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  • g77 22/10 pp. 24-27
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  • La storia della gomma
  • Svegliatevi! 1977
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  • Estrazione dagli alberi della giungla
  • Dai piccoli inizi
  • “Piantagioni” di gomma
  • Gomma sintetica
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Altro
Svegliatevi! 1977
g77 22/10 pp. 24-27

La storia della gomma

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” in Brasile

UN ENORME jumbo jet si avvicina all’aeroporto. Per un buon atterraggio, molto dipende dai pneumatici. Questi devono sostenere un tremendo impatto e attrito mentre l’aereo, col suo peso enorme, tocca terra e si arresta. L’unica sostanza naturale che può sopportare un trattamento simile è la gomma.

Secondo Rubber, pubblicazione della Firestone, la produzione mondiale nel 1973 si aggirò su 3.302.000 tonnellate di gomma naturale e 5.893.000 tonnellate di gomma sintetica. La maggior parte va all’industria automobilistica. “Le gomme d’automobile”, osserva l’Encyclopædia Britannica, “assorbono dal 60 al 70 per cento della gomma disponibile”.

Da dove proviene la gomma? Alcuni alberi tropicali e subtropicali producono un fluido lattiginoso, o latice, che contiene gomma. La migliore fonte commerciale della gomma naturale è un bell’albero diritto chiamato Hevea brasiliensis, originale della giungla del bacino del Rio delle Amazzoni, in Brasile. Allo stato selvatico raggiunge altezze da 20 a 30 metri. Nelle piantagioni, questi alberi raggiungono l’altezza di 18 metri. In quanto all’origine del latice gommoso, l’Encyclopædia Britannica afferma:

“Il tronco di un albero può essere diviso grosso modo in una parte interna di legno e una parte esterna di corteccia. Dove si uniscono la corteccia e il legno vi è uno strato di cellule dello spessore di un foglio di carta, detto cambio, che appare come uno strato viscoso quando si stacca la corteccia dall’albero. Questo strato provvede alla crescita, aggiungendo da una parte nuove cellule al legno e dall’altra nuove cellule alla corteccia. Vicino al cambio e nella parte più tenera della corteccia si trovano i tubi laticiferi. All’esterno della corteccia tenera vi è una parte dura dove si trovano relativamente pochi tubi laticiferi. Il tutto è protetto da uno strato esterno di sughero. Il diametro dei tubi laticiferi si considera di circa 0,038 millimetri”.

Le molecole della gomma sono composte di cinque atomi di carbonio e otto di idrogeno. Parecchie di queste molecole unite insieme formano lunghe molecole giganti simili a catene, dette polimeri (“molte parti”). Secondo Rubber, “gli scienziati ritengono che la composizione a catena della gomma ne spieghi l’elasticità. Ritengono che probabilmente le lunghe catene di molecole di gomma si colleghino e si arrotolino, quasi come molle a spirale. Quando la gomma è tesa, la spirale si allunga. Quando è rilasciata, torna al suo posto”.

Estrazione dagli alberi della giungla

Francisco da Silva è uno dei 150.000 padri di famiglia brasiliani che si guadagnano da vivere raccogliendo gomma naturale nelle inospitali foreste presso il Rio delle Amazzoni. La giornata lavorativa di Francisco comincia sul far dell’alba a Rio Branco (Acre), città della giungla, circa 1.100 chilometri a sud dell’equatore. Dopo una colazione frugale, si mette in cammino, con una piccola lampada sulla fronte per illuminare la fitta giungla. Ha con sé anche un fucile in caso di pericolo da parte di animali selvatici o serpenti.

Raggiunto il primo albero, Francisco pulisce il tronco. Con un coltello speciale incide leggermente la corteccia, facendo un taglio diagonale da sinistra a destra verso il basso. A ogni incisione fissa una ciotola di latta. Questa serve a raccogliere il succo lattiginoso che cola lentamente tra lo strato esterno di sughero e il cambio durante le successive tre o quattro ore. Se un albero produce più del normale, fissa fino a quattro ciotole allo stesso livello, distanti dieci centimetri l’una dall’altra.

Verso mezzogiorno Francisco fa una pausa per mangiare qualcosa. Quindi comincia subito a raccogliere il latice. Verso le diciassette si dirige verso casa con la raccolta giornaliera di una trentina di chili di latice. Questo corrisponde a circa dieci chili di gomma grezza.

L’operazione successiva ha luogo in una capanna dal tetto di paglia, senza finestre, ma con un’apertura nel tetto. Nel mezzo della capanna c’è un fuoco che arde lentamente, ai lati del quale stanno due rami biforcuti. Francisco immerge parecchie volte nel latice un bastone che poi dispone sulle forcelle. Mentre fa girare il bastone al di sopra del fuoco, vi versa su altro latice. Il calore fa evaporare l’acqua del latice, e la gomma diventa più spessa. Si continua ad aggiungere latice così che intorno al bastone si forma una solida palla scura di gomma. Si continua così finché la palla raggiunge i 20 chili o più.

Periodicamente le pesanti palle di gomma grezza sono portate a un agente, dove vengono pesate, classificate e pagate. Quindi vengono inviate ai centri industriali.

Dai piccoli inizi

L’albero della gomma era noto agli Indiani dell’America tropicale, che lo chiamavano caoutchouc, cioè “albero piangente”. Col suo latice facevano scarpe, rivestimenti per tessuti, bottiglie a forma di pera, figure di animali e palle per i giochi dei bambini.

Solo nel diciannovesimo secolo si cominciò ad apprezzare il valore commerciale della gomma. A quei tempi un chimico industriale scozzese, Charles Macintosh, inventò un tessuto gommato impermeabile. Di qui ebbero origine i nostri impermeabili, a volte chiamati in inglese “mackintoshes”.

Comunque, a quel tempo gli usi della gomma erano molto limitati. Questo principalmente perché la gomma pura risente molto del caldo e del freddo. Col caldo diventa appiccicosa, puzza e si deteriora facilmente, mentre col freddo diventa dura e rigida. Nel 1839, però, l’americano Charles Goodyear, trovò il modo di risolvere questi problemi. Come?

Durante i suoi esperimenti Goodyear ebbe l’idea di aggiungere zolfo e piombo alla gomma grezza e riscaldare questo composto ad alte temperature. Ne risultò una gomma che non aveva i difetti della gomma pura e, inoltre, aveva maggiore elasticità e resistenza all’attrito. Il processo divenne noto come vulcanizzazione, dal nome del dio romano del fuoco, Vulcano.

Questa invenzione segnò una svolta nella produzione di articoli di gomma. Un altro passo avanti fu l’invenzione dei pneumatici di gomma, con camere d’aria, per automobili e altri veicoli. Di qui la crescente richiesta di gomma.

“Piantagioni” di gomma

Sull’ondata della “corsa alla gomma” i commercianti si riversarono sul bacino del Rio delle Amazzoni, e i baroni della gomma fecero fortuna. I prezzi salirono fino a un dollaro la libbra (454 grammi). Le industrie cominciarono a cercare fonti di gomma più economiche.

Fino a quel momento, l’unico produttore di gomma grezza era stato il Brasile. Sarebbe stato possibile far crescere altrove gli alberi della gomma? Nel 1876, Henry Wickham riuscì a portare in Inghilterra circa 70.000 semi di alberi della gomma brasiliani. Questi furono piantati nelle serre dell’Orto Botanico Reale a Kew (Londra). Quasi 2.500 semi germinarono. Le pianticelle furono inviate immediatamente a Ceylon e in Malaysia per essere ripiantate. Quale fu il risultato?

Oggigiorno, quasi l’85 per cento della produzione mondiale di gomma naturale viene dall’Asia sudorientale, e la Malaysia ne è la maggiore produttrice. Vi sono anche alcune piantagioni di gomma in Africa, specialmente in Liberia e Nigeria.

Gomma sintetica

La grande richiesta di gomma durante le due guerre mondiali portò all’invenzione della gomma sintetica prodotta da carbone e petrolio. Il termine “sintetico” significa “messo insieme”. Alcuni di questi prodotti sintetici sono migliori, per certi usi, della gomma naturale.

Tra le gomme artificiali vi è il neoprene, che è particolarmente resistente a petrolio, benzina, luce solare e ozono. La gomma “Artic” resiste all’indurimento e irrigidimento nei climi freddi. La gomma “Coral” della Firestone si dice sia praticamente uguale alla gomma naturale.

La gomma ha servito fedelmente il genere umano per molti anni. Mostra la sapienza e la benignità del nostro Creatore nel fornire la terra di un’abbondanza di risorse naturali così utili all’umanità.

[Immagine a pagina 25]

Incisione di un albero della gomma. Il latice che cola dall’albero è raccolto in una ciotola di latta

[Immagine a pagina 26]

Palla di gomma condensata dal fumo. L’anidride carbonica contribuisce alla coagulazione della gomma

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