Dipende dall’alimentazione?
Le radici della violenza
● L’intervista con Barbara Reed (Cuyahoga Falls, Ohio, U.S.A.), che dirige un reparto addetto al controllo della condotta dei delinquenti posti in libertà vigilata, rivela che per oltre dieci anni ha curato soggetti colpevoli di reati minori, come violenza domestica, regolandone l’alimentazione.
Che successo ha avuto la sua opera?
Abbiamo compilato una statistica su un migliaio di casi di cui si è occupato il nostro reparto nel corso di cinque anni. Effettuate verifiche presso quattro tribunali e il nostro, si è riscontrato che l’89 per cento non si era rimesso nei guai.
Cosa c’è di diverso nel suo metodo?
Oltre ai regolari consigli, ci interessiamo del regime alimentare del trasgressore, degli esercizi fisici che fa e gli diamo suggerimenti.
Di solito cosa riscontra che non va?
La maggioranza non fa colazione la mattina. Di solito consumano da 30 a 150 cucchiaini di zucchero al giorno in frittelle, brioches, caramelle, gelati e bibite. Bevono in media da tre a sedici bibite (da mezzo litro) al giorno. Mangiano di rado verdura. A volte sono allergici al latte o a certi alimenti.
Che legame c’è fra alimentazione e delinquenza?
Gli atti criminali non sono dovuti a un solo fattore. Ma un’alimentazione regolare a base di zucchero raffinato, caffeina o alcool produce nell’organismo una reazione stressante. Le surrenali, che reagiscono liberando molta adrenalina, finiscono quasi per esaurirsi. Quando però si commette un’azione criminale o si fa a pugni, l’adrenalina circola in abbondanza. Ritengo che alcuni si diano a simili attività per avere questo impeto di energia. Inoltre una cattiva alimentazione può rendere irritabili e più violenti.
Se uno è violento può incolpare la sua alimentazione?
Dipende da noi conservare una mente lucida. Se uno sa che certi cibi gli causeranno problemi e li mangia ugualmente, ha la stessa responsabilità dell’alcolizzato che beve. Sa cosa accadrà. Ma la maggioranza non è a conoscenza del problema.
Perché alcuni pur mangiando le stesse cose non diventano delinquenti?
Siamo diversi l’uno dall’altro. Alcuni possono bere per anni senza diventare alcolizzati. Alcuni sono più sensibili allo zucchero o alla caffeina. Può esserci una dipendenza ereditata. I genitori o i nonni di 50 soggetti su 150 di cui ci siamo occupati erano affetti da diabete o ipoglicemia
La violenza domestica diminuisce con un’alimentazione migliore?
Senz’altro. Non abbiamo mai avuto un caso di violenza domestica in cui tra i maggiori problemi non ci fosse quello di un’alimentazione spaventosa. Questo include l’abuso di alcool, ma in numerosi casi consumavano enormi quantità di cibi privi di sostanza. Una coppia che litigava regolarmente viveva in pratica di caffè, bibite e gelato. Li ho convinti a seguire un’alimentazione sana, a base di verdure fresche, frutta fresca, pane e cereali integrali, sei bicchieri d’acqua al giorno, e li ho incoraggiati a fare passeggiate insieme. Nel giro di due settimane le cose sono migliorate. Una buona alimentazione e l’esercizio fisico sono ottimi mezzi per combattere lo stress.
Fino a che punto è impiegato il suo metodo nel campo della riabilitazione?
La stragrande maggioranza non lo conosce. Ma provandolo, i risultati si vedono. Al presente ci sono programmi simili in almeno altri sette stati (degli U.S.A.).