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  • g99 8/12 pp. 18-21
  • Da una vita da delinquente a una vita di speranza

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  • Da una vita da delinquente a una vita di speranza
  • Svegliatevi! 1999
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • La via del crimine
  • Nel mondo della droga
  • Diventare ricco per poi rigare diritto
  • Un cambiamento radicale
  • Ricompense di una buona condotta
  • Ho abbandonato una vita violenta
    Svegliatevi! 1991
  • Come mi liberai del vizio della droga
    Svegliatevi! 1974
  • La Bibbia ha cambiato la loro vita
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2009
  • Come la verità mi ha trasformato da delinquente a cristiano
    Svegliatevi! 1989
Altro
Svegliatevi! 1999
g99 8/12 pp. 18-21

Da una vita da delinquente a una vita di speranza

NARRATO DA COSTA KOULLAPIS

FISSAVO LE PARETI SUDICIE DELLA MIA CELLA ED ERO CONVINTO DI DOVER ESCOGITARE IL MODO PER METTERE LE MANI SU UN BEL PO’ DI SOLDI, COSÌ SAREI USCITO DAL CIRCOLO VIZIOSO IN CUI MI TROVAVO E AVREI INIZIATO UNA NUOVA VITA.

QUANDO mi sedetti, infelice e sconsolato, rammentai che nel giro di un anno 11 miei amici avevano perso la vita. Uno era stato impiccato per omicidio, un altro si era suicidato mentre era in attesa di essere processato per omicidio, tre erano morti per overdose, due erano stati ammazzati di botte in una rissa e quattro erano rimasti uccisi in incidenti stradali. Molti altri erano in prigione e scontavano pene per reati gravi.

Perciò nell’oscurità della cella pregai disperatamente Dio, chiunque egli fosse, di mostrarmi la via d’uscita da questo tunnel. La risposta a quella preghiera sarebbe arrivata non molto tempo dopo. Nel frattempo cercai di sottrarmi alla pesante accusa di lesioni dolose gravi. Mi salvò il patteggiamento, e riuscii a cavarmela con un’imputazione più lieve e una riduzione della pena. Ma lasciate che prima vi racconti come mi cacciai in quella brutta situazione.

Sono nato nel 1944 a Pretoria, in Sudafrica, dove sono anche cresciuto. I primi anni della mia vita furono tristi, e le esplosioni di violenza di mio padre, aggravate da frequenti eccessi nel bere, resero la vita impossibile a tutta la famiglia. Mio padre era anche un accanito giocatore d’azzardo e i suoi sbalzi d’umore sfociavano in violenti insulti e percosse ai danni di tutti noi, soprattutto di mia madre. Per sfuggire a questa lotta continua mi rifugiai nella strada.

La via del crimine

Come risultato, già da bambino ero molto scaltro. A otto anni, per esempio, imparai due cose. La prima fu quando mi beccarono con dei giocattoli rubati in casa di un vicino. Mio padre me le diede di santa ragione. Ricordo ancora la sua rabbiosa minaccia: “Se ti ripesco con roba rubata, ti spezzo il collo!” Decisi forse di non rubare più? No, piuttosto di non farmi prendere di nuovo. ‘La prossima volta li nasconderò così non li troveranno’, pensai.

La seconda cosa che appresi da piccolo fu di tutt’altro genere. Durante la lezione di religione, l’insegnante ci spiegò che Dio ha un nome. “Il nome di Dio è Geova”, disse con nostra sorpresa, “ed egli ascolterà qualsiasi preghiera gli rivolgerete nel nome di suo Figlio, Gesù”. Questo mi rimase molto impresso, anche se non mi impedì di diventare un delinquente. Ai tempi delle superiori ero già esperto nel taccheggio e nel furto con scasso. Gli amici di scuola non mi erano di nessun aiuto, visto che molti di loro erano già stati in riformatorio per crimini diversi.

Col passare degli anni divenni un delinquente abituale. Prima di compiere 20 anni avevo già preso parte a un numero imprecisato di rapine, furti con scasso, furti d’auto e aggressioni. Dal momento che bazzicavo sale da biliardo e bar sbrigando commissioni per protettori, prostitute e delinquenti, non terminai neanche il primo anno dell’istituto tecnico.

Stavo sempre in compagnia di criminali che non esitavano a sfregiare chiunque li tradisse. Imparai che facevo bene a tenere la bocca chiusa, a non vantarmi mai delle mie imprese né a sperperare il denaro. In caso contrario avrei contribuito a diffondere la notizia che era stato commesso un crimine, attirando l’attenzione della polizia e suscitando domande indiscrete. Peggio ancora, avrei potuto ricevere la visita inattesa di altri criminali desiderosi di spartire il malloppo.

Eppure, nonostante le mie precauzioni, a volte la polizia mi teneva d’occhio sospettando che fossi implicato in attività illegali. Ma mi guardavo bene dal tenere con me qualcosa che potesse collegarmi a un reato o farmi incriminare. Una volta i poliziotti fecero irruzione in casa nostra alle tre del mattino. Perquisirono due volte tutta l’abitazione in cerca di elettrodomestici, dato che un grossista locale era stato derubato. Non trovarono nulla. Fui portato al posto di polizia dove mi presero le impronte digitali ma non mi accusarono.

Nel mondo della droga

A 12 anni cominciai a fare regolarmente uso di droghe che alterano la mente. La mia salute iniziò a risentirne e più volte sfiorai l’overdose. Dopo poco conobbi un medico che era molto legato alla malavita. Questo mi fece finire nel traffico di droga e presto imparai che rifornendo pochi spacciatori correvo rischi assai minori, perché potevo rimanere nell’ombra mentre a rischiare erano gli altri.

Purtroppo alcuni con cui avevo avuto a che fare per la droga morirono di overdose oppure sotto l’effetto della droga commisero reati gravi. Un “amico” assassinò un medico molto in vista. La notizia riempì le pagine dei giornali nazionali. L’amico cercò poi di farmi incriminare, ma io non ne seppi nulla finché la polizia non si presentò a casa mia. Infatti, la polizia veniva spesso a farmi domande su vari crimini che venivano commessi.

Un giorno, però, feci qualcosa di molto stupido. Dopo aver fatto baldoria con droga e alcool per una settimana, ebbi un violento diverbio con due persone e le ferii gravemente. Il mattino seguente quelle persone identificarono il loro assalitore e fui arrestato con l’accusa di lesioni dolose gravi. Ecco come mi ritrovai in prigione.

Diventare ricco per poi rigare diritto

Dopo essere uscito di prigione venni a sapere di un posto vacante come responsabile del magazzino di una casa farmaceutica. Feci domanda e convinsi il principale che ero la persona adatta per quel lavoro. Grazie alla raccomandazione di un amico che era già in quella casa farmaceutica ottenni il posto. Pensavo di aver trovato il modo per fare un sacco di soldi e poi andarmene da qualche altra parte e iniziare una nuova vita. Perciò mi diedi da fare per apprendere al più presto i vari aspetti del commercio e ogni notte rimanevo alzato fino a tardi per studiare i nomi di tutti i medicinali. Ero sicuro che questa era la strada giusta per una nuova vita.

Il mio piano consisteva nell’aspettare pazientemente, guadagnandomi la fiducia dei miei principali. Quindi al momento propizio mi sarei introdotto nel magazzino e avrei rubato un’ingente quantità di certi medicinali che sapevo valevano molto al mercato nero. Li avrei venduti e di colpo sarei diventato un uomo abbastanza ricco. Mi ero creato quello che ritenevo un alibi di ferro, che mi avrebbe garantito la libertà e una nuova vita.

Giunse il momento di mettere in atto il piano. Una sera, entrato di soppiatto nel magazzino, guardai gli scaffali dove c’erano medicinali del valore di centinaia di migliaia di dollari. Era l’occasione buona per intraprendere una vita libera dal crimine e dalla violenza. Ma per la prima volta la mia coscienza iniziò a farsi sentire. Cosa aveva provocato questo improvviso rimorso? Mi ero quasi dimenticato che avevo una coscienza anch’io. Lasciate che vi racconti cos’era successo.

Alcune settimane prima di questo episodio il direttore ed io avevamo parlato del significato della vita. In risposta a un suo commento io dissi che come ultima risorsa si poteva pregare. “Chi?” chiese. “Dio”, replicai. “Ma le persone pregano un mucchio di dèi”, disse, “quale Dio preghi tu?” “L’Iddio Onnipotente”, risposi. “Oh, e qual è il suo nome?”, continuò. “Cosa intende dire?” chiesi io. “Beh, l’Iddio Onnipotente ha un nome personale come te, me e chiunque altro”, fu la sua risposta. Sembrava logico, ma io mi stavo stufando per cui chiesi irritato: “E allora qual è il nome di Dio?” “Il nome dell’Iddio Onnipotente è Geova!” mi rispose.

Tutto a un tratto il passato si dischiuse e nella mia mente riaffiorò il ricordo di ciò che avevo imparato in classe quando avevo solo otto anni. Con mia sorpresa quella conversazione col direttore ebbe su di me un effetto straordinario. Ci sedemmo e parlammo per ore. Il giorno dopo mi portò il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna.a Lo lessi per intero quella sera e mi convinsi subito di aver trovato la verità e il vero significato della vita. Nelle due settimane che seguirono parlammo quasi sempre dei vari soggetti trattati in quel sorprendente libro blu.

Per cui, nel buio e nel silenzio del magazzino, la coscienza mi diceva che il mio piano di rubare i medicinali e rivenderli era completamente sbagliato. Mi dileguai silenziosamente e tornai a casa, deciso a non rubare mai più.

Un cambiamento radicale

Nei giorni successivi informai i miei familiari della mia decisione di iniziare una nuova vita e cominciai a parlare loro di alcune verità bibliche che avevo appreso. Mio padre voleva buttarmi fuori di casa. Mio fratello John, invece, prese le mie difese e gli disse: “Per la prima volta nella sua vita Costa è coinvolto in qualcosa che non è un crimine, e tu vuoi sbatterlo fuori? Voglio saperne di più al riguardo”. Con mia gradita sorpresa, John mi chiese di studiare la Bibbia con lui. Da quel momento in poi, tutti quelli che si rivolgevano a me per avere la droga ricevevano invece un libro Verità! Presto con quel libro conducevo 11 studi biblici.

Poi venni a sapere che il direttore stesso della casa farmaceutica non era un Testimone. Sua moglie lo era all’incirca da 18 anni, ma lui ‘non aveva mai avuto il tempo di occuparsi della verità’. Perciò fece in modo che un Testimone esperto tenesse con me uno studio biblico regolare. Lo studio mi aiutò a capire che dovevo affrontare altri problemi nella vita, e dopo non molto la verità della Parola di Dio iniziò a liberarmi delle mie pratiche mondane. — Giovanni 8:32.

All’improvviso, però, mi sentii schiacciato dalla rapidità con cui tutto era avvenuto in poche settimane. Dovevo fare cambiamenti ancora più grandi e capivo che se avessi continuato a mettere in pratica ciò che imparavo studiando la Bibbia avrei dovuto ingaggiare una grande lotta tra carne e spirito. D’altra parte, mi rendevo conto che se avessi continuato a vivere come avevo fatto fino a quel momento sarei probabilmente andato incontro alla morte o perlomeno avrei passato buona parte della mia vita in prigione. Così, dopo un lungo periodo di riflessione e di fervide preghiere decisi di seguire la via della verità. Sei mesi dopo, il 4 aprile 1971, simboleggiai la mia dedicazione a Geova Dio mediante il battesimo in acqua.

Ricompense di una buona condotta

Quando guardo indietro, a volte mi emoziono pensando alle benedizioni che ho avuto dal giorno in cui decisi di abbandonare la via del crimine. Delle 11 persone con cui iniziai a studiare in quelle prime settimane burrascose cinque camminano ancora nella via della verità. Anche mia madre accettò uno studio biblico e diventò una Testimone battezzata, continuando a servire Geova fedelmente fino alla morte avvenuta nel 1991. I miei due fratelli hanno dedicato la loro vita a Geova e ora servono come anziani. Ho potuto aiutare anche mia zia a conoscere la verità e negli scorsi 15 anni ha svolto il ministero a tempo pieno.

Il direttore della casa farmaceutica per cui lavoravo fu così incoraggiato dai miei cambiamenti che cominciò a prendere la verità biblica più seriamente. Un anno dopo il mio battesimo simboleggiò anche lui la propria dedicazione a Dio con il battesimo in acqua. In seguito servì per molti anni come anziano in una delle congregazioni dei testimoni di Geova di Pretoria.

Sono sposato con una Testimone dedicata, Leonie. Nel 1978 ci trasferimmo in Australia dove sono nati Elijah e Paul, i nostri due figli. L’incoraggiamento della mia famiglia è stato davvero una grande forza per me. Ho il privilegio di servire come anziano a Canberra, la capitale dell’Australia. Ogni giorno che passa sono grato a Geova di avermi salvato da una vita vuota e inutile, che mi stava portando all’infelicità e alla morte. Geova ha reso inoltre la mia vita significativa dando a me e ai miei cari una vera speranza.

[Nota in calce]

a Edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

[Immagine a pagina 18]

A 12 anni

[Immagine a pagina 18]

Oggi con mia moglie e i nostri due figli

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