motobarche per rimorchiare a riva le case. Un anziano di congregazione di quella zona narra: “Riuscii a rimorchiare a riva la mia casa; perdemmo solo il vestiario. Ma ci furono molte perdite di vite, sia umane che animali. Ma nessuno dei Testimoni di Geova della zona perì, benché subissero considerevoli perdite e danni alle proprietà”.

Alle quattro del mattino successivo alla catastrofe, a Cotabato fu tolto il coprifuoco, dopo di che un servitore di ministero dei Testimoni di Geova si procurò una jeep e fece il giro delle case dei Testimoni. Anche lì tutti i Testimoni di Geova erano sopravvissuti senza riportare gravi ferite. Comunque, a causa delle ingenti perdite di beni alcuni di essi dovettero andare a vivere in centri di evacuazione istituiti dal governo. Altri piantarono la tenda o eressero baracche a breve distanza dalla casa prevedendo numerose altre scosse.

“Terremoti in un luogo dopo l’altro”

Questo terremoto fu uno dei tre che fecero tremare l’Asia durante la stessa settimana. Gregorio Andal della Commissione di Vulcanologia disse: “A questo punto la crosta terrestre è in una condizione turbolenta e possono aver luogo terremoti in qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi tempo”. Un altro gruppo di scienziati crede che forse stia avendo luogo qualche processo sismico attualmente non del tutto compreso.

A questo riguardo, Gesù predisse un aspetto importante di un “segno” che avrebbe contrassegnato il “termine” del presente sistema di cose. Oltre a guerre, persecuzione dei cristiani, crescente illegalità e altri guai, Gesù predisse: “Vi saranno . . . terremoti in un luogo dopo l’altro”. (Matt. 24:3-8; Mar. 13:4-8) Lo storico biblico Luca aggiunge che Gesù disse: “Vi saranno grandi terremoti”. — Luca 21:11.

Negli scorsi sessantadue anni i Testimoni di Geova hanno additato ai loro simili che tutti gli aspetti del segno indicati da Gesù si sono adempiuti dal 1914. Riguardo ai terremoti come aspetto di quel segno, più di 900.000 persone sono morte per i terremoti avvenuti da quell’anno. A contare da circa 1.000 anni fa, prima del 1914 la media annua dei morti provocati da terremoti era di 3.000; ma da allora quella media è salita a 15.000 l’anno. Le profezie di Gesù sui terremoti si avverano ora!

Pertanto, i Testimoni di Geova delle Filippine sono impegnati a visitare i superstiti del più tremendo terremoto che li abbia mai colpiti. Li confortano recando loro il lieto messaggio che è prossimo un nuovo sistema, in cui le persone non moriranno più di morte accidentale nei disastri naturali. — 2 Piet. 3:13; Riv. 21:3-5.

[Cartina a pagina 13]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

ISOLA DI MINDANAO

MAR DI SULU

Isola di Olutanga

Cotabato

Zamboanga

Isola di Sacol

GOLFO DI MORO

EPICENTRO

MAR DI CELEBES

[Immagine a pagina 14]

‘La costa era un campo di case rase al suolo e di bambini in lagrime’

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