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  • g83 8/9 pp. 24-27
  • Siete grati della vegetazione?

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  • Siete grati della vegetazione?
  • Svegliatevi! 1983
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  • Il verde serve alla crescita
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Svegliatevi! 1983
g83 8/9 pp. 24-27

Siete grati della vegetazione?

FORSE non siete molto amanti delle piante e non ve ne interessate particolarmente. Ma anche se la botanica vi annoia, ci sono buone ragioni per essere grati della vegetazione.

Anche chi ama la vita di città sa che le piante sono proprio quello che ci vuole per rallegrare un ufficio o un appartamento tetro. E quando la temperatura sale, il cittadino siede volentieri all’ombra di un albero, anche se deve faticare per trovare una macchia di verde in un parco sovraffollato.

È in campagna che si può veramente apprezzare lo splendore del verde della terra. Abbellisce il mondo in cui viviamo con un tappeto di squisita fattura. Chi non rimane incantato quando contempla i monti, le vallate e le pianure ammantate di verde? E la vista e il profumo di foreste, colli e valli non deliziano i vostri occhi e le vostre narici? Basta visitare zone che l’uomo ha avidamente spogliato della vegetazione per capire quanto la verzura abbellisca la nostra dimora terrestre.

Come fanno quasi tutti, probabilmente camminate sull’erba e sugli arbusti senza pensare che la nostra vita stessa dipende dalla vegetazione. In che senso?

Il verde serve alla crescita

Staccate una foglia verde da un albero o da una pianta ed esaminatela attentamente. Ammiratene la simmetria e la semplice bellezza. Osservate il suo impianto “idraulico” di nervature che dà consistenza alla foglia. È difficile credere che avete in mano una minuscola fabbrica alimentata da energia solare, un laboratorio dove avvengono meravigliose reazioni chimiche. Ma a differenza delle brutte, rumorose fabbriche d’oggi che vomitano smog, la foglia svolge il suo lavoro in silenzio. E migliora l’ambiente anziché inquinarlo. Come fa?

Anzitutto è stata progettata in modo da avere un’estesa superficie per poter raccogliere energia solare. Di solito, il lato della foglia rivolto al sole sembra come cera al tatto. È idrorepellente e così ritarda l’evaporazione dell’acqua. Per indagare ulteriormente, studiate il diagramma a pagina 26. È così che appare al microscopio la sezione trasversale della foglia.

Noterete che una foglia è fatta come una torta a più strati. Sotto lo strato lucido c’è uno strato a “palizzata” di minuscole cellule cilindriche. Sono dritte come una fila di soldati in marcia. È in queste minuscole cellule che avviene un miracolo chimico: la fotosintesi.

Chi ama le piante sa che hanno bisogno di luce. Perché? Affinché la luce che attraversa lo strato lucido possa raggiungere queste cellule cilindriche. Entro queste minuscole cellule ci sono organuli ancora più piccoli detti cloroplasti. Essi sono pieni di uno straordinario pigmento detto clorofilla. Questo pigmento dà alle piante il colore verde, nonché la vita. La clorofilla assorbe l’energia dal sole. E prima che riusciate a dire “fotosintesi”, hanno inizio reazioni chimiche incredibilmente complesse. Molecole di anidride carbonica (il gas che esaliamo dai polmoni) e molecole d’acqua presenti nella foglia vengono ora decomposte e ricombinate per formare gli alimenti delle piante: carboidrati, zuccheri e grassi.

Da quando Dio diede ad Adamo il permesso di mangiare “tutta la vegetazione che fa seme”, l’uomo ha avuto bisogno dei prodotti di queste piante per sopravvivere. (Genesi 1:29) Si prenda ad esempio l’umile erba. Forse pensate che l’erba serva solo per scopi decorativi, per ricoprire i prati. Eppure lo zucchero con cui questa mattina avete addolcito il caffè era forse un prodotto di una pianta erbacea: la canna da zucchero. Probabilmente anche il cereale che avete mangiato a colazione era una pianta erbacea, se si trattava di grano, orzo, avena o segala. Altrettanto dicasi del riso che mangerete a pranzo. Non è strano che un’enciclopedia affermi che “le piante erbacee sono le più importanti per l’uomo”. (Encyclopedia Americana) La botanica Lauren Brown dice inoltre: “Delle quindici maggiori colture che ci impediscono di morire di fame, dieci sono piante erbacee”. E queste sono soltanto le erbe, per non parlare di mele e albicocche, banane e mirtilli, carote e cavoli, datteri e soffioni, e così via.

Continuiamo il nostro esame della foglia. Il terzo strato è spugnoso ed è formato di cellule non compatte. Questo consente all’anidride carbonica di muoversi attraverso la foglia dopo che è stata “inalata” dallo strato inferiore.

Sì, date uno sguardo al lato opaco della foglia. Non li vedete, ma ci sono forse milioni di fori (detti stomi) che fungono da valvole regolabili di aspirazione e scarico. Le “valvole di aspirazione” di solito assorbono l’anidride carbonica dall’aria per effettuare la reazione, la fotosintesi. Quando quella reazione è completa, le “valvole di scarico” emettono un sottoprodotto di inestimabile valore: OSSIGENO PURO!

Soffermatevi e riflettete. Solo il 20 per cento circa dell’aria che respirate è ossigeno. In appena ventiquattr’ore un uomo può inspirare circa 3.000 litri di ossigeno. Ma per i bisogni dell’organismo ne bastano appena 750 litri, cioè un quarto di quella quantità. Moltiplicate quei 750 litri (il consumo giornaliero) per il numero degli abitanti della terra e noterete che solo con la respirazione si consuma un’enorme quantità di ossigeno. Alcuni calcolano addirittura che vengano consumate ogni secondo diecimila tonnellate di ossigeno nella respirazione e per altri impieghi, come ad esempio nella combustione per far andare le automobili. Cosa ci impedisce allora di esaurire tutto l’ossigeno del mondo e soffocare pian piano?

La fotosintesi, che avviene nelle foglie delle piante terrestri e acquatiche e mediante la quale è prodotto l’ossigeno!

Le piante, nel passato e nel futuro

L’uomo non ha sempre capito perfettamente che dipende dalla vegetazione della terra. Ma nel 1648 si cominciò a capire ciò che avviene dentro le piante. Quell’anno il chimico belga van Helmont piantò in un vaso un giovane salice del peso di due chili. La terra pesava 91 chili. Cinque anni dopo pesò di nuovo il salice: 77 chili. La terra pesava ancora 91 chili! Van Helmont si rese conto ora che le piante non crescono assorbendo materia dalla terra. Logicamente quindi (ma, ahimè, non esattamente) concluse che la crescita dell’albero fosse dovuta all’assimilazione dell’acqua da lui versata nel vaso nel corso degli anni!

Joseph Priestly si avvicinò di più alla verità nel 1772. Questo predicatore, che dedicava tempo anche alla chimica, scoprì che una candela accesa in un contenitore sigillato consuma ossigeno. Il topo messo in questo contenitore privo di ossigeno morì subito. Ma quando venne messa nel contenitore una pianta, l’ossigeno si riformò e nel contenitore sigillato il topo sopravvisse.

Il medico olandese Ingen-Housz scoprì ulteriormente che per produrre questo ossigeno la pianta doveva essere esposta alla luce. Egli notò pure che solo le parti verdi della pianta (quelle contenenti clorofilla) reagivano in questo modo. L’uomo era sulla strada buona per capire la fotosintesi.

Ma nonostante siano passati 200 anni e siano state fatte molte scoperte, l’uomo non capisce ancora perfettamente come avviene la fotosintesi. Spinti però dalla curiosità scientifica, dalla preoccupazione per il futuro dell’uomo e dalla prospettiva dei premi Nobel, centinaia di scienziati sono continuamente all’opera per penetrare questo affascinante mistero. Alcuni sperano di imitare la natura e fabbricare tutti gli alimenti di cui l’uomo potrebbe aver bisogno. Altri sperano di attingere a un’inesauribile fonte energetica. Vengono già studiati diversi metodi.

È un paradosso che questo grande interesse per le piante venga manifestato in un tempo in cui l’uomo sta continuamente rovinando e distruggendo questa straordinaria risorsa. Negli Stati Uniti, per esempio, si afferma che l’85 per cento del terreno agricolo sia coltivato per sfamare non le persone ma gli animali da ingrasso. Questo per soddisfare la grande richiesta di carni rosse da parte del pubblico. (Secondo uno scrittore, negli Stati Uniti il consumo di carne è di 60 chili pro capite all’anno). Benché gli esperti di nutrizione avvertano che tale alto consumo di carne è pericoloso per la salute, la tendenza continua. Gli economisti temono perfino che se si cercasse di disabituare i cittadini al forte consumo di carne, la cosa potrebbe avere gravi conseguenze economiche per gli agricoltori.

In altre parti del mondo, come ad esempio nel Brasile, gli alberi delle foreste sono abbattuti a un ritmo molto più veloce di quanto la natura non possa sostituirli. In Germania l’inquinamento atmosferico, con la conseguente pioggia acida, minaccia la vita delle foreste.

Possiamo quindi essere lieti del fatto che Dio non permetterà mai che questo pianeta sia reso desolato e sterile. Dio ‘non creò la terra semplicemente per nulla’. (Isaia 45:18) Al contrario, il profeta Gioele ci assicura: “Non abbiate timore, . . . poiché i pascoli del deserto per certo rinverdiranno. Poiché l’albero darà effettivamente il suo frutto”. — Gioele 2:22.

Intanto abbiamo molte ragioni per essere grati del verde manto della terra. L’umile erba, le maestose querce e sequoie, anche la modesta pianta che rallegra il vostro tavolo, non hanno semplicemente scopo ornamentale. Ci procurano cibo e vestiario. Purificano l’aria che respiriamo. Sono essenziali per la nostra sopravvivenza.

Date dunque uno sguardo attento e riconoscente al bel manto che riveste la terra. Siate grati che esistano queste piante verdi per il nostro bene. Ringraziate il Creatore, “Colui che fa germogliare i monti d’erba verde”. — Salmo 147:8.

[Testo in evidenza a pagina 27]

In molte parti del mondo gli alberi delle foreste sono abbattuti a un ritmo molto più veloce di quanto la natura non possa sostituirli

[Immagine a pagina 25]

L’uomo ha trasformato questo . . .

. . . in questo!

[Immagine a pagina 26]

Luce solare

La fotosintesi avviene in questo strato

Gli stomi assorbono anidride carbonica

Gli stomi emettono ossigeno

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