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  • g81 22/3 pp. 16-20
  • Due “schiavi di Satana” trovano un nuovo padrone

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  • Due “schiavi di Satana” trovano un nuovo padrone
  • Svegliatevi! 1981
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  • Abbandonata la vita di un tempo
  • Susuky narra la sua storia
  • La storia di Crystal
  • Barbara cambia vita
  • Che ne è stato di loro?
  • Prima e dopo: il potere della Parola di Dio
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  • Quello che dovremmo sapere sulle bande
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  • “Mi stavo scavando la fossa”
    La Bibbia ha cambiato la loro vita
Altro
Svegliatevi! 1981
g81 22/3 pp. 16-20

Due “schiavi di Satana” trovano un nuovo padrone

SE SI parla con Tony Banuet, dalla voce soave e il sorriso gentile, è difficile immaginare che un tempo fosse il capo di una banda di giovani che scorrazzavano in motocicletta. Tony ha fatto a pugni, rapinato, contrabbandato droga. Per quindici anni ha avuto a che fare con la polizia, è stato in prigione e fino al 1983 sarà in libertà vigilata.

Naturalmente, Tony non ha più la personalità che aveva alcuni anni fa. Lo stesso può dirsi di altri tre componenti della sua banda. Una volta erano così adirati col mondo che non gli importava né di vivere né di morire. Non avevano fiducia nel presente e nulla da sperare dal futuro. Ora è tutto cambiato. Hanno trovato veri amici e cominciato una nuova vita.

La loro storia risale agli anni cinquanta. Quando Tony (che chiamavano “Loco” [“Pazzo”]) aveva una quindicina d’anni, bande di teppisti detti “pachucos”, che scorrazzavano per le strade in motocicletta, si diffusero per tutti gli Stati Uniti sudoccidentali fino a Tijuana, una cittadina messicana appena a sud del confine californiano, dove abitavano Tony e suo fratello Rudy.

Queste bande dividevano le città in territori di cui difendevano i confini. Combattevano con mazze, bastoni e catene. I componenti delle bande si identificavano per mezzo di un tatuaggio che avevano vicino al pollice sul dorso della mano. Le loro ragazze portavano coltelli e lamette fra i capelli. Tony dice: “Sono stato un pachuco per tutti gli anni dell’adolescenza. La nostra banda aveva circa venticinque membri”.

Tony era nato negli Stati Uniti. Invece che nell’esercito si arruolò in marina, dove cominciò a drogarsi. Egli continua: “Fui sorpreso a spacciare marijuana e la marina mi tenne un anno in prigione alle Hawaii. Quando ne uscii tornai nel Messico e mi unii a una banda di ragazzi in motocicletta. Feci irruzione in un ufficio di San Diego e rubai degli assegni, li falsificai e li incassai. In seguito fui arrestato per questo, e scontai un anno di prigione. Da che sono in libertà vigilata, ho dovuto restituire mensilmente parte di ciò che ho rubato. Devo ancora pagare 385 dollari [327.000 lire]”.

“In prigione feci amicizia con alcuni Angeli dell’Inferno, una banda di motociclisti, e decisi di ricostituire una banda chiamata “Schiavi di Satana”, che formammo a Las Vegas e poi ancora a Tijuana. Vivevamo come dei fuorilegge. Il nostro motto era: ‘Corri forte, muori presto’. Entravamo e uscivamo di prigione. Fui pugnalato a un braccio, mi beccai una pallottola nel piede destro, mi spaccarono la testa con un piede di porco, ed ebbi tre gravi incidenti con la moto, ogni volta mentre ero sotto l’effetto della droga. Fummo accusati d’ogni reato, dallo spaccio di eroina al tentato omicidio, ma a volte denaro e avvocati servivano a qualcosa. Rudy e altri componenti della banda sono stati in prigione per spaccio di eroina.

“Intanto avevamo investito molto tempo e denaro in un allevamento di conigli, in un luogo lontano dalla polizia a circa un’ora di macchina dalla strada principale, sui monti a sud-est di Tijuana. Chi era nei guai veniva a lavorare alcuni mesi da noi e poi se ne andava. Molti di coloro che erano venuti al ranch sono finiti in prigione, alcuni negli Stati Uniti, altri nel Messico.

“Portavamo indumenti di pelle ed elmetti tedeschi. Eravamo armati di coltello e pistola, e avevamo il nome del nostro gruppo scritto sul di dietro del giubbotto. Ai polsi portavamo fasce di cuoio con borchie metalliche, così che potevamo schivare i coltelli con le braccia”.

Abbandonata la vita di un tempo

“Un giorno andai a casa di un giovane cittadino americano di Tijuana che desiderava entrare nel nostro gruppo per convincerlo ad aiutarmi a riscuotere del denaro da un uomo abitante negli Stati Uniti. Il giovane non era a casa. Aspettai ma non venne; allora suo padre, Francisco Durazo, che era un testimone di Geova, mi parlò di Geova. (Sal. 83:18) Era la prima volta che sentivo il nome di Dio e che venivo a conoscenza delle sue promesse riguardo a un nuovo sistema. Uscito di lì incontrai due amici coi quali attraversai la frontiera per andare a sistemare la faccenda. Ci mettemmo nei guai e fummo imprigionati per aggressione a mano armata. La cosa finì lì, ma io cominciai a pensare: ‘Comincio a essere stufo della prigione. Forse c’è qualcosa di buono in quello che ha detto Francisco’.

“Non appena tornai nel Messico andai a trovarlo. Mi disse molte cose: com’è stata scritta la Bibbia, che mostra che siamo vicini alla fine di questo sistema di cose e che presto Dio farà qualcosa per porre rimedio ai problemi della terra. Quello che mi disse mi sembrò ragionevole, così quando mi chiese se poteva studiare la Bibbia con me dissi di sì. Quello stesso giorno cominciammo lo studio col libro La Verità che conduce alla vita Eterna.

“Dopo non molto cominciai a parlare agli amici di quello che studiavo. Alcuni accettarono ciò che dissi loro, altri no. Mio fratello Susuky abitava a Encinitas, in California, e andai a trovarlo per parlare anche a lui del fatto che Geova è Dio e che sta per succedere qualcosa di grande.

“Quando fummo tornati a Tijuana i Testimoni ci dissero che dovevamo toglierci la vecchia personalità. Studiavamo da alcuni mesi quando Rudy decise che avrebbe smesso la vita di prima. Tornò a Encinitas, trovò lavoro e dispose di fare il battesimo. Io impiegai un po’ più di tempo, ma un giorno compresi che dovevo decidermi a cominciare a servire Dio. Diedi un taglio alle vecchie compagnie, andai a Encinitas e dopo altri due mesi di studio trovai lavoro come camionista. In tutta la mia vita, fino a quel momento, non avevo lavorato più di dieci mesi”.

Il giorno del suo battesimo, a un’assemblea di distretto tenuta a Los Angeles nel 1978, Tony disse: “Ora sono un uomo felice. Non ho più preoccupazioni. Il governo non mi tiene d’occhio. Non devo sempre avere con me un coltello. Non ho più bisogno del fucile. Ho trovato gente migliore, gente che dice la verità, che non mente. Sono deciso a servire Geova e ad ammaestrare altri”.

Susuky narra la sua storia

Il fratello di Tony, Rudy (che chiamano “Susuky”), narra che cosa significò per lui cambiare. Dice:

“Per circa undici anni sono stato con Tony e la banda. Sono stato arrestato per spaccio di eroina e ho scontato quattro anni nel penitenziario di Tehachapi, in California.

“Dal tempo del movimento hippie degli anni sessanta mi sono interessato della Bibbia. Ho sempre portato con me una Bibbia sulla moto, per tanti anni. La leggevo ad alta voce. Sapevo che aveva qualcosa di particolare, ma non riuscivo a capire cosa.

“Quando Tony mi disse il nome di Dio e le cose che aveva imparato nel suo primo studio con Francisco a Tijuana, ne parlammo per tutto il giorno e la notte. Quella settimana cominciai lo studio. Studiavamo da alcuni mesi quando mi resi conto che non potevamo continuare a frequentare cattive compagnie. Mi turbava il fatto di andare alle adunanze la domenica e di drogarmi durante la settimana, o di fare altre cose che non erano in armonia con le cose che imparavamo.

“Fu allora che mio figlio Aramis ed io tornammo a Encinitas e io trovai lavoro come saldatore. Ero molto malmesso ma i Testimoni mi aiutarono. Cominciai a vestirmi in modo diverso, a stare insieme ai Testimoni, a mangiare con loro. Era un’altra vita. Andavo alle adunanze il martedì, il giovedì e la domenica, e andavo anche alle porte a parlare alle persone del regno di Dio e dei buoni risultati che la Bibbia può produrre nella nostra vita.

“Tony amava la verità, ma era ancora attaccato al vecchio modo di vivere. Avevamo investito molto denaro e lavoro nell’allevamento di conigli, ma gli dissi: ‘Lascia perdere. Geova significa molto di più che andare alle adunanze la domenica. Geova significa stare coi fratelli, . . . parlare coi fratelli tutti i giorni’. Poi un giorno, quando era a letto con la polmonite, disse: ‘Sai una cosa? Non appena starò bene lascerò il ranch e non ci penserò più’. Fui felice quando lasciò quel posto dove c’erano tante cattive compagnie.

“La conoscenza della Bibbia ha fatto molto per noi. Ha aiutato me e mio figlio. Il mio modo di pensare è cambiato. Io sono cambiato. È cambiato tutto. Siamo grati a Geova che ci abbia fatto ascoltare la sua Parola e preghiamo di poter continuare a metterla in pratica”.

La storia di Crystal

Che dire delle ragazze che facevano parte della banda? Due hanno accettato la buona notizia del regno di Dio e hanno fatto grandi cambiamenti nella loro vita.

Kathleen Galen (che chiamano “Crystal”) narra come venne a trovarsi in quella situazione:

“Sono nata a New York. Mio padre se ne andò quando avevo sette anni e divenni molto ribelle. Rimasi con la mamma, ma non riuscivamo a comunicare in nessuna maniera. La scuola non mi piaceva. A tredici anni me ne andai di casa e per due anni saltuariamente vissi per le strade di New York, alla ricerca di un amico o di qualcosa. Dormivo per le scale. Ero affamata. Fui anche malmenata. Era una vita dura. Infine, dopo due anni, tornai a casa e tentai di andare d’accordo con la mamma. Ma lei non riusciva a mandar giù il fatto che ero nei guai, che avevo a che fare con la polizia e il mio comportamento a scuola. Poco prima che compissi i quindici anni mi mandò a stare con mio padre a Las Vegas.

“Non andavo d’accordo con sua moglie e le mie nuove sorelle. Non mi trovavo bene da nessuna parte. Decisi che la soluzione migliore era il suicidio e lo preparai con molta attenzione. Mentre mio padre mangiava gli dissi che andavo a dormire. Invece andai in camera da letto e presi 55 pillole che avevo perché mi ero appena rotta la clavicola. La mia sorellastra di cinque anni, mi trovò stesa per terra dopo parecchie ore.

“Giacqui priva di sensi all’ospedale per tre giorni e mezzo. Avevo sempre pensato che i morti andassero da qualche parte, così quando aprii gli occhi pensai di trovarmi lì, qualunque luogo fosse. Vidi mio padre, sua moglie, mio fratello e mia zia che erano venuti in aereo da New York e pensai: ‘Oh, no! Mi sono uccisa per non vederli più e me li ritrovo anche qui!’

“Ma poi vidi le apparecchiature, i tubicini collegati al mio naso e tutte le altre cose che c’erano nella stanza d’ospedale e capii di non avercela fatta. Reagii in modo violento, colpendo le infermiere e lottando; allora mi misero nel reparto dei malati di mente e lì rimasi parecchie settimane. In principio mi assicurarono al letto, passandomi una cinghia sopra le gambe, la vita e le braccia, perché ero furiosa. Dopo una settimana mi calmai e mi slegarono. Lo psichiatra disse che una persona normale non desidera togliersi la vita. Gli risposi che l’avevo fatto perché nessuno mi amava, e che questa vita era inutile.

“Dissi a papà che non c’erano sbarre alle finestre e che se non mi faceva uscire sarei scappata. Mi fece uscire. Quando mi chiese cosa volevo fare, risposi che non lo sapevo, che non mi trovavo bene da nessuna parte. Allora replicò che se la sua casa non mi piaceva potevo sempre cercarmi un altro posto. A quel punto sentii veramente di non avere nessun luogo dove andare e nessuno a cui rivolgermi.

“Il fratello di un’amica disse: ‘Quei ragazzi in motocicletta vanno a Tijuana, e forse possono darti un passaggio’. Andai da loro e chiesi se potevano darmi un passaggio fino in California. Tony disse che se volevo andare a Tijuana e andare in giro con loro potevo farlo.

“Rimasi con Tony e Rudy per sette anni. ‘Difendevo’ Tony alle spalle. Sia sulla moto, che quando entravamo in un posto o eravamo seduti, io stavo proprio dietro di lui, per cui nessuno poteva prenderlo alle spalle.

“Il giorno che Tony mi chiese: ‘Sapevi che Geova è l’Iddio della Bibbia?’ non immaginavo certo che la mia vita sarebbe cambiata tanto. Gli risposi: ‘No’, e lui mi disse quello che stava imparando. Per tutta la vita avevo cercato un vero amico. Compresi che Geova era quell’amico. Smisi di fumare marijuana e di commettere fornicazione, ma la cosa contro cui ho dovuto lottare più a lungo è stato il terribile odio che provavo verso tutto e tutti. Con l’aiuto di Geova, e dopo un certo periodo di tempo, sono riuscita a cambiare e a smettere di odiare.

“È difficile capire quale cambiamento ha prodotto la Bibbia nella mia vita. Essa dice che il frutto dello spirito di Dio è ‘amore, gioia, pace . . . mitezza, padronanza di sé’. Sono grata a Geova di ciò che il suo spirito ha fatto per me”. — Gal. 5:22, 23.

Barbara cambia vita

Barbara Banuet, la quarta del gruppo, andò all’adunanza dei testimoni di Geova la prima volta che ci andarono gli altri, per curiosità. “Avevamo addosso i giubbotti di pelle”, dice, “ma dopo l’adunanza tutti si affollarono attorno a noi sorridenti e ci dicevano: ‘Salve, piacere di conoscervi!’ Era come una grande famiglia e ne fui entusiasta. L’amore si poteva quasi sentire. In qualsiasi chiesa fossi stata, non avevo mai visto nulla del genere”.

Barbara dice che per tutta la sua vita aveva sentito qualcuno litigare e che da piccola aveva desiderato di poter andare in qualche parte del mondo “dove nessuno litigasse e dove tutti vivessero insieme come fratelli e sorelle”. Dice: “Quando i Testimoni mi fecero vedere nella Bibbia che questo è proprio ciò che accadrà, ne volli sapere di più”.

Sapendo qualcosa dell’infanzia di Barbara, capirete perché questo significò tanto per lei. Infatti spiega: “Mamma e papà divorziarono che avevo cinque anni. La mamma doveva lavorare sedici ore al giorno per mantenere quattro figli. Per circa quattro anni ci tenne a pensione da una severissima avventista del settimo giorno che con tutta sincerità ci diceva che eravamo peccatori e che i peccatori andranno a bruciare nell’inferno. Questa è un’idea che produce una forte impressione su un bambino che non capisce di che cosa si parla.

“Mi chiedevo come mai, se Dio ama tutti, manda le persone a bruciare nell’inferno? Ricordo che pensavo: Se sono una peccatrice, non ho via di scampo e non mi salverò mai. Così vivevo come tutti, senza alcuna speranza di mettere a posto la mia vita. Attorno a me non vedevo nessuno che vivesse come io desideravo. Non riuscivo a immaginarmi nei panni della donna di casa che strilla coi figli, eppure mi sposai due volte. Il mio secondo marito finì in prigione, e perfino quando andavo a trovarlo, se nessuno guardava, tentava di picchiarmi. Quando infine ne ebbi abbastanza, Rudy, che conoscevo da molto tempo, mi persuase ad andare a vivere con lui. Così entrai nella banda.

“Andavamo su e giù per Tijuana sulle moto, causando più guai che potevamo e spaventando più persone possibile. Non mi importava di vivere o di morire. Ero sempre sotto l’effetto della droga.

“Che cambiamento ha prodotto la Bibbia nella mia vita! Essa può cambiare la personalità. La Bibbia dice di ‘togliersi la vecchia personalità che si conforma alla condotta di un tempo’ e di “rivestire la nuova personalità che fu creata secondo la volontà di Dio in vera giustizia e lealtà”. (Efes. 4:22-24) Essa dice come comportarsi in ogni aspetto della vita, come educare i figli e come trattare il marito e la moglie. Mi ha insegnato a educare mia figlia e ad essere paziente con lei. Mi sforzo di aiutarla a capire che se è buona non lo fa per me, ma per Geova Dio. Non lo fa perché glielo dico io, ma perché lo dice la Bibbia.

“È stata una vera benedizione conoscere la verità e poterla educare in questo modo”.

Che ne è stato di loro?

Che ne è stato di queste persone che non si vantano più d’essere “schiavi di Satana”, ma che si rallegrano d’essere servitori di Dio?

Tony e Barbara si sono sposati. Rudy e Crystal hanno sposato altri Testimoni. Tutti dicono d’essere stati molto aiutati, e che la nuova vita ha recato molto beneficio ai figli. Rudy ha studiato la Bibbia con detenuti nel penitenziario di Jean, nel Nevada, e con una guardia stradale. Crystal dice: “Non so dove sarei se Geova non si fosse interessato di noi”. Rudy riassume i sentimenti di tutti dicendo: “Abbiamo conosciuto il mondo e non abbiamo nessuna intenzione di tornarci”.

Preghiamo che essi e tutti gli altri che ora cercano di indirizzare la propria vita sulla strada giusta possano continuare in tal senso.

[Immagine a pagina 16]

TONY

RUDY

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