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  • Atrocità storiche: Come dovreste considerarle?
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Svegliatevi! 1977
g77 8/11 pp. 3-5

Atrocità storiche: Come dovreste considerarle?

SI CALCOLA che 80 milioni di Americani si siano raccolti davanti al televisore per vedere lo stesso spettacolo, l’ultimo episodio di uno sceneggiato in otto puntate intitolato “Roots” (Radici). Pertanto, il 30 gennaio 1977 fu stabilito un nuovo primato nel numero di spettatori di un programma televisivo.

“Roots” è la storia di una famiglia negra: ne racconta il viaggio dall’Africa, le peripezie attraverso generazioni di schiavitù in America e come infine ottiene la libertà. Ma perché questa ‘storia romanzata’ ha destato tanto interesse?

Sebbene ci siano indubbiamente parecchie ragioni, forse quella più profonda è che ha fatto capire molto bene che cosa significava essere uno schiavo negro. Ha fatto rivivere una grande atrocità commessa nella storia. Una donna disse: “Dentro di me qualcosa tentava di convincermi che la schiavitù non era poi così cattiva, ma ora so che in realtà era molto peggiore”.

In effetti, negli ultimi anni sono stati scritti molti libri e rappresentati molti lavori teatrali sulla sorte delle minoranze oppresse. Si sono fatte estese ricerche sulle circostanze che portarono al genocidio o all’estremo avvilimento di un popolo da parte di un altro e i risultati sono stati messi per iscritto.

Naturalmente, questa ‘storia moderna’ avrà anch’essa le proprie teorie e i propri pregiudizi. Ma, per la maggior parte, rivela nettamente che certi avvenimenti del passato furono così sconcertanti che per alcuni è difficile leggerli. Forse mai prima d’ora si era studiata tanto la portata della barbarie dell’uomo verso il suo simile.

Triste a dirsi, studiando la storia si è costretti a riconoscere che sono state commesse molte grandi atrocità, molti olocausti. Uno dei più imponenti in senso numerico fu quello degli Africani catturati e trasportati via mare nelle Americhe. L’Encyclopædia Britannica (11a Edizione, Vol. 25, pag. 222) dichiara: “Su ogni gruppo di 100 negri spediti dall’Africa 17 morirono nel giro di 9 settimane circa, e non più di 50 sopravvissero per svolgere un lavoro efficiente nelle isole [delle Indie Occidentali]”. Poiché “le stime degli schiavi spediti attraverso l’Atlantico variano da 30.000.000 a 100.000.000”, il numero di quelli che perirono fu davvero enorme. — The New Encyclopædia Britannica, 15a Edizione, Vol. 1, pag. 283.

Comunque, in molti casi di atrocità è difficile anche calcolare il numero degli uccisi. Quanto erano numerose le popolazioni degli Indiani nativi delle isole caribiche e dei continenti americani? Tuttavia, col tempo, “la popolazione di Indiani aborigeni [delle isole caribiche] fu totalmente estinta”. Considerate pure gli Indiani del Nordamerica. Si ritiene generalmente che da parecchi milioni siano stati ridotti a una piccola frazione. Oggi, molte ‘battaglie contro gli Indiani’ sono più realisticamente considerate dei massacri.

Passando alla storia recente, riscontriamo che il numero delle atrocità di cui si è a conoscenza aumenta bruscamente. Possiamo considerare il mondo del nostro secolo più civile quando pensiamo agli stermini compiuti dai nazisti? La documentazione della politica nazista rivela un piano deliberato di genocidio non solo contro gli Ebrei, ma contro i popoli slavi, contro i Testimoni di Geova e altri. Si crede fossero assassinati più di un milione di Polacchi non ebrei, e più di un quarto di milione di zingari. E queste aride cifre non possono rivelare tutta la storia degli orrori dei campi di concentramento: fame, percosse, “esperimenti medici” (in molti casi la sterilizzazione) e di frequente le camere a gas.

Veramente, come dice la Bibbia, “l’uomo ha dominato l’uomo a suo danno”. (Eccl. 8:9) E il fatto che tali atrocità sono state commesse in molte parti della terra è la prova che tali crudeltà non si possono considerare un segno caratteristico delle persone di una certa razza o nazionalità. L’odio non conosce colore, né lingua, né bandiera.

Comprendere questo fatto servirà a non farci assumere una posizione estremistica di fronte alla storia così sconcertante dell’odio razziale o nazionalistico. Se un popolo un tempo perseguitato pensasse: ‘Aspettate che saliamo noi al potere; vendicheremo i nostri padri’, a cosa servirebbe? Le atrocità continuerebbero!

Invece, dobbiamo sforzarci di capire gli avvenimenti realmente accaduti. Per esempio, un documentario inglese intitolato “La lotta contro la schiavitù” indicava, secondo una rivista, “che la schiavitù è un crimine commesso non solo contro i negri ma contro tutta l’umanità. Ne sono colpevoli entrambe le razze, poiché molti negrieri erano africani”. — Time del 24 gennaio 1977, pag. 56.

È pure pericoloso generalizzare riguardo a qualsiasi avvenimento o situazione. Nei momenti peggiori i singoli individui furono trattati in modo diverso. Per esempio, alcuni schiavi negri furono trattati bene. Altri furono incatenati, violentati, mutilati e strappati alla famiglia per capriccio. C’è un’altra domanda: Dal momento che i colpevoli sono morti da tanto tempo, come si possono punire i responsabili? Se si perseguitassero tutti i bianchi, molti innocenti ne soffrirebbero.

D’altra parte, non è neppure saggio andare all’altro estremo: ‘La cosa non mi riguarda; è storia morta’. È necessario che sia perseguitata la propria famiglia per riconoscere quanto ciò sia terribile? Le sofferenze patite dalle minoranze non dovrebbero aiutarci a essere compassionevoli verso di loro? Dal momento che molte atrocità sono state commesse a causa di miti sull’inferiorità razziale o sociale, possiamo permetterci di pensare in modo così irrealistico?

Oltre che fare un tale esame di coscienza, possiamo personalmente trarre un altro vantaggio esaminando il passato onestamente. La storia vera dice chiaramente: Molte volte l’uomo non ha amato o non si è curato del suo simile. Anziché piangere per ciò che è accaduto solo a un popolo, è più saggio interessarsi di tutte le povere masse dell’umanità che sono state ripetutamente tiranneggiate. Guardando gli am haárets (‘popolo della terra’, gente comune) del suo giorno, Gesù provò pietà ‘perché erano mal ridotti e dispersi’. (Matt. 9:36) Facciamo bene a imitarlo.

Tale interessamento ci spinge anche a cercare altrove la vera soluzione dei problemi causati dai fallimenti del governo umano. Qual è il governante che ama tutti i popoli? La Bibbia risponde: Il governante che Dio ha costituito, “l’Agnello”, Gesù Cristo. (Riv. 7:9, 10, 17) Essa promette che presto il “regno” di Dio porterà pace e fratellanza su questo pianeta. — Matt. 6:9, 10; Riv. 21:3, 4.

Chi si volge a questo governo del “Regno” insegue forse un assurdo ideale di fronte alla cruda realtà? Ebbene, dopo migliaia d’anni di storia umana documentata, è realistico rivolgersi agli uomini per avere guida compassionevole? No. Piuttosto la risposta sta in ciò che Dio ha promesso come solo rimedio per i mali dell’umanità. “In ogni nazione l’uomo che lo teme” ha la possibilità di ricevere la vita in una società umana felice, in un nuovo sistema di cose ora vicino. — Atti 10:34, 35.

Difficile crederci? Perché non investigare? Lasciate che la Bibbia vi mostri come Dio porrà completamente fine alle atrocità commesse da uomini insensibili. E Dio offre non solo una speranza a quelli che ora sono in vita, ma la promessa di riportare in vita in un nuovo ordine pacifico coloro che sono morti di morte violenta. — Giov. 5:28, 29.

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