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  • g78 8/2 pp. 3-5
  • Quando l’onestà è una norma di vita

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  • Quando l’onestà è una norma di vita
  • Svegliatevi! 1978
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • ‘Fibra morale malata’
  • Per porre rimedio alla disonestà
  • Vale la pena di essere onesti?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1984
  • Siate onesti in ogni cosa
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1986
  • Disonestà: le pressioni
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Altro
Svegliatevi! 1978
g78 8/2 pp. 3-5

Quando l’onestà è una norma di vita

COSA fareste se trovaste per strada un sacchetto contenente 25.000 dollari in biglietti di piccolo taglio? Il conducente di un camioncino a Brooklyn (New York) si trovò di recente proprio in questa situazione. Il sacchetto era caduto inavvertitamente da un furgone blindato durante un piccolo incidente.

Per aver consegnato la somma alla polizia, il conducente del camioncino fu coperto di scherni dai compagni di lavoro che gli spiegarono ciò che avrebbero potuto fare e avrebbero fatto con il denaro se fossero stati loro a trovarlo. Gli investigatori che si occuparono dell’episodio dissero che l’onestà del conducente era una cosa “sbalorditiva in questa città”. Inoltre, uno dichiarò: “Sono nella polizia da diciotto anni e non ho mai visto nulla del genere. E se rimarrò nella polizia per altri diciotto anni non credo che mi capiterà di nuovo”. Sì, non è forse vero che non passa quasi giorno senza che si odano notizie di estesa disonestà, imbrogli o corruzione da parte di ogni specie di persone?

Due anni fa gravi scandali di corruzione a livello internazionale suscitarono sdegno in Italia, Giappone, Belgio e Stati Uniti, fra gli altri paesi. Ex primi ministri, membri del governo e perfino un principe europeo furono accusati di grave corruzione. In una prestigiosa accademia militare americana vennero smascherati gli imbrogli di centinaia di cadetti, che furono espulsi.

Pare che ricchezza e posizione non scoraggino tale disonestà. Vari importanti personaggi del mondo dello spettacolo furono processati per l’uso di dispositivi elettronici detti “scatole blu” di cui si erano serviti per fare lunghe telefonate interurbane senza pagare. Il direttore di una grossa ditta di apparecchi elettronici diede le dimissioni dopo avere ammesso di non aver denunciato i redditi per cinque anni, e un ricco personaggio dell’alta società si dichiarò colpevole d’avere drasticamente ridotto il prezzo di fattura di abiti acquistati a Parigi per pagare meno alla dogana.

Molti sono del parere che le opportunità d’esser disonesti tocchino una corda sensibile in quasi ogni individuo. Quando recentemente i dipendenti di un supermercato parigino fecero uno sciopero selvaggio, per esempio, oltre mille clienti portarono via dai grandi magazzini merce per un valore di quasi ventisette milioni di lire. L’Associazione delle Biblioteche Americane calcola che siano rubati annualmente libri per un valore di circa 250 milioni di dollari da ogni specie di persone, ma i peggiori, dicono, sono “gli studenti di medicina e gli studenti di legge”, proprio quelli che dovrebbero essere modelli di integrità.

Per molti lavoratori, scrive il Times di New York, “pare che riscuotere l’indennità di disoccupazione mentre evitano volontariamente di lavorare sia divenuta una norma di vita”. Un giornalista che cura una rubrica di notizie molto seguita scrive: “A quanto sembra, approfittano tutti delle occasioni”.

‘Fibra morale malata’

Ma che dire della religione? Servono le chiese a frenare la disonestà dei loro fedeli? Pare di no, fa notare il redattore religioso del Press di Cleveland, George Plagenz: “Imbrogli e altre azioni discutibili . . . sono commessi anche da membri stimati della normale comunità di frequentatori di chiesa”. Plagenz fa anche quest’osservazione rivelatrice: “Non è che non considerino l’imbroglio un peccato. È che non considerano imbroglio quello che fanno”.

Quindi, molti che praticano qualche forma di disonestà non pensano che le loro azioni siano effettivamente errate. Un dirigente di una fabbrica di aerei condannato per avere accettato bustarelle disse: “È il lavoro stesso che ti porta a farlo . . . è stata una cosa naturale”. Coloro che presentano alle assicurazioni richieste esagerate di risarcimento per incidenti fanno spesso questo ragionamento: “Le compagnie di assicurazione se lo aspettano. Lo hanno calcolato nei premi. Bisogna essere sciocchi per non fare un’elevata richiesta di risarcimento”. Ma chi paga alla fine?

Alcuni studenti pensano che se sono onesti verranno a trovarsi in svantaggio dato che tutti gli altri imbrogliano. Altri credono che ingannare il proprio datore di lavoro o il governo equivalga a correggere un’ingiustizia. Le grosse società e i governi ingannano il cittadino medio, essi ragionano; perché allora non rifarsi con quelli che ti derubano sempre? “Dopo tutto”, credono molti, “sono così grandi che non se ne accorgeranno neppure”. Ma, di nuovo, chi è alla fine che paga? Non pagano tutti con i prezzi più elevati che sono la conseguenza di tale disonestà?

Il modo in cui alcuni considerano le loro pratiche disoneste è rivelato dalle parole adirate di un medico, condannato per avere tratto con l’inganno enormi profitti da un programma di assistenza pubblica. A un sottocomitato del Senato americano disse di avere “approfittato di un sistema pidocchioso, che gira le spalle e non guarda”. Il suo avvocato aggiunse che “sono qui per protestare contro un sistema così inefficace che praticamente incoraggia simili azioni”.

Ma perché il sistema dovrebbe sorvegliare tutti? E chi si lamenta che il sistema “incoraggia” la disonestà non è alquanto simile al giovane delinquente che si lamenta che gli anziani da lui aggrediti lo ‘incoraggiano’ a commettere reati perché sono bersagli così facili? No, il problema non è la scarsa vigilanza del sistema. “Da qualche parte c’è una spiegazione più profonda, più preoccupante”, osserva un noto giornalista. “È la fibra morale che è malata, e Dio solo sa come faremo a curarla”. — Atlanta Constitution, 2 sett. 1976.

Per porre rimedio alla disonestà

Il fatto è che Dio sa come curare questa dilagante ‘malattia della fibra morale’, ed è quello che sta facendo per milioni di persone. Prendete, ad esempio, l’uomo di Brooklyn che trovò il sacchetto contenente 25.000 dollari e lo portò alla polizia. La notizia del Long Island Press riporta ciò che egli avrebbe detto: “Come testimone di Geova, mi sforzo di sostenere nella mia vita quotidiana gli insegnamenti della Bibbia. Ci riferiamo a Ebrei 13:18”. Lì la Bibbia dice dei cristiani: “Confidiamo di avere un’onesta coscienza, desiderando condurci in ogni cosa onestamente”.

Pertanto la forza dei princìpi biblici può vincere la disonestà, la ‘malattia della fibra morale’ da cui tanti sono affetti. Persone di ogni nazione e condizione sociale che veramente applicano nella loro vita questi princìpi sono note per la loro onestà. Per esempio, sotto l’intestazione “Quelli della Torre di Guardia sono onesti”, il principale giornale dello Zambia, il Times, scriveva che la “direzione della Fiera Commerciale dello Zambia assume membri [dei Testimoni di Geova] per le biglietterie, a motivo della loro onestà”.

Un funzionario spiegò che, in passato, si erano verificati ammanchi di ben K500 (680.565 lire), mentre con i Testimoni l’ammanco era stato di appena “40n [550 lire]”. “Si può capire perché la direzione preferisce quelli della Torre di Guardia”, fece notare il funzionario. “Sono così onesti che negli scorsi tre anni la direzione non ha avuto nessun problema con gli incassi”. — 4 luglio 1974.

Queste persone non nascono oneste. Molti prima erano esattamente il contrario. Ma rinnovano la loro vita per metterla in armonia con le norme di onestà che presto saranno in vigore in tutta la terra quando Dio stabilirà il giusto sistema di cose che ha promesso. I viventi avranno allora una personalità così diversa che la Bibbia chiama quel sistema “nuovi cieli e nuova terra” in cui “dimorerà la giustizia”. Perché non cercate di sapere come ha imparato questo gruppo di persone a fare dell’onestà una norma di vita? — 2 Piet. 3:13.

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