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  • Alla ricerca di soluzioni accettabili
  • Svegliatevi! 1996
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Svegliatevi! 1996
g96 8/6 pp. 5-8

Alla ricerca di soluzioni accettabili

GLI autoveicoli non sono le sole cause di inquinamento. La responsabilità ricade anche su abitazioni private, industrie e centrali elettriche. Nondimeno, gli autoveicoli contribuiscono all’inquinamento globale in misura considerevole.

Il libro 5000 giorni per salvare il pianeta dice addirittura: “Se si dovesse tener conto di tutti questi costi, e soprattutto dei danni provocati al clima dalle emissioni di anidride carbonica, forse non si costruirebbero affatto le automobili”. Tuttavia ammette: “Ma si tratta di un’eventualità che né i fabbricanti di autovetture, né i costruttori di strade, né le istituzioni governative hanno mai preso in considerazione: e ad essere sinceri nemmeno il grande pubblico, la cui esistenza è sempre più dipendente dai trasporti privati, gradirebbe un simile provvedimento”. — Cit., pagina 271.

La tecnologia che ha permesso all’uomo di andare sulla luna non dovrebbe essere in grado di produrre un’automobile che non inquina? In realtà tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, perciò finché non si supereranno gli ostacoli che impediscono di fabbricare un’automobile non inquinante si continueranno a cercare altre soluzioni accettabili.

Ridurre gli agenti inquinanti

Negli anni ’60 negli Stati Uniti fu approvata una legge che richiedeva l’installazione sugli autoveicoli di dispositivi che limitassero l’emissione di sostanze inquinanti. Da allora, altri paesi e governi hanno fatto altrettanto.

Oggi per ridurre le emissioni di sostanze inquinanti nocive sono molto usate le marmitte catalitiche, che richiedono l’uso di benzina senza piombo. Tra il 1976 e il 1980, dopo che un gran numero di automobilisti cominciarono a usare benzina senza piombo, la concentrazione di piombo nel sangue degli americani diminuì di un terzo. E fu un gran bene, poiché un eccesso di piombo può influire sul sistema nervoso e ridurre la capacità di apprendimento. Triste a dirsi, però, anche se in molti paesi industrializzati la concentrazione di piombo nel sangue è diminuita, non si può dire la stessa cosa dei paesi meno sviluppati.

Il successo delle marmitte catalitiche è incoraggiante, ma sul loro uso ci sono ancora molte controversie. Per compensare il diminuito rendimento dei motori dovuto al mancato addizionamento di piombo, la composizione della benzina è stata modificata. Questo ha portato a un aumento dell’emissione di altre sostanze cancerogene, come il benzene e il toluene, che le marmitte catalitiche non sono in grado di eliminare.

Oltre a ciò, le marmitte catalitiche richiedono l’uso di platino. Secondo il prof. Iain Thornton, dell’Imperial College britannico, uno degli effetti collaterali dell’uso di queste marmitte è stato un aumento del platino depositato nel pulviscolo stradale. Questo professore ha avvertito che “forme solubili di platino potrebbero entrare nella catena alimentare”.

Qualsiasi successo abbia avuto “l’introduzione in America settentrionale, in Giappone, in Corea del Sud e in alcuni paesi d’Europa, delle marmitte catalitiche”, ammette realisticamente il libro 5000 giorni per salvare il pianeta, “gli effetti positivi di queste disposizioni sono stati annullati dalla spaventosa crescita del numero delle auto su scala mondiale”. — Cit., pagina 247.

Ridurre la velocità

Un altro sistema per ridurre le emissioni dei veicoli a motore è quello di guidare più lentamente. Negli Stati Uniti, però, di recente alcuni stati hanno alzato i limiti di velocità. In Germania imporre dei limiti non è ben visto. I produttori di automobili il cui vanto sono motori potenti capaci di garantire velocità di crociera di oltre 150 chilometri all’ora sono ovviamente contrari a limiti del genere, come lo sono anche moltissimi automobilisti. Ora, però, sembra che sempre più tedeschi siano disposti ad accettare limiti di velocità, non solo per proteggere l’ambiente ma anche per motivi di sicurezza.

In alcuni paesi gli automobilisti devono rallentare — o addirittura non guidare affatto — quando l’inquinamento raggiunge livelli inaccettabili. Da un sondaggio del 1995 risulta che l’80 per cento dei tedeschi sarebbe d’accordo di introdurre limiti di velocità qualora i livelli di ozono divenissero troppo alti. In tutto il mondo molte città, come Atene e Roma, hanno già preso dei provvedimenti per limitare la circolazione dei veicoli a motore in determinate circostanze. Altre città stanno pensando di fare la stessa cosa.

Usare la bicicletta

Per ridurre il traffico, alcune città hanno introdotto speciali tariffe per i mezzi pubblici. Altre permettono agli automobilisti che lasciano la macchina in certi parcheggi pagando una piccola tariffa di valersi gratuitamente della rete degli autobus. Altre città hanno riservato corsie stradali ad autobus e taxi in modo da agevolare questi mezzi di trasporto.

Un’iniziativa nuova per combattere il problema è stata descritta di recente dal quotidiano The European: “Traendo spunto da una campagna condotta nei Paesi Bassi alla fine degli anni ’60, gli intraprendenti danesi hanno ideato un piano per ridurre l’inquinamento atmosferico e il traffico convincendo la gente a usare due ruote anziché quattro”. In vari punti delle strade di Copenaghen ci sono delle biciclette che si possono prelevare inserendo una moneta in un dispositivo. La cauzione viene restituita in seguito, quando si riporta la bicicletta in un punto comodo. Resta da vedere se questo sistema si rivelerà pratico e si diffonderà.

Per incoraggiare l’uso della bicicletta in alternativa all’automobile, alcune città tedesche permettono ai ciclisti di percorrere le strade a senso unico nella direzione vietata! Visto che circa un terzo di tutti i tragitti in città e più di un terzo di quelli in campagna sono lunghi meno di tre chilometri, molti cittadini potrebbero facilmente spostarsi a piedi o in bicicletta. Questo contribuirebbe a diminuire l’inquinamento; nello stesso tempo, i ciclisti farebbero il necessario esercizio fisico.

Riprogettare l’automobile

Si continua a lavorare per progettare automobili non inquinanti. Sono già state prodotte vetture elettriche alimentate da batterie, ma la loro velocità e autonomia sono limitate. La stessa cosa si può dire delle automobili a energia solare.

Un’altra possibilità attualmente allo studio è l’uso dell’idrogeno come combustibile. L’idrogeno brucia praticamente senza emettere agenti inquinanti, ma i costi sono proibitivi.

Riconoscendo il bisogno di reinventare l’automobile, nel 1993 il presidente degli Stati Uniti Clinton annunciò che il governo e l’industria automobilistica americana avrebbero collaborato per progettare l’auto del futuro. Clinton disse: “Ci imbarcheremo in un’avventura tecnologica ambiziosa come tutte quelle che la nostra nazione ha sempre affrontato”. Resta da vedere se sarà davvero possibile “creare la vettura perfettamente efficiente ed ecologica del XXI secolo” di cui Clinton ha parlato. I piani prevedono la produzione di un prototipo nel giro di un decennio, ma con una spesa enorme.

Alcune case automobilistiche lavorano su modelli che funzionano con una combinazione di benzina ed elettricità. In Germania è già disponibile (anche se è molto costosa) una macchina sportiva elettrica in grado di accelerare da 0 a 100 chilometri all’ora in nove secondi, e raggiungere poi una velocità massima di 180 chilometri all’ora. Dopo 200 chilometri, però, quest’automobile si ferma e ci vogliono almeno tre ore per ricaricare le batterie. La ricerca in questo campo continua, e c’è da aspettarsi che ci saranno ulteriori passi avanti.

Il problema è molto più vasto

Come eliminare le emissioni velenose non è che una parte del problema. Le automobili creano anche inquinamento acustico, come sa bene chiunque viva vicino a una strada trafficata. Visto che il continuo rumore del traffico può nuocere alla salute, anche questo è un aspetto fondamentale del problema che va risolto.

Gli amanti della natura fanno anche notare che molti bei paesaggi campestri sono deturpati da chilometri e chilometri di brutte strade, a cui vanno aggiunte le aree di servizio e i cartelloni stradali, che non migliorano certo il panorama. Ma con l’aumento del numero delle automobili aumenta anche il bisogno di strade.

Alcune automobili, dopo aver inquinato per anni al servizio dei loro proprietari, continuano ad inquinare anche dopo “morte”. Le carcasse d’automobile abbandonate, che servono solo a deturpare il paesaggio, sono diventate un problema tale che in alcuni luoghi è stato necessario varare delle leggi per impedire che le campagne ne fossero disseminate. Esisterà mai l’automobile ideale, fatta di materiali facilmente riciclabili? Finora di autovetture del genere non se ne vede nemmeno l’ombra.

“La maggioranza dei tedeschi si preoccupa molto dell’ambiente”, osservava di recente un quotidiano, aggiungendo: “ma pochi agiscono di conseguenza”. Un funzionario governativo avrebbe detto: “Nessuno si considera colpevole, e nessuno è disposto a rendere conto delle sue azioni”. Sì, è difficile risolvere i problemi in un mondo caratterizzato da individui “amanti di se stessi” e “non disposti a nessun accordo”. — 2 Timoteo 3:1-3.

Nondimeno, la ricerca di soluzioni accettabili continua. Si troverà mai una soluzione ideale per i problemi dell’inquinamento e dell’automobile?

[Immagine a pagina 7]

Si potrebbe ridurre l’inquinamento usando i mezzi pubblici, viaggiando nella stessa macchina con altri o andando in bicicletta?

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