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  • La riproduzione selettiva degli alberi d’alto fusto

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  • La riproduzione selettiva degli alberi d’alto fusto
  • Svegliatevi! 1992
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  • Perché riprodurre selettivamente gli alberi?
  • Come si fa
  • Ci sono dei rischi
  • Il futuro della riproduzione selettiva degli alberi
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Svegliatevi! 1992
g92 22/10 pp. 25-27

La riproduzione selettiva degli alberi d’alto fusto

Dal corrispondente di Svegliatevi! in Canada

PASSEGGIARE in un bosco di maestosi alberi d’alto fusto è senz’altro un’esperienza emozionante, che incute addirittura un senso di riverenza. Gli sprazzi di luce e i colori che filtrano dall’alto, l’aria pura e frizzante, la pace e la quiete che regnano contribuiscono a creare un’atmosfera unica.

Le regioni nordoccidentali dell’America Settentrionale che si affacciano sul Pacifico sono famose per le vaste foreste. Monti, valli e promontori sono ricoperti da rigogliose distese di conifere. Qui abeti, abeti canadesi, abeti del balsamo, pini, cedri e abeti rossi raggiungono tutti grandi dimensioni. I famosi abeti di Douglas possono raggiungere i 90 metri d’altezza!

Ma questi alberi non sono solo belli da vedere. Sono importanti per il sostentamento di taglialegna e camionisti, di chi lavora alla costruzione di strade, nelle segherie, sui rimorchiatori, e così via. Inoltre, forniscono la materia prima per fabbricare migliaia di prodotti richiesti dai consumatori. Gli alberi sono così importanti che scienziati e autorità forestali stanno cercando il modo di accelerarne la crescita e di migliorare la resa delle foreste. A questo scopo si sono rivolti alla scienza e arte della riproduzione selettiva degli alberi.

Perché riprodurre selettivamente gli alberi?

Gli alberi di una foresta, come i visi in una folla, sono tutti diversi fra loro. C’è sempre qualche piccola differenza nell’altezza, nel fogliame e nello sviluppo dei rami. E ci possono anche essere differenze che non si vedono.

Alcuni alberi crescono più in fretta di altri. Da alcuni si ricava un legno più robusto e compatto e con meno nodi. E alcuni sono più resistenti a parassiti e malattie. Tutti questi fattori sono molto importanti per l’industria del legname.

È ovvio che chi gestisce il patrimonio forestale desidera alberi che crescano in fretta, siano resistenti alle malattie e producano legno di buona qualità. E per semplificare le operazioni di abbattimento e trasporto e il lavoro in segheria, è molto meglio che gli alberi siano più o meno tutti delle stesse dimensioni. Ma gli alberi che soddisfacevano tutti questi requisiti, gli esemplari secolari che si trovavano qui quando arrivarono i primi taglialegna, alla metà del XIX secolo, sono stati già abbattuti. Gli alberi che si tagliano oggi, appartenenti alla seconda generazione, sono più piccoli, crescono più lentamente, contengono meno legno e non sono di qualità omogenea. Per ottenere alberi dotati delle caratteristiche desiderate è nata la riproduzione selettiva degli alberi. Questo ha portato ai programmi di miglioramento del patrimonio forestale oggi in atto nelle regioni nordoccidentali dell’America Settentrionale.

Come si fa

La riproduzione selettiva degli alberi comincia con la scelta degli esemplari. Nella zona destinata al rimboschimento un’équipe di tecnici gira fra i boschi in cerca di esemplari di qualità superiore, alberi che sembrano possedere il massimo potenziale genetico per la riproduzione selettiva.

Da quanto abbiamo detto potrebbe sembrare che questo lavoro di ricerca consista in una specie di piacevole gita nei boschi, ma non è proprio così. Si tratta di una ricerca molto laboriosa. Ogni albero che sembra di qualità superiore deve soddisfare un insieme di requisiti: buona produzione di pigne, crescita rapida, fusto diritto, assenza di malattie, e così via. Ma a volte l’apparenza inganna! Quell’abete così bello e sano, con i suoi 40 metri di altezza, supera tutti gli altri: ma è cresciuto più in fretta o è solo più vecchio? È stato favorito dal caso per quanto riguarda posizione e disponibilità d’acqua o le sue dimensioni sono veramente dovute a un patrimonio genetico superiore?

Una volta trovato un esemplare soddisfacente, questo viene contrassegnato e numerato. Ma ora, come si fa a ottenere da esso altri alberi di qualità superiore? Non si guadagnerebbe nulla sradicandolo e trapiantandolo altrove. Né sarebbe utile prenderne i semi e piantarli. Questo perché non c’è modo di sapere quale degli alberi vicini ha contribuito all’impollinazione, per cui i semi sono geneticamente contaminati. Quello che serve è un ramoscello. Ma come si fa a prenderlo?

Il ramo più basso è troppo in alto per raggiungerlo. Ecco che un tiratore scelto punta in alto il fucile e spara. Un attimo dopo cade a terra la cima di un ramo sano. Questo ramoscello, chiamato nesto o marza, viene poi innestato su un albero giovane in un apposito vivaio. Lì il ramoscello innestato crescerà fino a diventare un albero geneticamente identico a quello da cui è stato tratto: un clone.

La posizione del vivaio è scelta con cura onde evitare che i cloni innestati vengano impollinati da alberi selvatici. Quando i cloni giungono a maturazione i fiori riproduttivi, protetti dal polline presente nell’aria con buste di carta, vengono impollinati artificialmente con un ago ipodermico. Dai semi che ne risulteranno si otterrà una nuova generazione di pianticelle. Tutti questi passi vanno registrati con accuratezza così da poter risalire, per ogni pianticella, all’albero di qualità superiore da cui deriva, alla fonte del polline, e a tante altre informazioni.

Le pianticelle vengono poi portate vicino all’albero originario e piantate per vedere come si comportano. Come gli uomini, anche gli alberi possono fare onore o meno ai loro genitori. Se l’esito è positivo, allora i nesti presi da queste pianticelle andranno a formare un vivaio di piante di seconda generazione. I semi così ottenuti potranno essere messi in vendita, e costare fino a 700 lire al grammo. Se invece le pianticelle non crescono bene probabilmente i loro genitori, i cloni, verranno sradicati dal vivaio, e gli alberi di qualità superiore da cui essi derivano verranno cancellati dal programma. Si dovranno trovare altri alberi di qualità superiore, e il laborioso procedimento ricomincerà daccapo.

Tutto questo richiede molto tempo. Chi si dedica alla riproduzione selettiva degli alberi forse non si aspetta di vedere, come frutto del suo lavoro, nemmeno una generazione di alberi adulti. Ci vogliono fino a dieci anni perché un vivaio produca semi in quantità utilizzabili. Poi ci vuole un’altra decina d’anni per vedere come crescono le pianticelle prodotte nel vivaio. Infine, ci vogliono altri 50-60 anni perché gli alberi raggiungano dimensioni tali da poter essere abbattuti.

Ci sono dei rischi

Come abbiamo già notato, se gli innesti danno cattivi risultati possono andare in fumo anni di lavoro. Pertanto, si sarebbe tentati di usare solo un ristretto numero di alberi di qualità superiore, quelli che danno i migliori risultati. Ma questo comporta dei rischi. Quali?

Ciascun albero, come ciascuna persona (ad eccezione dei gemelli identici), possiede un genotipo o patrimonio genetico unico. Meno genotipi ci sono nel pool genetico di cui dispone chi si dedica alla riproduzione selettiva degli alberi, meno geni diversi ci saranno in quel pool e maggiore sarà il rischio che qualche malattia o qualche parassita spazzi via un’intera generazione di alberi, o addirittura un’intera foresta.

Per questo motivo è saggio avere un pool genetico più ampio, anche se alcuni degli alberi di qualità superiore non hanno una crescita altrettanto rapida o un fusto altrettanto diritto. Partendo da diversi alberi si riduce il rischio di una distruzione completa.

Il futuro della riproduzione selettiva degli alberi

Anche se ci vorranno altri 50 anni prima di raccogliere i frutti delle odierne operazioni di riproduzione selettiva, il vantaggio è che le foreste ottenute con semi di qualità superiore saranno pronte per lo sfruttamento commerciale in tempi del 10-20 per cento più brevi rispetto a quelle ottenute con semi normali. E alcuni esperti prevedono che grazie alla riproduzione selettiva la quantità di legname prodotta per unità di superficie potrebbe aumentare anche del 25 per cento. Questo, oltre al fatto che gli alberi così ottenuti resistono meglio alle malattie e ai parassiti, danno un legno più compatto e privo di nodi e producono più seme, fa della riproduzione selettiva degli alberi un elemento essenziale della politica forestale nelle regioni nordoccidentali dell’America Settentrionale.

Chi si dedica alla riproduzione selettiva degli alberi ha sempre un nemico: il tempo. Ci vuole troppo tempo per vedere i risultati, per prendere decisioni, per passare da una fase a quella successiva. Gli alberi, e in special modo le conifere, vivono da sempre molto più di noi. Ma la Bibbia indica che un giorno le cose cambieranno. Essa promette: “Come i giorni dell’albero saranno i giorni del mio popolo”. (Isaia 65:22; Rivelazione 21:3, 4) Allora sì che gli esseri umani avranno il tempo di esplorare l’affascinante potenziale genetico che rimane ancora nascosto nelle piante e negli animali!

[Immagini a pagina 26]

Un tiratore mira a un ramoscello per abbatterlo

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