Cosa sta succedendo nelle scuole?
“SCUOLE in crisi: Fate entrare subito la polizia”, titolava recentemente in prima pagina un quotidiano newyorkese. Il provveditorato agli studi della città di New York ha i propri agenti di sicurezza, 3.200 persone, che pattugliano le oltre 1.000 scuole cittadine. Ora molti vogliono che anche veri e propri poliziotti vengano impiegati per mantenere l’ordine nelle scuole. C’è davvero bisogno di loro?
Un articolo del New York Times era intitolato: “Inchiesta a New York: Il 20% degli studenti sono armati”. Joseph Fernandez, che è stato provveditore agli studi della città di New York dal 1990 al 1992, ha ammesso: “Non ho mai visto nulla di simile alla violenza che ora c’è nelle scuole delle nostre grandi città. . . . Nel 1990, quando accettai la carica di provveditore a New York, non potevo immaginare che la situazione sarebbe stata così grave. Non è un fenomeno transitorio, è un tumore maligno”.
Quanto è grave la situazione?
Fernandez ha dichiarato: “Nei primi dieci mesi in cui sono stato in carica è stato ucciso in media uno studente ogni due giorni: a coltellate in un sottopassaggio, con un colpo di pistola nel cortile di una scuola o all’angolo della strada . . . In alcune scuole superiori ci sono quindici o sedici [agenti di sicurezza] che pattugliano corridoi e cortili”. E ha aggiunto: “La violenza nelle nostre scuole è epidemica, ed è stato necessario adottare misure di sicurezza straordinarie. Le scuole di Chicago, di Los Angeles, di Detroit, sì, di tutti i grossi centri metropolitani, ora evocano tutte la stessa immagine di ferocia quasi apocalittica.
“Che questa sia una vergogna è più che evidente. Negli ultimi due decenni abbiamo finito per accettare l’inaccettabile: le scuole americane sono campi di battaglia in cui prevalgono paura e intimidazioni anziché essere rifugi in cui acquistare conoscenza”.
In 245 sistemi scolastici degli Stati Uniti ci sono agenti di sicurezza, e in 102 di questi gli agenti sono armati. Ma non sono i soli ad esserlo. Secondo uno studio dell’Università del Michigan gli studenti americani porterebbero a scuola ogni giorno circa 270.000 pistole, senza menzionare altre armi!
Anziché migliorare, la situazione è notevolmente peggiorata. I metal detector usati in molte scuole non sono riusciti a tenere le armi fuori dalle scuole. Nell’autunno del 1994 gli episodi di violenza denunciati nelle scuole newyorkesi erano aumentati del 28 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente! “Per la prima volta in assoluto”, spiega Phi Delta Kappan commentando un sondaggio condotto negli Stati Uniti, “la voce ‘lotte, violenza e bande criminali’ è al primo posto insieme con la ‘mancanza di disciplina’ tra i problemi con cui devono fare i conti le scuole pubbliche locali”.
La violenza nelle scuole ha messo in crisi i sistemi scolastici di molti paesi. In Canada, il quotidiano Globe and Mail di Toronto titolava: “Le scuole stanno diventando zone a rischio”. E da un sondaggio condotto a Melbourne, in Australia, risulta che i genitori portano a scuola e vanno a prendere in macchina quasi il 60 per cento dei bambini delle elementari per paura di aggressioni e rapimenti.
Ma la violenza è solo un aspetto del problema. Nelle scuole succedono anche altre cose che destano grave preoccupazione.
La questione morale
Anche se la Bibbia insegna che la fornicazione — l’avere rapporti sessuali al di fuori del matrimonio — è sbagliata, le scuole odierne non sostengono questo sano insegnamento morale. (Efesini 5:5; 1 Tessalonicesi 4:3-5; Rivelazione [Apocalisse] 22:15) Senz’altro questo ha contribuito alla situazione che Fernandez ha descritto dicendo: “Ben l’80 per cento dei nostri adolescenti è sessualmente attivo”. In una scuola superiore di Chicago un terzo delle studentesse erano incinte!
Alcune scuole hanno asili nido per i bambini degli studenti. Oltre a ciò, è normale che vengano distribuiti preservativi nel futile tentativo di bloccare l’epidemia di AIDS e l’aumento vertiginoso di figli illegittimi. Se la distribuzione di preservativi non incoraggia direttamente gli studenti a commettere fornicazione, come minimo condona chi la pratica. In campo morale, cosa devono pensare gli studenti?
Un’insegnante universitaria con molti anni di esperienza alle spalle ha detto che c’è un “sorprendente numero di giovani che pensano che il bene e il male non esistano, che le scelte morali dipendano dal proprio giudizio”. Perché i giovani la pensano così? L’insegnante ha osservato: “Forse è stata la loro esperienza alle superiori a farli diventare ‘agnostici’ in campo morale”. Che conseguenze ha questo clima di incertezza morale?
Di recente, in un quotidiano, un editoriale deplorava: “A volte sembra che nessuno debba essere ritenuto colpevole di alcuna cosa. Mai”. Sì, il messaggio è che tutto è lecito! Considerate un esempio del profondo effetto che questo può avere sugli studenti. Nel corso di una lezione universitaria sulla seconda guerra mondiale e sull’ascesa del nazismo, un professore scoprì che quasi tutti gli studenti non credevano che qualcuno dovesse essere ritenuto colpevole dell’Olocausto! “Nella mente degli studenti”, disse l’insegnante, “l’Olocausto era come una catastrofe naturale: ineluttabile, inevitabile”.
Di chi è la colpa se gli studenti non sono in grado di distinguere il bene dal male?
In mezzo a tempi difficili
In difesa delle scuole un ex insegnante ha detto: “Il problema nasce nella comunità, e le scuole non fanno che riflettere i problemi che già esistono in essa”. In effetti è difficile riuscire ad insegnare quello che i leader della società non mettono in pratica.
Illustrando questo fatto, in un periodo in cui l’immoralità di alcuni funzionari governativi americani era sulle prime pagine dei giornali, una nota giornalista scrisse: “Non ho idea di come gli insegnanti in quest’epoca cinica possano insegnare la morale. . . . ‘Guarda Washington!’, grideranno anche i più piccoli. Essi sanno . . . che gli imbrogli più ignobili della storia sono stati commessi sotto il tetto di quella grande casa bianca”.
La Bibbia prediceva che ‘negli ultimi giorni ci sarebbero stati tempi difficili’. (2 Timoteo 3:1-5) Non c’è dubbio che i tempi in cui viviamo sono difficili! In vista di ciò, cosa si sta facendo per far fronte all’odierna crisi delle scuole e per aiutare gli studenti a farsi una buona istruzione? Cosa potete fare voi in qualità di genitori e di studenti? Questo è l’argomento dei prossimi articoli.