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  • Simeone
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  • DIMINUZIONE DELLA POPOLAZIONE
  • NELLA SUCCESSIVA STORIA BIBLICA
  • Simeone
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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Ausiliario per capire la Bibbia
ad pp. 1177-1178

Simeone

(Simeòne) [che ode, cioè, con benevolenza].

1. Il secondo dei dodici figli di Giacobbe; così chiamato perché, come disse sua madre Lea, “Geova ha ascoltato, in quanto io ero odiata ed egli mi ha dato anche questo”. — Gen. 29:32, 33; 35:23-26; 48:5; Eso. 1:1-4; I Cron. 2:1, 2.

Quando suo padre Giacobbe era accampato nei pressi di Sichem, Simeone, insieme al fratello minore Levi, manifestò furore vendicativo irragionevolmente feroce e crudele. In modo arbitrario, senza che il padre ne fosse a conoscenza o consentisse, si accinsero a vendicare l’onore della loro sorella minore, Dina, uccidendo i sichemiti, cosa che portò l’ostracismo sull’intera famiglia. — Gen. 34:1-31.

In seguito Simeone cadde in trasgressione quando lui e i fratelli progettarono di uccidere Giuseppe. (Gen. 37:12-28, 36) Non è precisato se Simeone, il secondogenito, fosse o meno l’istigatore di questo attentato alla vita di Giuseppe. Anni dopo, quando Giuseppe, amministratore annonario d’Egitto, mise alla prova i fratelli, Simeone venne scelto da lui per essere legato e imprigionato finché gli altri fratelli avessero condotto Beniamino in Egitto. — Gen. 42:14-24, 34-36; 43:15, 23.

Poco prima di morire Giacobbe, nel benedire i figli, ricordò con riprovazione la violenza con cui Simeone e Levi avevano agito molti anni prima nei confronti dei sichemiti. (Gen. 49:5-7) In tal modo Giacobbe eliminò qualsiasi speranza Simeone potesse avere di ricevere la primogenitura persa dal fratello maggiore Ruben. Simeone ebbe sei figli, uno dei quali da una cananea. Come era stato profetizzato, la parte spettante alla tribù di Simeone non era unita a quella di Levi, anzi i due furono ‘dispersi’; anche internamente, la parte di Simeone era divisa, essendo costituita da città entro il territorio di Giuda. — Gen. 46:10; Eso. 6:15; I Cron. 4:24; Gios. 19:1.

2. La tribù di Israele nata dalle famiglie dei sei figli di Simeone: Iemuel, Iamin, Oad, Iachin, Zohar e Shaul. (Gen. 46:10; Eso. 6:15) Durante il viaggio di Israele nel deserto, Simeone si accampava insieme a Ruben e Gad a S del tabernacolo, e le tre tribù erano capeggiate da Ruben. In marcia veniva conservata la stessa disposizione tribale, e Selumiel prestava servizio come capotribù dei simeoniti, sia nell’accampamento che nell’esercito. — Num. 1:4, 6; 2:10-15; 10:18-20.

DIMINUZIONE DELLA POPOLAZIONE

All’epoca del primo censimento, fatto un anno dopo l’esodo dall’Egitto, la tribù di Simeone contava 59.300 uomini robusti dai vent’anni in su, abili per il servizio militare. (Num. 1:1-3, 22, 23) Tuttavia, circa trentanove anni più tardi, il secondo censimento rivelò che la tribù aveva subito gravi perdite, e contava solo 22.200 uomini del genere. Ciò costituiva una diminuzione di oltre il 62 per cento, molto maggiore di quella subita da qualsiasi altra tribù. — Num. 26:1, 2, 12-14.

Mosè non menzionò per nome Simeone nella benedizione finale di Israele. Questo non vuol dire che la tribù non sia stata benedetta, dato che alla fine fu inclusa nella benedizione generale. (Deut. 33:6-24, 29) Quando giunsero al Gherizim, la tribù di Simeone fu chiamata per prima fra quelle menzionate in relazione alla benedizione impartita da quel monte. — Deut. 27:11, 12.

Quando si trattò di assegnare i rispettivi territori nella Terra Promessa si tenne senz’altro conto del numero ridotto dei simeoniti; la tribù non ricevette un territorio autonomo, indiviso, ma piuttosto uno interamente racchiuso entro quello di Giuda. In tal modo si adempì la profezia pronunciata oltre due secoli prima da Giacobbe in punto di morte. (Num. 34:16-20; Gios. 19:1-9; confronta Genesi 49:5-7). Simeone si unì a Giuda per strappare questo territorio dalle mani dei cananei. (Giud. 1:1-3, 17) Città facenti parte dell’eredità di Simeone furono inoltre destinate alla tribù di Levi. — Gios. 21:4, 9, 10; I Cron. 6:64, 65.

NELLA SUCCESSIVA STORIA BIBLICA

Di tanto in tanto i simeoniti furono menzionati nella successiva storia di Israele: all’epoca di Davide (I Cron. 4:24-31; 12:23, 25; 27:16), ai giorni di Asa (II Cron. 15:8, 9) e all’epoca di Giosia. (II Cron. 34:1-3, 6, 7) Quest’ultimo riferimento alle riforme di Giosia mostra che, pur trovandosi geograficamente nel territorio di Giuda, Simeone si era unito politicamente e religiosamente al regno settentrionale. Risulta che ai giorni di Ezechia 500 simeoniti abbatterono un rimanente di amalechiti e si stabilirono al loro posto. — I Cron. 4:41-43.

Nei libri profetici di Ezechiele e Rivelazione, il nome di Simeone ricorre insieme a quello di altre tribù di Israele. La striscia di territorio assegnata a Simeone nella disposizione della Terra Promessa vista in visione da Ezechiele si trovava fra quella di Beniamino e quella di Issacar a S della “santa contribuzione”. La porta assegnata a Simeone a S della città santa si trovava invece fra le porte menzionate dopo quelle di Issacar e Zabulon. (Ezec. 48:21-25, 28, 33) Nella visione dei 144.000 suggellati di Rivelazione, capitolo 7, la tribù di Simeone è al settimo posto. — Riv. 7:7.

3. Uomo anziano, giusto e riverente, che si recò al tempio proprio il giorno in cui Giuseppe e Maria vi portarono il piccolo Gesù. A Simeone era stato divinamente rivelato che prima di morire avrebbe visto il Cristo. Egli perciò prese il piccino fra le braccia, benedisse Geova e, avendo su di sé lo spirito santo, annunciò alla madre del bambino: “Questi è posto per la caduta e il risorgere di molti in Israele”. Simeone profetizzò inoltre che Maria avrebbe provato un grande dolore (come se fosse stata trafitta da una spada) a motivo della morte straziante di questo suo figlio. — Luca 2:22, 25-35.

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