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  • g78 22/9 pp. 24-27
  • Che tipo di missionari sono?

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  • Che tipo di missionari sono?
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Svegliatevi! 1978
g78 22/9 pp. 24-27

Che tipo di missionari sono?

“CHE tipo di missionario sarai?” K. A. Adams pose questa domanda ai 24 studenti che aveva addestrati nei cinque mesi precedenti. L’occasione fu la cerimonia del conferimento dei diplomi alla 64a classe della Scuola di Galaad, tenuta il 5 marzo nella Sala dei Congressi dei Testimoni di Geova di Long Island (New York).

“Potete imparare alcune lezioni da quelli che vi hanno preceduto”, continuò Adams. Quindi richiamò l’attenzione degli studenti su due missionari menzionati nella Bibbia, Giona e l’apostolo Paolo. Giona, osservò, ebbe un atteggiamento sbagliato nei riguardi del territorio assegnatogli, Ninive, non condividendo il pensiero di Dio nei confronti degli abitanti di quella città. Così Giona si avviò in un’altra direzione. “Ma Dio lo fermò subito”, disse Adams, “gli diede alcuni giorni per pensarci su e infine, dal ventre del pesce, Giona disse: ‘Ciò che ho votato, per certo pagherò’”.

“Ma Giona aveva ancora problemi” osservò Adams. “Egli andò a Ninive e compì l’opera, ma è evidente che non si interessava troppo delle persone. Così, quando esse smisero di comportarsi male e Geova decise di non distruggerle, a Giona ‘dispiacque assai’, dice la Bibbia”. Vale la pena di meditare su questo fatto, specie dal momento che la Bibbia indica che Giona mostrò di interessarsi molto delle proprie comodità. — Giona capp. 1-4.

I diplomati afferrarono il punto della lezione: dovevano nutrire il sincero desiderio di aiutare altri, anziché preoccuparsi troppo delle proprie comodità. Nei giorni successivi alla consegna dei diplomi, ci furono gli addii mentre gli studenti partivano per i 10 paesi a cui erano stati assegnati: Bahama, Brasile, Cile, Ecuador, El Salvador, Guiana Francese, Giappone, Paraguay, Senegal e Sierra Leone. Da che fu aperta la Scuola di Galaad 35 anni fa, sono stati mandati complessivamente 5.633 diplomati in circa 160 diversi paesi.

Gli ultimi diplomati possono imitare l’ottimo esempio di molti missionari di classi precedenti. Considerate, ad esempio, Leo ed Eunice Van Daalen della prima classe di Galaad. Nel marzo 1944 arrivarono a Puerto Rico, dove c’erano solo sei testimoni di Geova attivi. I Van Daalen trovarono un alloggio e cominciarono a predicare sotto il cocente sole tropicale. La mezza dozzina di predicatori del Regno che c’erano nel 1944 crebbero a 622 nel novembre 1951.

Poi, nell’aprile successivo, i Van Daalen partirono per andare a trovare i genitori negli Stati Uniti. Tuttavia, l’aereo precipitò nell’oceano. Eunice, un’ottima nuotatrice, cedette il suo salvagente a un’altra persona, gesto altruistico che i giornali elogiarono. Ma lei e il marito annegarono. Avevano predicato strenuamente per otto anni, e, in gran parte grazie alla loro attività e a quella di altri diplomati di Galaad, a Puerto Rico ci sono ora più di 16.700 proclamatori del Regno.

C’è poi Donald Baxter, un diplomato della quinta classe di Galaad. Il 2 giugno 1946 atterrò a Caracas, capitale del Venezuela. A quell’epoca c’erano solo quattro Testimoni nel paese. Fu trovata una casetta senz’acqua corrente alla periferia della città, su una via non asfaltata. Lì fu aperta la prima casa missionaria del Venezuela. Baxter è ancora nel Venezuela, dove ha contribuito in parte all’espansione, essendovi ora più di 13.800 proclamatori del Regno.

I diplomati di Galaad hanno iniziato l’attività di predicazione del Regno in un paese dopo l’altro: nella Repubblica Dominicana, a El Salvador, nel Nicaragua, in Perù e in molte altre nazioni. Riguardo all’inizio dell’opera in Ecuador, l’Annuario dei Testimoni di Geova del 1948 (inglese) scrive: “I missionari devono avere vera determinazione per andare in un paese dove sono assolutamente estranei e dove nessuno prova simpatia per loro o crede come loro alla verità, e poi avanzare intrepidamente e coraggiosamente . . . Questo è ciò che hanno fatto i diplomati di Galaad”.

Durante la cerimonia del conferimento dei diplomi alla 64a classe, otto membri del personale della sede centrale dei testimoni di Geova esortarono i 1.944 presenti a dimostrare simile determinazione e fedeltà. L. Weaver additò il privilegio avuto dai diplomati di frequentare Galaad, ma osservò che in condizioni difficili potevano smettere di apprezzare questo privilegio. “Considerate Dema”, disse. “Egli ebbe il privilegio d’essere un collaboratore dell’apostolo Paolo. Ma in seguito Paolo dichiara: ‘Dema mi ha abbandonato perché ha amato il presente sistema di cose’”. — 2 Tim. 4:10.

L. Greenlees diede ottimi consigli sulla necessità di usare saggezza nei rapporti con le persone, sia con gli altri missionari con i quali sarebbero presto andati a vivere, sia con la gente del posto che può avere usanze e abitudini molto diverse. Incoraggiò i missionari a non pensare che le proprie usanze siano le migliori. Per illustrare l’importanza di imparare i costumi delle persone stando in mezzo a loro, Greenlees lesse questa esperienza di una donna dei Peace Corps, pubblicata nel Wall Street Journal:

“A quell’epoca ero nel Kenya da quasi due anni, e insegnavo in una cittadina nella parte centrale del paese. Uno studente di nome Samuele mi invitò a casa sua, dove conobbi la sua famiglia e consumai l’ottimo pasto che la madre aveva preparato. Naturalmente, lodai la cucina.

“Al ritorno, Samuele mi chiese se poteva dirmi una cosa. ‘Signora’, disse, ‘non per ferire i suoi sentimenti, ma è molto scortese fare commenti sul cibo a meno che non ci sia qualcosa che non va’.

“Mi sentii cadere le braccia. Dopo due anni sapevo così poco sulle usanze di questa gente tra cui ero venuta a vivere per ‘aiutarla’, che non conoscevo neppure una cosa così semplice come il modo di comportarsi a tavola”.

Sì, i missionari devono interessarsi sinceramente del prossimo. A giudicare dai risultati avuti nell’aiutare le persone nei cinque paesi di loro provenienza, c’è ragione di credere che gli attuali diplomati diverranno ottimi missionari. Alcuni avevano già dedicato più di 10 anni all’opera di predicazione in servizio continuo. Non sono dunque giovani inesperti. Hanno in media più di 29 anni.

Nell’ultimo discorso alla classe, l’insegnante U. V. Glass citò la Bibbia, dicendo: “È meglio la fine di poi d’una faccenda che il suo principio”. (Eccl. 7:8) Poi, al termine del suo incoraggiante discorso, in cui menzionò l’eccellente qualità della lealtà da loro manifestata, disse: “Questo è il nostro augurio. Il vostro servizio missionario dia alla fine risultati ancora migliori che in principio”. Sì, possa ciascuno dei diplomati della 64a classe continuare a mostrare lealtà e altre qualità cristiane nei territori dove sono stati mandati come missionari.

[Riquadro a pagina 25]

Diplomati della sessantaquattresima classe della Scuola Biblica Watchtower di Galaad

Nel seguente elenco le file sono numerate da quella anteriore a quella posteriore e i nomi sono elencati per ciascuna fila da sinistra a destra.

(1) Beatty, M.; Gillar, W.; Byrd, L.; Regalade, L.; Jefferson, M.; Landells, C.; Gabel, G.; Gabel, U. (2) Keller, R.; McCoy, S.; Triplett, B.; Segura, L.; Aponte, S.; Keller, C.; Jones, C.; Regalade, E. (3) Triplett, R.; Beatty, M.; Gillar, H.; Segura, G.; Reed, A.; Aponte, R.; Fawcus, B.; Henser, S.

[Immagine]

64th Class March 1978

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