BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • g90 8/11 pp. 13-15
  • La visita del papa in Messico: Ne beneficerà la Chiesa?

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • La visita del papa in Messico: Ne beneficerà la Chiesa?
  • Svegliatevi! 1990
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • La questione più importante: riacquistare il potere
  • Evangelizzazione e timore delle sette
  • Giovanni Paolo II in azione: Riuscirà a unire la sua chiesa divisa?
    Svegliatevi! 1980
  • La Chiesa farà ciò che il papa ha detto?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1980
  • Il papa: Perché è così popolare?
    Svegliatevi! 1984
  • I viaggi del papa: Perché sono necessari?
    Svegliatevi! 1984
Altro
Svegliatevi! 1990
g90 8/11 pp. 13-15

La visita del papa in Messico: Ne beneficerà la Chiesa?

Dal corrispondente di Svegliatevi! in Messico

“ATTERRA in Messico il ‘Pellegrino dell’evangelizzazione’” titolava L’Osservatore Romano nella sua edizione inglese del 7 maggio 1990. Questa era la seconda visita di Giovanni Paolo II in Messico in soli 11 anni. Quale messaggio portava il papa? Quali erano le speranze del popolo messicano e della Chiesa Cattolica in Messico? Quali benefìci avrebbe recato questa visita al popolo messicano?

Secondo alcune notizie di stampa, quei milioni di persone povere e oppresse speravano che il papa avrebbe influito sulla coscienza degli uomini al potere e prodotto condizioni migliori per la classe operaia. Un articolo del quotidiano messicano El Universal, sotto il titolo “Il cristianesimo e i poveri del Messico”, parlava di una lettera aperta indirizzata a Giovanni Paolo II da un gruppo vasto ed eterogeneo di cattolici messicani. La lettera affermava in parte: “Questo popolo, maltrattato e in fase di organizzazione e di partecipazione, attende una parola di incoraggiamento”. E lo implorava: “Vi chiediamo di essere ancora una volta ‘la voce di chi non ha voce’. . . . Proclamate il messaggio della speranza e della vita e chiedete giustizia, specialmente per i poveri e gli oppressi”.

Come rispose il papa a questo appello? A un enorme raduno tenuto a Chalco, immenso quartiere alla periferia di Città di Messico, dove si radunarono per ascoltarlo oltre due milioni di persone per lo più molto povere, Giovanni Paolo II lanciò questo appello: “Esorto i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà del Messico a risvegliare una coscienza sociale di solidarietà: non possiamo vivere e dormire tranquilli mentre migliaia di nostri fratelli, molto vicini a noi, mancano di ciò che è più indispensabile per condurre una vita umana degna”. — L’Osservatore Romano, 9 maggio 1990, pag. 4.

Non tutti i mass media cattolici sono rimasti colpiti da queste parole. Il National Catholic Reporter degli USA titolava: “Il papa passa tra i poveri del Messico a 50 all’ora”. Riferiva che “molti poveri . . . hanno sopportato ore di pioggia per vedere solo di sfuggita l’automobile del papa che è passata a 50 chilometri all’ora”. Un quotidiano messicano, La Jornada, dichiarava: “Dentro la basilica? Uomini e donne ben vestiti. Fuori? Migliaia di poveri inginocchiati sotto la pioggia”. Altri hanno lamentato che, mentre ha conversato con politici e imprenditori, non ha avuto nessun diretto dialogo con i lavoratori e i campesinos.

La questione più importante: riacquistare il potere

La principale preoccupazione della Chiesa Cattolica in Messico è comunque quella di cercar di riottenere parte del potere e del prestigio persi circa 150 anni fa quando Benito Juárez, un indio zapoteco istruito che in seguito divenne presidente del Messico, capeggiò un movimento liberale di riforma. La chiesa è anche infastidita da certe leggi di quel periodo, le “leggi di Riforma”, convalidate dalla Costituzione adottata nel 1917, che il clero considera restrittive per le attività della Chiesa Cattolica.

Al clero non piace l’Articolo 3, che esclude dal sistema scolastico statale qualsiasi religione, compreso il cattolicesimo. L’Articolo 5 proibisce di fondare ordini monastici. L’Articolo 27 non permette a nessuna religione di essere proprietaria di beni mobili o immobili; tutte le chiese sono proprietà dello Stato. L’Articolo 130 dichiara che la legge non riconosce nessun gruppo religioso, e i ministri religiosi non godono di alcun particolare riconoscimento di fronte alla legge. Non è permesso loro di criticare in pubblico o in privato le leggi fondamentali della nazione.

Considerate queste limitazioni, la Chiesa Cattolica desidera che la Costituzione venga modificata per dare alla chiesa più potere e un più vasto campo d’azione. La visita del papa era un mezzo per realizzare queste aspirazioni. Spettatrici degli avvenimenti, altre religioni osservano con sospetto questo amoreggiamento cattolico col governo, chiedendosi se più libertà per la Chiesa Cattolica può significare più libertà per tutte le religioni del paese. Ad ogni modo, nel marzo 1990, un funzionario governativo di nome Fernando Gutiérrez Barrios affermò molto esplicitamente che la separazione tra Chiesa e Stato sarebbe continuata, come pure il rispetto per tutti i credi e le ideologie.

Nondimeno, il fatto che al suo arrivo all’aeroporto il papa sia stato accolto dal presidente del Messico, Carlos Salinas de Gortari, e da lui invitato nel suo palazzo presidenziale viene considerato di buon auspicio da molti cattolici. Sono dell’idea che la presenza stessa del papa come pure i giganteschi raduni religiosi che sono stati permessi parevano indicare che le autorità riconoscevano il bisogno di un cambiamento. Secondo un commento dell’Osservatore Romano (edizione inglese), la presenza del presidente del Messico all’aeroporto esprimeva “eloquentemente il fatto che in Messico le relazioni tra Chiesa e Stato stanno migliorando”.

Il clero e i propagandisti cattolici stanno cercando di trarre vantaggio da questo pubblico appoggio dato alla visita del papa. Il sig. Alamilla Arteaga, presidente della Commissione Episcopale per le Comunicazioni Sociali, ha affermato: “Questo avvenimento, la visita del papa, è un plebiscito nazionale. E plebiscito nazionale significa una mobilitazione massiccia e spontanea delle moltitudini perché aderiscano a un desiderio . . . , il desiderio di un intero popolo, poiché già sappiamo che la popolazione cattolica è il gruppo di maggioranza della nazione”.

Evangelizzazione e timore delle sette

Durante il suo soggiorno in Messico il papa ha dato risalto al tema dell’evangelizzazione. Infatti uno degli obiettivi della sua visita era quello di dare rinnovato impulso alla Chiesa messicana, “una scrollata a livello spirituale”, come si espresse il delegato apostolico Girolamo Prigione. Il 6 maggio, giorno del suo arrivo, Giovanni Paolo II disse nel suo discorso: “Il Signore . . . ha stabilito che il mio pontificato fosse quello di un Papa pellegrino dell’evangelizzazione, per percorrere le vie del mondo portando in ogni luogo il messaggio di salvezza. . . . Ho indirizzato a tutte le Chiese che si trovano in questo ‘continente della speranza’ un appello per intraprendere una Nuova Evangelizzazione”. — L’Osservatore Romano, 7-8 maggio 1990, pag. 4.

Inoltre mise in guardia i suoi vescovi: “Né dovete prestare meno attenzione al problema dei ‘nuovi gruppi religiosi’, che stanno seminando confusione tra i fedeli . . . I loro metodi, le loro risorse economiche, e l’insistenza con cui compiono la loro attività di proselitismo esercitano i loro effetti soprattutto su coloro che dalla campagna immigrano nelle città. Comunque non possiamo dimenticare che tante volte il loro successo è dovuto alla tiepidezza e all’indifferenza dei figli e delle figlie della Chiesa che non sono all’altezza della missione dell’evangelizzazione, con la loro debole testimonianza al coerente vivere cristiano”. — L’Osservatore Romano (edizione inglese), 14 maggio 1990, pagg. 1-2.

Come ha cercato il papa di far tornare nel seno della chiesa coloro che se ne sono allontanati? Forse incoraggiandoli a studiare la Bibbia? Nel suo discorso a Villahermosa disse: “Ritornate nel seno della Chiesa, vostra Madre! La Vergine di Guadalupe, con il ‘suo sguardo pietoso’, ha voluto mostrarvi suo Figlio”. (L’Osservatore Romano, 13 maggio 1990, pag. 6) Così, anziché richiamare l’attenzione sulla Parola di Dio, ha fatto appello all’emotività religiosa nel vano tentativo di ricuperare i cattolici perduti.

Pertanto, come in quasi tutti i suoi viaggi, Giovanni Paolo II è tornato sulla sua idea fissa imperniata sulla Trinità: la venerazione di Maria, la “Madre di Dio”. Nel suo discorso di apertura ha affermato: “Il Papa viene a prostrarsi davanti alla prodigiosa immagine della Vergine di Guadalupe per invocare il suo aiuto materno e la sua protezione sul proprio ministero pontificio . . . per mettere nelle sue mani il futuro dell’evangelizzazione in America Latina”. — L’Osservatore Romano, 7-8 maggio 1990, pag. 4.

Alcuni si sono però chiesti se questi stessi messaggi pronunciati dal papa intendevano veramente far convergere l’attenzione sull’evangelizzazione. È vero che alcuni sono stati trascinati dalla presenza e dalle parole del papa, ma altri hanno avuto l’impressione che la massima autorità della Chiesa abbia parlato più che altro di economia, politica e diritti umani, ma pochissimo della Parola di Dio. È probabile sia questo il motivo per cui il quotidiano El Universal dell’8 maggio 1990 ha dichiarato: “Le persone riflessive si chiedono se il cattolicesimo messicano trarrà il grandissimo giovamento che la seconda visita del papa potrebbe recare”, o se questa visita, come la prima, non influirà minimamente sulla vita quotidiana dei cattolici.

Saranno soddisfatti i bisogni spirituali del popolo? Già centinaia di migliaia di messicani sinceri trovano appagamento spirituale grazie all’opera di evangelizzazione compiuta dai testimoni di Geova. Per usare un’espressione del papa, la loro “sete di Dio” viene appagata quando essi acquistano dalla Bibbia accurata conoscenza del vero Dio, Geova, e di suo Figlio, Cristo Gesù. Come parte delle oltre 8.000 congregazioni dei testimoni di Geova del Messico, essi ripongono la loro fiducia non nelle false promesse dell’uomo, ma nella promessa di Dio relativa al suo Regno che governerà l’umanità su una terra paradisiaca. — Matteo 6:9, 10; Giovanni 17:3; Rivelazione (Apocalisse) 21:1-4.

[Immagini a pagina 15]

Papa Giovanni Paolo II viene accolto dal presidente del Messico, Carlos Salinas de Gortari

Venditori di souvenir di “Papa Giovanni Paolo II”

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi