Perché tanta passione per il golf?
Dal corrispondente di Svegliatevi! nelle Hawaii
SONO moltissimi i giapponesi appassionati di golf che vengono qui nelle Hawaii sognando di fare il tiro perfetto. In Giappone, diventare soci del circolo golfistico più esclusivo può costare quasi 2 miliardi di lire, senza neanche contare le quote sociali annuali. In media, diventare soci di un golf club costa attualmente sui 230 milioni di lire. Per questo motivo, solo il 15 per cento dei golfisti giapponesi gioca su un vero campo da golf. Non accontentandosi di esercitarsi con le mazze nei locali campetti per dilettanti vengono nelle Hawaii, dove sono disposti a pagare anche 100 dollari per un round (un percorso di 18 buche), e lo considerano un affare.
Chiunque sia stato il primo a colpire una palla con un bastone cercando di mandarla in una piccola buca con il minor numero possibile di colpi, non avrà immaginato neanche lontanamente quanto favore ed entusiasmo avrebbe incontrato questo sport. Solo nelle Hawaii ci sono 64 campi da golf, tra i quali c’è l’Ala Wai, forse il più frequentato del mondo. Negli Stati Uniti, dove il golf rappresenta un giro di affari di 20 miliardi di dollari all’anno, una persona su 10 compie almeno un round all’anno, e 5 milioni e mezzo di persone giocano a golf almeno una volta ogni due settimane. Non è un’esagerazione parlare di boom del golf, ma perché? Come si spiega tutta questa passione?
Come nacque
Anche se nessuno sa per certo quando o dove nacque il golf, si sa che diversi giochi simili venivano praticati in Europa e in Gran Bretagna più di 500 anni fa. Tuttavia, fu nel 1457 che il golf venne menzionato per la prima volta come gioco praticato in Scozia. A quanto pare questo sport era diventato così popolare che il re Giacomo II ritenne necessario emanare un decreto per metterlo al bando affinché i suoi sudditi potessero dedicare più tempo all’esercizio dell’arco, abilità necessaria per la difesa del suo regno.
Nel 1744 un gruppo di scozzesi decise che era giunto il momento di organizzare questo gioco, stilare un regolamento scritto e fondare un club golfistico. Così venne all’esistenza la Honourable Company of Edinburgh Golfers. Dieci anni dopo un altro gruppo di giocatori di St. Andrews, sempre in Scozia, formò il proprio club, che in seguito divenne noto come il Royal and Ancient Club of St. Andrews, o semplicemente R. & A. Molti considerano questo club la massima autorità in fatto di decisioni e regolamenti golfistici.
Nei primi tempi il golf si giocava fra le colline e le dune vicine alla costa. Questo per motivi d’ordine pratico: pecore e lepri, brucando, impedivano all’erba di crescere troppo. Inoltre, le pecore creavano ostacoli naturali nei luoghi in cui si radunavano, in quanto consumavano il manto erboso fino a mettere a nudo la sabbia sottostante. Solo la famiglia reale e i ricchi potevano permettersi la spesa e prendersi il tempo di andare in questi link, o “anelli”, come venivano chiamati. Non era certo uno sport per la gente comune. Anzi, bisognava essere ricchi solo per potersi permettere le palline da golf.
Le prime palline da golf erano di pelle di toro, e venivano ben imbottite di piume di gallina o d’oca e cucite a mano. Erano costose e non duravano molto. Fu la scoperta della guttaperca, il latice di un albero originario della Malesia, avvenuta nel 1848, che permise di produrre un nuovo tipo di palline più a buon mercato. Questo rese il golf economicamente più accessibile, e lo sport acquistò ben presto popolarità.
La passione si diffonde
Oltre alla diminuzione del costo delle palline e della quota di appartenenza a un club golfistico, diversi altri fattori hanno contribuito al diffondersi della passione per questo sport. La rivoluzione industriale permise alla gente comune di avere più tempo e denaro per lo svago. Lo sviluppo delle ferrovie rese più semplice ed economico arrivare nei campi da golf, e i golfisti, viaggiando, potevano persino andare a giocare su campi diversi. L’invenzione della falciatrice rese possibile creare campi da golf dove in precedenza questo era considerato poco pratico a motivo dell’erba alta.
Il fascino del golf dipende da diversi motivi. Per alcuni è un’occasione per stare all’aria aperta e allo stesso tempo fare un po’ di esercizio fisico. Per altri è un modo per sfuggire allo stress e alla tensione della routine quotidiana e trovare un po’ di pace e tranquillità. Altri ancora sono attratti dall’aspetto sociale del golf: è uno sport che persone di diverse età, estrazione sociale e capacità possono giocare insieme. E non è affatto violento.
Nondimeno, parte del fascino del golf sta nell’amichevole competizione resa possibile dall’introduzione di un punteggio. A differenza di ciò che accade nella maggior parte degli altri sport, nel golf l’obiettivo è avere il punteggio più basso possibile. Ci sono diversi modi per calcolare il punteggio. Nella gara a buche (match play), il giocatore che raggiunge la buca con il minor numero di colpi vince quella buca, e chi vince il maggior numero di buche vince la partita. Nella gara a punteggio (score play), vince il giocatore che completa l’intero percorso con il minor numero totale di colpi.
Quando più persone cominciarono ad accorrere ai campi da golf, si cominciarono a organizzare tornei per stabilire chi fossero i migliori giocatori. All’inizio chi vinceva un torneo veniva premiato con una medaglia. In seguito furono aggiunti premi in denaro. In breve tempo entrarono in scena i giocatori professionisti, che si guadagnavano da vivere giocando un torneo dopo l’altro e rappresentando un club golfistico.
La febbre del golf
Nel 1894 fu fondata la U.S. Golf Association, e la popolarità del golf in America crebbe in maniera straordinaria. Con l’avvento dei viaggi internazionali, la febbre del golf si diffuse in altre parti del mondo. Col tempo, grazie ai trasporti aerei fu possibile organizzare tornei in tutto il mondo, e oggi i collegamenti via satellite portano in salotto l’eccitazione di questi tornei, nonché la bellezza paesaggistica di campi da golf di fama mondiale. La popolarità del golf è salita alle stelle. E sono saliti alle stelle anche i premi in denaro; mentre negli anni ’30 e ’40 i premi dei tornei erano inferiori a 10.000 dollari, oggi possono tranquillamente superare il milione di dollari.
Visto che il gioco del golf va a braccetto con la bellezza del paesaggio, i campi da golf divennero presto il fiore all’occhiello di molti luoghi di villeggiatura famosi. Per allettare i turisti danarosi, la maggior parte dei luoghi di villeggiatura esotici del mondo vantano campi da golf progettati da architetti. Anche gli imprenditori edili si rendono conto dei profitti potenziali e includono campi da golf di prima classe come pezzo forte dei loro complessi residenziali. La rivista Business Week riferisce che il 70 per cento dei campi da golf attualmente in costruzione fa parte di un complesso residenziale.
Golf all’hawaiana
Oggi le Hawaii sono il paradiso dei golfisti; sono in progetto altri 61 campi, ma anche questi potrebbero non essere sufficienti a soddisfare la domanda visto che, man mano che l’attuale generazione che ci tiene alla forma fisica invecchia e trova un po’ troppo faticosi sport come jogging, tennis e racquetball, molti ripiegano sul golf.
Per altri il golf è un buon metodo per concludere affari. Le lunghe camminate tra una buca e l’altra, oppure i tragitti sulle golfing-car, danno agli uomini d’affari molte occasioni per condurre trattative. “Ho avuto la possibilità di stare cinque ore con i clienti, cosa che non avrei mai potuto fare prima”, ha detto un’amministratrice di un istituto finanziario, la quale in genere tratta gli affari sul campo da golf. Alcuni ritengono persino che giocare bene a golf sia un requisito necessario per far strada o essere accettati nel mondo degli affari.
Anche se in genere il golf è visto come uno sport per gente ricca e famosa, i campi pubblici hanno contribuito a cambiare questa immagine. Grazie ad essi anche chi non può permettersi di iscriversi a un circolo sportivo può giocare a golf. Le statistiche indicano che negli Stati Uniti quasi metà di coloro che giocano a golf sono impiegati o operai. I residenti delle Hawaii, ad esempio, possono giocare su un campo da golf pubblico per meno di dieci dollari.
Ci saranno certo modi più economici per passare una giornata che non giocare a golf, ma per un golfista niente può uguagliare il piacere di colpire la pallina con un tiro ben assestato e vederla volare fino a posarsi sul green. La pace, il profumo dell’erba tagliata di fresco, il paesaggio curato nei minimi particolari e la compagnia degli amici sono tutti dettagli che si sommano al piacere fondamentale del golf: la ricerca del tiro perfetto.
[Fonti delle immagini a pagina 23]
Foto per gentile concessione del Mauna Kea Beach Hotel
Foto per gentile concessione del Mauna Kea Beach Hotel