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  • Perdonare e dimenticare: è possibile?
  • Svegliatevi! 1998
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Svegliatevi! 1998
g98 8/8 pp. 3-5

Perdonare e dimenticare: è possibile?

È PASSATO più di mezzo secolo dalla fine della seconda guerra mondiale nel 1945. Quella è stata di gran lunga la guerra più crudele e sanguinosa di tutta la storia.

La seconda guerra mondiale durò sei anni e costò la vita a circa 50 milioni di persone, civili inclusi. Innumerevoli altri rimasero fisicamente, mentalmente ed emotivamente menomati. Per molti che hanno vissuto quei calamitosi anni di guerra, i penosi ricordi delle atrocità commesse e delle persone care perdute sono ancora vivi.

Rimane il ricordo delle atrocità perpetrate dai nazisti nell’Olocausto, con i suoi milioni di vittime innocenti. Sia in Europa che in Asia, molti orrori furono commessi dagli eserciti invasori, che assassinarono, violentarono, saccheggiarono e terrorizzarono i civili. Anche le incursioni aeree causarono devastazioni, ferite e morte a innumerevoli uomini, donne e bambini innocenti. Sui vari fronti in tutto il mondo milioni di combattenti ebbero esperienze terribili.

Traumi mentali ed emotivi

Molti traumi mentali ed emotivi causati dai terribili avvenimenti della seconda guerra mondiale rimangono indelebili nella mente di molti che sono ancora in vita oggi. Vorrebbero cancellare tutti quei brutti ricordi, ma non ci riescono. Nel caso di alcuni, le immagini di quegli orrori tornano a tormentarli come un incubo ricorrente.

Altri invece non vogliono dimenticare: chi perché assetato di vendetta, chi perché vuole onorare il ricordo dei caduti. Molti inoltre sono dell’idea che bisogna tenere vive nella memoria collettiva le atrocità passate perché non abbiano a ripetersi.

L’atmosfera in cui qualche anno fa, nel 1994-95, si svolgevano le commemorazioni per il cinquantesimo anniversario del D-Day (lo sbarco degli alleati in Normandia nel giugno 1944) e della fine della seconda guerra mondiale in Europa (nel maggio 1945) dimostrava che, per molti testimoni oculari di quegli avvenimenti, perdonare e dimenticare è molto difficile. Spesso è precluso qualsiasi scambio di cortesie o gesto conciliante tra ex nemici. Così, veterani britannici rifiutarono di invitare rappresentanti tedeschi alle commemorazioni dello sbarco alleato in Normandia.

Riferendosi alle atrocità perpetrate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale e alla difficoltà di perdonare e dimenticare, lo scrittore Vladimir Jankélévitch si è espresso in questo modo: “In presenza di un crimine così rivoltante, l’impulso naturale . . . è quello di indignarsi e di lottare appassionatamente contro l’oblio e di inseguire i criminali, come i giudici del tribunale alleato di Norimberga avevano promesso, fino in capo al mondo”. Lo stesso scrittore continua: “Diremmo volentieri, capovolgendo i termini della preghiera che Gesù rivolge a Dio nel Vangelo secondo san Luca: Signore, non perdonare loro, perché sanno quello che fanno”.a — Confronta Luca 23:34.

Triste a dirsi, dal 1945 fino ad oggi, innumerevoli altre stragi — in Cambogia, Ruanda, Bosnia, per menzionarne solo alcune — hanno continuato a insanguinare la terra, lasciandosi dietro milioni di morti e un gran numero di vedove, orfani, vite spezzate e ricordi atroci.

Indubbiamente il XX secolo è stato un tempo di crudeltà senza precedenti. Proprio come la profezia biblica predisse molto tempo fa per la nostra epoca, gli uomini si sono dimostrati “fieri” e “senza amore per la bontà”. — 2 Timoteo 3:1-5; Rivelazione (Apocalisse) 6:4-8.

Cosa fare?

Davanti a tali barbarie, le reazioni della gente sono diverse. E noi? Dovremmo ricordare? O dovremmo dimenticare? Ricordare vuol dire serbare rancore verso i nemici di un tempo, rifiutarsi di perdonare? Viceversa perdonare significa dimenticare nel senso di cancellare completamente penosi ricordi?

Il Creatore dell’uomo, Geova Dio, cosa pensa dei terribili crimini commessi nel nostro tempo e in passato? Li perdonerà? E non è troppo tardi perché Dio compensi le vittime di queste atrocità? C’è qualche speranza sicura che le atrocità finiscano, dato che vengono commesse da migliaia di anni? Come farà l’Iddio Onnipotente a dipanare queste questioni controverse?

[Nota in calce]

a Perdonare?, trad. di D. Vogelmann, Editrice La Giuntina, Firenze, 1988, pagine 30, 33.

[Immagine a pagina 4]

Figli di vittime di massacri in un campo profughi

[Fonte]

UN PHOTO 186797/J. Isaac

[Fonte dell’immagine a pagina 3]

U.S. Navy photo

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