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  • I mari: Chi può salvarli?

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  • I mari: Chi può salvarli?
  • Svegliatevi! 1989
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Svegliatevi! 1989
g89 22/7 pp. 7-9

I mari: Chi può salvarli?

UN GIORNO di autunno del 1988 nove uomini e quattro donne si gettarono da un ponte di New York, tutti insieme. Precipitarono per una ventina di metri e poi rimasero immobili, appesi a corde da scalatori, in attesa. Lo scopo? Ostruire il passaggio di una chiatta carica di detriti di fogna da scaricare nell’oceano. Il risultato fu contrario alle aspettative; la chiatta non fece altro che evitare i dimostranti seguendo un altro percorso e scaricò i rifiuti come di consueto. I dimostranti furono infine arrestati.

Molti altri lottano ostinatamente, ma con mezzi legali, per impedire la morte dei mari del nostro pianeta. I trattati si sprecano e le leggi si moltiplicano. Ci sono leggi che vietano di scaricare plastica in mare. Alle petroliere è vietato scaricare le acque oleose di sentina. Alcuni fiumi e litorali sono stati opportunamente ripuliti.

Nel complesso, però, i trionfi sono rari e i fallimenti comuni. Gli ambientalisti temono che finché scaricare rifiuti in mare costerà meno, ci saranno quelli che eluderanno le leggi, come la chiatta carica di detriti di fogna menzionata prima eluse i dimostranti. Purtroppo, spesso il fatto determinante in questioni del genere è il denaro, il guadagno. La protezione dell’ambiente non rende molto in termini monetari e costa parecchio.

La colpa è di Dio?

Tuttavia la rivista Time ha considerato il problema dell’inquinamento così urgente da rinunciare a proclamare “l’uomo dell’anno”. Nel numero di gennaio del 1989 ha invece proclamato la Terra in pericolo “Pianeta dell’anno”. Un fatto degno di nota, però, è che a volte questi articoli sulle crisi dell’ambiente assumono un punto di vista cinico nei confronti della Bibbia.

L’articolo di Time iniziava citando Ecclesiaste 1:4: “Una generazione va e un’altra viene: ma la terra rimane per sempre”. “No, non per sempre”, diceva l’autore dell’articolo. “La terra durerà probabilmente altri 4 o 5 miliardi di anni al massimo”. Più avanti egli osservava che il comando dato alla prima coppia umana di ‘soggiogare la terra’ “potrebbe essere interpretato come un invito a servirsi della natura per propria convenienza. Pertanto la diffusione del cristianesimo, che in genere si pensa abbia preparato il terreno allo sviluppo della tecnologia, può nello stesso tempo aver seminato i semi del selvaggio sfruttamento della natura”. La rivista Life è arrivata addirittura al punto di elencare la promessa della Bibbia secondo cui “i mansueti erediteranno la terra” tra le predizioni ridicole e false.

Tutte queste dichiarazioni hanno una cosa in comune: si basano sulla supposizione che o Dio non esiste o non ha ispirato la Bibbia o non ha la sapienza e la potenza di governare la sua creazione e adempiere le sue promesse. Che ne pensate? Fare queste supposizioni senza prove non è indice di una certa dose di arroganza? Chiunque abbia visto la maestosa potenza e bellezza del mare in tempesta ha avuto la prova diretta che Chi ha creato il nostro pianeta è davvero potente. La sua sapienza è visibile ovunque nei mari e nella vita che pullula in essi.

Il comando di Dio di ‘soggiogare la terra’ non era un’autorizzazione a distruggerla ma piuttosto l’assegnazione dell’incarico di custodirla, la responsabilità di averne cura e coltivarla. Dopo tutto, se comandando all’umanità di ‘soggiogare la terra’ Dio avesse voluto dirci di farne quel disastro sudicio e inquinato che sta rapidamente diventando oggi, perché allora provvide ad Adamo ed Eva il paradisiaco giardino di Eden da usare come modello? E perché Dio disse all’uomo di ‘coltivarlo e averne cura’ e infine di estenderne i confini soggiogando ‘le spine e i triboli’ che crescevano fuori di quel giardino modello? — Genesi 2:15; 3:18.

Infatti, molto tempo fa la Bibbia fece una sorprendente predizione che potrebbe applicarsi solo alla nostra devastatrice generazione, cioè che Geova ridurrà “in rovina quelli che rovinano la terra”. (Rivelazione 11:18) La profezia biblica mostra che quel tempo è vicino.

Tuttavia, alcuni danno a Dio la colpa dell’inquinamento e pensano che l’uomo abbia in mano la soluzione, che sia l’unica speranza. Il buon senso fa pensare il contrario: che la colpa sia dell’uomo e che la soluzione debba venire da qualcuno molto più in alto di lui. Che la colpa venga data a Dio non è una cosa nuova. Molto tempo fa Proverbi 19:3 mise a nudo questo punto di vista umano che rivela una mentalità ristretta: “La stoltezza d’un uomo ne guasta gli affari; ed egli poi se la prende con Dio”. — Pontificio Istituto Biblico.

L’incarico di custodire la terra affidato all’uomo in Eden circa seimila anni fa è ancora valido. Oggi chiunque può dimostrare di rispettare il Creatore rispettando le sue opere invece di contaminare l’ambiente per incuria. Ognuno di noi può fare la sua parte per mantenere puliti i mari. (Vedi sotto). Ma purtroppo questo sistema mondiale è fatto in modo che chi vuole astenersi completamente dall’inquinare la terra e i mari dovrebbe diventare un eremita, isolandosi nel deserto. Gli imitatori di Gesù non possono far questo; il loro ministero non glielo consente. — Matteo 28:19, 20.

Perciò l’unica speranza di porre fine in maniera completa all’inquinamento dei mari non dipende da noi ma da Dio. Le sue promesse sono in netto contrasto con i fallimenti degli uomini; non ha mai mancato di adempierle neppure in un caso. Ecco perché possiamo trarre tanto conforto da queste parole della Bibbia: “Tu solo sei Geova; tu stesso hai fatto i cieli, si, il cielo dei cieli, e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che è su di essa, i mari e tutto ciò che è in loro; e li conservi tutti in vita”. — Neemia 9:6.

Tra breve la terra e i mari si ammanteranno di perenne bellezza. Sì, l’“oceano profondo e cupamente azzurro” ondeggerà e vivrà per sempre. Il Creatore farà in modo che ciò avvenga.

[Riquadro a pagina 9]

COSA SI PUÒ FARE

Cosa potete fare per trattare il mare con rispetto:

◼ Quando andate in barca o a pesca, seguite questa semplice regola: Quello che avete portato con voi all’andata, portatelo con voi al ritorno. Ciò vale particolarmente per i materiali di plastica. Cercate di ridurre al minimo la perdita di lenza. L’olio del motore va debitamente scaricato a riva, non in mare.

◼ La suddetta regola vale anche sulla spiaggia. Tenete conto di tutti gli articoli di plastica che avete portato con voi: sacchetti per i panini, confezioni di bibite, utensili di plastica e flaconi di lozione. Ricordate che queste cose possono volar via facilmente se non sono fermate con un peso. Prima di andarvene, controllate attentamente la zona e portate i vostri rifiuti con voi.

◼ Seguite la stessa procedura quando andate a fare un picnic o a pesca in riva a un fiume o a un lago, o in barca. Ricordate che inquinare un fiume è già di per sé un male. Inoltre, quello che scaricate in un fiume può poi finire in mare e recare altri danni.

◼ Ubbidite a tutte le norme locali circa lo smaltimento e il riciclaggio dei rifiuti.

◼ Quando fate il bucato e lavate i piatti, non usate più detersivo del necessario.

◼ L’acqua, come l’aria, è una delle cose essenziali per la vita. Rispettatela, non inquinatela.

[Immagine a pagina 8]

“Puoi venire fin qui, e non oltre”. — Giobbe 38:11

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