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  • Un uomo anziano la cui fede fu premiata

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  • Un uomo anziano la cui fede fu premiata
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 1/4 pp. 221-222

Un uomo anziano la cui fede fu premiata

L’ATTESA era grande. Si avvicinava il tempo di uno dei più grandi avvenimenti della storia umana, avvenimento che era stato preannunciato da secoli. Di che cosa si trattava? Della comparsa del Messia o Cristo.

La profezia di Daniele indicava che il Messia sarebbe arrivato sessantanove settimane d’anni dopo il comando di ricostruire le mura della città di Gerusalemme. (Dan. 9:25) Calcolando dalla ricostruzione di quelle mura ad opera di Neemia, si giungeva a quello che ora è noto come l’anno 29 E.V.

Così verso la fine del primo secolo a.E.V. difficilmente gli Ebrei anziani avevano la prospettiva di vivere abbastanza a lungo per vedere l’adempimento della loro cara speranza riguardo al Messia. Tuttavia alcuni uomini e donne anziani lo attendevano con fede e col fervido desiderio di vederlo. Fra loro era Simeone. La Bibbia lo descrive come “giusto e riverente, e aspettava la consolazione d’Israele”. (Luca 2:25) Benché Simeone morisse senza dubbio prima che Gesù fosse unto dallo spirito di Dio e divenisse così il promesso Messia, o Cristo, la sua incrollabile fede nella venuta del Messia fu premiata. In che modo?

Geova Dio notò la grande fede di Simeone e lo favorì con una speciale rivelazione. Per mezzo del suo spirito l’Altissimo gli fece sapere che non sarebbe morto prima di vedere in effetti il Cristo. (Luca 2:26) Quale rallegrante prospettiva!

Un giorno, sotto l’impellente potere dello spirito di Dio, Simeone entrò nell’area del tempio. Avvenne così che arrivò anche una coppia di poveri sposi, con un bambino. Dall’aspetto esteriore l’uomo, sua moglie e il neonato non erano nulla di speciale. La situazione sembrava del tutto comune, poiché per legge si richiedeva che la madre ebrea offrisse un sacrificio, al termine di un periodo di purificazione di quaranta giorni dopo la nascita di un maschio. — Luca 2:27.

Ma in realtà era avvenuto qualche cosa di straordinario, qualche cosa che Simeone considerò come un ricco premio per la sua fede. Il pieno significato di ciò gli fu reso manifesto per mezzo dello spirito santo. Il bambino non era altri che colui che era destinato a divenire il Messia, il Cristo. Con gioia Simeone prese il bambino fra le braccia e, sospinto dallo spirito di Dio, disse: “Ora, Sovrano Signore, tu lasci andare in pace il tuo schiavo secondo la tua dichiarazione; perché i miei occhi han visto il tuo mezzo di salvezza che hai preparato dinanzi a tutti i popoli, luce per rimuovere il velo dalle nazioni e gloria del tuo popolo Israele”. — Luca 2:29-32.

A causa del privilegio concessogli Simeone provò pace e tranquillità interiore. Ora sapeva con certezza che il meraviglioso mezzo di salvezza era stato provveduto da Dio. Aveva visto con i suoi occhi il bambino e l’aveva toccato con le sue mani. Le parole profetiche di Simeone che luce sarebbe venuta anche alle nazioni nelle tenebre, prive della conoscenza di Dio e nel peccato, erano in piena armonia con le Scritture Ebraiche. Per esempio, riguardo al “servitore” messianico, Isaia 42:6 dichiara: “Io stesso, Geova, ti ho chiamato nella giustizia, e ti afferravo per la mano. E io ti salvaguarderò e ti darò come patto del popolo, come luce delle nazioni”.

Simeone benedisse poi Giuseppe e Maria, evidentemente augurando loro la benedizione di Dio nell’adempiere le loro responsabilità verso il bambino. Rivolgendosi in particolar modo a Maria, Simeone continuò: “Ecco, questi è posto per la caduta e il risorgere di molti in Israele e per un segno di cui parlar contro (si, a te stessa una lunga spada trapasserà l’anima), onde i ragionamenti di molti cuori siano scoperti”. (Luca 2:34, 35) Sì, la comparsa del Messia avrebbe influito sul suo stesso popolo in modi radicalmente diversi.

Come era già stato indicato nella profezia, molti avrebbero inciampato in lui, restando impenitenti e increduli. Il profeta Isaia scrisse queste parole: “Egli deve divenire . . . come una pietra contro cui andare a sbattere e come una roccia su cui inciampare per entrambe le case d’Israele, come una trappola e come un laccio per gli abitanti di Gerusalemme. E molti fra loro per certo inciamperanno e cadranno e saranno rotti, e saranno accalappiati e presi”. (Isa. 8:14, 15) Per gli increduli Gesù sarebbe stato un “segno” o oggetto di disprezzo, qualcuno da biasimare o riprovare. Ma altri, riponendo fede in lui, sarebbero stati ‘sollevati’ dallo stato di morte nei falli e nei peccati, per godere dinanzi a Dio una giusta reputazione.

Le azioni compiute verso il Messia avrebbero rivelato esattamente cosa si aveva in cuore. Come disse Simeone: “Onde i ragionamenti di molti cuori siano scoperti”. — Luca 2:35.

Il fatto che Gesù sarebbe stato respinto dalla maggioranza avrebbe avuto per Maria un effetto particolarmente doloroso. Simeone richiamò l’attenzione su questo, dicendo: “A te stessa una lunga spada trapasserà l’anima”. (Luca 2:35) Come dovette esser penoso per Maria vedere Gesù inchiodato a un palo come un criminale della peggiore specie! Fu paragonabile a essere trafitta da una spada.

Davvero Simeone fu altamente favorito, in quanto poté vedere il bambino Gesù e quindi essere ispirato a pronunciare una profezia che avrebbe particolarmente rafforzato Maria quando avrebbe visto il suo figlio primogenito sottoposto a tale indegno trattamento.

Ciò che Dio fece per Simeone dovrebbe rafforzare oggi la nostra fede. Durante la propria vita si potrebbe non vedere il completo adempimento delle care speranze basate sulle infallibili promesse di Geova. Nondimeno si può esser certi che l’Altissimo non dimenticherà gli sforzi fatti per servirlo con fedeltà. Qualunque benedizione e guida si riceva effettivamente durante la propria vita di leale servizio sarà abbastanza per garantire la sicura prospettiva di una risurrezione dai morti, in vista della vita eterna.

L’immutabile Dio ha oggi cura dei suoi fedeli servitori come l’ebbe di Simeone. Quindi la Bibbia esorta: “Gettate su di lui tutta la vostra ansietà, perché egli ha cura di voi”. (1 Piet. 5:7) Come l’anziano Simeone, possiamo attenderci un ricco premio per la nostra fede. Quale eccellente incoraggiamento è questo per tutti noi di continuare a vivere in armonia con la speranza che Dio ci ha data, mostrandoci ‘giusti e riverenti’ come Simeone!

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