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  • Mariti violenti/mogli violente: Perché?

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  • Mariti violenti/mogli violente: Perché?
  • Svegliatevi! 1979
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  • Che tipo di uomo è quello che picchia la moglie?
  • Uomo frustrato: uomo violento?
  • Alcool: la causa?
  • Dialogo o pugni?
  • Donne violente?
  • Qual è il rimedio?
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Svegliatevi! 1979
g79 8/9 pp. 6-11

Mariti violenti/mogli violente: Perché?

LA VIOLENZA domestica e così comune che molti ne hanno visto i segni. Lanciando un’occhiata a un vicino o compagno di lavoro, forse notate le conseguenze di molte liti familiari: lividi e graffi solo parzialmente nascosti da occhiali scuri, una maglia a collo alto o un pesante trucco. Forse vi chiedete: ‘Che moglie (o che marito) avrà? Certo erano innamorati quando si sposarono. Cos’è accaduto dunque?’

Sì, perché si picchiano? Chi è a picchiare il coniuge? Sono soprattutto i mariti? Quale atmosfera nella casa dà luogo alla violenza familiare? Vi contribuiscono certe influenze esterne? In pratica, qual è il rimedio? Consideriamo la cosa.

Che tipo di uomo è quello che picchia la moglie?

Riguardo alla violenza domestica, vengono in mente certi tipi di uomini. Ci si immagina spesso l’“operaio” — forse un camionista, uno sterratore o uno spazzino — che si ferma al bar dell’angolo, si riempie di birra e torna a casa barcollante e pronto a litigare. Ce ne sono molti di questi, come abbiamo visto nel caso di Connie e di Gloria.

Ma se pensate che solo questi tipi di uomini siano causa di violenza familiare, vi sbagliate. “La violenza familiare”, dice la rubrica “Intelligence Report”, “è presente in ogni razza, classe e ambiente. È diffusa e la frequenza con cui si verifica è la stessa nell’alta borghesia come nei ceti più bassi”. (Parade, 16 ottobre 1977, pag. 18) Il libro Wife Beating: The Silent Crisis rileva:

“Stando a chi lavora con donne percosse dal marito, ci sono vittime tra le mogli di medici, avvocati, professori universitari e perfino ecclesiastici. Secondo lo studio del dott. Gelles sui maltrattamenti inflitti al coniuge, le famiglie con i casi più numerosi di violenza erano quelle a reddito più elevato”. — pag. 7.

Perché la violenza domestica può colpire e colpisce ogni tipo di famiglia? C’è una ragione fondamentale che è trascurata dalla maggioranza dei sociologi. Conoscendola sarete aiutati a capire la causa del problema, sia che coinvolga la vostra famiglia o quella di un intimo amico o parente.

Il più antico racconto di vita familiare, la Bibbia, mostra che in principio il matrimonio umano fu perfetto. Non appena sposati, Adamo ed Eva erano senza peccato. I loro pensieri, le loro azioni e i loro sentimenti erano nel giusto equilibrio. In quello stato non avrebbero sofferto per la violenza domestica, vi pare? Ma in seguito disubbidirono a Dio, divenendo imperfetti. Menzionando un effetto della loro disubbidienza, Dio previde ciò che sarebbe accaduto e disse alla donna: “La tua brama si volgerà verso tuo marito, ed egli ti dominerà”. (Gen. 3:16) Sì, la maggioranza delle donne avrebbero desiderato un marito a tal punto da essere disposte anche a sopportare un uomo autoritario e brutale. Millenni di storia sottolineano questo doloroso fatto. Inoltre, Geova Dio previde che molti mariti, privi di equilibrio a causa dell’imperfezione, avrebbero esercitato in modo estremo la loro autorità, divenendo tiranni e picchiando la moglie. Qual è dunque il comune denominatore in tutti i casi di violenza familiare? L’imperfezione umana.

È indispensabile riconoscere che noi tutti discendiamo da quella prima coppia e abbiamo ereditato una natura umana imperfetta. (Rom. 5:12) Quindi, in tutti noi, ricchi o poveri, analfabeti o molto istruiti, c’è il cattivo seme che può dar luogo alla violenza domestica. Ma cosa lo fa crescere e germogliare? Frustrazione, alcool, assenza di dialogo, gelosia e sentimenti di rifiuto o insicurezza sono come sostanze nutrienti aggiunte all’acqua per far germogliare il seme della violenza. Prima di vedere cosa si può fare in merito a tali cose, consideriamo come alcune di esse generano violenza in molte famiglie d’oggi.

Uomo frustrato: uomo violento?

Menzionando una comune causa di violenza domestica, un medico fece questo commento: “Penso che dobbiamo vedere il fenomeno delle percosse alle mogli nel contesto di una società in cui c’è un’enorme quantità di frustrazione e tensione. Viviamo in un periodo straordinario in cui tensioni economiche e disoccupazione sono molto grandi. Queste difficoltà gravano inevitabilmente sulla famiglia”.

Cerchiamo di immaginare una scena quotidiana. Un marito nervoso torna a casa dal lavoro. Forse era stanco quando è uscito la mattina e si è trovato in mezzo al traffico congestionato o su una metropolitana rumorosa. Al lavoro è stato ripetutamente infastidito dai clienti o dal principale. Ma ha dovuto tener chiusa dentro di sé la sua frustrazione. Quando finalmente arriva a casa, la prima cosa che sente sono i bambini che piangono o la moglie che era ansiosa di vederlo per esprimere una giustificata lagnanza. Cosa succede? A volte la frustrazione e la tensione si sfogano con la violenza. Temendo di perdere l’impiego, non ha potuto inveire contro il principale né ha potuto prendersela col traffico congestionato. Ma guai alla moglie e ai figli! “Se un uomo è sconvolto”, ha detto un esperto di problemi coniugali, “non può piangere. È più virile dare un pugno al muro. Solo che a volte il muro è sua moglie”.

Mariti, sfogate la frustrazione in questo modo? Mogli, vi capita di vedere vostro marito che reagisce così violentemente? Succede solo quando c’è qualche forte contrasto?

In effetti la scintilla che fa scoppiare la violenza può essere una cosa insignificante: La cena non è pronta in tempo, la moglie dice di voler seguire un certo corso scolastico oppure che non si sente d’avere relazioni sessuali. Il marito, nervoso e frustrato, può pensare che questa sia una sfida alla sua autorità. Ed esplode con furia violenta.

“Chi è lento all’ira”, dice Proverbi 14:29, “è abbondante in discernimento, ma chi è impaziente esalta la stoltezza”. Molti uomini che hanno picchiato la moglie si sono poi vergognati e hanno capito la veracità di questo proverbio. Quando un uomo sfoga le frustrazioni che ha tenute chiuse dentro di sé colpendo in uno scatto d’ira la moglie o il figlio, sorgono di solito ulteriori problemi. La prima percossa porta spesso alla seconda. Può accadere come con la falla in una diga; si allarga facilmente finché un torrente di crudeltà sommerge il matrimonio.

Due studenti di legge intervistarono alcune donne che erano state picchiate dal marito e certi funzionari pubblici che si occupavano del problema. La conclusione?

“In genere le percosse alla moglie non sono semplicemente un triste fatto isolato ma il sintomo di un male cronico. [Il 95 per cento] delle donne intervistate avevano preso le botte per la prima volta durante il primo anno di matrimonio, e le aggressioni tendevano a farsi più frequenti e più violente col passare degli anni. Se non vi si fosse posto un freno, avrebbero potuto infine causare la morte. . . . In genere, la lite scoppiava per qualche motivo relativamente insignificante: era chiaro che si trattava solo di una scusa per sfogare un più profondo motivo di collera o una vecchia frustrazione”.

Il primo anno di matrimonio è specialmente critico per i nuovi problemi che possono sorgere. I coniugi si sforzano di adattarsi l’uno all’altro; inoltre il marito deve portare un più gravoso peso economico. E se la moglie resta incinta, il peso di lui cresce e forse è anche risentito o geloso perché lei è elettrizzata e preoccupata per qualcosa che significa meno attenzioni per lui.

Alcool: la causa?

Spesso c’è di mezzo l’alcool. In seguito a un sondaggio si giunse a questa conclusione: “Nel 60 per cento dei casi, l’aggressore era sempre sotto l’effetto dell’alcool al momento dell’aggressione”. Il direttore di un centro di Washington dice che nell’80 per cento dei casi i mariti che picchiano la moglie hanno bevuto.

Ma la colpa è veramente dell’alcool? Forse la risposta è no; ma molte volte è sì. Riguardo al legame fra il bere e le percosse alla moglie, lo psicologo dott. Lenore Walker osserva: “Può esser presa come scusa ma pare non ci sia una diretta relazione”. Tuttavia, la Bibbia dice acutamente: “Il vino è schernitore e la bevanda inebriante è tumultuosa, e chiunque ne è sviato non è saggio”. (Prov. 20:1) Non avete forse notato che l’alcool tende a ridurre le inibizioni, così che si diventa turbolenti o ci si controlla di meno? Perciò quando un marito che si sente frustrato o è arrabbiato con la moglie si mette a bere, è più facile che divenga violento. Dopo avere studiato il problema, il dott. Richard J. Gelles dichiarò:

“Il bevitore può considerare il periodo in cui è ubriaco come un ‘intervallo’ quando non è responsabile delle proprie azioni. Inoltre l’alcool può essere una scusa . . . non c’è nulla di storto nella famiglia, la colpa è di quel ‘demonio del liquore’”.

Possiamo imparare qualcosa da ciò sul consumo di alcolici?

Dialogo o pugni?

Come potete capire, i coniugi che ricorrono ai maltrattamenti fisici hanno spesso una grave lacuna riguardo al dialogo. Trovano difficile esprimere i propri sentimenti, inclusi quelli così intensi come gelosia, solitudine, incertezza e paura. “Sebbene viviamo in una società che fa grande uso di parole”, dice il sociologo Sherod Miller, “sono pochi quelli che hanno imparato a parlarsi di soggetti delicati”.

Specialmente gli uomini hanno questo problema. “Una delle principali cause di violenza domestica”, osserva Jan Peterson del Congresso Nazionale delle Donne del Quartiere, “è l’incapacità degli uomini di comunicare con le donne, eccetto con mezzi fisici”.

Ma se un uomo impara a esprimere i suoi sentimenti con parole controllate — anziché con scatti d’ira e imprecazioni — avrà risultati molto migliori nella famiglia che se ricorre alla violenza. L’antico re Salomone disse: “Dal frutto della sua bocca l’uomo mangerà il bene, ma la medesima anima di quelli che si comportano slealmente è violenza”. — Prov. 13:2.

Anche se generalmente si pensa che le donne siano più inclini e maggiormente in grado di esprimere a parole i propri sentimenti, i fatti indicano che molte mogli contribuiscono al problema dell’assenza di dialogo. L’esperto di problemi familiari Paul Shaner osserva che a volte la moglie che prende le botte si trincera dietro il silenzio. Alcune mogli, spiega, dicono che stanno zitte per timore di dire la cosa sbagliata, “ma l’uomo capisce che è una prova di forza”. Shaner conclude: “Questi due non si parlano, non comunicano veramente, da lunghissimo tempo”. Chi di noi è sposato fa bene a chiedersi: Nel nostro matrimonio c’è un normale dialogo?

Donne violente?

Non è raro parlare di mariti che battono la moglie, ma ci credete che molti mariti le prendono? Sono molte le mogli che commettono atti di violenza, aggravando notevolmente il problema della violenza domestica? Sì!

“Il reato meno denunciato non è quello delle percosse alla moglie”, dice la sociologa Suzanne Steinmetz. “È quello delle percosse al marito. . . . Nei casi di violenze minori, come schiaffi, colpi, spinte, non sembra ci siano sostanziali differenze fra uomini e donne. Una delle ragioni per cui esiste il fenomeno delle mogli che prendono le botte non è che gli uomini siano più aggressivi; solo che sembrano fisicamente più forti e possono fare più male”.

Si sente parlare meno di mariti che prendono le botte, perché quanti sono i mariti disposti a entrare in un commissariato (o anche a telefonare) per dire a un robusto poliziotto: “Mia moglie mi picchia”? Tuttavia molte mogli li picchiano! Il marito può essere più piccolo, più vecchio, debole o perfino malato. E anche se è abbastanza forte da difendersi, forse non lo fa per un senso di cavalleria o per timore che se si lascia veramente andare farà male sul serio alla moglie.

Alcune mogli che deplorano a gran voce la violenza del marito dimenticano la propria colpa. Per esempio, una moglie viene a sapere che il marito ha messo del denaro in banca a nome proprio invece che di tutt’e due. Nella discussione che ne segue gli dà una sberla. Forse qualche settimana dopo è lei che viene meno, imprecando contro di lui o rifiutandosi d’avere relazioni sessuali, ed egli si arrabbia e la colpisce. È vero che forse i lividi li ha lei. Ma non si sono entrambi resi colpevoli di violenza? Rammentate il caso di Connie narrato a pag. 6. La violenza di una moglie può essere come una scintilla che causa un’esplosione.

Come reagirà la moglie se il marito, che è più forte, la maltratta? Il tragico è che in molti casi essa afferra e usa qualsiasi arma abbia a portata di mano: una pentola, un vaso, o un coltello. Considerate ciò che accadde a Roxanne Gay, una donna alta un metro e cinquantasette che pesava meno di cinquanta chili. Stando ai giornali del 1977, aveva più volte chiamato la polizia perché il marito la picchiava brutalmente. Lui era Blenda Gay, un atleta alto un metro e novanta e di centoventi chili di peso, che giocava nella difesa delle Eagles di Filadelfia, una squadra di rugby. Infine, durante una lite questa piccola moglie afferrò un coltello e lo colpì al collo. La polizia lo trovò morto in una pozza di sangue.

Qual è il rimedio?

Abbiamo esaminato varie cose che contribuiscono al problema delle mogli e dei mariti violenti. La causa del problema è l’imperfezione umana, il che significa che tutti potremmo diventare violenti. A causa delle molte frustrazioni della vita moderna, questa è una chiara possibilità. Il non controllare le proprie emozioni, come gelosia o risentimento, è un’altra cosa che porta alle esplosioni di violenza. Spesso è sotto l’effetto dell’alcool che si commettono violenze domestiche. E abbiamo visto che tanto gli uomini quanto le donne ne sono colpevoli.

Sebbene sia importante conoscere le cause della violenza domestica, ci occorre di più. Essendo un problema diffuso, dobbiamo cercare in ogni modo di prevenirlo o risolverlo. Ecco alcune domande: Come dobbiamo agire quando ci arrabbiamo? È importante il modo in cui consideriamo l’alcool, il denaro o il lavoro? Se nella nostra casa c’è un’atmosfera di violenza, è il divorzio la migliore soluzione? Può la Bibbia aiutare a fare sostanziali cambiamenti nella personalità e nel modo di agire? I seguenti articoli contengono la risposta a tali domande.

[Testo in evidenza a pagina 10]

“Negli omicidi che coinvolgevano mariti e mogli, la moglie ne era vittima nel 52% dei casi e il marito nel restante 48%”. — Statistiche dell’FBI.

[Testo in evidenza a pagina 11]

“Alcune mogli provocano il marito. Certo, non sempre, ma di solito, sì. Ho visto varie coppie in cui la moglie aveva ripetutamente colpito il marito prima ch’egli alla fine reagisse”. — Dott. Marguerite Fogel.

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