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  • g80 8/12 pp. 9-12
  • L’arte di essere nonni

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  • L’arte di essere nonni
  • Svegliatevi! 1980
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Che dire dei regali?
  • Sapete comunicare?
  • Siete pazienti e tolleranti?
  • Il modo di trattare noi nonni
  • Gioie e difficoltà dei nonni
    Svegliatevi! 1999
  • Vivere insieme con amore
    Svegliatevi! 1995
  • Quali sono alcuni problemi?
    Svegliatevi! 1995
  • Perché dovrei conoscere meglio i miei nonni?
    Svegliatevi! 2001
Altro
Svegliatevi! 1980
g80 8/12 pp. 9-12

L’arte di essere nonni

QUANDO nostro figlio divenne padre, ebbe inizio un nuovo tipo di rapporto, quello che si ha tra genitori e figli; ma non dimentichiamo il nonno e la nonna. In Proverbi 17:6 il saggio disse: “La corona dei vecchi sono i nipoti, e la bellezza dei figli sono i loro padri”.

Un esempio pratico di questa scrittura si poteva vedere in un grande istituto di maternità a Sydney, in Australia. L’ascensore che ci riportava al pianterreno era pieno di un’interessante varietà di nonni che evidentemente avevano la responsabilità d’aver cura dei nipoti in famiglie dov’era nato un altro bambino. La pazienza, le attenzioni e l’affetto, oltre che i capelli grigi, distinguevano i nonni e le nonne. Quel giorno dovevano badare ai nipotini, ed era evidente che la maggioranza ne era soddisfatta.

Tuttavia, esser nonni non significa solo badare ai nipoti una volta ogni tanto. I nonni devono tener conto della profonda influenza che avranno sul nipote le cose che dicono e fanno, e non devono trascurare la posizione dei genitori. Come può dirsi di tutte le relazioni nella nostra epoca, possono esserci problemi, trappole e, a volte, dispiaceri. È una sfida essere nonni rispettati (poiché non si può essere amati dietro richiesta).

Consideriamo insieme l’arte di essere nonni.

Che dire dei regali?

Quante volte avete sentito dire a cuor leggero: “Oh, i nonni li viziano”? Desiderando provare la felicità che deriva dal dare, la maggioranza dei nonni è lieta di regalare giocattoli o altre cose ai nipoti, ma alcuni lo fanno troppo spesso. Nei paesi ricchi, non è raro entrare nella stanza di un bambino e trovare un vero e proprio paese dei balocchi, pieno di giocattoli meccanici o di animali di pezza, e addirittura il televisore. Più tardi verrà la bicicletta, la moto, e, man mano che i ragazzi crescono, la macchina. Col passar del tempo è evidente in molti di questi casi che sì, c’è felicità nel dare, ma che tristezza vedere i ragazzi viziati!

Un padre ha detto riguardo ai doni che i nonni fanno ai suoi figli: “Mi sento in imbarazzo, e spesso sono seccato, perché i ragazzi hanno la tendenza ad aspettarsi giocattoli ogni volta che i miei genitori vengono a trovarci”.

Certo, una vita senza doni sarebbe molto vuota. Ma quando facciamo doni, facciamo bene a cercare di regalare qualcosa che duri, qualcosa che contribuisca alla formazione mentale ed emotiva del ragazzo e, nella maggioranza dei casi, qualcosa di non troppo costoso. Può darsi che, oltre a fare regali, dobbiamo dedicare loro più tempo. Per riuscirci bene è necessario comunicare.

Sapete comunicare?

È necessario comunicare sin dai primi anni, e non è troppo difficile, poiché non ci si aspetta molto in risposta dai bambini piccoli. Diventa più difficile comunicare man mano che passano dall’adolescenza all’età adulta.

Per comunicare è molto importante “donare” tempo. Noi nonni dobbiamo trovare il tempo di ascoltare i quotidiani problemi e le preoccupazioni dei nostri nipoti. Questo è importante per lo sviluppo della loro personalità e vorremo sapere quando dare il nostro benevolo aiuto. Proverbi 20:11 ci consiglia: “Pure mediante le sue pratiche il ragazzo fa riconoscere se la sua attività è pura e retta”.

Che fare se veniamo a sapere che nostro nipote ha combinato qualche guaio? Non gli saremo certo d’aiuto se complotteremo con lui per nascondere la cosa ai genitori. D’altra parte, se ci arrabbiamo, gridiamo e lo rimproveriamo non saremo aiutati a comunicare. Farà sbagli — forse gravi a volte — come li abbiamo fatti noi. Possiamo cogliere queste occasioni per ragionare con lui, per correggere il suo modo di pensare, per aiutarlo a crescere?

Comunicate con i vostri nipoti? Chiedetevi: Parlo con i miei nipoti, anziché ai miei nipoti? La mia conversazione consiste più che altro di “devi” o “non devi”, o sono un buon ascoltatore e dico le ragioni e le spiegazioni? Quando è il caso, racconto ai miei nipoti le mie esperienze, i miei fallimenti, le mie gioie, il mio amore per loro? Abbiamo mai fatto passeggiate insieme in campagna, lungo il mare, in un parco o in un giardino? Abbiamo osservato e parlato insieme della fauna selvatica, delle stagioni, dei pericoli e delle gioie della vita? Quale rispetto abbiamo mostrato, quando eravamo insieme, per il Creatore, per i nostri simili e l’uno per l’altro?

Un nonno e il nipotino di quattro anni stavano passeggiando nel parco quando accadde qualcosa di memorabile. Per terra, ai piedi dell’albero, c’era un grande insetto alato morto. Il piccolo aveva paura dell’insetto. Il nonno lo raccolse e ne seguì una semplice conversazione sul soggetto della vita e della morte.

Cercate qualcosa che interesserebbe a vostro nipote? Quale ragazzo non è attratto dagli attrezzi, manuali ed elettrici, che il nonno ha accumulati nel corso degli anni? Ci sono molte opportunità di fare insieme uno speciale lavoro che interessi a entrambi. Se non siete il tipo che sa fare tanti lavoretti, che dire della lettura? Che dono di valore duraturo fareste a vostro nipote se leggendo insieme ogni tanto suscitaste in lui la sete di conoscenza e del piacere che si prova leggendo buoni libri!

Non dimentichiamo poi la stanza del cucito o la cucina della nonna. Quale bambina non è attratta dalle stoffe e dai fili colorati, e non desidera poi fare un vestito per la bambola e, più tardi, uno per sé? Col passar del tempo, forse la nonna può metterla a parte dei segreti che ha imparati in cucina.

Possiamo tutti imparare dall’errore di quel nonno che era in ottimi rapporti coi nipoti quando erano piccoli ma che poi, quando furono cresciuti ed ebbero acquistato più istruzione, pensò non avessero più bisogno di lui. Purtroppo smise di comunicare liberamente con loro. Permise che la loro evidente maturità mentale gli facesse trascurare la sua maturità emotiva e le lezioni di vita che avrebbe potuto insegnar loro. Indipendentemente dall’età dei nostri nipoti, noi nonni abbiamo molto da offrire loro. Ma dovremmo essere anche buoni ascoltatori. E se non siamo d’accordo con un’opinione espressa dai giovani, a volte facciamo bene semplicemente a dir loro quello che pensiamo, lasciando che ci riflettano. Anche se sappiamo di avere ragione, non è sempre saggio insistere al momento. Tenete aperte le porte del dialogo.

Siete pazienti e tolleranti?

C’è un proverbio inglese che dice: “Non si può mettere la testa di un vecchio sulle spalle di un giovane”. Ci vogliono pazienza e tolleranza per risolvere felicemente i problemi che sorgono tra giovani e vecchi, e tali qualità scarseggiano entrambe nella società d’oggi.

Spesso i giovani sono molto influenzati dal mondo che li circonda. Hanno il naturale desiderio d’essere accettati dagli altri giovani. Forse pensano che i genitori siano d’ostacolo. Noi nonni possiamo aiutarli. Dato che non siamo di solito direttamente coinvolti nei quotidiani problemi di disciplina familiare, può darsi che i ragazzi siano più portati ad accettare quello che diciamo. Spesso è utile dir loro quali problemi abbiamo avuto noi da giovani in proposito.

In certe cose forse non abbiamo le stesse idee dei nostri figli sul modo di risolvere i problemi che riguardano i nostri nipoti. Ma dobbiamo ricordare che, secondo ciò che dice la Bibbia, i genitori hanno la principale responsabilità di educare i figli. (Prov. 6:20; Col. 3:20) Potremmo rovinare una preziosa relazione se noi nonni ci immischiassimo, sia pure con buone intenzioni, in ciò che fanno i genitori riguardo ad abitudini alimentari, disciplina, scuola, cure mediche e buone maniere. Vale la pena di prendere in considerazione il commento di un padre: “Non mi piace che mi DICANO come badare alla mia famiglia. Dopo tutto, i figli sono miei. Però apprezzo i suggerimenti dati in un modo che mostrino interessamento e tolleranza per i problemi che mia moglie ed io abbiamo coi figli”.

È difficile essere pazienti e tolleranti quando vediamo crearsi situazioni da cui potrebbero derivare dispiaceri. Tuttavia se desideriamo essere nonni rispettati, dobbiamo capire qual è il nostro giusto posto nella famiglia, non cercando di usurpare il posto giustamente occupato dai genitori. A volte, naturalmente, è necessario che gli altri siano pazienti e tolleranti con noi: vediamo perché.

Il modo di trattare noi nonni

Le stagioni dell’anno offrono un bel contrasto, e sono state paragonate ai cambiamenti che hanno luogo nella vita. Alcuni affrontano le stagioni meglio di altri.

Man mano che invecchiamo possono sorgere problemi. Col passare degli anni alcuni di noi nonni diventano difficili da trattare. Il nostro modo di agire potrebbe intralciare le attività della famiglia. Potremmo diventare più irritabili e meno pazienti e tolleranti. Alcuni di noi, purtroppo, sono affetti da vari gradi di senilità. Se in passato abbiamo mostrato pazienza, tolleranza e amore, abbiamo motivo di sperare che tali qualità saranno mostrate anche a noi.

Noi nonni, per quanto anziani, desideriamo sentire che facciamo ancora parte della famiglia. Una relazione rafforzata da continuo dialogo e dalla consapevolezza che vecchi e giovani possono arricchirsi vicendevolmente con le esperienze della vita è davvero soddisfacente. Quando ci sono amore e rispetto reciproci, tutt’e tre le generazioni — nonni, genitori e figli — possono avere, anche in un mondo turbolento, molte delle benedizioni che Dio aveva in mente quando istituì la famiglia. — Da un collaboratore.

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