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  • g91 8/8 pp. 18-20
  • Ho abbandonato una vita violenta

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  • Ho abbandonato una vita violenta
  • Svegliatevi! 1991
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Più violento dopo il rilascio
  • Sempre più violento
  • Una via decisamente migliore
  • Una nuova vita
  • Come mi liberai del vizio della droga
    Svegliatevi! 1974
  • La Bibbia ha cambiato la loro vita
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2009
  • Da una vita da delinquente a una vita di speranza
    Svegliatevi! 1999
  • Come posso smettere di drogarmi?
    I giovani chiedono... Risposte pratiche alle loro domande, volume 1
Altro
Svegliatevi! 1991
g91 8/8 pp. 18-20

Ho abbandonato una vita violenta

IL MIO amico ed io correvamo a più non posso, e, arrivati al fiume nei pressi della cittadina in cui vivevo, ci tuffammo in acqua. Tornati a galla, ci mettemmo a nuotare con tutte le nostre forze verso la riva opposta.

Un divertimento da ragazzi? Tutt’altro! Una questione di vita o di morte. Quando mi voltai, vidi i poliziotti con le pistole puntate verso di noi. Mi immersi sott’acqua per sfuggire ai proiettili e continuai a nuotare verso la riva opposta. Perfino sott’acqua potevo sentire gli spari.

Una volta raggiunta la riva opposta, la nostra evasione poteva dirsi riuscita. Eravamo stati arrestati per furto d’auto e furto con scasso.

Questa fu una delle tante volte in cui venni ricercato o effettivamente inseguito dalla polizia per qualche azione criminale. Pur avendo all’epoca solo 17 anni, ero già stato arrestato parecchie volte. Alla fine il mio amico ed io fummo presi, e ancora una volta dovetti scontare una pena detentiva, questa volta di due anni e mezzo.

Anche in prigione manifestavo la mia indole violenta. Poiché spesso ero coinvolto in risse con gli altri detenuti, mi fu data un’uniforme bianca. Questo permetteva agli agenti di tenere d’occhio me e altri detenuti pericolosi.

Più violento dopo il rilascio

Uscii di prigione, ma non ero cambiato in meglio. Anzi, ero più violento di prima. Imposi subito la mia autorità su una zona che includeva varie strade. Chi mi sfidava trovava pane per i suoi denti.

Una volta un gruppo di giovani mi irritò. Benché la settimana prima mi fossi procurato una frattura alla mano destra in una zuffa, li aggredii e ne ferii diversi prima che la polizia intervenisse per sedare la rissa.

Un’altra volta, insieme a due amici sfidai un gruppo di uomini di una città vicina. Il loro capo mi si parò davanti brandendo una spranga di ferro. Lo disarmai ma egli si divincolò e scappò. L’unico modo di convincerlo a proseguire il combattimento fu di restituirgli la spranga di ferro, cosa che feci. Egli tornò indietro, e lo disarmai di nuovo, ma questa volta prima di lasciarlo andare lo pestai a dovere.

Una sera, tanto per divertirmi, mi misi all’angolo di una strada di Harlem, a New York, sfidando i passanti a combattere con me. Diversi accettarono l’offerta, e mi azzuffai con parecchia gente. Così la mia reputazione di persona violenta e pericolosa aumentava. Nel corso delle varie risse sono stato colpito con bottiglie, cric e mazze, e affrontato con coltelli e altre armi. Ma questo non mi scoraggiava affatto dal persistere nel mio comportamento violento.

Sempre più violento

Scoprii presto che con la droga si potevano fare molti soldi. Poiché facevo uso di droga, conoscevo l’ambiente dei tossicodipendenti. In poco tempo reclutai degli spacciatori che lavoravano per me e questo mi rese ancora più violento.

Una volta decidemmo di derubare un altro trafficante di droga. Facemmo irruzione in casa sua armati di pistola e coltello e tenemmo in ostaggio tre uomini e una donna finché non rovistammo tutta la casa in cerca di droga.

In un’altra occasione un amico ed io, armati di fucile e col volto coperto da passamontagna, decidemmo di rapinare un uomo molto ricco per procurarci il denaro per la droga. Ci appostammo nei pressi della sua abitazione, ma egli non arrivò e così ce ne andammo. Senza dubbio se fosse arrivato avremmo messo in atto i nostri propositi.

Così, a soli 20 anni, mi ritrovai coinvolto nella violenza, nella droga e nel crimine. Mi si prospettava una vita in carcere, nella migliore delle ipotesi, ed ero molto infelice.

Spesso mi chiedevo chi avesse il diritto di stabilire il bene e il male. Conclusi che ciò spettava a chi era più forte nella società. Ragionavo anche che, dal momento che erano gli uomini a decidere il bene e il male, e dato che io non avevo il minimo rispetto per alcuna autorità umana, avevo diritto quanto chiunque altro di decidere al riguardo. Ma presto avrei trovato una risposta migliore.

Una via decisamente migliore

Mia sorella, che aveva sposato uno dei miei amici e compagni di carcere, aveva accettato di studiare la Bibbia con i testimoni di Geova. Cominciò a parlare delle cose che imparava dalla Bibbia con tutti i familiari, tranne che con me. La mia famiglia mi diceva di evitare mia sorella. Perché? Perché secondo loro non faceva altro che parlare di questa “religione di matti”.

Ciò mi incuriosì. Cosa mai andava dicendo che turbava tanto gli altri? Volevo saperlo, ma mia sorella non me ne parlava. Come mai? Perché pensava che, delinquente com’ero, non avrei mai ascoltato nulla riguardo alla Bibbia.

Una sera però chiesi a mia sorella se potevo cenare a casa sua. Mentre ero seduto lì a mangiare con mia sorella e il marito, dissi: “Parlatemi di questa nuova religione”. Non se lo fecero ripetere: me ne parlarono per sei ore! Mi parve tutto così logico che la sera dopo ero di nuovo lì per saperne di più.

Dopo questa seconda visita, mi convinsi di aver trovato qualcosa per cui valeva la pena di vivere, un vero scopo nella vita. Immediatamente cominciai a frequentare le adunanze nella Sala del Regno dei Testimoni di Geova e a parlare ai miei amici delle cose che imparavo.

Per un po’ il mio stile di vita rimase invariato. Ma continuavo a studiare e a imparare quali cose Geova Dio vuole, e mi prefiggevo di essere sempre presente alle adunanze tenute nella Sala del Regno, dove veniva spiegata la Bibbia. In questo modo acquistai la forza spirituale necessaria per cambiare la mia vita, un passo per volta.

Prima di tutto smisi di vendere droga. Questo mandò su tutte le furie alcuni dei miei ex collaboratori, ma ero ancora conosciuto come una persona violenta, e così non mi diedero fastidio. Poi smisi di fare uso di droghe pesanti e rinunciai anche alla mia vita immorale. L’ultima cosa di cui mi liberai fu il vizio del fumo. In otto mesi avevo fatto progresso al punto di essere idoneo per il battesimo, e nel 1970 mi battezzai.

Finalmente la domanda su chi ha il diritto di stabilire il bene e il male aveva una risposta che comprendevo appieno. La risposta è: Geova, il Datore di vita. È lui ad avere questo diritto, e anche quello di esigere che le sue creature si conformino a ciò che stabilisce.

Spesso ho riflettuto su come l’illustrazione di Isaia 65:25 si è applicata simbolicamente a me. Questa profezia parla del tempo avvenire in cui l’indole violenta del leone sarà trasformata in un’indole mansueta, al punto che esso mangerà paglia come il toro. La mia personalità molto violenta si era trasformata proprio nello stesso modo: ora avevo un temperamento pacifico e una prospettiva pacifica nella vita.

Nondimeno dovevo ancora eliminare la mia cattiva fama mediante una buona condotta. Per esempio, andavo regolarmente di casa in casa a parlare della Bibbia. A una porta, il giovane che aveva aperto mi riconobbe e si spaventò, pensando che fossi lì per fargli del male. Gli spiegai subito il mio pacifico messaggio biblico: lo lasciai confuso ma molto sollevato.

Poco tempo dopo il mio battesimo sposai una testimone di Geova. Triste a dirsi, nel 1974 mia moglie decise di non voler più servire Dio. Mi diede un ultimatum: se non avessi lasciato la mia religione, mi avrebbe lasciato lei, portandosi via i nostri due bambini. Fu il periodo più difficile della mia vita. Ma non potevo smettere di adorare Dio, e continuai a fare la Sua volontà.

Una nuova vita

Comunque, Geova mi ricompensò per essergli rimasto fedele. Nel 1977 conobbi una brava Testimone, e ci sposammo. Lei aveva un bambino di cinque anni. Presto mia moglie ed io iniziammo il ministero a tempo pieno, prodigandoci per far conoscere ad altri Dio e i suoi propositi. Quando nostro figlio crebbe, intraprese anche lui il ministero a tempo pieno. Ora svolge vari compiti nella congregazione locale.

Mia moglie ed io abbiamo poi avuto il privilegio di recarci in varie parti del mondo per partecipare come volontari a programmi di costruzione. Si tratta di aiutare a costruire nuovi locali per le filiali dei testimoni di Geova in vari paesi al fine di sostenere l’opera mondiale di istruzione biblica.

Quando siamo a casa, ci teniamo occupati localmente, aiutando altri a conoscere la Bibbia e dando una mano nella costruzione di nuove Sale del Regno. Presto anche servizio in un comitato regionale di costruzione nel sud degli Stati Uniti. Il mio ex compagno di prigione — il marito di mia sorella — ed io siamo ora anziani nella stessa congregazione dei testimoni di Geova.

Sono grato a Geova perché mi ha aiutato ad assumere il controllo della mia vita e perché le ha impresso una svolta decisiva. Mentre lascio che sia lui a indicarmi ciò che è bene e ciò che è male, la mia vita migliora sempre più. — Da un collaboratore.

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